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La Principale solennità del cristianesimo

Pasqua

Breve storia delle tradizioni

 

 

Dall’Europa alle Americhe, ovvero dalla Colomba pasquale al Coniglio, ecco le diverse tradizioni che caratterizzano una delle feste più celebrate: la Pasqua. La leggenda del dolce a forma di colomba risale ai Longobardi. Parla della venuta di San Colombano e dell’invito ad un sontuoso pranzo, ricevuto dai regnanti Alboino e Teodolinda. Si narra che il santo, invitato al banchetto, avesse benedetto le pietanze di carne prima di mangiarne. Appena terminata la benedizione, le pietanze si trasformano in pane bianco a forma di colomba. Di conseguenza, questa tradizione caratterizza il Nord Italia e in particolare la Lombardia. Infatti, si trova a Milano la prima azienda dolciaria che ha prodotto, nei primi del Secolo scorso, dolci a forma di colomba, e oggi è considerato un prodotto agroalimentare tradizionale italiano. 

La tradizione siciliana deriva infatti da quella lombarda ed è caratterizzata dall’uso del dolce della stessa forma ma l’impasto è a base di pasta di mandorle. Il Coniglio, di tradizione tedesca, sbarca in America con gli immigrati tedeschi ed olandesi che hanno radicato nel nuovo Continente la loro tradizione pasquale. Egli porta un cestino di uova colorate ai bambini che si sono comportati bene. Non risparmia i dispetti, poiché nasconde le uova, scatenando una vera e propria caccia al tesoro! Il Coniglio è un simbolo molto importante nei culti germanici poiché rappresenta la longevità e la fertilità. Un balzo dall’altra parte del mondo e il Coniglio si ritrova anche nell’ Estremo  Oriente, poiché il simpatico animaletto simboleggia gli stessi valori anche nelle tradizioni cinesi. Per i Nativi Americani, gli stessi valori sono invece racchiusi in un altro animale, ovvero la marmotta. Per quanto riguarda l’America del Sud, in Venezuela si segnala un’altra particolare tradizione: nel giorno di Pasqua, si usa bruciare un fantoccio che rappresenta Giuda, per porre fine una volta per tutte al tradimento.

 

 

 

 om   Enrico Paniccia

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A 500 Anni dalla Morte di Raffaello Sanzio II°

PARTE SECONDA
L’OPERA DEL GENIO RINASCIMENTALE AL VATICANO

Quest’anno ricorrono i 500 Anni della Morte di Raffaello Sanzio. L’Urbinate moriva a Roma il 6 Aprile del 1520, alla giovane età di 37 anni. Tutte le iniziative culturali sono state sospese a causa della Pandemia del Coronavirus e si sono trasferite nel virtuale. Vogliamo offrire un breve PERCORSO alla “ricerca” e alla “scoperta” delle Opere di Raffaello realizzate per il Vaticano. Un percorso virtuale e mentale, che ci auguriamo di effettuare realmente non appena la Pandemia finirà.

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A 500 Anni dalla Morte di Raffaello Sanzio

L’ OPERA DEL GENIO RINASCIMENTALE A ROMA

Quest’anno ricorrono i 500 Anni della Morte di Raffaello Sanzio. L’Urbinate moriva a Roma il 6 Aprile del 1520, alla giovane età di 37 anni. Tutte le iniziative culturali, compresa l’interessante Mostra presente alle Scuderie del Quirinale, sono state sospese a causa della Pandemia del Coronavirus e si sono trasferite nel virtuale. Vogliamo offrire un breve PERCORSO ROMANO alla “ricerca” e alla “scoperta” delle Opere di Raffaello, a testimonianza della sua dedizione e ammirazione per la Città Eterna. Un percorso virtuale e mentale, che ci auguriamo di effettuare realmente non appena la Pandemia finirà.

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Tradizioni a confronto: Le ali del Drago – la libertà al femminile

Aprile

Italia-Cina: due Tradizioni a confronto 

Le ali del Drago – la libertà al femminile

 

Nella lotta tra il Drago della materia e il Drago della spiritualità c’è in palio un frutto prezioso e in alcuni casi raro, ovvero la libertà. La lotta non è più monopolio maschile ma è un atto coraggioso che ogni giorno compie anche il gentil sesso. Le donne alle quali guardano gli occhi del futuro sono arrivate a gestire un ruolo importante in seno alla società nella quale vivono ed operano. Si tratta di un paradosso moderno: negli Stati che si considerano più arretrati sono presenti donne al potere con ruoli decisionali. Il primo esempio emblematico è fornito dalla Birmania, che ha concluso da poco una tragica dittatura. L’eroina che è stata la protagonista della lotta contro il Drago che sputava fuoco violento, Aung San Suu Kyi, ha trascorso quasi un ventennio di detenzione, tra carcere ed arresti domiciliari, e solo nel 2010 ha ottenuto la liberazione e ha permesso con la sua battaglia elezioni democratiche e libere. 

Nel Continente africano, un Paese piccolo ma significativo ha come Presidente Ellen Johnson Sirleaf, una donna battagliera e impegnata da sempre a favore dei diritti civili e politici. Ha dovuto affrontare l’esilio e la galera prima di riuscire a tornare nel suo Paese come donna libera e cittadina attiva ed è stata insignita nel 2011 del Premio Nobel per la Pace. Insieme a lei, un’altra donna liberiana è stata riconosciuta come portatrice di pace. Leymah Gbowee è una militante pacifista e nonviolenta che è soprannominata la “rossa”. Tale nomignolo è stato anche attribuito all’attuale Presidente del Brasile, Dilma Rousseff che durante gli anni della dittatura è stata incarcerata e torturata. Il premio è stato altresì assegnato ad un’attivista yemenita, Tawakkul Karman, repoter e fondatrice dell’associazione “Giornaliste senza catene”. Ha dedicato il suo premio Nobel alla Primavera araba.

 

om  Enrico Paniccia

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L’Arco di Luce al Pantheon

UN FENOMENO ASTRONOMICO ESALTA
LA SAPIENZA COSTRUTTIVA DEI ROMANI

Nei primi giorni di Aprile all’interno del Pantheon a Roma si verifica un fenomeno astronomico di notevole bellezza, il cosiddetto Arco di Luce. Quest’anno a causa dell’Emergenza Mondiale per la Pandemia del Coronavirus, il Pantheon è chiuso e non sarà quindi possibile vedere questo straordinario spettacolo naturale. Un augurio: Avremo modo di poterlo osservare nei primi giorni di settembre.

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Pura casualità o un Complotto dietro il club dei 27

 

 Dal 1892 ad oggi 69 celebrità della musica sono misteriosamente morte a 27 anni. Tra i più celebri Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain e Amy Winehouse.

 

 

C’è un club riservato a soli musicisti. Sebbene ci fosse un grande alone di esclusività pochi ne vorrebbero fare parte. Ci si accede in un modo del tutto particolare, morendo a 27 anni.

Il cosiddetto Club 27, misterioso quanto inspiegabile, una minaccia da sfatare con riti apotropaici per le star della musica che si avvicinano al ventisettesimo anno d’età. Venne anche chiamato J27, per la presenza della lettera J nel nome e cognome nella maggioranza delle vittime. La morte inspiegabile di alcuni alimenta sempre più forte tale mito, mentre per altri la fine è sopraggiunta per droghe o mix di droghe, abusi di alcol, avvelenamenti, incidenti o suicidi.

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La Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri

Il Silenzio dove il suona 
Ascoltiamo la Voce del Sommo Poeta

a cura di Massimo Fulvio Finucci e Clarissa Emilia Bafaro

Il 25 Marzo ricorre la Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri, la scelta della data si riferisce all’inizio del viaggio ultraterreno di Dante nella Divina Commedia. Per questa prima edizione del Dantedì, questo il nome dell’evento, sono previste iniziative alle finestre virtuali e alle finestre reali, nel rispetto dell’Ordine “RESTATE A CASA“. L’invito è di leggere i Celebri Versi della Divina Commedia, dando prova di Unità e d’Amore per la Conoscenza.

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I Fasci di Combattimento alla luce della Fatal Novara

Il 23 Marzo della Grande Guerra
Un Pensiero per l’Alta Italia
colpita dal Coronavirus

Il 23 Marzo per la Storia dell’Unità d’Italia è un’altra giornata significativa sia dal punto di vista storico che simbolico, rappresenta l’inizio del processo di Unificazione Nazionale e il suo compimento, che si verificherà con la Grande Guerra. Dalla Prima Guerra d’Indipendenza alla Prima Guerra Mondiale, dal 23 Marzo 1849 la Fatal Novara, al 23 Marzo 1919 fondazione dei Fasci Italiani di Combattimento, a Milano.

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Italiani Combattiamo III°. CoronaVirtus VS CoronaVirus

Parte Terza. Una Nuova Forma di Guerra.
Il senso profondo dell’Ordine “RESTATE A CASA”

Italiani combattiamo, ma al tempo del Coronavirus si combatte una nuova forma di guerra e di conseguenza anche le armi sono cambiate. Stiamo combattendo una guerra paradossale, è una guerra che si combatte “al contrario”, si vince salvando vite umane.

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17 Marzo 1861. Proclamazione del Regno d’Italia

17 Marzo 2020
“Giornata dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”
Nel Bicentenario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II

Oggi, 17 Marzo 2020 “Giornata dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera” è doveroso ricordare la Proclamazione del Regno d’Italia, ricorrendo il Bicentenario della Nascita del Padre della Patria, artefice dell’Unità d’Italia. Quest’anno a causa dell’Emergenza Sanitaria Mondiale per il Coronavirus, le Solenni Cerimonie all’Altare della Patria e alla Tomba del Re al Pantheon, sono state sospese.

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Le Idi di Marzo. Il Divo Cesare XV marzo XLIV a.C.

 La Possente Calma dei Romani
sia OGGI la Nostra

Il 15 Marzo del 44 a.C. il Divo Cesare veniva assassinato da Cassio e Bruto, condannati da Dante nell’Inferno a essere divorati da Lucifero. Nelle tre bocche dello “Imperator del doloroso regno” sono maciullati i traditori dei Benefattori. Bruto e Cassio nelle bocche laterali, in quella centrale invece si trova Giuda, traditore di Cristo (Inf. XXXIV, 61-67). Ricordiamo il Padre dell’Impero con le parole dell’Inno a Roma, scritto da Fausto Salvatori e musicato da Giacomo Puccini nel 1919, per la Vittoria della Grande Guerra e l’Unità d’Italia.

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Italiani Combattiamo II°.CoronaVirtus VS CoronaVirus

Parte Seconda. Balcone Tricolore e Canti alle Finestre

Oggi 14 Marzo Bicentenario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II

17 Marzo 2020 
“Giornata dell’Unità, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera

In questi giorni così difficili e tragici per l’Italia e per il mondo intero, alimentare il senso dell’UNITA’ è fondamentale, come anticorpo da attivare. Gli Italiani hanno scoperto un modo per attivarlo, con un’operazione che a noi piace definire “Balconi Tricolori e Canti alle Finestre”. Spontaneamente accade che ci si riscopre Patrioti e Italiani, si esce dal guscio dell’isolamento personale, dalla rete, dalla dimensione virtuale e si sente il bisogno della realtà, della dimensione macro.

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Bicentenario della Nascita del Re Vittorio Emanuele II

IL PRIMO RE D’ITALIA E ROMA CAPITALE

Il 14 Marzo 2020 ricorre il Bicentenario della Nascita del Primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, Padre della Patria, il Re che portò alla proclamazione del Regno d’Italia e a Roma Capitale. Quest’anno il 20 Settembre si celebreranno anche i 150 Anni della Breccia di Porta Pia, una felice coincidenza che Noi Italiani non possiamo non ricordare. La lista dei Centenari potrebbe continuare, dal momento che l’Italia è una terra ricca di Storia, di Cultura e di Uomini Illustri.
Ma ci limitiamo a ricordare un altro importante centenario, che riguarda la Breccia di Porta Pia, immortalata dal bellissimo dipinto del napoletano Michele Cammarano, in cui sono ritratti i Bersaglieri nell’atto di varcare la Breccia e di entrare nella Città Eterna. Ebbene Michele Cammarano morì il 21 Settembre 1920, quest’anno ricorre il Centenario della sua morte. Nel 1920 si celebrava il Cinquantenario di Porta Pia, che il pittore festeggiava il 20 e il giorno dopo si spegneva, lasciando in Noi sempre viva la fiamma del ricordo con la sua opera.

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Da Carrara al Giappone il più grande monumento in marmo: “Lovers” di Minako Yoshino

UN “GEMELLAGGIO MARMOREO
TRA ITALIA E GIAPPONE, DA CARRARA A TOYAMA
 

a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI

È stata installata in Giappone l’opera Lovers realizzata dalla scultrice Minako Yoshino, che vive e lavora a New York ed è specializzata in marmo. La sua scultura, alta 3,40 metri, è stat realizzata a Carrara ed è il più alto monumento in marmo che sia mai stato installato in Giappone. L’opera è stata collocata nella stazione di Toyama, città natale dell’artista.

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La Sicilia incontra il Giappone: >br> Colloquio tra Musumeci e l’Ambasciatore Starace

L’incontro tra il Governatore della Sicilia e l’Ambasciatore Italiano in Giappone

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricevuto a Palazzo Orleans l’ambasciatore italiano in Giappone, Giorgio Starace.

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Addio a Giacomo Ricci, autore, regista, attore e nome storico del teatro italiano

E’ scomparso dopo una lunga malattia, in un ospedale del Piemonte, Giacomo Ricci, nome storico del teatro italiano, amico e collaboratore stretto di Carmelo Bene e Giorgio Albertazzi, regista e interprete che aveva lavorato con nomi come Eduardo e Sandro Bolchi.

Autore, negli anni ’80- ’90 e oltre, di testi come “La gabbia scotta” (sul ’68), “Incubo-speranza in un tempo” (sul dramma della droga) e “Nerone-Autodifesa di un mostro” (sull’istrionico imperatore che la critica storica più avveduta da tempo vede in un’ottica più obbiettiva).

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Appello della scrittrice israeliana Dea per una lotta comune delle donne europee e mediorientali

L’artista Dea, insieme al movimento internazionale, transculturale e interprofessionale “Uniti per Unire”, alle associazioni e comunità aderenti, compresa la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), l’Associazione Medici di origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euro- Mediterranea (UMEM), e all’Associazione “Nuove Frontiere del Diritto”, di Federica Federici, hanno organizzato, a Roma, il convegno “Diritti delle donne calpestati”,  presso l’associazione “Snodo” di via del Mandrione.

Il perché organizzare un evento contro la violenza sulle donne spiega Dea: “nasce dal fatto che questo problema affligge le donne di tutto il pianeta. Si può trovare soluzione solo in un cambiamento di mentalità collettiva, che si costruisce nella comunione di intenti.

Noi donne siamo in parte responsabili dell’educazione che diamo ai nostri figli, femmine e maschi: maschi che spesso maltrattano e uccidono donne. Dobbiamo unire le forze, rafforzare la solidarietà femminile e confrontarci. Solo unite riusciremo a inaugurare la grande rivoluzione femminile che il mondo sta aspettando”.

Al convegno, l’artista ha portato anche la sua esperienza personale, di donna ebrea italiana, da molto tempo residente in Israele, con doppia cittadinanza, madre di due figlie, con un divorzio da poco concluso.

Raccontaci brevemente la tua storia

“Quando ero più giovane, ho scelto di andare a vivere in Israele, per ragioni ideologiche, o meglio, politico-culturali credendo nell’ideale della Terra promessa. Per poi ritrovarmi immersa in una realtà ben diversa da quella che viene dipinta.

Le sorprese più dure riguardano i diritti delle donne. In Israele non si può contrarre matrimonio civile, ma soltanto religioso e, per la legge ebraica, solo il marito ha il diritto di concedere il divorzio (quando Israele nacque, nel 1948, David Ben Gurion, suo massimo padre fondatore, dovette accettare che nel nuovo Stato, su tante questioni di diritto di famiglia, l’ultima parola spettasse non ai tribunali civili, ma a quelli rabbinici, N.d.R.). 

Per ottenere il “gett”, il divorzio, io, ad esempio, ho dovuto accettare, in tribunale, tutte le condizioni dettate dal mio ex- marito: rinuncia alla “ketubah” (i diritti previsti dal documento di matrimonio), alle “mezonot” (alimenti) e all’educazione delle mie figlie e l’obbligo di custodia condivisa.

Mi raccontavano che in Israele oggi è diverso, i tempi sono cambiati. Il diritto israeliano prevede il carcere per i mariti che rifiutano il “gett”, ma in pratica si conosce un solo caso in cui questa norma è stata applicata. Nel momento in cui ho osato oltrepassare la “misgeret”, cioè i confini entro i quali una donna perbene deve restare, ho capito in che società patriarcale e maschilista mi trovavo. E sono migliaia i casi di donne nella stessa situazione”.

Con questo convegno romano, quindi, partendo dalla tua vicenda personale hai voluto lanciare soprattutto un appello a una lotta comune delle donne europee e del Medio Oriente per i loro diritti (Dea, inoltre, milita nel movimento femminile “Women wage peace”, che da 2 anni, in Israele, riunisce donne ebree, cristiane e musulmane per il superamento del conflitto arabo-israeliano, N.d.R.)?

Esatto. Proprio questo è lo spirito del mio video di protesta, “Remove The Veil, Remove the wall”, “Togli il velo, rimuovi il muro”, alle cui immagini abbiamo abbinato un disco di techno-progressive composto da Aldo Bergamasco e prodotto dalla Morenloud Records (secondo un progetto artistico iniziato quando ancora attendevo il divorzio), e che ho presentato appunto al convegno. Io che vivo fra questi due mondi, Mondo Occidentale laico e Medio Oriente religioso, credo che da questo incontro di civiltà possa nascere un nuovo mondo.

Se da una parte noi donne occidentali non possiamo retrocedere di un passo rispetto alle conquiste ottenute con decenni di lotte, di battaglie femministe, di sangue versato, e siamo le custodi di questi preziosi traguardi di libertà ed autodeterminazione, dall’altra parte le donne orientali sono le custodi di valori primordiali che noi donne occidentali rischiamo di dimenticare.

Credo che noi donne occidentali abbiamo molto da offrire alle donne orientali in quanto a diritti umani e allo stesso tempo abbiamo anche molto da ricevere da loro. In uno scambio intelligente, riusciremo a creare una società più ricca e migliore.

Da qualche anno in tutto il mondo industrializzato stiamo assistendo a un arretramento sul piano dei diritti, sia della donna che dei lavoratori (da un lato col ritorno di logiche maschiliste, dall’altro con l’avanzata di un certo liberismo selvaggio)?

E’ un paragone difficile da fare, non saprei: certo è che, in gran parte del mondo, oggi è in corso una spinta alla limitazione dei diritti in genere. Per una donna sola, divorziata, straniera, senza famiglia, Israele è un paese spietato. Da anni faccio una vita disumana, come persona e come artista. E vista dal Medio Oriente, l’Europa, pur con tutti i suoi limiti e difetti, appare come un faro di speranza per i diritti umani.  

Come preferisci chiudere questo tuo appello?

Insieme alla mia lotta per i Diritti della Donna, vorrei lanciare anche un appello a livello personale: dall’ultima guerra ho deciso di voler tornare a vivere in Italia, ma per poterlo fare, portandomi dietro le mie bambine minorenni, ho urgente bisogno di trovare una proposta di lavoro in questo Paese, anche intermittente o per brevi periodi nel mio campo professionale (cinema, arte, design, ecc.), che giustifichi davanti al giudice la mia necessità di rimpatriare in Italia. 

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Tradizioni a confronto:Il Coniglio, nel segno di un amico preciso

Marzo

 

Italia-Cina: due Tradizioni a confronto 

 

Sono coniglio o gatto 

 

 

Madonna del Pesce,Raffaello Sanzio
Madonna del Coniglio,Tiziano Vecellio

“Io sono in sintonia con l’universo. Nella mia quieta solitudine ascolto ogni melodia che risuona nella mia anima. Trascendo la banalità. Domino per la mia capacità di confrontarmi. Faccio vivere le mie parole e riassumo in me l’armonia e la pace. Io sono il Coniglio”.  Le persone che nascono sotto questo animale sono caratterizzate da una grande fortuna. Emblema della longevità, la sua essenza deriva dalla Luna, tra le sue zampe tiene stretto l’elisir dell’immortalità. Il Coniglio simboleggia la grazia, le buone maniere, il saggio consiglio, la gentilezza e la sensibilità alla bellezza. Riservato e amante dell’arte, possiede buone capacità di giudizio e le sua meticolosità lo rendono un erudito studioso.

Tende agli sbalzi d’umore, in tali momenti appare distaccato dall’ambiente e indifferente alle persone. Astuto nel concludere gli accordi, sa sempre trovare una proposta o un’alternativa adatta ed è un ottimo negoziatore. Seppur all’apparenza resta indifferente alle opinioni altrui, soffre molto se criticato ma il suo motto resta sempre “meglio cambiare che litigare”. Per l’astrologia occidentale, tale segno corrisponde a quello dei Pesci di seconda e terza decade. I Pesci sono un segno doppio, chiudono il cerchio zodiacale e sono governati da Nettuno. Come le acque dell’Oceano sono piene di correnti e sconfinate, così risulta l’animo di queste persone, ricche in fantasia ma umorali ed imprevedibili. La similitudine più accentuata si riscontra nella capacità di mediare e nella volontà di circondarsi di oggetti belli e persone altrettanto belle, non solo esteticamente.

 

om   Enrico Paniccia

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