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Un programma affascinante per i nostri ragazzi (e per noi)

PREISTORIA DELLA TUSCIA ALLA ROCCA FARNESE

Dai bambini agli adulti: un museo per tutti i gusti! Esperienze e linguaggi diversi al museo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano

Conferenza

Sala della Fortuna

Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Venerdì 24 novembre 2017, ore 17.00

Il ciclo Storie di Persone e di Musei riprende Venerdì 24 novembre con una nuova tappa alMuseo della preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano, presentato dal DirettoreFabio Rossi e dal Commissario Straordinario del Comune di Valentano Salvatore Grillo.

Inaugurato nel 1996, il museo è collocato nella parte più alta del paese di Valentano, ospitato nella monumentale Rocca Farnese sapientemente restaurata, nel cuore del centro storico. Si articola in due sezioni principali: quella preistorica e quella medievale rinascimentale e moderna.

Nella prima sezione sono esposti manufatti dell’Alto Lazio (Tuscia) risalenti ad un’epoca compresa tra il paleolitico inferiore e l’età del ferro, provenienti dai più importanti siti del territorio.

Nella seconda sezione sono esposti reperti che raccontano lo sviluppo del territorio a partire dall’Alto Medioevo, con una particolare attenzione alla storia della Famiglia Farnese fra il 1300 e il 1600; molto interessante è la ricchissima raccolta di ceramiche rinvenute nei butti del castello, tra cui si segnala il corredo matrimoniale di Pier Luigi Farnese e Gerolama Orsini (1519).

Il percorso espositivo trova compimento nella sala etrusca, dove è esposta la collezione con pregevoli ceramiche ceretane e vulcenti donata dal Vescovo Giovanni D’Ascenzi, e in quella dedicata alla cosiddetta Tavoletta Enigmatica, straordinario oggetto preistorico ritrovato nella Caldera di Latera.

La stessa Rocca Farnese, abitata dalla famiglia omonima dalla metà del 1400 fino alla distruzione di Castro, costituisce un interessante percorso architettonico e storico-artistico fra cui spiccano il cosiddetto Cortile d’Amore e il pozzo del Sangallo, la loggia di Paolo III, la Scala Santa.

Affascinante e suggestiva la terrazza panoramica cui si accede dalla sommità della grande Torre Ottagonale.

Di recente inaugurazione è, infine, il percorso tattile (e non solo!) dal titolo Toccare la Preistoria!. I manufatti, realizzati con materiali diversi (ceramica, bronzo, legno, pelle animale, ecc.) e resi idonei alla manipolazione, sono stati ordinati cronologicamente all’interno di un percorso lineare, dove è anche presente una ricostruzione in scala quasi al vero di una capanna dell’età del Bronzo, che integra la lettura tattile, l’accompagnamento verbale e, infine, le scritte in linguaggio braille per non vedenti.

 Il ciclo Storie di Persone e di Musei

La conferenza rientra nel ciclo di incontri “Storie di Persone e di Musei”, finalizzato al perseguimento dello spirito della Convenzione di Faro (2005) sul valore dell’eredità culturale per la società e, al contempo, ispirato al “decalogo per un Museo che racconti Storie quotidiane” di Orhan Pamuk, per dare spazio e voce alle molteplici realtà culturali locali che popolano il territorio di cui il Museo di Villa Giulia è stato ed è tuttora interprete. Lo scopo è quello di mettere a disposizione degli amministratori locali e dei curatori di raccolte civiche di interesse archeologico presenti nelle regioni del Lazio, dell’Umbria e della Toscana un luogo in cui poter raccontare la loro esperienza di valorizzazione non tanto dalla prospettiva delle “cose” quanto, piuttosto, da quella delle “persone”, intese sia come operatori museali che come fruitori culturali, in modo tale da far convergere l’attenzione anche sulla dimensione immateriale della nostra eredità culturale e sulle persone che, a vario titolo, “desiderano” identificarsi in tali valori.

L’iniziativa rientra nella programmazione dell’Anno europeo del patrimonio culturale (2018) e ha ottenuto il patrocinio dell’International Council of Museum (ICOM) sezione italiana.

La partecipazione all’iniziativa così come l’ingresso al Museo per i partecipanti alle conferenze saranno eccezionalmente gratuiti, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Il prossimo appuntamento del ciclo avrà luogo venerdì 1° dicembre e sarà dedicato al Museo Civico “U. Mastroianni” di Marino.

Da “Poveri, ma belli” a poveri e incazzati !

THE  NEEET  GENERATION

Il rapporto 2017 della Caritas sulla povertà e l’esclusione dei giovani in Italia sono davvero terribili, allarmanti, soprattutto in riferimento a due dati conclusivi: il primo rileva come un giovane su dieci si trovi nella condizione di povertà assoluta, il secondo sentenza inesorabilmente come dal 2007 la povertà giovanile sia passata dall’1,9% al 10.4%, a fronte, invece, di un calo significativo dell’indigenza  tra le persone over 65.

L’indagine non solo esplicita una condizione già di per sè estremamente negativa, ma evidenzia pure la crescente difficoltà sociale di generazioni di figli e nipoti che rispettivamente vivono peggio dei loro genitori o nonni ovvero si è completamente capovolto il rapporto tra le generazioni. I nostri giovani sono, così, i soggetti più colpiti dalla crisi economica e dalla esclusione sociale, costretti, fra l’altro, a guardare un futuro per loro solo incerto, precario, se non addirittura ignoto: di conseguenza crescono sia le situazioni di disagio interno alla famiglia d’appartenenza sia le condizioni di conflittualità sociale col pericolo di un difficile equilibrio tra devianza e illegalità. In Italia esiste oggi una povertà giovanile davvero straordinaria e straordinariamente pesante perchè alla povertà dei mezzi materiali per vivere si è affiancata sempre di più la povertà, ancora più onerosa, dell’impossibilità di poter progettare il proprio futuro e trovare delle alternative a questa difficolà esistenziale: questa la condizione miserevole dei giovani tra i 18 e i 34 anni.

La crescita della povertà giovanile è l’ulteriore conferma come l’Italia resti arretrata rispetto a molti paesi europei nella classifica della ripresa economica: il tasso di disoccupazione giovanile attuale è pari al 37,8%, di poco in calo rispetto a quello dell’anno scorso, ma addirittura doppio rispetto a quello della media europea, 18,7%. Contemporaneamente resta alto, sempre sopra la media europea, il nostro tasso di abbandono scolastico e si conferma la più consistente presenza di Neet ossia di giovani tra i 15 e i 34 anni, not engaged in education, employment or training, dunque fuori da qualsiasi percorso formativo e lavorativo.

Dai dati della Caritas risulta più grave la condizione delle giovani donne, maggiormente esposte alla povertà per la mancanza, spesso cumulativa, di lavoro, alloggio, un sostegno familiare. Tantomeno deve sfuggire il dato, relativo alla ripartizione geografica, il 34,7% al Nord e il 39,1% al Sud, delle richieste di aiuto alla Caritas da parte dei nostri giovani: un divario non eccessivo che conferma come la povertà abbia ridotto la forbice di distanza tra settentrione e meridione. Certamente sulla condizione precaria dei nostri giovani influiscono anche fattori come l’estrazione sociale, il personale livello di istruzione e formazione, la disponibilità di relazioni sociali utili, ma complessivamente dobbiamo riconoscere quanto sia difficile l’inclusione giovanile in un mondo adulto tanto deludente quale soggetto politico, economico e sociale.

Sono trascorsi settant’anni dal film Poveri ma belli di Dino Risi del 1957: allora i giovani vivevano con serenità e ottimismo la loro età, quasi avvertendo il prossimo boom economico, oggi, invece, i nostri ragazzi non vivono i loro anni migliori, quelli più progettuali e fattivi, e sono consapevoli di invecchiare senza alcuna previdenza e tutela.

FRANCO  D’EMILIO

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TENETE D’OCCHIO IL TEATRO ROMA

 

           Punizione ad effetto

    TRE ATTORI  PER UN SICURO DIVERTIMENTO  ( ed un po’ di meditazione)

Una serie di spettacoli ad alto livello di attrazione sono in corso da questo mese di novembre, al Teatro Roma, in via Umbertide, per colorare il grigio autunno e lavare le finte notizie di fine crisi.

A questo proposito si raccomanda di godersi:” UNPERCENTO” Punizione ad effetto – che andrebbe comminata a tutti i diffusori di fake news , opera ottimamente diretta da Valerio Groppa ed ancora più eccellente per la recitazione dei bravissimi Gabriella Silvestri e, Fabio Avaro ed Enzo Casertano.

La rappresentazione inizia il 21 di novembre e termina il 3 dicembre, pertanto, per prepararsi alle feste in allegria, sarà bene andarci senza esitazioni.

 Marilù Giannone

 

 La  vicenda  si  dipana,  fra  equivoci,  malintesi,  interruzioni,  dubbi  e  giochi  di  enigmistica mostrando  il  valore  e  la  potenza  dei  buoni  sentimenti.  Hans  e  Sesto,  non  potrebbero  essere  più  diversi per  struttura  fisica,  passioni,  scelte  di  vita,  interessi  e  sensibilità.  Il  loro  incontro  avviene  all’interno della  stanza  46,    al  settimo  piano  della  clinica  San  Gaetano  a  Roma,  dove  sono  stati  portati  da  un invito   comunicato   loro   tramite   una   lettera   riservatissima,   ma   anonima,   arrivata   a   mezzo   di raccomandata  con  ricevuta  di  ritorno.  Il  perché  di  questa  convocazione  diverrà  evidente  al  pubblico solo  al  termine  dello  spettacolo,  quando  le  tessere  del  mosaico  verranno  messe  al  loro  posto  dalla signora Anna. Hans  è  un  bidello,  anzi  un  operatore  scolastico,  o  per  meglio  dire  un  allenatore  in  seconda”,  che viene  da  Napoli.  E’  un  uomo  mite,  sposato  con  l’asfissiante  Marisa  ed  ha  un  figlio,  il  quattordicenne Francesco,  promessa  del  calcio  italiano.  Sesto,  invece,  è  un  esuberante  chiacchierone  residente  in  una zona  non  proprio  altolocata  di  Roma  Sud,  è  un  ex  talento  del  mondo  del  pallone  con  una  carriera stroncata  da  un  infortunio  al  crociato.  Convive  con  Patrizia  ed  alimenta  la  sua  passione  di  tifoso dedicandosi ai piccoli sportivi, in particolare alla categoria dei pulcini.Andare  all’appuntamento,  previsto  per  le  dodici,  e  ritrovarsi  fianco  a  fianco  con  un  estraneo,  e soprattutto   con   una   bara   di   chissà   quale   sconosciuto,   è   l’occasione   per   parlare   delle   tante sfaccettature  dell’animo  umano,  ma  anche  per  mettere  a  confronto  due  comicità  –a  matassa  della  vicenda  si  dipana,  fra  equivoci,  malintesi,  interruzioni,  dubbi  e  giochi  di  enigmistica mostrando  il  valore  e  la  potenza  dei  buoni  sentimenti.  Hans  e  Sesto,  non  potrebbero  essere  più  diversi per  struttura  fisica,  passioni,  scelte  di  vita,  interessi  e  sensibilità.  Il  loro  incontro  avviene  all’interno della  stanza  46,    al  settimo  piano  della  clinica  San  Gaetano  a  Roma,  dove  sono  stati  portati  da  un invito   comunicato   loro   tramite   una   lettera   riservatissima,   ma   anonima,   arrivata   a   mezzo   di raccomandata  con  ricevuta  di  ritorno.  Il  perché  di  questa  convocazione  diverrà  evidente  al  pubblico solo  al  termine  dello  spettacolo,  quando  le  tessere  del  mosaico  verranno  messe  al  loro  posto  dalla signora Anna. Hans  è  un  bidello,  anzi  un  operatore  scolastico,  o  per  meglio  dire  un  allenatore  in  seconda”,  che viene  da  Napoli.  E’  un  uomo  mite,  sposato  con  l’asfissiante  Marisa  ed  ha  un  figlio,  il  quattordicenne Francesco,  promessa  del  calcio  italiano.  Sesto,  invece,  è  un  esuberante  chiacchierone  residente  in  una zona  non  proprio  altolocata  di  Roma  Sud,  è  un  ex  talento  del  mondo  del  pallone  con  una  carriera stroncata  da  un  infortunio  al  crociato.  Convive  con  Patrizia  ed  alimenta  la  sua  passione  di  tifoso dedicandosi ai piccoli sportivi, in particolare alla categoria dei pulcini.Andare  all’appuntamento,  previsto  per  le  dodici,  e  ritrovarsi  fianco  a  fianco  con  un  estraneo,  e soprattutto   con   una   bara   di   chissà   quale   sconosciuto,   è   l’occasione   per   parlare   delle   tante sfaccettature  dell’animo  umano,  ma  anche  per  mettere  a  confronto  due  comicità  –

 

La Strage degli Innocenti

Una nuova legge per fermare la Fabbrica degli Angeli

Occorre fare una più approfondita riflessione sulle tante ferite inferte dal movimento del ’68, un anno divenuto, nella memoria dei più, pietra miliare per quel cambiamento avvenuto nel mondo universitario e del lavoro, ma, in particolare nella concezione della società italiana, che da quel momento, è andata velocemente nella direzione di un radicale capovolgimento di valori, progetti ed obiettivi, a detta degli innovatori, divenuti obsoleti.

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