Skip to main content

L’ultimo romanzo giallo di Daniela Alibrandi

Una morte sola non basta

Sembra, “Una morte sola non basta”, un titolo quasi consueto per i romanzi gialli che al momento sembrano detenere l’interesse maggiore di lettori e di Fiere editoriali. Ma è così solo in parte, solo per ciò che concerne il mistero, l’indagine, la volontà di fare giustizia sul male che, in questo libro di Daniela Alibrandi, fecondissima autrice di opere aventi questo scopo, ha l’aspetto ripugnante di chi lo compie sui bambini.

Le storie che Daniela propone sono quasi tutte sulla base formale del poliziesco, pur uscendo dai canoni di questo in virtù di una maggiore scioltezza e di una presa forte sulla mente di chi le segue: nel classico “giallo” lo svolgimento del fatto è più veloce e meno attento ai particolari, e poi la ricerca della parola cruda è o legata alla dimestichezza popolare del protagonista o di qualcuno di essi, o forzata nel riprodurla quasi fosse una gabella da dover onorare, con l’effetto di un accordo stonato che può, alla lunga, diventare pesante: tutto ciò non avviene anche nella sincerità più scatenata e tagliente nei romanzi di Daniela, che descrive situazioni al limite o tremendamente realistiche senza mai scadere. L’effetto è più sconvolgente e non si perdona a chi le crea, giungendo a desiderare ardentemente che l’agente del male sia annientato nel modo più radicale.

La scrittrice si fa sempre precedere all’inizio del volume dalle tipiche frasi indicanti il “puramente casuale” del fatto, ma la memoria dei lettori spesso lo riconoscono come un delitto avvenuto, pur senza poter rivalersi contro di questo con partecipazione, in quanto spesso Daniela riprende gli ambienti dei promettenti anni Cinquanta, fino ai rivoluzionari stati degli anni Settanta e non quelli attuali: si ha quasi una nostalgia, allora, e si ritorna alla semplicità dovuta alla mancanza di tecnologia che allontana  ad ogni modo persone e soluzioni dei problemi, rendendosi conto del tempo che è passato, mitigando le reazioni.

“Una morte sola non basta” è la storia di due bambine venute per caso a contatto fuggevole da neonate, che, adulte, si incontrano, ed agiscono insieme, per una causa comune anche se non eguale. Vittime, diventano ispettori e giudici, agiscono in modo concertato, diventano punitrici.

Il territorio scelto per questa storia è Roma, con tutte le caratteristiche e le tipicità di quartiere dette quasi sottotono, per non ostacolare lo svolgimento, ma minuziosamente misurate per una collocazione più attendibile dei fatti: si osservi, infatti, il percorso e le località toccate da una delle protagoniste, piccola, Michela, con le zie, o la fuga della seconda protagonista, Ilaria, adulta. Una Roma che è quasi partecipe purtuttavia lontana, come la solita indifferenza capitolina spesso rimproverata. Viceversa assume un altro campanile, probabilmente mediterraneo, il procedimento occulto delle streghe a raccolta descritto di volta in volta più approfondito. Il rapporto sui soggetti persecutori poi è letteralmente equilibrato nel trovar loro moventi, ragioni, difetti, tali da far apparire il loro comportamento in un certo modo consequenziale, e derivato, detto in modo esplicito ed accecante, dalla demoniaca procedura di insegnamento di dottrine e principi di fede. C’è da chiedersi quanti, ed è doloroso dirlo, non abbiano sopportato o sofferto le assurdità ed i tabù imposti sordidamente, soprattutto in campo sessuale, dai ministri di un Creatore fatto dalle loro vergognose foie, ed anche dai loro non meno laidi oppositori. Di certo Jung e la sua scuola, più che Freud, visto lo stratificarsi secolare di questi atteggiamenti, saprebbe come catalogare queste rovesce passioni. È da notare la linearità espressiva che, nonostante la ricchezza lessicale e la creatività del componimento, sottolinea come un rasoio incisore i pensieri positivi o aggressivi dei soggetti, lo svolgersi tremendo di un delitto, fino a fare sentire dolore anche a chi, leggendo, considera che è una narrazione che finisce, e per questo, cioè per trovare ragione della sua ipotesi, non riesce a distaccarsi dalla lettura.

La scrittrice segue passo passo ogni fase dell’agire di un bambino e la sua mente, dipinge semplicemente un luogo, paesaggio o stato in luogo di un fatto, senza escluderne nongià i particolari, ma i tipici oggetti e le tipiche loro presenze: l’albero è albero, con foglie, rami, luci ed ombre, una stanza contiene ciò che deve contenere: il racconto ha una fattura quasi ortogonale, senza alcun capriccio, ma, nella scelta dei vocaboli, ricercata ed eccellente. Chi scrive il libro è di ottima cultura senza citazioni a dimostrarlo, è esperta di leggi, fatte relazionandosi ad alto livello sia negli Stati Uniti che al Consiglio d’Europa.

Daniela ha uno scopo nella vita e quello persegue con pertinacia, lo rivelano i suoi quattro libri: prende in esame di volta in volta un aspetto umano delinquenziale e, denunciandolo al pubblico tramite la lettura, lo combatte senza timore, lo evidenzia per smembrarlo con le mani irate di chi segue le sue storie, cerca di annullarlo, polvere, rifiuto del mondo. Chi legge i suoi “gialli” non può che prendere la parte giusta. I suoi romanzi dalla prosa elegante, quasi leggera, senza remore espressive, sono una vera arma micidiale contro ogni tipo di persecutore, ipocrita o manifesto. Sono una via per meditare su come si può guarire da essi, sono certezza di fede in ciò che è, veramente, un autentico essere umano,: un essere che ama.

Marilù Giannone

Morenghi: L’assenza dell’Uomo nella società contemporanea

    I  PERCORSI DELLA MEMORIA

“ I percorsi della memoria non sono mai lineari, perché mescolano pubblico e privato

“ Farne un racconto oggettivo è impossibile, ognuno ricorda il suo punto di vista “

“Eppure, alla fine, le storie di tutti noi si intrecciano, creando una narrazione comune”

*** *** ***

 Giovedì  7 giugno 2018 alle ore 18,30

Continua a leggere

Per la “Terra dei Padri”, un convegno a Modena

Il Ritorno alla “TERRA dei PADRI”

un intervento di Marina Simeone *

E’ accaduto a Modena il 26 e 27 Maggio 2018 presso la sede della comunità Terra dei Padri.  E’ accaduto che intorno ad un tavolo si sono incontrati e hanno colloquiato gli editori delle maggiori case editrici al momento impegnate in difesa di valori e idee non sempre di moda, non sempre raccontate dai mass media. Dopo un anno di incontri e dialogo finalmente si è posata la prima pietra di una costruzione in cui crede chi si definisce antagonista o non conformista rispetto a questo sistema e che vuole dare alla cultura un ruolo primario e non sempre ghettizzante e secondario. 

Continua a leggere

Al Sistina, successo di LADY GEORGIE

UN BREVE CENNO a “GEORGIE IL MUSICAL”

con un intervista a MARCELLO SINDICI, grande regista e a BRUNELLA PLATANIA, incantevole interprete

IL 26 MAGGIO, circa una settimana fa, “Georgie il Musical” ha raccolto meritatissimi applausi e grande successo al Teatro SISTINA di Roma, dopo il suo iniziale debutto nel 2016 sempre in Roma al Teatro ORIONE. La vicenda   è ispirata alla novella di Mann Izawa “Lady Geogie” del 1983, divenuta successivamente un manga (fumetto giapponese) e infine un’anime o cartone animato, tuttora trasmesso in alcuni canali televisivi. 

Continua a leggere

Presentazione Libri di Julius Evola e “Progetto Nazione Futura”

   Per una “Cultura del Nuovo inizio”

Presentazione di due opere di JULIUS EVOLA:  ll BARONE IMMAGINARIO   ed  IL CAMMINO DEL CINABRO   

Presentazione del “progetto NAZIONE FUTURA”                                                       

Sala Conferenze della Badia di Alatri –  Sabato 9 giugno 2018 # h. 16.30

Continua a leggere

Festival della Cultura Tartara

ACCADEMIA ANGELICO COSTANTINIANA

di lettere arti e scienze Angelo-Comneno Onlus

insieme alla

ASSOCIAZIONE CULTURALE   “TARTARE IN ITALIA”

PRESENTANO

Festival della Cultura Tartara

                                                                                                      Sabato 9 giugno 2018  h. 17.30

Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro Piazza di S. Salvatore in Lauro, 15 – Roma

Ingresso gratuito

Continua a leggere

Il modellino di una chiave antica

Dai tesori dell’antiquario Eugenio di Castro

Contenuto nell’ultima edizione della “Strenna dei Romanisti”, vi è un lungo racconto: Il modello è indispensabile“, a firma di Francesca di Castro, su un oggetto che ha attraversato secoli, inciso, carezzato, celato in molte nobilissime mani dai più diversi caratteri: nobili, artigiani, prigionieri, per grazia di un antiquario noto ed esperto, il nonno della scrittrice, Eugenio di Castro.

Il racconto inizia con un commento di Corrado Ricci a proposito della vastissima varietà di arti liberamente esercitate in Italia, dalla grande arte propriamente intesa alla cosiddetta arte minore, che nulla ha da invidiare alla prima, a parte la destinazione d’uso e, talvolta, la piena dedizione dell’artista all’opera che sottintende una vera e propria filosofia.

Continuando la narrazione, Francesca riporta che agli oggetti d’uso bellissimi Augusto Pedrini dedica una sorta di almanacco, secondo la materia di solito usata che è il ferro. L’uomo dice inoltre che, soprattutto per i piccoli oggetti, come le chiavi, era abitudine farne inizialmente modelli per lo più in legno, per correggerli eventualmente, o per riprodurne molte chiavi uguali .

Francesca di Castro, ammiratrice delle raccolte  del nonno Eugenio, sodale del Gruppo dei Romanisti e celebre antiquario, considera quanto possono aver importanza i modelli per l’arte minore, e racconta anche la lunga e tortuosa strada per la costituzione di un centro di raccolta di questi modelli e di altri “pezzi” di arte, sfociata, dopo molte vicissitudini, al San Michele, ex Riformatorio.

Francesca descrive minutamente fra gli oggetti antichi del nonno un modello in legno di chiave dalle ardite volute raffiguranti animali fantastici e rivelatrice, come costituzione complessiva, di una chiara impronta classica, ma di quel classico ardito ed interpretato che fu l’arte antica nelle mani degli uomini del Rinascimento, o poco dopo.

Camminando nella traccia della sua cultura, Francesca ritrova dopo lunga indagine l’oggetto, che sarebbe  la chiave di uno degli Strozzi, Leone, che fece un museo di rarità del bel palazzo ora Fondazione Besso di Roma, descritta nel l'”Arcadia” di Crescimbeni. La, chiave è matrice di quella in ferro conservata a Londra, nel Victoria and Albert Museum, fatta dal “Guillermo  franzese” mastro d’arte di Francesco I°. Ma non basta: la bellissima Diane de Poitiers l’avrebbe adoperata per raggiungere nell’appartamento il suo regale amante. Gli Strozzi avrebbero in seguito accompagnato Caterina de’Medici, nobile figlia dei loro amici, alle nozze con Henri d’Orléans, tramite il potente Filippo (Giovanni Battista), Tesoriere del Papa officiante, Clemente VII°, ed avrebbero anche loro alloggiato in quelle stanze, usando quella chiave.

Filippo Strozzi l’ avrebbe riportata in Italia e, compiaciuto per l’eleganza dell’oggetto, avrebbe ordinato una copia a Benvenuto Cellini, che l’esegui’ in legno, ma che da allora più nessuno la vide. Sembrava solo una fantasia, fino a che Francesca non l’ha ritrovata  studiando a lungo le carte e gli oggetti del nonno, aprendo una scatola moderna, meravigliosamente scolpita, di legno, e siglata con le iniziali del suo avo.

E qui il réportage si fa commovente: l’augusto antiquario avrebbe  avuto una scatola in dono quando era all’Asinara reduce dal Terzo Reggimento Bersaglieri, come uomo di fiducia dello Stato Maggiore, per sovrintendere al campo di prigionia degli austro-ungarici. Purtroppo in quella zona di li a poco scoppiò un epidemia di colera ed il Sergente bersagliere, impietosito dalle sofferenze dei poveretti e nel desiderio di portar conforto ai prigionieri ebrei, chiese al Comandante di poter usare un magazzino a Cala Reale per far celebrare per essi lo Jom Kippur. Sembrava inizialmente che chi vi giungesse fosse in un numero limitato di credenti, ma presto il sergente si accorse che il magazzino non poteva contenerli tutti, che parteciparono dunque alla ricorrenza stando fuori dalla costruzione, chi sdraiato, chi in ginocchio.

Al termine del rito Eugenio di Castro fu circondato da prigionieri che lo ringraziarono di cuore e gli baciarono le mani, ed uno, l’ungherese Popper, compose e scolpì la scatola che donò al militare in segno di gratitudine. L ‘oggetto, a testimonianza di un sentimento di stima e di riconoscenza imperituro, ha raggiunto la progenie del bersagliere, che giustamente se ne gloria.

Marilù Giannone

Brigantaggio sogno di Libertà

Evento a Giugliano,

sabato 16 giugno 2018:

Brigantaggio Sogno di Libertà

Non era un mondo idilliaco, il Regno delle Due Sicilie. Non mancavano le tensioni fra chi viveva in armonia con le tradizioni e le regole della comunità e chi cercava di procurarsi guadagni illeciti in danno della gente onesta. Nonostante l’opera incessante dei Re, schierati in difesa del loro popolo, speculatori, parassiti, possidenti egoisti, sfruttatori del lavoro altrui seminavano spesso ingiustizia e risentimento in una terra la cui bellezza incomparabile sembrava fatta apposta per garantire gioia di vivere e prosperità. 

Continua a leggere

Un Convegno per i 120 anni da Evola e dal Pensiero Tradizionale

Dalla nascita di  JULIUS  EVOLA

a quella di “Horafelix”

Il 19 Maggio del 1898 nasce Julius Evola e con Lui rinasce il Pensiero Tradizionale, il 19 Maggio del 2018 questo pensatore è richiamato in vita, grazie all’esistenza di “alcuni uomini che sono per così dire in piedi fra le rovine e fra la dissoluzione”. Continua ancora Evola che “senza ambiente non c’è risonanza”, ed è con grande ostinazione e tenacia, ma anche fermezza ed equilibrio che questi Uomininel campo intellettuale possono ancora affermare i valori “Tradizionali” al di fuori di ogni scopo immediato, tanto da svolgere un’ “azione di presenza”, azione certamente utile per impedire che la realtà attuale chiuda non solo materialmente ma anche idealmente ogni orizzonte e non lasci più scorgere nessuna misura diversa altre dimensioni possibili, altri significati della vita … di non guardare soltanto alle cose presenti e vicine”.

Continua a leggere

Una mostra fotografica per i LXXX Anni dell’EUR

  LA CITTA’ IDEALE DEL RINASCIMENTO

                      TRA METAFISICA E FUTURISMO

Per mantenere viva la memoria della “Nostra Storia”, a ottant’anni dalla realizzazione del primo edificio, il Palazzo degli Uffici, prevista dal progetto “EUR 42”, una magnifica mostra fotografica è in corso all’Archivio Centrale dello Stato, promossa da ACS ed EUR SpA, dal titolo “Ottant’anni di EUR. Visioni Differenti. Archivio Centrale dello Stato e Carlo D’Orta”, dal 3 al 31 Maggio 2018, con un catalogo che raccoglie le bellissime fotografie esposte e un’ampia documentazione, edito dall’ INAIL.

Continua a leggere

Tutte a Casa… un grande esordio al Teatro Manzoni!

A ROMA, ALLA PRIMA  

Teatro pieno, pubblico divertito ed applausi a scena  aperta

Ricorre quest’anno il centenario della fine della prima guerra mondiale durante il quale, a difesa della Patria e lasciando a casa le donne a svolgere il proprio ruolo di madre e custode del focolare domestico, numerosi i giovani e meno giovani perirono nel corso dei combattimenti nelle trincee del Carso o nelle vette delle Dolomiti.

Continua a leggere

23.5.2018, presentata “La Strenna dei Romanisti”

Per diffondere l’amore verso la nostra Città

Mercoledì 23 maggio – alle ore 17,00 a via Poli e con una vista di Roma dalla Fontana di Trevi, unica al mondo – è stato celebrato il compleanno di Roma millenaria e per questa ricorrenza è stato pubblicato un bellissimo volume, la classica e già nota “Strenna”, al suo settantanovesimo anno di edizione. La raccolta, di formato e carattere comodo, rilegata in brossura e con una bella riproduzione è stata illustrata da tre noti esperti di romanistica: Maria Antonella Fusco, Ugo Onorati, Francesco Piccolo.

Continua a leggere

Il Vaticano nella Seconda Guerra Mondiale

Venerdì  25 Maggio ore 16 

visita mostra storica IL VATICANO nella Seconda Guerra Mondiale 

ore 17 convegno: Pio XII e Paolo VI 

Sabato 26 ore 11:00 ed ore 17:00 

visita mostra riservata Corpo Diplomatico ed Istituzioni Pontificie

Chiostro della Basilica di Santa Maria Sopra Minerva

 

Il convegno “ Pio XII e Paolo VI”  promosso dal Comitato Papa Pacelli  in programma nel pomeriggio di venerdì 25 maggio,  nell’ occasione il Centro per la Promozione del  Libro  presenta   una  Mostra  storica  documentaria: Il VATICANO nella SECONDA GUERRA MONDIALE  l’azione diplomatica ed assistenziale, una sezione è dedicata al Pontificato di Paolo VI.  La mostra  è ambientata nel chiostro monumentale del Convento della Basilica di Santa Maria Sopra  Minerva- Piazza della Minerva 42- Roma.

La mostra comprende  più di  30 pannelli con riproduzioni  di oltre 200 documenti d’ epoca in gran parte  giornali quotidiani e periodici dell’ Archivio Emeroteca del Centro per la Promozione del Libro.

Programma:

Venerdì 25 maggio visite guidata alla mostra alle ore 16.15  e 16:45 .        

SABATO  26 Maggio: alle ore 11:00 ed alle ore 17:00  visita riservata per il Mondo della Diplomazia, della cultura e Istituzioni Pontificie

Per confermare 

centroprom.libro@virgilio.it ; centroprom.libro@gmail.com

locandina 25 maggio 2018

Galleria 19 Luglio

Sul Tevere, sino ad Orte, in canoa con i Romani

Un’eccezionale visita archeologica nell’Antica HORTA 

Orte era, in età villanoviana, un luogo abitato e dedicato alla Madre Matuta di quelle civiltà preromane ad alta definizione artistica, musicale e commerciale. Per questo motivo andare sulle onde del fiume, o dei mari, per essi era vitale, così come lo era la fedeltà alla Dea. della quale arricchivano il tempio e la città. La Mater Matuta era, come tutti sanno, la Dea della Generazione e della Rigenerazione dopo la morte.

Continua a leggere

Roma ancora non sparita ….. e i Cavalieri del Santo Sepolcro

San Lorenzo in Piscibus

Nel corso di una cerimonia alla presenza dei Cavalieri dell’ O.S.S.C.B.S. – Ordo Sancti Sepulchri dei Cavalieri Bianchi di Seborga, unitamente ad altri vari Ordini ed Associazioni di Cavalieri, tutti collegati ai valori ed insegnamenti di SAN BERNARDO di CHIARAVALLE, sabato 19 maggio, alle ore 10,00, si è presa nota di una chiesa piccola e terribilmente spoglia. Le pareti a mattoni rossi mantenevano tracce vistose di strappi e rimozioni di figure delle quali, nonostante le ricerche, non si è trovata una sola parola.

Continua a leggere

Macerata: un concorso di idee per la valorizzazione

Si apre anche a Corso Cavour e corso Cairoli la riqualificazione del centro storico di Macerata, in una visione allargata del cuore pulsante della città. Un nuovo step per il centro storico da parte del Comune di Macerata che lancia un concorso di idee destinato ad abbellire e rendere più moderna e funzionale la zona all’interno delle mura e le zone di corso Cavour e corso Cairoli fino alla viabilità attorno all’anello delle mura urbiche.

Continua a leggere