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FaceBook condannato dal Tribunale di Roma: sconfitta l’arroganza del “pensiero unico dominante”

CONDANNATO FACEBOOK PER ARBITRARI OSCURAMENTI 
…… UNA VITTORIA PER IL  DISSENSO FUORI DAL CORO 

Pubblichiamo una dichiarazione del Prof. AUGUSTO SINAGRA 

Con Ordinanza dell’11 dicembre 2019 su ricorso di CasaPound Italia, rappresentata e difesa da me e dal Prof. Avv. Guido Colaiacovo, il Tribunale di Roma, in accoglimento totale del ricorso, ha condannato Facebook Ireland Limited alla immediata riattivazione della pagina di CasaPound Italia e del profilo personale di Davide Di Stefano, in qualità di amministratore della pagina.

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Couturiers de la danse – la danza vista con gli occhi degli stilisti in mostra al Centro nazionale di costume di scena e scenografia

Un secolo fa, Chanel rivoluzionava i costumi per i balletti russi. Da allora, i grandi stilisti sono entrati regolarmente nel “laboratorio” della danza per esplorare il corpo e creare in modi diversi.

Nella danza, gli stilisti di moda si trovano in un mondo di corpi in movimento, che cadono a terra, che si strofinano, che si abbracciano. È necessario mantenere lo spirito dell’alta moda e nello stesso tempo soddisfare requisiti di praticità”, spiega all’AFP Philippe Noisette, curatore della mostra “Couturiers de la danse” (“Stilisti della danza”) in corso di svolgimento al Centre National du Costume de scène et de la Scénographie (CNCS- il centro nazionale di costume di scena e scenografia) di Moulins, nel centro della Francia.

Tute in jersey, “materiale da biancheria intima” sublimato da Chanel, abiti barocchi di Gianni Versace per La Scala o Maurice Béjart, uniformi da marinaio di Jean Paul Gaultier, tutù quadrati di Viktor&Rolf o tagliati al laser da Iris Van Herpen, passando per le plissettature di Issey Miyake per i balletti di William Forsythe: con 120 costumi, il CNCS rende omaggio a queste prestigiose collaborazioni.

Dai tutù alle sneaker, il museo Kunstmuseum dell’Aia presenta nello stesso tempo “Let’s dance!”, mostra sul rapporto tra la moda e la danza.

Nel “laboratorio” della danza, gli stilisti di moda devono imbrigliare il loro ego e metterlo al servizio di attori e registi: il costume di scena non deve ostacolare i movimenti né oscurare le coreografie.

Tutto il contrario delle passerelle, con le modelle e i modelli generalmente ridotti ad appendiabiti mobili: sguardo assente, proibizione di sorridere, si devono fondere nella collezione.
I designer dell’universo fashion “imparano molto da questo incontro. Non sono là per vendere i vestiti, ma solo per far vivere un bel momento agli spettatori. C’è qualcosa di gratuito, a differenza della moda coi suoi investimenti colossali per allestire le sfilate”, sottolinea Philippe Noisette. 

Spesso i coreografi hanno molta paura dei vestiti (…) che soprattutto non devono occupare molto spazio né far travisare i loro propositi”, racconta la sarta francese Adeline André, che ha vestito con abiti-pantalone color pastello le ballerine della statunitense Trisha Brown e ha collaborato con il russo Alexey Ratmansky.

Il che spiega l’abbondanza di costumi color carne, che spesso sono coperti di paillette, come quelli di Balmain disegnati da Olivier Rousteing, decorati con pizzi (Riccardo Tisci, ex Givenchy) o con sopra fiori ricamati, da Maria Grazia Chiuri per Dior. 

“I colori vengono cancellati in modo da poter vedere molto di più il corpo, l’emozione viene da là. I body sono tinti del colore della pelle dei ballerini”, puntualizza Adeline André. 

In “Psyché” di Ratmansky, le “cattive” indossano invece abiti che ricordano le piovre, in viola e verde vivido.

Per la sarta, le principali costrizioni sono legate al fatto che i ballerini “sudano tantissimo, e quindi i costumi devono essere lavati ogni giorno”, e bisogna fare in modo che i tessuti non si strappino nel momento dell’azione. Durante la sua prima collaborazione, un vestito “si è rotto durante una presa alla prova generale”.

È grazie alla danza che il giapponese Issey Miyake ha finto per trovare una formula magica del suo inconico plissettato “Pleats please”, “un abito che va bene a tutti, non si sgualcisce mai e che si può lavare tutte le volte che si vuole”, sottolinea Philippe Noisette. 

Negli anni ‘90, alcuni danzatori di Forsythe hanno sfilato con le modelle di Miyake durante un défilé, cosa inedita all’epoca, ma oggi sempre più frequente.

Alle ultime due sfilate-spettacolo a Parigi della casa di moda giapponese, le modelle hanno danzato, fatto skateboard e varie acrobazie. 

Oggi, “la danza è dappertutto, nell’urbanistica, nel cinema… Gli stilisti sono attratti da questo incontro intorno al corpo, da questo universo dell’immediato. E le sfilate di moda stanno diventando sempre più spettacolari, concepite come degli show”, sottolinea Delphine Pinasa, direttrice del CNCS. 

Nel settembre 2018, la stilista di Dior, Maria Grazia Chiuri, ha collaborato con la coreografa israeliana Sharon Eyal per una sfilata in cui le modelle, indossando gonne vaporose, sfioravano dei ballerini che portavano costumi fatti come una seconda pelle. Una collezione ispirata alla “danza come atto liberatorio”. Alcuni capi di quella sfilata sono attualmente esposti a L’Aia.

Condividere questo tipo di esperienze creative “consente di avere una visione diversa sulla moda”, aveva spiegato allora la stilista all’AFP. 

L’enfant terrible della moda, Jean Paul Gaultier, ha sempre presentato le sue sfilate come delle “opere”. Nel 1985 ha firmato una delle numerose collaborazioni con la coreografa Régine Chopiot, Le Défilé, “con dei costumi impossibili”, come quello con i seni conici, reso famoso nel mondo qualche tempo dopo da Madonna.

Gaultier riconosce nel catalogo dell’esposizione che con alcuni dei suoi abiti indosso “non era facile ballare”. “Una crinolina di lana, buona fortuna!”.

Articolo via AFP

 

Sindaco di Napoli: “capanna chiusa per allerta meteo” l’editoriale di Chiaia Magazine

CHIAIA MAGAZINE

DICEMBRE 2019

 

CAPANNA CHIUSA PER ALLERTA METEO

…E l’anno finisce in pescheria tra sardine, pesce palla, capitoni 

 

Nella copertina del nuovo numero di Chiaia Magazine l’ironia è al comando e prende di mira il sindaco de Magistris: «Capanna chiusa per allerta meteo».

Nelle altre pagine la campagna social contro i botti di Capodanno: «Che la festa non finisca in cenere»,  «Le giocate delle feste: vincere al Lotto con il terno delle sardine»; «Caos Riviera di Chiaia, manca un piano di servizi»; «Case a Napoli, mercato a due velocità»; «Torna il giocattolo sospeso: tutti i negozi che hanno aderito all’iniziativa solidale del Comune»; «La terapia di “Arte che cura”: intervista al psicoterapeuta Massimo Doriani; «Sei proprio un bazzariota»: viaggio semiserio tra detti e parole del dialetto napoletano.

Noi della redazione Consul Press abbiamo voluto dare risalto all’editoriale, scritto dal direttore Max De Francesco,  che raccoglie in breve tutto ciò di cui si tratterà nel numero di dicembre.

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Sardine, dopo Torino, tocca alla Capitale.

Mattia Santori, leader del movimento delle sardine, al termine della manifestazione ha dichiarato: “L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. Per trasmettere un messaggio, ma soprattutto “farsi sentire” è necessario “riempire le piazze” e le sardine non mancano all’appuntamento.

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Le ultime generazioni dell’Alfabeto

Generazioni X,Y e Z 

I nati dagli anni ’60 in poi hanno un approccio diverso rispetto alle generazioni precedenti …..l’attuale realtà ne risente in maniera particolare.

La demografia, il marketing, le scienze sociali insieme alla cultura popolare si sono incontrate nel definire tutti i nati dal 1960 al 1980 identificandoli come Generazione X. Una generazione che ha sviluppato dagli anni ’80 e ’90, intesa tra la fine del Colonialismo e la fine della Guerra Fredda tra USA e URSS. Nati dai figli del Baby Boom ( 1945-1963), la generazione X si definisce tale per l’abbassamento delle nascite dal 1964 al 1979, intesa X come mancante di identità sociale, una generazione invisibile

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All’U.o.s.d./ Ospedale Miulli (in Acquaviva delle Fonti) un intervento oncologico di eccezionale importanza

ALL’ U.O.S.D. di GINECOLOGIA ONCOLOGICA
presso l’Ospedale “F. Miulli” in Acquaviva delle Fonti (BA)
 
 ASPORTATO UN TUMORE OVARICO DA 20 KG   

Il reparto di Ginecologia Oncologica dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (BA) ha effettuato con successo un intervento chirurgico particolarmente delicato di citoriduzione addominalecon asportazione di un tumore ovarico di circa 20 chilogrammi
La paziente è una giovane donna giunta all’attenzione dell’ambulatorio correlato per distensione e senso di peso addominale da diversi mesi. I medici dell’ospedale hanno immediatamente eseguito una TAC che ha messo in evidenza una voluminosa massa addominale. La paziente è stata dimessa in tempi brevi, dopo la 4° giornata post operatoria, ed è in buone condizioni di salute. 

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