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Lo Schiaccianoci di Volpini: connubio perfetto tra classico e moderno

L’ambientazione post-apocalittica e il connubio tra danza classica e moderna fanno dello schiaccianoci pensato da Massimiliano Volpini, in scena dal 17 al 22 dicembre al Teatro Quirino di Roma, una sintesi perfetta tra innovazione e tradizione.

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Couturiers de la danse – la danza vista con gli occhi degli stilisti in mostra al Centro nazionale di costume di scena e scenografia

Un secolo fa, Chanel rivoluzionava i costumi per i balletti russi. Da allora, i grandi stilisti sono entrati regolarmente nel “laboratorio” della danza per esplorare il corpo e creare in modi diversi.

Nella danza, gli stilisti di moda si trovano in un mondo di corpi in movimento, che cadono a terra, che si strofinano, che si abbracciano. È necessario mantenere lo spirito dell’alta moda e nello stesso tempo soddisfare requisiti di praticità”, spiega all’AFP Philippe Noisette, curatore della mostra “Couturiers de la danse” (“Stilisti della danza”) in corso di svolgimento al Centre National du Costume de scène et de la Scénographie (CNCS- il centro nazionale di costume di scena e scenografia) di Moulins, nel centro della Francia.

Tute in jersey, “materiale da biancheria intima” sublimato da Chanel, abiti barocchi di Gianni Versace per La Scala o Maurice Béjart, uniformi da marinaio di Jean Paul Gaultier, tutù quadrati di Viktor&Rolf o tagliati al laser da Iris Van Herpen, passando per le plissettature di Issey Miyake per i balletti di William Forsythe: con 120 costumi, il CNCS rende omaggio a queste prestigiose collaborazioni.

Dai tutù alle sneaker, il museo Kunstmuseum dell’Aia presenta nello stesso tempo “Let’s dance!”, mostra sul rapporto tra la moda e la danza.

Nel “laboratorio” della danza, gli stilisti di moda devono imbrigliare il loro ego e metterlo al servizio di attori e registi: il costume di scena non deve ostacolare i movimenti né oscurare le coreografie.

Tutto il contrario delle passerelle, con le modelle e i modelli generalmente ridotti ad appendiabiti mobili: sguardo assente, proibizione di sorridere, si devono fondere nella collezione.
I designer dell’universo fashion “imparano molto da questo incontro. Non sono là per vendere i vestiti, ma solo per far vivere un bel momento agli spettatori. C’è qualcosa di gratuito, a differenza della moda coi suoi investimenti colossali per allestire le sfilate”, sottolinea Philippe Noisette. 

Spesso i coreografi hanno molta paura dei vestiti (…) che soprattutto non devono occupare molto spazio né far travisare i loro propositi”, racconta la sarta francese Adeline André, che ha vestito con abiti-pantalone color pastello le ballerine della statunitense Trisha Brown e ha collaborato con il russo Alexey Ratmansky.

Il che spiega l’abbondanza di costumi color carne, che spesso sono coperti di paillette, come quelli di Balmain disegnati da Olivier Rousteing, decorati con pizzi (Riccardo Tisci, ex Givenchy) o con sopra fiori ricamati, da Maria Grazia Chiuri per Dior. 

“I colori vengono cancellati in modo da poter vedere molto di più il corpo, l’emozione viene da là. I body sono tinti del colore della pelle dei ballerini”, puntualizza Adeline André. 

In “Psyché” di Ratmansky, le “cattive” indossano invece abiti che ricordano le piovre, in viola e verde vivido.

Per la sarta, le principali costrizioni sono legate al fatto che i ballerini “sudano tantissimo, e quindi i costumi devono essere lavati ogni giorno”, e bisogna fare in modo che i tessuti non si strappino nel momento dell’azione. Durante la sua prima collaborazione, un vestito “si è rotto durante una presa alla prova generale”.

È grazie alla danza che il giapponese Issey Miyake ha finto per trovare una formula magica del suo inconico plissettato “Pleats please”, “un abito che va bene a tutti, non si sgualcisce mai e che si può lavare tutte le volte che si vuole”, sottolinea Philippe Noisette. 

Negli anni ‘90, alcuni danzatori di Forsythe hanno sfilato con le modelle di Miyake durante un défilé, cosa inedita all’epoca, ma oggi sempre più frequente.

Alle ultime due sfilate-spettacolo a Parigi della casa di moda giapponese, le modelle hanno danzato, fatto skateboard e varie acrobazie. 

Oggi, “la danza è dappertutto, nell’urbanistica, nel cinema… Gli stilisti sono attratti da questo incontro intorno al corpo, da questo universo dell’immediato. E le sfilate di moda stanno diventando sempre più spettacolari, concepite come degli show”, sottolinea Delphine Pinasa, direttrice del CNCS. 

Nel settembre 2018, la stilista di Dior, Maria Grazia Chiuri, ha collaborato con la coreografa israeliana Sharon Eyal per una sfilata in cui le modelle, indossando gonne vaporose, sfioravano dei ballerini che portavano costumi fatti come una seconda pelle. Una collezione ispirata alla “danza come atto liberatorio”. Alcuni capi di quella sfilata sono attualmente esposti a L’Aia.

Condividere questo tipo di esperienze creative “consente di avere una visione diversa sulla moda”, aveva spiegato allora la stilista all’AFP. 

L’enfant terrible della moda, Jean Paul Gaultier, ha sempre presentato le sue sfilate come delle “opere”. Nel 1985 ha firmato una delle numerose collaborazioni con la coreografa Régine Chopiot, Le Défilé, “con dei costumi impossibili”, come quello con i seni conici, reso famoso nel mondo qualche tempo dopo da Madonna.

Gaultier riconosce nel catalogo dell’esposizione che con alcuni dei suoi abiti indosso “non era facile ballare”. “Una crinolina di lana, buona fortuna!”.

Articolo via AFP

 

Sardine, dopo Torino, tocca alla Capitale.

Mattia Santori, leader del movimento delle sardine, al termine della manifestazione ha dichiarato: “L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. Per trasmettere un messaggio, ma soprattutto “farsi sentire” è necessario “riempire le piazze” e le sardine non mancano all’appuntamento.

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ITALIA SOVRANA? Breve storia geopolitica del ruolo internazionale dell’Italia”

Roma, sarà presentato il libro “ITALIA SOVRANA? Breve storia geopolitica del ruolo internazionale dell’Italia” di Nazzareno Mollicone. La presentazione avverrà mercoledì 18 dicembre alle ore 17 presso la Sala del Cenacolo – Palazzo Valdina – Piazza di Campo Marzio 42.  

È necessaria la prenotazione all’indirizzo e-mail indicato nella locandina o per telefono al numero 06 67606973

 

ProLingua International: la conoscenza delle lingue straniere è fondamentale per scuole e imprese

Conoscere le lingue è di vitale importanza per ottenere risultati migliori anche in campo lavorativo e non solo. La realtà spesso non corrisponde alle aspettative, come fa notare Freddy Nicolas, Direttore dell’importante scuola di lingue romana “ProLingua International”.  

Gli ultimi sondaggi vedono purtroppo gli studenti italiani della fascia 15-21 anni, tra scuole superiori e Università, molto indietro nella padronanza delle lingue straniere, e addirittura ultimi in Europa per l’inglese.

Lo stesso afferma: “Spesso in Italia si studiano le lingue, ma i risultati non sono all’altezza degli obiettivi. Perché? Perché la lingua si impara e non si “studia, non è come apprendere una qualsiasi altra disciplina.

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Al Parlamento l’Innovation Leader Award cerimonia di premiazione ANGI

II^ EDIZIONE PREMIO NAZIONALE  A.N.G.I.    

a cura di Eugenio Parisi  

Martedì 17 dicembre si terrà la II Edizione della Cerimonia del Premio Nazionale ANGI, dalle 9,00 alle 15,00 presso la Camera dei Deputati – Aula dei Gruppi / in Roma, via Campo Marzio 78

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Apre ad Ostia una Sala dedicata a Paolo Poli

DAL X MUNICIPIO, UN OMAGGIO A PAOLO POLI 

Nel cuore del municipio X Municipio apre la Sala San Paolo, un nuovo spazio volto alla promozione scenica  dell’arte e della recitazione dedicato alla figura dell’indimenticabile attore, regista e cantante fiorentino Paolo Poli. Ospite d’onore dell’inaugurazione la sorella di Paolo, Lucia Poli, anche lei attrice d’indiscussa fama e bravura, che ha regalato ai presenti il racconto di aneddoti personali del passato artistico trascorso con il fratello.

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Il Michelangelo di Andrei Konchalovsky. Russia e Italia nel cinema: immagini di popoli che si guardano

“Il peccato – Il furore di Michelangelo” per una lettura del film. Il potere dell’arte o l’arte del potere? 

Raffaele Panico

A ricorrere quasi come chiodi su cui aggrapparsi su una scoscesa salita nel film di Andrei Konchalovsky sono alcuni riferimenti. Anzitutto a Dante Alighieri, mentore di Michelangelo, è la guida spirituale dell’Italia post latina-romana e del trascorso millennio circa dall’editto di Costantino e di Teodosio. Italia Una nella lingua del Sì, quando in Francia si parlava la lingua d’Oc e d’Oil. L’italiano del Trecento è comprensibile anche oggi, salvo alcuni dialetti. Il ricorrente ricordare da parte delle due famiglie rivali i Della Rovere e i Medici a Michelangelo che lui è il “divino” e molto o quasi tutto gli si può perdonare, può stare nelle stanze e nei segreti di entrambe perché “Sei uno di famiglia”. Lo spirito di Dante che lo scuote e lo pervade, e la materia che ha il suo tempo geologico della pietra, di svariati milioni di anni, dal turbamento del “divino” Michelangelo viene animata col soffio dello Spirito e si fa potenza per i secoli della storia umana. Il denaro, il tradimento anzi i tradimenti, il veleno delle corti rinascimentali il ricorso ai mercenari e agli eserciti stranieri. Le scene di vita, la sfida tra i grandi geni – Raffaello – ed altro ancora. Alcuni di questi passaggi introducono squarci dallo sfondo del film di Konchalovsky, film che in verità andrebbe visto più di una volta, le aperture sulla storia e la lunga durata del tempo storico, ricerca storica cara a Fernand Braudel per ritrovare connessioni profonde tra l’arte e il potere, sostanza del Rinascimento, e l’artista Michelangelo che scarica le energie, tra faglie da cui sgorga la “potenza” – come la chiama lui, della macerazione interiore dello spirito nell’arte. Un sentimento profondo, dei popoli e degli individui tra loro interconnessi, si trova sotteso nelle scene di questo film.   

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“Rinate Libere” a Milano la cena stellata in difesa delle donne maltrattate

Grande festa a Palazzo Parigi di Milano, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, a sostegno della Fondazione Doppia Difesa che si occupa del sostegno alle donne maltrattate, oltre che di importanti attività di pubblicità progresso e prevenzione sociale.

A promuovere l’evento “Rinate Libere”, al quale hanno partecipato oltre 200 selezionatissimi ospiti internazionali, la dinamica impresa internazionale Touscè gioielli, con la presidente Fabiana Coalova e la marketing director Paola Filacchione.

Madrina della serata è stata la principessa Maddalena Messina Foscari Widmann Rezzonico Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli (incredibile ma vero, con otto nobilissimi cognomi che rappresentano la storia europea, dall’impero di Bisanzo alla serenissima repubblica di Venezia, dal Regno di Aragona alla Sicilia dei Gattopardi, splendidamente romanzata da Giuseppe Tomasi di Lampedusa), accompagnata dal marito Ezra, orgoglioso appartenente alla Polizia di Stato, e dal cugino Piero Remo Caputo dei Duchi di Turano. Con lei anche la famosa testimonial Gessica Notaro e la contessa georgiana Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri, vice presidente della associazione culturale Aristocrazia Europea, partner dell’evento. Una serata assolutamente eccezionale e mondana di cultura, solidarietà, moda (con lo stilista Gianni Tolentino), musica (con la Big Band, Filarmonica di Abbiategrasso) e alta cucina (con lo chef stellato Riccardo De Pra).

Numerosi gli sponsor ed i VIP internazionali, della antica nobiltà e della borghesia produttiva, della cultura e dello spettacolo, presenti, fra questi: SAR il Principe Serge Karageorgevic di Serbia e Jugoslavia (figlio di SAR la Principessa Maria Pia di Savoia), il Dott. Hubert Ngiaye (console generale dello Zimbawe), Ana Baliashvili (presidente della International Alliance of Business in Europe, IABE di Praga), Tania Missoni e Alessandra Cerruti, il Conte Alberto Uva Parea Marorati Sormani di Missaglia e la dama PR Criss Egger (Bertotti Tatalov), Paola Neri e Dora Invernizzi, Nicola Giliberti e DJ Mario Farjetta di Radio DJ, Nicoletta Pol Brenna del Moia Studio e Monika Zanic di Dasein.

Alcune donne hanno raccontato le loro tragiche e commuoventi esperienze di vita e la loro rinascita, anche grazie alla assistenza della fondazione, alla quale è andato il ricavato della serata.

GIAN PAOLO MENEGHINI 

 

Premio ANGI presentato a Palazzo Chigi

ONORE AL MERITO  per l’ A.N.G.I.
 Associazione Nazionale Giovani Innovatori 

_____________di Mattia Carlin

Meritocrazia, ricerca, capacità di analizzare il presente e disegnare il futuro: sono i punti cardinali del Premio A.N.G.I. dedicato ai giovani innovatori italiani, che celebrerà la sua seconda edizione il 17 dicembre ed è stato presentato ieri presso la sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Pirelli presenta The Call 2020 un amore con tanti volti ma un solo nome Giulietta

A Verona, dove Pirelli ha presentato in una serata evento al Teatro Filarmonico la 47esima edizione del Calendario, i protagonisti sono amore e bellezza. Woopi Goldberg, ospite d’onore, dà voce ai versi di Shakespeare e ci mette sulle tracce di Giulietta. Il lavoro del fotografo Patrizio Roversi racconta di un amore che “ha tanti volti (quelli di Claire Foy, Mia Goth, Chris Lee, Indya Moore, Rosalía, Stella Roversi, Yara Shahidi, Kristen Stewart ed Emma Watson) ma un solo nome, Giulietta“.  

Claire Foy in The Call 2020 – 

Ero alla ricerca di un’anima pura, colma di innocenza, forza, bellezza, tenerezza e coraggio. Ne ho trovato barlumi negli occhi, nei gesti e nelle parole di Emma e Yara, Indya e Mia. Nei sorrisi e nelle lacrime di Kristen e Claire. Nelle voci e nei canti di Chris e Rosalía. E in Stella (sua figlia, ndr) l’innocenza. Perché c’è una Giulietta in ogni donna e non smetterò mai di cercarla“, spiega Roversi, che ha realizzato anche un cortometraggio di 18 minuti. “È una storia su come l’amore ha il potere di trasformare le persone”, continua, “visto che in soli quattro giorni Giulietta si trasforma da ragazza innocente in una ribelle, pronta a compiere il sommo sacrificio per amore”.  

 

Emma Watson in The Call 2020 – 

E così nasce Looking for Juliet, la ricerca di un ideale, di un sogno. “Attraversa le epoche. È l’ideale di una donna che simbolizza la femminilità, la dolcezza dell’amore e le qualità di una donna che unisce fragilità e forza, timidezza e ribellione. Giulietta è tutto questo. La tragedia di cui è protagonista ben rappresenta quel labile confine che esiste tra sogno e realtà, tra una lacrima e un sorriso, tra la felicità e il dolore, tra bene e male; sono sempre stato affascinato da questo confine così labile, quasi un’ambiguità. Giulietta è un sogno e non diventerà mai realtà. È questo il suo fascino, la sua bellezza, il suo mistero. Spero che le mie Giuliette faranno sognare“.

Fonte: APCOM

Truffa 3D in mostra al Centro Internazionale d’Arte Contemporanea

 All’interno del complesso architettonico che ospita anche il Teatro Basilica, in un piccola sala confinante lo spazio teatrale (Sala l, Centro internazionale d’Arte Contemporanea, piazza San Giovanni 10), si è tenuta il 2 dicembre, la presentazione della mostra TRUFFA 3D su “i social network, i mass media, la fotografia digitale e la stampante 3D” a cura di Sara Esposito e Maria Vittoria Marchetta, entrambe storiche dell’arte e giovani curatrici.

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Natura in posa a Treviso con i capolavori Kunsthistorisches Museum di Vienna 

Un appassionante dialogo tra la grande arte classica e la fotografia contemporanea: è quanto viene proposto dalla Mostra “Natura in posa” – Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in programma a Treviso, al Museo Santa Caterina, dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020.

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Al Teatro di Villa Torlonia, incontro con i Poeti Maledetti

Uno spettacolo d’avanguardia quello di Andrea Trapani; il primo di una trilogia dedicata ai poeti maledetti.
I POETI MALEDETTI_n.1 Io e Baudelaire | Who wants to live forever? , regia di Francesca Macrí, ha debuttato ieri, 29 novembre al Teatro Villa Torlonia.
Una scenografia minimale: un pianoforte, una testa d’asino e l’energia del protagonista, Andrea, che suonando e recitando racconta un po di sé. Il pubblico, seduto sul palco insieme al pianista, diventa parte dello spettacolo, lo psicologo al quale Trapani racconta i suoi più reconditi pensieri e ragiona sul senso della vita, dell’arte e della natura umana.
Cosa vuol dire essere un poeta?
Se uno da piccolo vuole essere come Baudelaire, da grande che cos’è?
La ricerca costante di novità, il confronto con i grandi del passato, con se stessi, la paura che ti accompagna, giorno per giorno e non ti abbandona mai, neanche quando sei Pollini, neanche quando sei Freddie Mercury.
La morte quale costante, quale incognota che segna il destino di tutti, artisti, poeti, mercanti, persino Baudelaire, morto a 45 anni.
La solitudine, di cui siamo tutti portatori, che spaventa, che inquieta, che rende vigliacchi.
È dalla morte e dalla solitudine che Andrea cerca di sfuggire. Si mostra sul palcoscenico. Si rende disponibile ad attraversare e a essere attraversato. Si fa strada nella notte, si fa canto alla luna, si fa cielo tetro e greve, si fa albatro e prova a volare. Cercando la strada per vivere per sempre; ma in fondo: chi vuole davvero vivere per sempre?!

LA COMPAGNIA BIANCOFANGO nata nel 2005 dall’incontro tra Francesca Macrì e Andrea Trapani, sarà a Roma al Teatro di Villa Torlonia con I POETI MALEDETTI _ n.1 Io e Baudelaire – Who wants to live forever? sino al 1º dicembre. Lo spettacolo, del costo di 16 euro, sarà in scena il 29 e 30 Novembre ore 20:00, e il 1° Dicembre ore 17:00.

 

La Fiera della piccola e media editoria a Roma

La Fiera dell’editoria indipendente

Più libri più liberi è la fiera di Roma dedicata esclusivamente all’editoria indipendente: cinque giornate dove scoprire le novità e i cataloghi di oltre 500 editori, incontrare autori, assistere a performance musicali, reading e dibattiti. Un’occasione da non perdere per lettori e addetti ai lavori.

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“Mi sa che fuori è primavera”: la storia di un infanticidio e di una donna che lotta contro il suo passato

“Mi sa che fuori è primavera” racconta la storia di una donna, Irene, che combatte contro i ricordi di una relazione difficile, di un passato che la tormenta e di cui cerca di rimettere insieme i pezzi.
Irene, Italiana, ha sposato Mathias, Svizzero Tedesco, dopo un anno di relazione, senza conoscerlo bene; una decisione d’impulso, presa perché in cinta di due gemelline, che rimpiangerà negli anni a seguire. Difatti, dopo anni di infelicità, Irene decide che le manie di controllo del marito, solito darle ordini attraverso post-it sparsi per tutta casa, sono diventate troppo pensanti da sopportare e chiede il divorzio. Da questo momento il dramma.

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Il Territorio Adriatico – tra storia, arte ed economia un convegno promosso dal Sen. Ciriani

Martedì 3 dicembre 2019

 

Su iniziativa del Senatore Luca CIRIANI capogruppo di FdI

  

Convegno  sul tema dell’Adriatico nella sua complessità  storica e  geopolitica:   

 

IL TERRITORIO ADRIATICO

Riflessioni a seguito dell’opera promossa dall’Associazione Coordinamento Adriatico presieduto dal prof. Giuseppe De Vergottini  

 

Intervengono oltre al sen. Ciriani, De Vergottini, Parlato, Micich e Giuli. Modera Emanuele Merlino

 

 Sala ISMA Istituto di Santa Maria in Aquiro

piazza Capranica, 27 – Roma

ore 11.00