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La caduta del muro e la fine del socialismo reale

La caduta del muro di Berlino non è stata soltanto l’esito del fallimento politico del socialismo reale. Non è neanche stata la fine di una classe politica, quella sovietica, bollita e ridotta soltanto al più bieco politichese arido e ottuso che tratta i dissidenti con brutale violenza reazionaria. No, la caduta del muro ha rappresentato qualcosa di molto più profondo. Essa incarna il fallimento definitivo di un razionalismo semplicista che proponeva finalmente il raggiungimento di una società giusta per tutti, applicando delle semplici regole sociali inderogabili. Regole quali l’eliminazione della proprietà privata, la casa e il lavoro per tutti e una gestione collettiva soltanto nominale e in realtà rigorosamente controllata dal partito unico. Questi principi venivano attuati mediante la gestione centralizzata dell’economia e di tutti i mezzi di produzione e di comunicazione di massa in una assoluta mancanza di dissidenza interna.

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“Sorelle per sempre” di Mauro Caporiccio

 

Le pagine di “Sorelle per sempre” scorrono in modo fluido e leggero.

Una semplice battuta della maestra di una scuola materna a Mazara del Vallo bastò per stravolgere la vita di due famiglie. Questa è la storia, vera, raccontata nel libro. Apparentemente un normalissimo primo giorno di scuola, uno come tanti, ma che cambiò tutto in un istante.

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Elogio della menzogna

Forse la bugia è più utile alla vita di quanto non lo sia la verità. Non c’è dubbio che chi sa mentire ha capacità decisamente più ampie di chi sa dire solo la verità. Senza possibilità di mentire l’umanità non avrebbe mai conosciuto la capacità di elaborare modelli matematici che è in fondo, immaginare mondi non veri ma simili ai veri. Questo ha consentito di costruire la scienza e la cultura in generale. Le forme artistiche sono la creazione di mondi non veri, pensiamo a pittura, scultura, teatro, cinema ma anche la musica. Tutta la cultura è alla fine una forma di non rassegnazione al reale, e quindi un’ideazione di mondi non veri.

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bugia, illusione, Simulazione

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L’errore di valutazione che costò caro all’Impero Romano

Nell’IV se­co­lo dopo Cri­sto, Roma è la più gran­de po­ten­za che il Mon­do an­ti­co ab­bia mai avu­to. I suoi con­fi­ni si esten­do­no dal­l’A­tlan­ti­co al Mar Ca­spio, nul­la sem­bra te­me­re la Caput Mun­di, ma qual­co­sa sta per scon­vol­ge­re per sem­pre la sto­ria dell’Impero romano.

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Fineco incontra l’arte: “Le stanze dell’inconscio”,
in una mostra dell’artista Mario Tarroni

A Piazza Farnese, presso il celebre ristorante “Camponeschi”, nel cuore del centro storico di Roma, è stata inaugurata con successo la mostra “Fineco incontra l’arte”, con le opere dell’artista e direttore artistico ferrarese Mario Tarroni. 

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L’ambito della sociologia: ordine sociale e “Il miracolo di Eutropia”, una delle città invisibili di Calvino

La sociologia è una disciplina che fa parte delle scienze umane e come tale si occupa del mondo dello spirito dell’uomo. Uno dei prodotti del mondo spirituale dell’uomo è la cultura ossia quell’insieme di abitudini consolidate di vita in comune che caratterizzano nel tempo un certo insieme di persone. Pensiamo alla loro storia, alla loro religione, all’oggetto del loro pensare, alle attività della vita quotidiana come il divertimento o lo sport o il loro modo di comunicare, il modo di vestirsi …

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Calvino, città invisibili, leggi, norme morali, ordine sociale, società

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“Il silenzio degli Invisibili” di Giampietro De Angelis

Un viaggio attraverso sé stessi nei panni del protagonista. Tra presente e passato, tra insegnamenti e cose imparate. La felicità nelle piccole cose, ma anche in quelle grandi. La storia di una persona semplice ma dall’animo nobile che attraverso le difficoltà è riuscito a diventare ciò che è e a stare bene con sé.

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Predappio, ex Casa del Fascio:
in abbandono il simulacro di un “odiato regime”

Predappio, ex Casa del Fascio……
“campa cavallo che l’erba cresce”

________________FRANCO D’EMILIO

Giorni fa verso Premilcuore, inevitabile che transitassi per Predappio, quindi, all’andata e al ritorno, gettassi l’occhio, prima nella luce del mattino, poi nel precoce buio del pomeriggio dicembrino, sulla mole possente della ex Casa del Fascio, ancora prigioniera dell’incuria e della dannazione della storia. Che tristezza!
Nei miei 36 anni di adozione romagnola, riguardo alla superba costruzione fascista con la torre eccentrica, dominante la piazza principale di Predappio, ho solo assistito a fiumi di parole, a progetti, perlopiù campati in aria, soprattutto, al protagonismo degli amministratori locali, da quello eccessivo e smargiasso della sinistra, ora sonoramente sconfitta, a quello più sobrio, ma tanto incerto dell’attuale centrodestra. Si veleggia, ormai, verso 80 anni di abbandono della ex Casa del Fascio, quale simulacro dell’odiato Fascismo, e ancora lunga, proprio degna del proverbiale detto “campa cavallo che l’erba cresce”, si prevede l’attesa perché l’edificio mussoliniano possa vedersi restaurato e recuperato a nuova utilità pubblica.

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I problemi delle “Minoranze Linguistiche”,
durante la 26^ 27^ Legislatura del Regno d’Italia

UNO STUDIO REDATTO dalla BIBLIOTECA della CAMERA dei DEPUTATI,
PRESENTATO A MONTECITORIO
SU INIZIATIVA DELL’ On. ETTORE ROSATO

Martedì 14 Dicembre, nella Sala Stampa di Montecitorio è stato presentato il volume “I Deputati delle minoranze linguistiche della XXVI e XXVII Legislatura del Regno d’Italia “, prestigiosa edizione della Biblioteca della Camera dei Deputati.

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Atreju può dare una svolta alla politica europea?

articolo di Terenzio d’Alena

Si è conclusa trionfalmente la kermesse politica di Atreju, organizzata quest’anno in maniera più celebrativa a Roma  in piazza Risorgimento, che qualcuno ha tentato di ribattezzare “piazza Miki Mantakas” in onore del giovane greco aderente al FUAN ucciso in circostanze ormai chiare nel 1975. Il numeroso e correttissimo pubblico ha apprezzato relatori ed intervistati capaci di parlare  fuori dei denti, una volta tenuto volontariamente lontano il politicaly correct. Passeggiando lungo la location non priva di stand di sapore natalizio, fra piste di pattinaggio e presepi viventi, alla fine tutti si sono rivelati ampiamente soddisfatti del successo di pubblico e degli stimoli culturali, con la ciliegina finale della relazione di Giorgia Meloni, come al solito capace di dare il meglio di sè quando gioca in casa. Dunque una organizzazione curata e fantasiosa, ma imperfetta se solo si pensa alle polemiche suscitate dai controllori dei green-pass, oberati di lavoro all’ingresso del megapadiglione assembleare (anch’esso disegnato e allestito con gusto), però pronti a favorire l’amico dichiarato o il sedicente senatore nonostante i precisi ordini di chiusura per fine capienza.

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Profeti inascoltati del Novecento: i ritratti delle personalità della cultura e dall’arte a Genova

I ritratti di 48 personalità della cultura e dell’arte che si sono distinti per analisi fuori dagli schemi dell’età contemporanea, da George Orwell a Ingmar Bergman, da Hanna Harendt a Oriana Fallaci, opera degli artisti genovesi Dionisio di Francescantonio, Sergio Massone, Vittorio Morandi e Lenka Vassallo, saranno in mostra con Profeti inascoltati del Novecento, dal 17 dicembre 2021 al 16 gennaio 2022 nei Saloni delle Feste di Palazzo Imperiale a Genova.

La rete di associazioni Domus Cultura ha organizzato la mostra, ideata e curata dalla scrittrice e organizzatrice culturale Miriam Pastorino e dall’editore e saggista Andrea Lombardi. “La nostra speranza è quella che la rassegna da noi presentata serva a leggere con maggiore lucidità la storia del Novecento, guardando negli occhi e nell’opera di 48 personalità – afferma in una nota il presidente di Domus Cultura Rodolfo Vivaldi – magistralmente ritratte da quattro artisti genovesi, e scandagliate nel catalogo della mostra, con prefazione del critico d’arte Vittorio Sgarbi, dalle schede biografiche e critiche redatte da molti nomi di rilievo della cultura italiana, che furono, in maniera diversa, protagoniste del pensiero e dell’arte del secolo che sempre più si allontana dietro le nostre spalle”. 

“La rassegna – afferma Sgarbi che ha curato la prefazione del catalogo della mostra – ha favorito l’incontro tra quattro artisti genovesi che nel recente passato avevano preso parte alla mostra ‘Mai perdute forme del mondo. La persistenza del figurativo in alcune esperienze contemporanee’ in Palazzo Ducale. Visioni di vita diverse, modi di pensare anche molto lontani, che hanno in comune, oltre alla pratica del disegno e della pittura, una vera curiosità culturale. L’arte pretende quella libertà di espressione che personaggi scomodi come Louis-Ferdinand Céline, Hannah Arendt, Filippo Tommaso Marinetti, il cardinale Giuseppe Siri, hanno coraggiosamente e diversamente testimoniato, anche divisi dalle violentissime vicende storiche del Novecento”.

[Fonte ANSA]
   

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