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Vivere e convivere sul pianeta Terra

L’uomo ha bisogno di cibo, di acqua, di energia e di materie prime per vivere. Abbiamo bisogno di spazio per creare città, coltivare i campi e costruire fabbriche. In definitiva, tutto viene dalla Terra, ma il successo della nostra specie ne sta compromettendo molte altre. Abbattiamo le foreste, depauperiamo gli oceani, avveleniamo e cementifichiamo il terreno. Spingiamo decine di migliaia di specie vegetali e animali sull’orlo dell’estinzione accaparrandoci le risorse di base, quali l’energia e lo spazio. Stiamo assistendo a un’estinzione di massa senza precedenti dopo quella dei dinosauri, ma stavolta ne siamo noi la causa.

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Impatto antropico, Impronta ecologica, Risorse naturali

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La pandemia di influenza spagnola

Quali furono le cause dell’inizio della terribile influenza spagnola? Quali furono i modi in cui si tentò di arginarla soprattutto tra il 1918 e il 1920 quando uccise tra i 50 e i 100 milioni di persone su una popolazione mondiale di 2 miliardi? Contagiò un quarto della popolazione mondiale e tra il 2,5 e il 5 % della popolazione mondiale ne morì. Uccise più persone in 24 settimane che l’A.i.d.s. In 24 anni e in un anno più persone che la peste nera in un secolo. Fu globale e ridusse l’aspettativa di vita di 12 anni e i suoi sintomi furono severi.

                   I sintomi dell’influenza spagnola

I sintomi erano all’inizio quelli di una comune influenza ma poi peggioravano i polmoni che si riempivano di sangue che usciva dal naso o che veniva vomitato e si arrivava a uno stato di dispnea acuta: a questo punto il volto diventava cianotico e la morte giungeva per soffocamento.

Al tavolo autoptico i polmoni erano bluastri con una superficie fradicia e schiumosa.

                     La stranezza di questa epidemia

La malattia aveva sintomi così strani che la malattia veniva considerata come colera o tifo; una delle cose più strane era l’emorragia delle mucose del naso dello stomaco e dell’intestino. I decessi furono dovuti in gran parte alla polmonite batterica, un’infezione che sopraggiungeva in seguito all’influenza. Tuttavia il virus uccideva i malati anche direttamente causando enormi emorragie: era una malattia grave che uccise il 20% delle persone che la contraevano (mentre l’influenza classica epidemica è ferma allo 0,1%). Invece di uccidere gli anziani e i bambini particolarmente piccoli l’epidemia di influenza spagnola uccise soprattutto i giovani adulti, soprattutto le madri incinte che comunque, anche sopravvivendo, persero comunque i loro figli in un caso su 4.

La causa, il virus che aveva causato l’epidemia di influenza spagnola.

L’rna h1n1 era la causa della malattia e suscitava una abnorme reazione del sistema immunitario, che non proteggeva più l’organismo ma partecipava invece alla sua distruzione. La rapidità con cui questo virus attaccava le cellule causò una reazione nei corpi dei giovani provocando una tempesta di citochine che inondava di fluido i polmoni costituendo la base per nuove infezioni e ostruendo le vie respiratorie. Gli anziani, avendo un sistema difensivo più debole e essendo sopravvissuti a una malattia “simile” molti anni prima (erano immunizzati in parte), sopravvissero con più facilità alla malattia.

L’epidemia si diffuse in estate e in autunno mentre invece avrebbe dovuto avere il suo picco in inverno.

                               Le cure della malattia

Non sapevano al tempo cosa fosse a quel tempo un virus e quindi pensarono fosse un qualcosa troppo piccolo per i loro microscopi…. Diedero quindi la prima definizione di Virus, come qualcosa di pericoloso, di velenoso. MA comunque non riuscirono ad isolarlo ma solo a vedere che uccideva cellule vive o batteri con cui entrava in contatto. Si trattava di metodi che davano sollievo e copertura al paziente per farlo sopravvivere: fatto sta che non sapevano come curarla. Il ceppo del virus venne identificato solo 10 anni dopo il suo insorgere.

 Le cause e la prima guerra mondiale

La prima guerra mondiale favorì la diffusione del virus, le circostanze speciali, quali malnutrizione, i campi medici sopraffollati e scarsa igiene, provocarono e affrettarono la pandemia.

La vicinanza con i recinti di cavalli e degli animali da mangiare (polli e maiali soprattutto) fece il resto, in quanto le feci venivano bruciate contribuendo all’aria malsana dei campi militari. Il movimento per il mondo di militari e di civili offrì al virus la possibilità di muoversi in grandi spazi, passando da una grave epidemia locale a una pandemia globale

                        Un virus inizialmente innocuo

Il virus iniziava attaccando il corpo in maniera particolarmente tenue con dolori lombari agli occhi e e alle orecchie, venne definita una malattia dei tre giorni… ma non finiva lì.

Dava in sostanza sintomi lievi che non causava morti ( i primi morti furono considerati casi di meningite).

Perché venne allora chiamata spagnola? Gli errori della politica.

All’inizio la sua esistenza fu riportata soltanto dai giornali spagnoli, in quanto la Spagna non era impegnata nella prima guerra mondiale (ma da una guerra civile) e la sua stampa non era bloccata dalla censura di guerra; negli altri paesi censura e autocensura riuscirono a non divulgare il propagarsi della malattia. La politica ebbe il suo da fare riguardo il propagarsi del contagio in quanto furono reticenti a divulgare la pericolosità del contagio anche quando questo si era sviluppato da tempo: mentivano per mantenere alto il morale, dicevano che era una malattia circoscritta.

Come si capì che i governi mentivano spudoratamente cominciò la paura dell’ignoto e le psicosi di ogni genere: a quel punto furono chiusi tutti i punti di ritrovo, come scuole sale da ballo cinema e teatri, gli infermieri disertarono dagli ospedali per paura della malattia e le fabbriche furono chiuse laddove non furono obbligate a restare aperte (soprattutto quelle belliche).

Le mascherine a quel tempo erano pezzi di garza legati davantial viso per evitare i contatti mano-bocca che erano considerati i più pericolosi.

                         L’allarme qui da noi in Italia

Il primo allarme di pericolo in Italia fu lanciato a Sossano, in provincia di Vicenza, nel settembre del 1918, quando il commissario medico militare invitò il sindaco a chiudere tutto per una sospetta epidemia di quello che pensava essere tifo. In seguito l’epidemia colpì duramente il sud d’Italia ma le autorità ignorarono il problema.

                            La fine della pandemia

A questo punto c’è chi dice che le forme di profilassi della malattia divennero sufficienti a sconfiggere il virus ma altri invece sostengono che semplicemente il virus mutò in una forma meno letale. L’insorgere e il tramontare dell’epidemia portò alla convinzione dell’importanza degli ospedali per la prevenzione delle malattie, anche perché allora più di oggi (ma meno di domani considerando le nuove istituzione di sanità pubblica) solo le persone più facoltose potevano permettersi di farsi curare. Allo stesso tempo si manifestò la necessità per i lavoratori di potersi assentare per la malattia da lavoro senza incorrere nel rischio di essere licenziati.

foto amazon studenti.it fondazione-corriere dirigenti senior ©Francesco Spuntarelli                    dei miriam

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# In Commemorazione dei Fratelli Mattei
….. # In Celebrazione del Natale di Roma

15 e 16 APRILE  …..PER LA COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE DI PRIMAVALLE
XXI – APRILE       …..PER LA CELEBRAZIONE DELLA FONDAZIONE DI ROMA

DUE INIZIATIVE DEL CISCENTRO DI INIZIATIVE SOCIALI
“ALBERTO  GIAQUINTO”

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Caravella Tricolore, Fondazione di Roma, Fratelli Mattei, strage di Primavalle, XXI Aprile

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Il Vittoriale degli Italiani riceve il Premio
al Merito Senatore Giovanni Spadolini

UN ATTESTATO per l’esempio di gestione e valorizzazione di una casa museo

La Fondazione Il Vittoriale degli Italiani ottiene il prestigioso Attestato di Merito Senatore Giovanni Spadolini «per l’esempio di gestione, promozione e valorizzazione di una casa museo».

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Giordano Bruno Guerri, Giovanni Spadolini, Il Vittoriale

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Gli “Uffizi diffusi” faranno tappa
al Vittoriale degli Italiani di Gabriele d’Annunzio

IL  VITTORIALE  E  GLI UFFIZI DIFFUSI
IN SINERGIA IN AMBITO CULTURALE

L’idea lanciata dal Presidente della Casa Museo Giordano Bruno Guerri, durante un incontro pubblico all’Archivio dello Stato di Pisa, subito accolta dal direttore delle Gallerie: “Facciamolo presto”.
Gli Uffizi Diffusi sono pronti a trasferirsi fuori dalla Toscana e a sbarcare sulle rive del Lago di Garda, nella casa di Gabriele d’Annunzio, il Vittoriale degli Italiani.

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grabriele d'annunzio, uffizi, vittoriale

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Le sabbie mobili esistono davvero

La sabbia possiede a seconda delle circostanze diverse caratteristiche fisiche: se non viene disturbata, se è in stato di quiete, si comporta come un solido. Ma ci sono delle situazioni in cui se si altera questo stato, se viene disturbata, la massa tende a liquefarsi. Se lasciata nuovamente a riposo la massa recupera la sua vischiosità tornando a rassodarsi.

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composizione della sabbia, fluidità, panico, porosità, sabbie mobili asciutte

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Le specie invasive aliene

Ogni ecosistema conosciuto si basa su un equilibrio perfetto, che garantisce la sopravvivenza dei suoi abitanti. Se si inserisce un elemento estraneo, una pianta o un animale non previsto in quel luogo, può verificarsi uno squilibrio in grado di mettere a rischio la vita degli abitanti. Gli individui di una specie competono per il cibo e lo spazio, gli animali si cacciano o si nascondono a vicenda, i microbi possono vivere in simbiosi o parassitare altre piante o animali. Con il tempo queste interazioni hanno portato alla creazione di ecosistemi equilibrati, popolati da varie forme di vita, dove specie diverse coesistono senza gravi problemi o scombussolamenti improvvisi.

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Ecosistemi, Intrusioni aliene, Specie invasive

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Giordano Bruno Guerri e Eike Schmidt :
un dialogo sul patrimonio artistico

DAL VITTORIALE SUL LAGO DI GARDA AL PALAZZO DELL’ARCHIVIO DI STATO A PISA
A COLLOQUIO  ELIKE SCHMIDT E GIORDANO BRUNO GUERRI

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Ministero della cultura

ARCHIVIO DI STATO DI PISA

PALAZZO TOSCANELLI, SALONE DEGLI STUCCHI 11 APRILE 2023, ore 18.00

Eike Schmidt – Giordano Bruno Guerri

BENI CULTURALI, CONSERVAZIONE O AZIONE?

DIALOGO SUL PATRIMONIO COMUNE TRA TUTELA E VALORIZZAZIONE

 

L’11 aprile 2023, alle ore 18.00 presso il Salone degli stucchi di Palazzo Toscanelli si svolgerà l’incontro-dialogo tra Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e Giordano Bruno Guerri, Direttore de Il Vittoriale degli Italiani, moderati dal Direttore dell’Archivio di Stato di Pisa Jaleh Bahrabadi.

Quale la mission degli Istituti culturali pubblici e quale il loro dialogo con la comunità di riferimento? Quanto il fare del patrimonio un brand incide sulla sua valenza identitaria per il contesto in cui sono collocati? Quanto i luoghi della cultura entrano in una prospettiva di attrattività turistico-territoriale e quali le sue reali ricadute economiche? Quali possono essere le strategie comuni per connettere cultura e turismo in un’ottica di crescita del territorio?

Due autorevoli esponenti del panorama culturale nazionale, che con il loro operato hanno lanciato un segnale di forte discontinuità che ha scosso l’idea sedimentata di gestione di istituti culturali pubblici, interverranno sul tema della valorizzazione e della gestione del nostro patrimonio storico-artistico alle soglie del XXI secolo, in un dialogo costante tra ricerca e divulgazione, offerta ed intrattenimento culturale.

Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi dal 2015, ha allineato progressivamente l’immagine dell’istituto che dirige agli standard dei principali musei internazionali, facendo aumentare il numero dei visitatori tramite un’attenta campagna di comunicazione che ha avvicinato con modalità nuove un pubblico normalmente lontano dalla fruizione di luoghi della cultura.

Giordano Bruno Guerri, Direttore e Presidente de Il Vittoriale degli Italiani dal 2008, ha fatto del luogo legato alla memoria di Gabriele D’Annunzio un articolato insieme museale che testimonia di un periodo intenso della nostra storia nazionale, utilizzando strumenti gestionali che hanno permesso la valorizzazione di un sito e con esso di un intero sistema territoriale.

L’accesso è libero fino ad esaurimento posti (80).

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ARCHIVIO DI STATO DI PISA
Lungarno Mediceo, 17 – 56100 Pisa – +39 050 542784 as-pi@cultura.govi.it – as-pi@pec.cultura.gov.it

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Il transumano e l’oltreuomo cibernetico

L’uomo ha passato migliaia di anni a costruire strumenti per migliorare la sua vita, per renderla più felice e produttiva. Tra i progressi più significativi del secolo scorso ci sono quelli realizzati dalla medicina. Farmaci più efficaci, strumenti migliori, la conoscenza accurata di quanto accade nelle cellule del nostro corpo quando si ammalano ci aiutano a guarire e a vivere una vita più lunga e sana. Parallelamente, nella seconda metà del secolo abbiamo assistito alla diffusione delle tecnologie digitali e dell’informazione, che hanno portato al mondo connesso in cui viviamo. Spesso questi due ambiti di conoscenza si intersecano, l’informatica è fondamentale sia nella ricerca biologica di base sia per il funzionamento delle attrezzature mediche. Le future generazioni potrebbero avere una memoria infinita grazie all’impianto di computer. Le loro menti connesse potrebbero avere accesso diretto a tutte le informazioni del mondo. Però può darsi che le nostre innovazioni ci porteranno ben oltre i limiti della natura e determineranno la comparsa di esseri con capacità tanto avanzate che non potremo più chiamarli uomini. Queste considerazioni ci portano ai limiti di una fantascienza che, però, non sembra essere poi così lontana.

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Biotecnologie, Cibernetica, Transumanesimo

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Gli “STATI GENERALI della Cultura Nazionale”:
in Roma, al QUIRINALE, un Convegno il 6 aprile

“PENSARE  L’IMMAGINARIO ITALIANO”
Stati Generali della Cultura Nazionale
PRESSO L’HOTEL QUIRINALE – IL CONVEGNO DI “NAZIONE FUTURA”

Giovedì 6 aprile in Roma all’Hotel Quirinale – in Via Nazionale 47, dalle 9 alle 19.30. avrà luogo un Convegno organizzato dall’Associazione “Nazione  Futura”
con la partecipazione dei principali esponenti della cultura nazionale, ove interverrà anche
il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Ingresso libero, iscrizione: immaginarioitaliano@gmail.com

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Malattie da mismatch evolutivo

Ogni individuo ha una storia. Il nostro corpo, a dire il vero, di storie ne ha due. Una è quella della nostra vita, la nostra biografia: chi sono i nostri genitori e come si sono conosciuti, dove siamo cresciuti e come il nostro corpo è stato plasmato dalle vicissitudini della vita. L’altra è una storia evolutiva: la lunga catena di eventi che hanno trasformato i corpi dei nostri progenitori da una generazione a quella successiva nell’arco di milioni di anni, e che fanno sì che il nostro corpo sia diverso da quello di un homo erectus, di un pesce o di un moscerino della frutta. Entrambe sono storie che vale la pena conoscere e hanno alcuni elementi in comune: i personaggi, le ambientazioni, gli eventi casuali, i trionfi e i patimenti.

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Evoluzione umana, Mismatch evolutivo, Nevrosi

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Bellerofonte, Pegaso e la Chimera

Bellerofonte era il figlio di Glauco e il nipote di Sisifo, si rifugiò presso Preto, re di Tirinto, dopo aver commesso due omicidi: quello di Bellero, da cui il suo nome, e quello di suo fratello. Presso Tirinto attrasse subito l’attenzione di Antea, moglie di Preto, che quando si sentì rifiutata l’accusò presso il marito di essere stato lui ad importunarla. Non volendo attirare su se stesso l’ira delle Moire mandò Bellerofonte da suo suocero, Iobate re di Licia, con una lettera che recitava così: “Allontana il latore di questa lettera dai vivi, perché costui tentò di violare mia moglie, che poi è tua figlia”.

Questo tentativo lo ritroviamo in tutti i miti, per vicinanza geografica i più vicini sono l’egiziana “Storia di due fratelli” e la storia di Giuseppe con la moglie di Putifarre nell’antico testamento cristiano-ebraico.

Iobate, anch’esso pauroso delle Moire, mandò invece Bellerofonte a caccia della Chimera, il mostro con l’alito infuocato e la testa di leone, la coda di serpente e il corpo di capra.

La Chimera era una delle figlie di Echidna e il re di Caria la teneva come fosse un animale domestico; prima di partire Bellerofonte consultò il veggente Poliido che gli consigliò di catturare l’alato cavallo Pegaso che in quel tempo viveva sul monte Elicona dove aveva fatto spuntare la fonte Ippocrene col suo zoccolo lunato per compiacere le Muse.

La Chimera rappresentava l’anno diviso in tre parti: il leone rappresentava la primavera, la capra l’autunno e il serpente l’inverno. Questo animale fantastico rappresentava in epoca preellenica il re che combatte con uomini-animali mentre con l’arrivo degli Elleni indica la soppressione dell’antico calendario Cario con la chimera che viene uccisa.

Pegaso però non si trovava sul monte Elicona ma Bellerofonte lo rintracciò presso la fonte Pirene.

A questo punto c’è chi dice che lo abbia domato con una briglia che gli era stata data da Atena e chi dice che il cavallo alato gli sia stato dato direttamente dalla dea; fatto sta che con l’aiuto di Pegaso Bellerofonte riuscì a sovrastare la Chimera, tempestandola di frecce e poi mettendogli tra le mascelle un pezzo di piombo che aveva messo sulla punta della lancia, così che quando la Chimera si preparò ad emettere il suo fiato infuocato il piombo si sciolse bruciandole gli organi interni, uccidendola sul colpo. L’eroe sacro era incaricato da una triplice musa a catturare un cavallo selvaggio, allo stesso modo in cui Ercole aveva cavalcato Arione (letteralmente essere lunare che sta in alto), in seguito all’arrivo degli elleni potrebbe significare anche la conquista dei santuari della dea dalla testa di giumenta (come descritto da me in altri articoli).

Iobate, stupito di una così valorosa impresa lo mandò allora a combattere contro i Solimi e le Amazzoni. Bellerofonte li sconfisse tutti volando fuori della portata delle loro frecce e lasciando cadere grosse pietre sulle loro teste. Questa volta quando tornò al palazzo di Iobate in Licia Bellerofonte trovò le guardie e tendergli un’agguato ed allora pregò Poseidone di innondare la pianura dello Xanto alle sue spalle. A quel punto le donne di quella regione si alzarono le gonne sopra le ginocchia per andare a chiedergli di desistere dalla sua impresa e Bellerofonte che era molto timido e modesto fuggì via e le onde con lui.

I solimi erano i figli di Salma in origine, furono poi mascolinizzati in solimi per indicare l’avvento degli elleni sull’originale ceppo matriarcale. Le donne con le gonne alzate non sono altro che le donne invasate dall’Hippomane che smembravano il re a fine mandato allo stesso modo del culto erotico di Api in Egitto e che quindi con Bellerofonte non c’entravano nulla se non perché furono male interpretate delle monete che le ritraevano.

Preto a questo punto parlò con Bellerofonte della lettera ricevuta dal genero e gli chiese cosa fosse veramente accaduto con sua figlia: saputa la verità gli diede in sposa sua figli a Filinoe e lo nominò erede di tutta la Licia. Per onorare le donne Xantie che lo avevano fermato durante l’inondazione gli permise di avere una linea matriarcale e non patriarcale sulla loro discendenza. In verità all’arrivo degli elleni, gli Xanti erano molto conservatori e non accettarono semplicemente il cambio di discendenza.

In seguito giunto all’apice della sua fortuna Bellerofonte osò volare verso l’Olimpo in groppa a Pegaso ma Zeus mandò un tafano che punse Pegaso facendo sgroppare Bellerofonte che cadde a terra, zoppo e cieco, solo e maledetto da allora; Pegaso invece ebbe una maggiore fortuna con Zeus che lo tenne per se, per trasportare le sue folgori in battaglia.

Foto facebook la testata magazine mibact mythologiae            Francesco Spuntarelli

 

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Abitudini igieniche nell’epoca vittoriana

Vediamo quali erano le abitudini igieniche nell’epoca vittoriana in Inghilterra, con tutte le stramberie di quell’epoca.

Le pratiche igieniche a quel tempo non esistevano e solo i più ricchi avevano un pozzo vicino casa e solo i ricchi avevano accesso ai pozzi vicino casa. Immergere il corpo in acqua era una cosa alquanto rara in quanto si pensava che esponesse il corpo ai batteri.

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