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I “nostri malati” a casa! Degenza in Ospedali per immigrati !

Condannati a morte

Un articolo di Marco Pili su Il Giornale del 16 dicembre scorso riporta un perentorio ordine agli ospedali sardi, a Cagliari, a firma Ortu – Dirigente del Presidio Sanitario – per comunicare ai vari centri di mandare a casa i pazienti “dimettibili” per far posto ai migranti in arrivo con stato di salute presumibilmente danneggiato.

Un rapido pensiero all’intera situazione medica ed assistenziale italiana, affetta da malasanità, e l’oscuro termine esitante “dimettibile” danno la misura e la paura a chi assume la notizia di una sorta di sorda condanna agli italiani: dopo essere comprati quanto ad industrie e centri di produzione, dopo essere ridotti a frugare, anziani, nei cassonetti, dopo essere irrisi e presi in giro dalle istituzioni e dai cittadini europei, invasi da mendicanti, ci mancava questa!

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Un’ Alleanza Medici – Pazienti

SANITA’: “Collaborazione Interprofessionale ed  Alleanza Medici – Pazienti”, grazie ad “Uniti per Unire”

Roma 21/12/2017 – Si è svolto con grande successo di partecipazione –  con oltre 100 delegati di confederazioni, associazioni, sindacati, Ong e comunità –  la riunione dell’Ufficio di Presidenza del Movimento Internazionale Transculturale Interprofessionale “UNITI PER UNIRE”, organizzata a Roma per un confronto con i rappresentanti del nuovo Consiglio dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma e Provincia, vincitore con la lista #MediciUniti.

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I Santi Quattro Coronati: un'idea

I Santi Quattro Coronati: un’idea

Un poco di filosofia non guasta

La nostra religione, sempre riempita di santi e martiri, non si ferma più di tanto a considerare il significato delle quattro figure dei Santi Coronati, presenti in tutte le epoche presso tutte le produzioni artistiche delle varie civiltà. Se è vero che il nostro Creatore ha voluto gli universi e le vite tutte, ha armoniosamente impiegato gli elementi che Egli ha voluto: Acqua, Aria, Fuoco, Terra. Così è l’umile ed incantata meditazione dei saggi di ogni tempo, che per questo hanno rispettato ciò che essi vedevano e che parlava loro della grandezza della loro Origine Creatrice. E questi sono i quattro del “titulus” confusi ed incerti nei nomi e nel numero che l’Agiografia ha tentato penosamente di attribuire loro.

Coronati perché creature di Dio, partecipi e non martiri di nessun bieco paganaccio. L’uomo non ha iniziato la fede dall’organizzazione cattolica, ma ha sempre rivolto gli occhi intorno, comprendendo che c’era un Superiore assoluto che lo incitava o lo limitava, secondo la Sua saggezza. Ha sbagliato, ha sofferto, ha imparato. Un grande filosofo greco, di Samo, ha spiegato che la filiazione, il Tre, ha applicato il suo amore per lo Spirito disegnando un quadrato. Il quadrato è il mondo secondo le sue Leggi, che Egli ha affidato all’uomo lasciandolo sbagliare per farlo venire a Lui.

Il sito dei Quattro Coronati, già presente in età remota come luogo sacro, è stato mutato in chiesa cristiana nel 499 d.C., collegandola in un complesso esteso alla zona di una residenza sulla via Tuscolana, dal nome Aemiliana, e fortificandolo nel IX secolo. La chiesa ha potuto anche comporre il monastero comprendente cripta, cortili, palazzo cardinalizio, danneggiato tutto al tempo di Roberto il Guiscardo, che gli dette fuoco. Il 1084 l’insieme fu ricostruito, con modifiche e l’uso abbondante di materiali di spoglio.

Pasquale II lo volle collegato come presidio all’Abbazia benedettina di S. Croce presso Foligno. Il complesso religioso, più volte restaurato, fu lasciato decadere quando il papato si spostò dal Laterano al Vaticano. L’interno è ricco di affreschi del XII secolo, la pavimentazione è più antica, in opus alexandrinum, a sinistra una porta conduce ad un silenzioso chiostro a colonnine ed arcate e, all’uscita di questo, si trova l’oratorio di Papa Silvestro, così pieno di affreschi da essere definito simile alla Cappella Sistina, e così pieno di enfasi nel rimarcare la Donazione di Costantino da dare l’evidenza del falso. Più figurativamente interessanti gli affreschi cinquecenteschi nel presbiterio e più pregni di significati storici ed artistici i due oratori di S. Nicola e di S. Barbara.

All’entrata del chiostro, fra due colonne, una lastra marmorea incisa riporta una tavola numerica considerata un calcolatore. È molto probabile, vista l’indispensabile presenza dei numeri in architettura, spiegata su più fronti data la collocazione della lastra fra colonne portanti in numero di due, e vista l’equivalenza di somme e sottrazioni con significati filosofici e religiosi, un esempio è trovabile nella Bibbia, per la costruzione del Tempio di Salomone.

Ma ancora più attraente è ciò che si trova inciso in una parete del chiostro, una “triplice cinta” che si trova anche in altre chiese tardoantiche (S. Stefano Rotondo) e diffuso, come una forma di moda, fino a tutto il Trecento, tanto da far pensare al punto di partenza di simili incisioni templari nelle Cattedrali. Si fa riferimento, invece, a S. Francesco, quando parla di “nostra morte corporale” e di “secunda morte”: queste espressioni del Santo spiegano che l’uomo ha tre elementi compositivi: il corpo, che qui sarebbe la prima cinta; l’anima, che qui è il secondo giro ; ed il terzo, più alto nel cielo, è lo Spirito, che ci lega allo Spirito di Dio, finendo, in ipotesi non tracciata, un unico punto al centro della terza cinta, Uno, la Corona. Simile ancora a questo quadrato è la scala a chiocciola leonardesca, che si può immaginare tangente ai lati dei quadrati e, mediante la sezione aurea, in salita. E dunque è un concetto ben diverso di quello, sanguinolento, del martirio di quattro o cinque probabili lapidari, che non si sa bene come si chiamino, né di quale paese siano, se della Pannonia o provenienti da altri luoghi.

Gli artisti della pietra, scalpellini, cavatori, muratori, erano riuniti in Collegia già nell’Alto Medioevo o prima ancora, ed erano considerati sapienti, studiosi della Conoscenza. Costruire secondo ordine ed armonia voleva dire creare come la divinità ha creato, seguendo quel poco di luce che l’architetto poteva avere più degli altri suoi collaboratori. La bruttura grandguignolesca e falsa di oscure agiografie con genti sbudellate, tagliuzzate, scapitozzate, non è nella bellezza comunicativa e comunicatrice di un gruppo di uomini al lavoro, che hanno sacrificato la loro vita nell’opera. Ed è per questo che la chiesa, articolata in armonia nonostante parti compositive differenti, è il luogo sacro che celebra tutte queste abili mani di lavoratori, fedeli e gioiosi come gli angeli imperituri del cammino umano.

Lavoro: quali saranno le professioni del futuro

Il 2017 volge quasi al termine. Può essere di buon auspicio conoscere le professioni previste per il futuro. Il contesto economico-lavorativo in cui viviamo dettato dalla cosiddetta “precarietà” in molti settori mette ansia e sconforto, ma sapere quali saranno le professioni più gettonate in futuro può dare ai giovani e ai meno giovani la speranza e la possibilità di progettare e organizzare un domani lavorativo più stabile.

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Il declino (?) del Natale

NATALE… Addio!

IL PROBLEMA – Per anni ci siamo interrogati sul senso del Natale, ci si divideva tra i sostenitori della festa consumistica e quelli che le davano un senso molto più religioso. Il Natale, tuttavia, non è mai stato in discussione. Inizia ad essere messo in discussione negli ultimi 5-6 anni, perché alcuni iniziano a considerarlo quasi una festa da supremazia culturale ed allora, per non urtare le suscettibilità di altre culture e religioni, si tende a trasformarlo in una “festa delle feste”

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Eurostat: l’Italia conta più poveri in Unione Europea

Secondo l’autorevole ufficio statistico dell’Unione Europea, è l’Italia ad essere lo stato membro a contare più poveri in termini di valori assoluti. Questo è il triste dato che emerge dalle recenti analisi dell’Eurostat sul tasso di privazione sociale.

Il desolante primato tutto italiano è basato su una serie di indicatori che valutano sia la situazione sociale che quella economica dei vari cittadini presi in esame.

Le zone interessate a questo fenomeno sono quelle centrali e meridionali d’Italia, un dato che ci dovrebbe far riflettere in che direzione sta andando il nostro paese. Si stima che nell’anno 2016 erano più di dieci milioni le persone in situazioni di indigenza.