Donald Trump ne ha fatto il suo slogan più popolare durante la sua compagna elettorale. Subito dopo il suo insediamento ha effettivamente messo in pratica quello che aveva detto alzando un muro tra Stati Uniti e Messico. Una risposta, o meglio un contrattacco, però c’è stato e proprio da un noto marchio di birra di proprietà della holding messicana Grupo Modelo. La Corona, con il suo spot, ha preso una posizione netta contro la volontà del tycoon di creare barriere invece di rinforzare l’unità.
Il video, che ha già avuto più di sei milioni di visualizzazioni in pochissimo tempo, ha come protagonista non la birra ma i volti di tutti colori, i paesaggi, le bellezze naturalistiche, i mestieri, gli usi ed i costumi e tutte le diversità riassunto di quel melting pot che ha reso grande l’America. Una serie di immagini che scorrono mentre la voce narrante è chiara:
“Basta usare il nostro nome per generare divisioni! Siamo la terra del mix culturale, siamo orgogliosi dei nostri colori, siamo il continente che tocca i due poli, siamo l’ombelico del mondo e anche i suoi polmoni. Abbiamo mani che resistono agli sforzi e piedi che fanno del calcio il ballo più bello di tutti. Siamo un continente che ruggisce, siamo il più grande contenitore di coppe, siamo sangue caldo con gusti piccanti. Siamo poesia, arte e musica, siamo i migliori inni cantati, siamo rivoluzione costante, celebrazione innegabile, siamo passione, siamo tutti, siamo 35 Stati uniti. E oggi ci vestiamo con un un solo stemma”.
Lo spot infine si conclude con un chiaro riferimento allo slogan del nuovo presidente Usa, quello di essere tutti americani siamo ed è per questo che l’America è sempre stata grande.
Desfronterizate: esci dalla logica delle frontiere, supera le distanze, fai tesoro delle differenze.
Sabato 4 febbraio 2017, alle ore 9:30, presso l’Aula del Consiglio comunale di Melfi, si svolgerà l’evento dal titolo “Sicurezza alimentare. Parliamo di Grano Duro”.
L’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la Repubblica Italiana, nell’ambito delle iniziative per la commemorazione del 200° Anniversario della nascita di Ezequiel Zamora, primo leader della lotta dei contadini, propone la proiezione del film “Zamora, tierra y hombres libres” che si terrà mercoledì 1 febbraio alle ore 16.30 presso il Teatro Lo Spazio (Zona San Giovanni – Via Locri, 42/44 – Roma).
Il washoku, o più semplicemente cibo giapponese è stato dichiarato nel 2013 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Diffuso e apprezzato sia a Roma che in Italia, il washoku è protagonista di una mostra molto particolare presso l’Istituto Giapponese di Cultura. Presentato negli aspetti materiali delle lavorazioni e in quelli antropologici della riconoscenza e della preghiera; la modalità espositiva è dinamica e coinvolgente, al fine di superare la conoscenza standard e approfondire temi antichi e attuali. Divisa in sei sezioni che presentano colori e sapori dello stile alimentare giapponese attraverso attraverso video, prodotti, riproduzioni di piatti, stampe nishiki-e sul tema, gadget e utensili di uso quotidiano, accanto a pannelli e oggettistica provenienti dal Padiglione Giappone presso EXPO MILANO 2015.
Il menu tradizionale prevede miso, misoshiru o zuppa, ma il piatto forte è il riso mescolato con verdura, carne, pesce di ogni tipo, con combinazioni che sprigionano il loro sapore miscelato una volta all’interno della bocca, in una modalità gustativa squisitamente giapponese. Si tratta di uno stile alimentare dove in tavola tutto punta alla valorizzazione del riso, re della tavola giapponese.
Come per la dieta italiana, la cultura alimentare tradizionale del Giappone ha tra i suoi cardini i sapori emozionali, il sapore di casa, del paese natale, o della regione di cui è tipico. Inoltre, sono noti gli influssi provenienti dalla Cina, dalla penisola coreana, ed infine dall’Europa. Ma molto è anche dovuto alla stagionalità e alle variazioni da regione a regione. Data la posizione in zona temperata, le quattro stagioni giapponesi sono delineate e nette, data la montuosità, i venti stagionali e le correnti marine anche il clima si presenta molto variegato. Ad esempio, nell’estremo Nord, regione del Tohoku, gli inverni sono molto rigidi, con assenza di stagione delle piogge mentre nel sud, come a Okinawa, ci si trova nella fascia subtropicale con clima caldo tutto l’anno, piogge frequenti e assenza di gelate e neve.
Sullo sfondo di questo variegato ambiente, le conoscenze e la manualità si sono affinate nel tempo e la cultura alimentare dei giapponesi si è sviluppata ricca di approfondimenti e varianti regionali. I giapponesi nutrono profondo rispetto per una natura così prodiga di doni, ponendo in relazione il cibo al culto degli antenati e delle divinità, e dando un significato profondo al legame con la terra e la famiglia. E poi c’è il colore: bellissimi i piatti da vedere della cucina giapponese.
Washoku la colorata vita alimentare dei giapponesi a cura di Hiroko Nakazawa (20 gennaio – 19 aprile 2017)
PRESSO Istituto Giapponese di Cultura Via Antonio Gramsci, 74, 00197 Roma
MOSTRE:
lunedì-venerdì 9.00-12.30/13.30-18.30
mercoledì fino alle 17.30
sabato 9.30-13.00