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In mostra a Roma la “Rivoluzione Futurista”

nella foto d’apertura, a Roma la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, sede della mostra “Il Tempo del Futurismo”

Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell’umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro. …

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All’OSTERIA dell’ANPI, solo squallida cucina di becero antifascismo

Mangiare e sputare nel piatto di Mussolini e del Fascismo

di FRANCO D’EMILIO 

Sono, ormai, ottant’anni che Mussolini ed il Fascismo costituiscono il piatto ristorativo di un antifascismo, sempre più pretestuoso e inconsistente. Sono, infatti, questi gli anni trascorsi dalla scomparsa di Benito e con lui della fine della cosiddetta “Era Fascista: catturato, ucciso, persino appeso a testa in giù nel pubblico vergognoso ludibrio milanese di Piazzale Loreto, quasi l’esposizione ad una folla testimone fosse la necessaria conferma ufficiale della fine del regime e del suo capo.  

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No Other Land (2024)

Recensione

Diretto dal collettivo di registi Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballal e Rachel Szor, va ben oltre la semplice narrazione della tragedia geopolitica che segna la Palestina sotto occupazione israeliana. Il documentario esplora le implicazioni psicologiche, culturali e identitarie della lotta quotidiana del popolo palestinese, centrando la sua attenzione sul villaggio di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania, una delle zone più segnate e devastate dall’occupazione israeliana. La pellicola racconta la realtà di una comunità che vive sotto la costante minaccia di demolizione delle proprie case, espulsioni forzate e deportazioni, dando voce a una lotta che non è solo per la sopravvivenza fisica, ma per preservare la memoria storica e l’identità culturale di un popolo che rischia di essere annientato dalle politiche israeliane di occupazione e distruzione sistematica.

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“Cane mangia Cane”: dal Romanzo di Edward Bunker al Film di Paul Schrader

Quando le Città diventano tutte uguali, purtroppo l’Umanità viene costretta a vivere in un’unica area territoriale “omologata” e sottoposta ad una forzata globalizzazione, trovandosi così esodata “da una città che era il mondo al mondo che è una città”, come acutamente esposto da Zygmunt Bauman.  

Un’Analisi di FRANCESCO RICCI

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