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Unità dell’Italia, e non solo Bellissima espressione geografica modellata dagli elementi della natura la Terra e il Mare

Napoli e i “napolitani”, pensiamo ai fratelli Imbriani citati al termine di questa presentazione dall’Autore, hanno sempre mostrato interesse per altre città d’Italia e per regioni fuori dallo Stato unitario. Fuori ma a vicende alterne dalla lontana prima unificazione di Cesare Ottaviano Augusto, poi con la grande estensione degli Stati regionali italiani ben oltre i confini geografici tanto lungo la catena alpina orientale che occidentale (pensiamo alla antica Casa Savoia dei primi re d’Italia, al Regno del Sud ricordato borbonico ma anche nei secoli Normanno, Svevo, Angioino… e alla Repubblica di Venezia)  nella storia bimillenaria dei confini della Madrepatria dai tempi della prima Unità, durante le fasi della formazione dell’Italia, non solo la Bellissima espressione geografica – non doveva ricordarcelo il Metternich ! – modellata dagli elementi della natura Terra e Mare, dalla catena delle Alpi fino alla dorsale degli Appennini e le grandi e piccole Isole. Formazione geopolitica in regioni già Augustee con il passaggio delle consegne istituzionali da formazione Repubblica a Roma imperiale.

Raffaele Panico

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Il Grande Vajont: cinquantasette anni dopo la tragedia che costò la vita di duemila persone

Il 9 ottobre 1963 il versante settentrionale del monte Toc franò nel bacino idroelettrico della diga del Vajont, sollevando un’onda che distrusse completamente Longarone e diverse frazioni del Comune di Erto e Casso.

La tragedia che si consumò nella valle del Vajont, al confine tra le province di Belluno e di Pordenone, scosse il Paese e il bilancio fu di quasi duemila morti.

La portata di questo disastro ambientale e umano ha spinto il Parlamento a scegliere la data del 9 ottobre per istituire la «Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri naturali e industriali causati dall’incuria dell’uomo».

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MIBACT lancia #LArteDellaModa

Per tutto il mese di ottobre il Mibact ha organizzato un viaggio in Italia che ci porterà alla scoperta dell’arte della moda nel nostro Paese. Un’iniziativa voluta da Dario Franceschini, che rientra tra le attività promozionali del Ministero, per valorizzare preziosi ed inediti documenti e opere conservati negli archivi delle biblioteche e dei musei dello Stato. Una narrazione che ci mostrerà il lavoro e le varietà di mezzi e tecniche della lunga storia di un sapere creativo e di una capacità artigianale quali tratti identitari del nostro Paese.

Un viaggio per tappe che attraverserà tutta l’Italia, iniziando dai bozzetti dei costumi di Emanuel Ungaro per i Carmina Burana del teatro dell’Opera di Roma, alle silhouette dei romantici abiti da sposa delle sorelle Fontana conservati al Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX, dai figurini della banda musicale di Bernaggio dell’Archivio di Stato di Milano, alla macchina per cucire Visetta di Gio Ponti esposta al Museo del Design di Milano, ai manifesti pubblicitari conservati al Museo della Collezione Salce di Treviso.

Un percorso che ci permetterà di scoprire il lunghi più segreti e che ci svelerà tutti quegli aspetti poco raccontati di quel mondo ricco e variegato rappresentato dalla moda e dalla sartoria italiana.

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L’allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo: descrizioni, situazioni, aspettative molto italiane a veder il Lorenzetti, a sentire il Tura detto “Il Grasso” e, nel legger il Decamerone del Boccaccio allora in quarantena

 Dall’Allegoria alla realtà, e così sarà? Fino a Natale ed Epifania…

Raffaele Panico

 L’allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo è un ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti, pittore italiano, nato e morto a Siena 1290-1348; un maestro della scuola senese del Trecento. Si è caratterizzato nelle sue opere per simbologia ed allegoria, molto attivo tra il 1319 e l’anno della sua morte 1348 avvenuta per la peste. La peste sappiamo tutti arrivò dalla Cina e con i tragitti del mare approdò sulle coste italiane. Prese diffusione nell’intero ecumene.  

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A colloquio con Eleonora Fani sull’aura contemplativa del genere sci-fi

IL RAPPORTO TRA EFFETTI SPECIALI ED EMPATIA

Una conversazione con Massimiliano Serriello

Girare un kolossal di fantascienza in Italia capace di congiungere i coefficienti spettacolari alle inquietudini filosofiche insite nell’aura contemplativa costituisce una sfida foriera di stimoli. Ma anche colma d’insidie. Il rischio di cadere dalle stelle alle stalle, in relazione all’arduo confronto con i capostipiti d’oltreoceano, non ha impedito all’arguta ed energica Eleonora Fani (nella foto) di andare avanti per la propria strada. Affrontando le multiple incombenze di produttrice, sceneggiatrice e attrice protagonista sulla scorta del peculiare mix di dedizione, estro ed entusiasmo. Il lungo processo d’incubazione che ha portato Creators – The Past nelle sale cinematografiche, in un momento storico a dir poco incerto per il mercato primario di sbocco della Settima Arte, le ha insegnato a trarre linfa persino dagli imprevisti sorti durante un intenso work in progress.

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