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Signorina Rosina … una narrazione ed annotazioni

SIGNORINA ROSINA – unanarrazionedi ANTONIO PIZZUTO 

NOTE ED APPROFONDIMENTI SU UN CONVEGNO svoltosi giovedì 23 marzo 2017 in Roma, presso l’ Auditorium ICBSA a Palazzo Mattei di Giove 

__________________ a cura di PIETO De SANTIS *

Antonino Pizzuto (Palermo 1893 – Roma 1976), firmatosi poi Antonio (1951), nacque in una famiglia agiata: il padre, Giovanni, svolgeva la professione di avvocato e la madre, Maria, era una discreta poetessa. Nel 1915 si laureò in Giurisprudenza; nel 1918 venne arruolato nella Polizia di Stato con il grado di Vicecommissario. Nel 1922 si laureò in Filosofia con Cosmo Guastella, la cui teoria ‘Fenomenista’ della conoscenza contribuì a strutturare la sua visione del mondo. Nel 1930 venne trasferito a Roma, al Ministero dell’Interno; gli incarichi nella Polizia Internazionale lo portarono in Austria, Francia, Inghilterra, Germania, Danimarca, Romania e negli Stati Uniti d’America. Proprio quest’ultima esperienza venne più volte ironicamente ricordata nei suoi romanzi. Nel dopoguerra, fu vicequestore a Trento, questore a Bolzano e ad Arezzo. Nel 1950 fu collocato a riposo.

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Nero è il cuore del papavero” di Patrizia Tocci

Un libro che “ara l’anima”

di Ugo Centi

PESCARA. All’ombra dei poster giganti dei mostri sacri del neorealismo italiano, che tappezzano le pareti del Mediamuseum di Pescara, è stato presentato un libro che “…ara l’anima”. Un romanzo-racconto intriso di poesia scritto da Patrizia Tocci, docente e scrittrice non nuova alla letteratura praticata in prima persona. Il libro si intitola “Nero è il cuore del papavero”, una prospezione tra gli affetti familiari dell’autrice ed il mondo contadino dell’Abruzzo interno di qualche anno or sono.

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La fiamma dimezzata

Presentazione del volume:

La Fiamma dimezzata. Almirante e la scissione di Democrazia Nazionale  

_______________________di Giuseppe Parlato

Venerdì 31 marzo sarà presentato il volume di Giuseppe Parlato La Fiamma dimezzata. Almirante e la scissione di Democrazia Nazionale (Luni Editrice, 2017).

È vero, come si è detto per quarant’anni, che la Democrazia cristiana provocò e finanziò la scissione del 1976 nella quale più di metà dei parlamentari missini passarono a Democrazia Nazionale, il nuovo partito moderato di destra?

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Dopo 20 anni …. “I conti con Craxi”

DIALOGANDO  CON  CRAXI

Questo commento di Alessandro Benini fa seguito al simposio svoltosi presso l’Istituto Luigi Sturzo in Roma, per la presentazione del libro di Paola Sacchi innanzi ad un qualificato auditorium Giovedì 23 Marzo, ove Daniele Capezzone, Fabrizio Cicchitto, Fabrizio Rondolini e Stefania Craxi hanno svolto le loro interessanti relazioni – brillantemente coordinate da Paola Severini Melograni. (vds. precedente nota “Craxi …. circa un ventennio dopo” pubblicata sul nostro web  domenica 19 marzo)

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Nell’ introduzione al suo libro “I CONTI CON CRAXI”, Paola Sacchi scrive:”….. lo stesso sentimento di doloroso imbarazzo come italiana lo riprovo scrivendo di lui e di quei giorni. Perché non si uccidono così gli statisti….”

conti-con-craxi E’ l’imbarazzo di coloro, tra gli italiani, che oltre le accuse, le calunnie e le condanne piovute sulla testa del leader socialista,  hanno chiara la  vera figura di Bettino Craxi: un Uomo, anzitutto, che, confinato nell’ esilio tunisino della “collina degli sciacalli e  dei serpenti”, non ha mai  tralasciato di illustrare, sempre e comunque, il suo pensiero su quanto era accaduto e su quanto l’Italia,  giorno dopo giorno, rischiasse l’orlo del  baratro.

 “Il mio esilio non è né dorato, né argentato, vivo in uno stato di stress….. organizzo le mie giornate lavorando,  giacché sono  capace solo e soltanto di lavorare”: così si esprimeva Craxi in una delle sue ultime interviste,  quando già il  suo fisico fortemente provato,  stava cedendo alla malattia e la classe politica dominante a consolidare l’ibrida alleanza tra ex  comunisti ed ex democristiani di sinistra, negava  ogni possibilità, ogni salvacondotto per il rientro in Patria di un ex Premier che  – e la storia infine lo dimostrerà – aveva operato nell’arco di  quarantenni per la libertà, la dignità ed il progresso del nostro Paese.

Eppure, nel dolore dell’esilio, la lucidità politica di Craxi non venne mai meno; con apprensione Monsieur le President, così come  lo chiamavano in terra d’Africa, paventava una posizione di coda dell’Italia, in mano a burocrati obbedienti a quei poteri forti che,  inevitabilmente, avrebbero spinto il nostro Paese in una marginale posizione.

 Una damnatio memoriae maleficamente orchestrata, che il tempo cancellerà rendendo giustizia ad uno dei nostri, molto pochi,  statisti.

  Alessandro P. Benini

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