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Il Governo Britannico si dissocia dalla GIDS *

* The Gender Identity Development Service (GIDS)

E’ notizia di qualche settimana fa che il ministro delle donne e delle pari opportunità del Regno Unito, Liz Truss, ha annunciato che il governo intende apportare modifiche alla legge per impedire a coloro che soffrono di disforia di genere di sottoporsi a terapie irreversibili prima che raggiungano i 18 anni.

Si tratta di una storia che parte da lontano, che si svolge tra le mura della Clinica Tavistock & Portman di Londra, dove negli ultimi tre anni 18 medici si sarebbero licenziati per ragioni “di coscienza”. Secondo quanto raccontano i medici dimissionari, il trattamento sperimentale è riservato non solo sui bambini, bensì su bambini molto vulnerabili, che hanno avuto problemi di salute mentale, abusi, traumi familiari.

Premesso che la scelta dell’identità sessuale è un diritto e una libera scelta di ogni essere umano, come può un bambino o un minorenne avere le idee chiare su chi vuole essere per tutta la vita tanto da deciderlo alla sua tenera età?

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Emergenza Sanitaria e Diritti Costituzionali ai “Raggi X” della Giurisprudenza

La nostra Costituzione e lo “stato di emergenza”

una analisi di MASSIMO ROSSI* 

Dobbiamo domandarci se la nostra amata Costituzione repubblicana può essere violata senza alcuna conseguenza per chi la viola e sino a quando questi può persistere nel farlo. In primo luogo dobbiamo chiarire che esiste nel nostro sistema giuridico la gerarchia delle fonti legislative e la Costituzione è la fonte più alta del nostro ordinamento. 
Occorre capire, se una condizione quale quella epidemica in atto, può da sola interferire e interrompere il sistema delle garanzie costituzionali riconosciute ai cittadini come soggetti individuali e come soggetti associativi.
 Questa non deve sembrare né una domanda retorica né capziosa. Questo è un problema giuridico e di garanzie degli individui che non è secondo a nessun altro tema nemmeno quello epidemiologico.

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Miulli: guarito il primo paziente Covid-19 arrivato in Puglia dalla Lombardia

È guarito il primo paziente Covid atterrato in Puglia da Bergamo la notte del 20 marzo scorso a bordo di un aereo C-130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa con una barella ad alto biocontenimento.

A darne notizia i medici dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, dove l’uomo, 56 anni, era stato ricoverato con una insufficienza respiratoria severa, a seguito della richiesta dell’Azienda ospedaliera Giovanni XXIII di Bergamo.

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PARTO AL MIULLI DA MADRE POSITIVA AL COVID-19: MAMMA E BIMBO STANNO BENE

L’8 aprile scorso all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti una donna di 33 anni, positiva al Covid-19, ha partorito il suo quarto figlio.

Il delicato cesareo è avvenuto nella sala parto Covid appositamente attrezzata all’interno del Miulli, uno spazio completamente sicuro per lo svolgimento della procedura chirurgica e perfettamente separato sia dalla “zona verde” (in cui sono presenti le mamme non infette) sia in quella “grigia” (dove avvengono gli accertamenti dei casi sospetti).

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Il fenomeno delle violenze domestiche
in triste ascesa nei tempi di “quarantena”

La sindrome da alienazione genitoriale:
come la quarantena aggrava questi fenomeni”

Quando un minore assiste ad una violenza in quella stessa casa che dovrebbe rappresentare un porto sicuro, ad opera di quelle persone che sono i suoi riferimenti affettivi, il trauma è enorme, entra sottopelle, si incide nella memoria.
In questi giorni di chiusura forzata a causa della quarantena imposta per arginare il contagio da Covid-19, vengono meno gli spazi di evasione scolastica, i rifugi ludici, per molti bambini che presentano situazioni familiari tese e problematiche, che sono spettatori inermi di conflitti tra i genitori, che assistono giocoforza alla violenza.

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Da Filadelfia, una solidarietà senza confini
con la Drexel Universty grazie all’ Italian Pride

Popoli e Paesi diversi e lontani, uniti nella Solidarietà,
tutti insieme contro un nemico invisibile e insidioso

da un Comunicato degli Studenti della Drexel University  (*1)

Anche coloro che oramai vivono da anni negli U.S.A. non dimenticano la propria identità, non esitando – in questo momento così drammatico per l’Italia – a coinvolgere i due Paesi in una campagna di solidarietà per combattere un nemico comune con il  linguaggio universale della speranza.
Questa è la storia di Mario De Lorenzo, un ragazzo  romano di 20 anni che da oltre cinque anni vive in America con altri studenti italiani, ove ha completato il liceo ed ora è iscritto al terzo anno di ingegneria informatica alla Drexel University di Filadelfia (da notare che in greco antico significa amore fraterno), la prima capitale dove fu firmata la Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1776) e la Costituzione degli Stati Uniti (1787).

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