Messina Denaro non partecipa al processo contro di lui, Anche la sorella finisce in manette perlo aiutato nella latitanza
L’ex capomafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro, detenuto al 41bis presso il carcere di massima sicurezza dell’Aquila, dopo una lunghissima latitanza iniziata nel 1993 per le stragi di Falcone e Borsellino, l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio di un ex pentito e i fatti di Roma, Firenze, ha rinunciato al collegamento in videoconferenza con l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, nell’ambito del processo che lo vede imputato come mandante delle stragi che videro coinvolti i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino tra il maggio e il luglio 1992.