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Per un “Buon Governo” a supporto del settore Turistico Alberghiero

CONSIDERAZIONI su una CRISI non solo SANITARIA, 
ma fondameltamente ECONOMICA & ISTITUZIONALE 

Nella difficile congiuntura di queste ultime settimane, la CONSUL PRESS – decisamente e coerentemente con la propria Linea Editoriale – intende riproporre e rilanciare l’immagine dell’Italia nei settori fondamentali dinamici e trainanti della nostra economia, fondata sulla propria laboriosità artigianale, imprenditoriale e professionale, nonché sul proprio patrimonio storico e culturale, vantando millenarie radici nella sua antica storica civiltà  ed una sua forte proiezione nel futuro.

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Correva l’anno 2007 si ripropone articolo già uscito in stampa “Pandemia influenzale”

Pandemia influenzale: l’OMS aveva denunciato l’insabbiamento britannico

https://www.salute.gov.it/portale/influenza/

Si confronti anche il link 

https://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/mondo

Raffaele Panico

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva organizzato il 10 giugno – e quindi siamo nel 2007 – scorso una videoconferenza di emergenza con i Ministri della Sanità dei paesi affetti dalla nuova epidemia influenzale, dopo che alcuni giornalisti avevano denunciato che la Gran Bretagna non dichiarava i casi e non metteva in atto controlli adeguati. La Direttrice Generale dell’OMS la dottoressa Margaret Chan aveva annunciato di aver convocato una sessione di emergenza con gli esperti influenzali. La storica decisione di innalzare il livello di allarme dalla fase 5 (“pandemia imminente”) alla fase 6 (“pandemia piena”) per la prima volta dalla pandemia influenzale di “Hong-Kong” del 1968, “forse sarebbe stata presa molto prima se l’OMS avesse avuto informazioni più precise sulla crescente ondata dell’influenza suina attraverso l’Europa”, ha detto la Dott.ssa Chan, lanciando così un attacco velato alla Gran Bretagna.  Le autorità britanniche si erano opposte al passaggio alla fase 6, agli inizi di maggio, proprio mentre acquistavano gran parte dei farmaci antivirali e la produzione di vaccini per la loro popolazione, lasciando che i paesi più poveri contassero sulle donazioni caritatevoli.

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SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA’ NELL’ITALIA DELL’800

Evoluzione dei servizi di pubblica utilità nell’Italia dell’800 
il dibattito, le scienze economiche, politiche e sociali

Raffaele Panico

            Una sintesi storica dello sviluppo dei pubblici servizi in Italia consente di ritrovare le linee politiche delle correnti di pensiero economiche. Nella prima metà dell’Ottocento nell’Italia preunitaria solo la parte Nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto e Terre Irredente) e l’area portuale di Napoli, sappiamo – avevano un certo sviluppo che poneva le basi per successivi sviluppi. Il resto dell’Italia rimaneva notevolmente arretrata. In Europa, l’Inghilterra svolgeva un ruolo egemone e nei paesi europei, dell’area centro-settentrionale, avanzava l’industrializzazione con l’utilizzo di combustili fossili. Duro il colpo subito dalle fiorenti industrie, anche all’avanguardia, della zona di Napoli già capitale del Sud borbonico, colpo dovuto all’introduzione della Tariffa doganale. Tariffa introdotta dai “piemontesi” con la proclamazione dell’Unità d’Italia con capitale ancora a Torino, dovuta ad un inquadramento del neocostituito Regno d’Italia dei Savoia nell’area di libero scambio capitalista anglo-franco.belga-olandese. L’economia italiana, fatta eccezione per l’area padana, continentale, scadeva ancora di più a livelli di altri paesi arretrati dell’Europa mediterranea. Solo nel 1887 l’Italia dei Savoia si scrollò di dosso la camicia di forza della Tariffa doganale voluta da Cavour, iniziando la cosiddetta guerra commerciale con la Francia. Cavour e i liberisti anglofrancesi avevano visto per l’Italia Unita una vocazione agricola, e silvo-pastorale, situazione che i francesi riproposero dopo il secondo conflitto mondiale per la Germania divisa nelle 4 aree di influenza postbellica.

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Maurizio Bortoletti, Colonnello dei Carabinieri: …..una “Storia Italiana” tutta da apprezzare !

Un “Caso” di ordinaria straordinarietà nel panorama della P.A. 
SI PUÒ FARE ? ….E NEL CASO, NE VALE LA PENA ?  CERTAMANTE SI !!! 

IL COLONNELLO MAURIZIO BORTOLETTI è un Militare dell’ Arma dei Carabinieri.  In queste brevi note biografiche sono senz’altro da citare – per il loro particolare interesse – le recenti attività svolte dal Colonnello sia come Consigliere del Ministro per la P.A. e l’Innovazione – con specifico riferimento nella prevenzione della corruzione, sia come Commissario straordinario dell’ASL di Salerno – episodio che sarà approfondito nei successivi paragrafi (*1), sia sia come International Leadership Visitor Project del Dipartimento di Stato americano, sia come diretto Collaboratore del Direttore Generale del Grande Progetto Pompei nella fase di primo avvio.

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A colloquio con Marco Castrichella sui film rari ed empatici

LA CINEFILIA DELL’ESPONENTE DELL’HOME VIDEO CHE ANTEPONE L’AUTORIALITÀ AI DIKTAT COMMERCIALI

Una conversazione con Massimiliano Serriello

È l’ultimo dei mohicani, per certi versi, dell’home video. L’esclusiva sui film d’autore trae partito dalla cinefilia. Che spinge gli appassionati a trascorrere buona parte della giovinezza nel buio della sala. Talvolta senza vederle le pellicole, quelle di grana grossa almeno, preferendo di gran lunga le effusioni romantiche col favore propizio della solenne oscurità. Come i ragazzi pieni di ormoni e ironia del tenero cult movie per adolescenti Il tempo delle mele. Ma le opere capaci di anteporre la forza significante del carattere d’ingegno creativo alla solita solfa, zeppa d’infecondi segni d’ammicco, hanno incantato Marco Castrichella (nella foto).

Dopo aver conseguito la maturità, l’idea di svolgere la professione del ragioniere non gli passava nemmeno per l’anticamera del cervello. «Due più due fa sempre quattro, ma quanto sarebbe bello se almeno per una volte facesse cinque». La possibilità di far tornare i conti motu proprio, sulla falsariga del fulgido concetto di poesia caldeggiato da Fëdor Dostoevskij, mica Franco er Buiaccaro, era tutta un’altra camminata. Marco sul finire degli anni Settanta indossava le giacche con le frange e il chiodo con le borchie. Le spillette degli amati gruppi rock erano l’ornamento ideale per lo schott nero, simile a quello di Marlon Brando nell’inobliabile apologo sulla ribellione giovanile Il selvaggio (nella foto).

Sebbene assai meno nerboruto dell’atletico divo americano, dal fascino animalesco caro alle platee muliebri, Castrichella aveva altrettanta fiducia in se stesso. Quando incontrò la sua futura moglie, Barbara Frangi, col cognome affine al look della camicia, fedele alla tendenza di punta delle giacche floreali, dei gilet glamour, dei pull bon ton, dei foularini e degli immancabili jeans a zampa di elefante, le vide indosso una spilla con un uomo che suonava il sax. Prima di chiederle lumi sul misterioso gruppo musicale in questione, si accorse che era l’effigie di New York New York con Robert De Niro in bella mostra (nella foto con Liza Minnelli).

Intelligenti pacua. Contemporaneamente alle frecce di Cupido, scattò pure la molla in grado di riuscire ad appaiare, una tantum, cuore e cervello.  Pazienza se lei, a digiuno della cultura musicale allora in voga, andava a ballare al Supersonic e che l’allusione della trasmissione “Dischi a Mach-2” alla velocità del suono fosse inconcepibile per i puri ‘rocketari’ militanti che seguivano a ogni piè sospinto l’evoluzione del sottogenere dell’heavy metal promosso dal gruppo degli Scorpions  (nella foto).  Con gli hit Wind Of Change e Still Loving You sugli scudi.

Si erano promessi eterno amore: il tempo per convertirla in quell’ambito non mancava. L’affinità elettiva, coltivata quando, oltre ad applaudire a comando negli studi televisivi per racimolare i soldi necessari alle visioni al Cineclub Tevere, sognavano a occhi aperti guardando i manifesti cinematografici utilizzati a scopo pubblicitario, servì da pungolo.  Uno sprone fuori del comune. Specie se si pensa che quei manifesti, una volta utilizzati, erano destinati al macero. Barbara Frangi vendeva in una bancarella di Piazza Navona proiettori e filmini in super 8. Il cinema era una sorta di baby sitter; la sala sembrava sin dai primi vagiti l’estensione del soggiorno domestico. Aggiungere i manifesti al catalogo diede frutti incredibili perché l’idea di svoltare in tal modo i soldi per acquisire un’abitazione tutta per loro, suggerita dal cervello, andava di pari passo con le ragioni del cuore. E, si sa, al cuore non si comanda.

Aprire il negozio per la vendita dei manifesti, chiamandolo Hollywood in omaggio al cinema underground sorto sull’esempio dei film in controtendenza concepiti dal poeta lituano Jonas Mekas fondando la rivista “Film culture” e realizzati dall’attore/regista americano John Cassavetes, grazie alla spinta delle nobili origini greche, ha cambiato la vita a entrambi. Scaldandogli il cuore, nutrendogli l’anima. Tra pochi anni ci saranno sia le nozze d’argento della coppia sia del reciproco covo “Hollywood – Tutto sul cinema”. Contraddistinto dal logo attinto all’immagine di De Niro che cammina nel marciapiede della giungla metropolitana newyorchese in Taxi Driver (nella foto).

L’immenso Bob a casa Frangi/Castrichella se la comanda, come si suol dire nell’Urbe. Altro che Un uomo da marciapiede! Anche se pure quel titolo del regista inglese John Schlesinger fa parte del catalogo nel ritrovo in via Monserrato, a un tiro di schioppo da Campo dei Fiori, per appassionati decisi a reperire qualche gioiellino negletto della Settima Arte. Ovviamente un posto d’onore è riservato a Quentin Tarantino che con il nostalgico ed emozionante dramedy C’era una volta a… Hollywood ha estratto conigli dal cilindro tanto sul terreno della cinefilia quanto su quello dell’adorata musica. Con tutti i pezzi da novanta riuniti all’unisono. Da Otis Redding ad Aretha Franklin.

Quantunque l’opinione del sottoscritto sull’ultima fatica di Tarantino, che sottobanco ha voluto esibire l’ormai arcinota egemonia del cinema di serie b sull’alta qualità, differisca, perché rispettiamo le idee l’uno dell’altro, senza talora però condividerle, la ventata d’aria fresca dei diversi richiami citazionistici trascende lo scoglio dell’adagio latino Quot capita, tot sententiae. A Marco non interessa che l’anarcoide Quentin ponga sul medesimo livello Jean-Luc Godard ed Enzo Girolami Castellari. È un suo ex collega che mischia il sacro col profano, che spiazza, zompando di palo in frasca; però ha le idee molto chiare. Quentin Tarantino al rental stor “Video Archives” situato a Manhattan Beach si è regolato in un modo. Lui, a via Moserrato, lo fa in un altro. Il suo.

Quando un autore di belle speranze non si conferma, preferendo uno stile di presa immediata all’aura contemplativa alla base degli stilemi della poesia, Marco guarda oltre. «Non ti curar di loro, ma guarda e passa» diceva, infatti, Virgilio al sommo poeta Dante ne La Divina Commedia. Castrichella ha quello che gli esperti di educazione fisica chiamano un valido delta. Nella corsa c’è chi dapprincipio lo supera. Tuttavia a lungo andare lui rimane intatto. A differenza degli altri che perdono colpi o si fermano del tutto. È successo con il franchise di Blockbuster. All’inizio degli anni Novanta l’attacco più pesante fu sferrato da “Paese Sera” con l’uscita delle videocassette legate al giornale. Di lì a poco il noto quotidiano politico “L’Unità”. La categoria del videonoleggio s’indignò. Ma, citando Serpico, Tarantino docet, sembrava una persona avvolta nella plastica che tirava pugni da tutte le parti senza riuscire a venirne fuori. Ora la concorrenza sleale che imperava nelle edicole, con l’iva esente, sta per volgere a conclusione.

Il mix di passione ed erudizione, all’insegna della cinefilia, invece prosegue. Perdersi nei ricordi costituisce una tentazione irresistibile.  Tra i suoi clienti storici c’è stato Carlo Verdone. Il socio numero 8 acquistò a “Hollywood – Tutto sul cinema” le catene borchiate per interpretare il ‘comparsaro metallaro’ Oscar Pettinari di Troppo forte. Barbara e Marco hanno chiamato l’ultimogenito Bernardo. L’autore di Ultimo tango a Parigi, poco prima di lasciare questa valle di lacrime, passava a salutare Castrichella a via Monserrato. Strappandogli un sorriso. Sebbene fosse impossibilitato a scendere dall’autombile. Le grandi anime dei poeti sono fatte in questo modo. Garbato, ironico, tenero ed empatico. E il padre di Bernardo Bertolucci, Attilio, era un fior di poeta. Buon sangue non mente.

Castrichella, comunque, guarda soprattutto al presente. Sole, il lungometraggio d’esordio del figlio di Alberto Sironi, celebre regista scomparso lo scorso luglio, balzato agli onori della cronaca con la serie tv dedicata al commissario Montalbano, gli è piaciuto tantissimo. Apprezza Carlo Sironi sin dai tempi dei suoi cortometraggi. Sofia in testa. L’autore in erba, figlio d’arte con le ali ai piedi e l’entusiasmo del cinephile, gli vuole bene. Amor con amor si paga, chi con amor non paga degno di amar non è. L’inarrivabile argutezza del Petrarca va a braccetto con la fragranza della sincerità:  Marco Castrichella è degno di amare ed essere amato.

Joker di Todd Philips, al contrario, non l’ha amato. A differenza dell’inseparabile consorte Barbara Frangi che, tra il serio e il faceto, lo esorta a non fare lo ‘schicchignoso’. Al film del momento vuole bene solo perché è il manifesto più venduto del 2019. Ma la scalinata del Bronx dalla quale lo Joker impersonato dal pur bravo Joaquin Phoenix scende a passi di danza sta per lui a quella di Odessa dell’ineguagliabile La corazzata Potëmkin come Alvaro Vitali sta ad Alberto Sordi. Come Vanilla Sky di Cameron Crowe sta a Mulholland Drive di David Lynch.

Sebbene facciamo fatica entrambi a pronunciarne il nome, concordiamo nel ritenere più interessanti i film non usciti dell’intelligente ed ermetico regista thailandese Apichatpong Weerasethakul dell’unico presente in commercio. Lo zio Boonmee. Comunque interessante. L’impasse dei film usciti in dvd e non in vhs Marco lo supera regalando un apposito lettore di videocassette ai clienti nostalgici che vogliono sopperire alle lacune della distribuzione. Le ingiustizie nell’humus della cinefilia che gridano vendetta al cielo le stempera nell’ironia. Anche se l’amore per l’autorialità lo prende sul serio. Fa parte della sua vita. Sotto alcuni aspetti, è la sua vita. 

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Il “Doppio Colosseo” emblema del Nostro “Bel-Paese”

L’ITALIA,  sempre ai primi posti nel Mondo, ha un Primato inequivocabile. 
Con 55  siti UNESCO – Patrimonio dell’Umanità – ci segue solo la Cina!

a cura di Raffaele Panico
e di Giuliano Marchetti

ROMA, 2 marzo 2020 

L’ Associazione PANTHEON”, costituita da varie persone impegnate in ambito professionale e culturale, svolge una attività a tutela del lavoro, della imprenditorialità e dell’immagine dell’Italia, nonché di quegli “Italiani nel Mondo” che operano costruttivamente nei loro settori e, quindi, del Made in Italy
Tale Associazione edita l’Agenzia Giornalistica “CONSUL PRESS”, presente quotidianamente on-line (ed affiancata da  edizioni “Speciali” in stampa tradizionale), offrendo ampio spazio a tematiche economiche, professionali, politiche, innovative, imprenditoriali e culturali .

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