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MSN quando c’era la messaggistica istantanea di Windows Live Messenger

 

Ognuno di noi ha un fenomeno con cui descrive l’inizio, la durata o la fine della sua adolescenza. E sono quasi sicura che, per quelli nati negli anni ’90, quel fenomeno sia segnato dal passaggio da una tecnologia oldschool a una quasi all’avanguardia. Per me, l’adolescenza è iniziata all’alba della seconda media, quando un nuovo mondo è entrato nella mia camera da letto nel modo più ingombrante possibile: un computer fisso a schermo “piatto” (piatto= 15 cm quindi praticamente un comodino).

All’inizio giocavo a Campo minato, Freecell (avanguardia pura) oppure disegnavo simil Kandinsky su Paint. Poi, un giorno, qualcuno mi ha detto che non dovevo più spendere soldi al telefono per mandare messaggi, non dovevo più fare squilli per provarci con i ragazzi, non dovevo più cambiare da Tim a Vodafone in base alle migliori offerte telefoniche estive, di quelle “500 messaggi, 500 minuti, 10 mms” (che poi, gli mms, chi li ha mai mandati?). Non dovevo più perché era arrivato Windows Live Messenger, comunemente chiamato MSN,  uno dei primi servizi gratuiti di messaggistica istantanea.

Ignara di tutte le gioie che avrei ricevuto di lì a poco grazie a questo nuovo macrocosmo ho deciso di scaricarlo, soprattutto perché tutti continuavano a chiedermi “ma tu ce l‘hai msn?”. La procedura prevedeva un indirizzo di posta elettronica e una password. Ricordo che la scelta non era stata semplice, a partire dal fatto che molti dei miei primi tentativi  erano già stati scelti da qualcun altro: “ilag…@katamail.com”: niente, già utilizzato;  “IlariAA…”: anche questo già scelto.  Continuavo a chiedermi quante Ilaria con il mio cognome esistessero. Finché non ho scoperto che esistevano una serie di trattini (basso, alto, piccolo, lungo) che potevo utilizzare per distinguermi dalle mie omonime. Chissà quante persone non ho mai avuto tra i contatti solo per un trattino sbagliato.

Alla fine ce l’ho fatta: ilarietta_1992@katamail.com. Quando davo il mio contatto mi vergognavo sempre, ma a posteriori posso dirmi soddisfatta della mia sobrietà rispetto a robe del tipo “p4t4t4_69_@libero.it”.  La password invece era per me fonte di sfogo costante. Spesso iniziava con “vaffanculo” e finiva con il nome di qualcuno a cui dovevo gran parte del mio rancore. Terminata la registrazione ho dato il benvenuto a quello che sarebbe stato successivamente il mio angolo segreto a cui avrei dedicato l’attenzione di ogni sera. Se prima non mi andava di studiare, con MSN ho proprio seppellito la mia già scarsa dedizione allo studio.  Tornavo dagli allenamenti alle otto di sera e con tazze di latte e nutella, prima di cena, iniziavo a massaggiare. Poi cenavo, e subito di nuovo incollata a quella sedia.

Talvolta quando sentivo il computer squillare mi alzavo da tavola facendo finta di dover andare al bagno, ma in realtà sgattaiolavo in camera a vedere chi mi aveva scritto. La cosa geniale di MSN era che in situazioni di “non risposta” invece delle odierne spuntature blu, che per me sono il male del mondo, esistevano i trilli.  Non mi rispondi? allora ti mando un trillo. Ma non solo: il trillo di MSN era anche un motivo di flirt, come i vecchi squilli a ripetizioni fatti con il 3310. Solo che il trillo creava un contatto diretto per cui tu, dopo averlo ricevuto, ti ritrovavi la schermata davanti e la possibilità di poter scrivere a chi te lo aveva mandato. Il trillo era un brivido o anche il momento esattamente precedente al brivido. Un’eccitazione tecnologica, un bacetto sul collo virtuale. Se qualcuno ti mandava un trillo era già storia d’amore. Perché di fatto rappresentava una dichiarazione di interesse, e da lì nascevano tante di quelle pippe mentali che potevi immaginare qualsiasi cosa. Rispondere ad un trillo in maniera compulsiva poi era come fare l’amore. Che poi il giorno dopo a scuola quella persona non la salutavi nemmeno.

Arriviamo alla vera novità che MSN aveva portato oltre alle emoticon: gli status. Ti dava la possibilità di identificarti e descriverti con una sola frase, con dei simboli, con un colore. I più eccentrici scambiavano numeri per lettere,  le parole avevano ognuna un colore diverso e i contenuti erano spesso inni all’amore o all’amicizia. Io non appartenevo a quella categoria, ero di quei tipi alternativi forse ancora più insopportabili che mettevano frasi degli Oasis del tipo “You Have To Give It All In All Your Life”, senza cuori però, mai!

Senza alcun dubbio la vera avanguardia di MSN era il blog. Qualcosa di molto simile alle  schermate di Instagram e Facebook, dove poter pubblicare pensieri, invettive, foto, questionari autoreferenziali (domande generiche a cui si aggiungevano cose del tipo “ti sei mai ubriacato?” – “non ancora”). Tante volte avrei voluto ritrovare il mio blog di MSN per vedere quanto imbarazzante fosse la mia identità virtuale. Ho provato a recuperare le credenziali e riaccendere al sistema, ma invano, anche perché la mia ultima password imprecante non ricordavo e non ricordo più a chi fosse indirizzata. Su yahooanwers ci sono effettivamente molte persone che, come me, si sono posti lo stesso problema. “Come faccio a recuperare il mio vecchio blog MSN” è una domanda frequente, ma nessuno di questi tempi c’è mai riuscito. Forse è meglio per tutti, forse è romantico ricordare quei tempi con nostalgica vergogna.

MNS lega alla mia memoria una potente spensieratezza di cui ormai non ricordo più la forma. Ricordo solo l’angolo della mia stanza pitturato di viola, una sedia scomoda, un computer ingombrante, un sonno incontenibile che poteva essere sostenuto soltanto dall’uso ossessivo che facevo di MSN. Le ore piccole, le sveglie insopportabili, le lunghe giornate che finivano sempre lì davanti a quelle colorate chat, con gli occhi rossi e i capelli ancora sporchi perché “la doccia la faccio domattina, magari quello che mi piace mi scrive proprio ora“.

 

 

A chi è permessa (e a chi no) la vaccinazione nel mondo

PARLANDO DEL COVAX
(acronimo di Covid-19 Vaccines Global Access)

______________una ricerca di Francesco Leccese

La distribuzione dei vaccini nel mondo, nonostante i buoni propositi, non sta avvenendo equamente. Alcuni Paesi hanno delle scorte di vaccino contro il Coronavirus, mentre altri non hanno ricevuto nulla.
Il 19 marzo, il New York Times ha messo a nudo le disuguaglianze e le differenze tra Stati in materia di diritto alla vaccinazione.
Tra gli esempi, si legge che chi ha sedici anni può vaccinarsi nello Stato del Mississippi e in Israele. A Shangai, un diciottenne può ricevere la dose di vaccino, mentre un anziano di settant’anni no: nonostante il rischio più alto di sviluppare il Covid-19 in forma grave, le autorità cinesi non hanno autorizzato la somministrazione del vaccino alla popolazione anziana, perché mancherebbero sufficienti trial clinici su questa fascia di popolazione.
In Kenya le dosi arrivate sono limitate: sono in pochi a poter accedere alla somministrazione del vaccino, principalmente operatori sanitari. Una situazione simile è quella vissuta dalla Corea del Sud, dove la popolazione anziana (con età superiore ai 75 anni) non è ancora stata vaccinata.

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Horeca: un settore in protesta per sopravvivere
….. a Roma manifestazione del 6 aprile

MIO ITALIAMovimento Imprese Ospitalità 
Una dichiarazione di Paolo Bianchini – Presidente di MIO Italia
sul DECRETO “SOSTEGNI”

Roma, 2 aprile 2021

«Nell’attesissimo decreto “Sostegni” di aprile, che dovrà concentrare l’erogazione di risorse importanti, il comparto dell’ospitalità a tavola –Horeca – (*1) attende risposte vere e reali su alcune problematiche impellenti. 
1)  La prima riguarda gli affitti che i piccoli imprenditori devono continuare a pagare nonostante siano stati costretti a chiudere.
2)  La seconda, il blocco della ripartenza dei mutui e dei finanziamenti.

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Con la Resurrezione di Nostro Signore, ….

L’illustrazione d’apertura è a cura di Alessandro Ricci  

RISORGI ITALIA !!!
ED INIZIA IL TUO CAMMINO VERSO UN  “NUOVO RINASCIMENTO” 

E’ TRASCORSO OLTRE UN ANNO DA QUANDO, A MARZO DEL 2020, NOI – GENTE D’ITALIA CON FIDUCA ED OTTIMISMO – SCRIVEVAMO SUI NOSTRI MESSAGGI “ANDRA’ TUTTO BENE !” ….PURTROPPO NON E’ ANDATA COSI’ !!   
Purtroppo abbiamo dovuto subire, per strane alchimie, l’ignavia di un Governo che non ci meritavamo, sorretto da una maggioranza parlamentare numericamente esistente solo sulla carta ma non nella realtà, una maggioranza ove – tranne rare eccezioni – il requisito di collegamento era l’incapacità, l’incompetenza e l’incultura.
Quest’anno, a partire dal 13 Febbraio, nonostante lo stesso squalificato Parlamento, c’è comunque un Nuovo Governo le cui capacità – molte ancora da  verificare – dovrebbero essere senz’altro più elevate di quello precedente, pur avendo mantenuto su certe poltrone, sempre per strane alchimie, almeno due ministri che meritavano di essere defenestrati. E per conoscere l’opinione della Consul Press sul Quirinale, Parlamento e Governo  basta soffermarsi sui Palazzi Gattopardeschi del Potere 
Ma ricolleghiamoci alla Pasqua del 2020, con la forte e nobile immagine notturna di un Pontefice solo in una Piazza deserta e battuta dalla pioggia, nonché  ad alcune Sue recenti frasi (nell’occasione pienamente condivisibili) e preghiamo affinché la Fede e la Scienza – con il massimo impegno di tutti gli “Uomini di Buona Volontà” e l’aiuto di Dante in occasione del 700° Anniversario – possano concorrere a farci “riveder le stelle”. 

_______Enrico  Paniccia 

 

Museo Cappella di San Severo

Il più misterioso mausoleo di famiglia del mondo,
pieno di arte, magia, spiritualità, simbolismi e scienza.

 

Nella città di Napoli, nelle vicinanze di Via dei Tribunali, nella parte più vicina alla famosa Piazza Dante sorge il misterioso museo chiamato Cappella di Sansevero, in passato chiamato Santa Maria della Pietà o Pietatella, oggi chiesa sconsacrata. La storia di tale luogo è avvolta nel mistero e nelle leggende.

La prima riferita al fatto che la chiesa sorgeva sopra un luogo che in passato fosse stato un Tempio a Iside. L’altra riguarda l’uomo che arrestato con ingiustizia soffermò il suo sguardo sulla chiesa, quando lo fece il muro crollò e rivelò una vergine invocata, una pietà. L’uomo venne scarcerato e per premiare la pietà la omaggiò facendo in modo che venisse accesa una lampada giorno e notte affianco a lei. Da allora si sparse la voce e la statua fu sommersa da un vero e proprio pellegrinaggio popolare.

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Barilla, Ferrero e Ferrari le marche più amate dagli italiani

I Punti Chiave
di Giampaolo Colletti e Fabio Grattagliano
via https://Il Sole 24 ore

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Tra casa e smartphone. Le marche promosse dagli italiani con il Best Brands 2021 raccontano il tempo incerto della pandemia segnato dalla centralità dei consumi casalinghi e dal ruolo preponderante della connettività. Così la sesta edizione dell’oscar delle marche italiano, si è tutta incentrata su una rafforzata relazione tra azienda e consumatore: al termine di un anno d’osservazione particolarmente complesso GfK e Serviceplan hanno decretato le migliori realtà in un evento in live streaming dagli Studi Rai di via Mecenate a Milano condotto da Filippa Lagerbäck e seguito da centinaia di manager e imprenditori in rappresentanza di 450 aziende italiane.

Ferrero, Dash, Dyson, Amazon e Bmw sono le cinque Marche che si sono aggiudicate il titolo di Best Brands 2021 nelle rispettive categorie Best corporate brand, Best product brand, Best growth brand, Best digital life brand e, novità di quest’anno, Best sustainability brand. Ad annunciare le prime della classe 2021 Enzo Frasio di GfK e Giovanni Ghelardi di Serviceplan, che hanno portato Best brands in Italia sei anni fa, affiancati dal Presidente di Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi, che patrocina l’iniziativa, e dai partner storici, Rai Pubblicità, 24Ore System, IgpDecaux e Adc Group.

Quelle marche del cuore

Le cinque classifiche di Best Brands 2021 integrano le analisi dei dati economici con interviste quali-quantitative a 6.500 consumatori. Così l’algoritmo coniuga dati e sentiment per arrivare ad una rosa di 300 marche. «La metodologia esclusiva di Best Brands restituisce una fotografia sempre attuale della società, dei suoi sogni e dei suoi bisogni, che mai come quest’anno hanno subito una riconfigurazione radicale. Grazie all’analisi combinata della dimensione razionale e di quella emozionale scopriremo quali sono state le marche più scelte e amate dagli italiani, quelle che sono riuscite a guadagnarsi la loro fiducia in un anno particolare come il 2020», sottolinea Enzo Frasio, Presidente di GfK Italia.

Le 10 marche corporate

Testa e cuore nel mare in tempesta. Ma per i consumatori disorientati dall’emergenza pandemica le aziende d’eccellenza restano un riferimento. Mai come negli ultimi mesi le marche sono state chiamate a prendere posizione nei confronti di temi che hanno a che fare con la società, con l’economia, con l’emergenza sanitaria e spesso anche con la politica. Una scelta che richiede sensibilità, capacità innovativa e visione e che sottendono la sostenibilità. Nella classifica corporate svettano le aziende che sono rimaste riferimento per i consumatori e che sono riuscite a comunicare la loro vicinanza. A guidare anche per il 2021 si conferma Ferrero: il colosso di Alba precede Ferrari al secondo posto. A seguire Barilla, e poi ancora Bmw, Nestlé, Pirelli, L’Oreal, Lidl, McDonald’s ed Eni.

Le 10 marche prodotto

Nella parte prodotti gli italiani riconoscono l’importanza di quelle firme che li hanno aiutati a vivere meglio, affrontando nuovi stili di vita e nuove forme di convivenza in famiglia. La terna che si colloca nella parte alta della classifica vede Dash, Coca-Cola e Mulino Bianco. A seguire Rio Mare, Nutella, Findus, Samsung, Lego, Kinder e Mutti. «Nell’anno dello “stay at home” – spiegano da GfK – gli italiani riconoscono l’importanza di quei prodotti che li hanno aiutati a vivere e sopravvivere, ad affrontare stili di vita che sono improvvisamente cambiati e nuove forme di convivenza in famiglia».

Le 10 marche che crescono di più

Lo “stay at home” caratterizza anche la categoria growth – quella dedicata alla crescita – nella quale emerge la tecnologia alleata fondamentale del consumatore connesso. In classifica al primo posto Dyson, seguita da Fairy e Lonovo. Pril, Swiffer, Aperol, Lenor, Volkswagen, Lysoform e Bonomelli chiudono il club delle marche più dinamiche.

 

Le 10 marche della vita digitale

Nella classifica digital life svetta Amazon, seguita da Samsung e Paypal. In graduatoria anche WhatsApp, Booking.com, Google, Bmw, Audi, Mercedes e Apple. «Sempre più persone – sottolineano da Best Brands – compresi i non nativi digitali, hanno sperimentato i servizi digitali nel corso dell’ultimo anno. Questo spiega anche l’ingresso di grandi marchi dell’automotive come Bmw, Audi, Mercedes: l’automobile connessa entra nella piramide dei desideri perché nella forzata clausura casalinga il sogno diventa la gita fuori porta mentre cresce l’interesse per le nuove facilitazioni digitali legate al viaggio, alla vacanza e al lavoro».

Le 10 marche della sostenibilità

C’è poi la classifica sulla sostenibilità, dove si declina al meglio il binomio sicurezza-salubrità. Si tratta di una dimensione che va oltre l’eccellente resa funzionale di prodotto e di servizio. Qui ci troviamo di fronte a marche che stanno interpretando i nuovi bisogni e le nuove necessità degli italiani, anche drammaticamente messe a fuoco nei mesi della pandemia. Best sustainability brand è Bmw. A seguire Mulino Bianco, Regina, Ermenegildo Zegna, Alce Nero, Dash, Mercedes, Lysoform, Kellogg ed Electrolux.