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Dall’involtino facile di primavera alle lacrime e sangue

Crisi nera almeno fino all’autunno di questo anno bisesto

Raffaele Panico

Roma si è spopolata di turisti tutti, a parte alcuni pochi e sparsi. È l’emergenza, di una pessima informazione e di esperiti tentativi di lotta al virus, sottovalutato per settimane, con ironia e una buona dose di satira durante lo svolgersi quotidiano degli affari italiani, con forti varianti di un certo sensazionalismo condito anche da slogan ormai stereotipati da decenni. Il virus non si politicizza. Non lo si fa neanche in Cina dove regna il partito comunista e quando questo organo politico dirigente decide tempestivo si agisce senza se e senza ma, figuriamoci in una cosiddetta democrazia occidentale, dove l’espressione dei governanti sappiamo spetta ai cittadini italiani. Difatti, nell’Unione europea altri Paesi minori – la Spagna è minore – hanno votato diverse volte in un solo anno, e tanto negli Stati Uniti quanto nella repubblica islamica dell’Iran dove esistono le elezioni di mezzo termine. Dare ossigeno ovvio e il ricambio e mettere in prova i migliori cittadini già testati, provati e capaci per governare la cosa pubblica, la Res Publica.

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GLI APPALTI E L’INTOPPO DELLA GRANCASSA

IL MARE MAGNUM DELLA BUROCRAZIA IN UN SISTEMA ECONOMICO PRIVO DI TERZIETÀ

La deontologia d’ogni divulgatore impone l’applicazione del concetto di terzietà per lo svelamento della giustezza dei fatti in conformità col termine greco aletheia. Nell’epoca delle nuove tecnologie l’informazione concede molte banalità. Il codice etico impone lo stesso l’equidistanza dalla mancanza di credibilità dei partiti presi.

Indro Montanelli (nella foto) ha lasciato questa valle di lacrime preservando il valore terapeutico dell’umorismo mentre prendeva piede un peso informativo intento a dare la medesima rilevanza agli eventi di pubblica utilità e alle notizie trascurabili. I cronisti del nulla  conoscono poco o niente le storture che affliggono l’economia autoctona.

Tuttavia anche quando non c’era traccia dei blogger, volti ad anteporre le questioni di lana caprina a quelle rilevanti, lo Stato era già definito un Ciclope che, oltre a vedere unicamente i soldi da riscuotere dagli imprenditori  rei di consegnare in ritardo il lavoro commissionato, aveva una gru per prendere e un moncarello per restituire i soldi indebitamente percepiti. I laudatores tempores acti dell’epoca di Orazio che vedono belle solo le cose successe anni addietro, si mettano il cuore in pace: la conditio sine qua non di autonomia dalle parti in causa è sempre stata una chimera.

Anziché ubriacarsi di fantasticherie, o distrarsi con dabbenaggini, occorre ricordare che in greco l’economia sottintende la gestione di un consorzio domestico. Occuparsi delle cose di casa propria è quindi irrinunciabile. Assai più importante del diritto alla ricerca della felicità contemplato da Thomas Jefferson nella dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America: siamo in Italia, con una storia ultramillenaria dietro le spalle. La consapevolezza che gli yankee per rimpinguare la propria esperienza, cominciata la sera del 4 luglio 1776, hanno preso ispirazione dall’assennatezza degli antichi greci per amministrare al meglio  l’òikos (od οκος; οκοι al plurale) dovrebbe costituire oggetto di riflessione. Invece sembra che la maggiore tendenza di punta attuale, a dispetto dei convegni indetti per sviscerare l’interazione tra tecnologia ed economia connessa a bitcoin e blockchain, sia il risparmio, oltre che di gas e luce, anche, di materia grigia. La connotazione dell’economia sul versante pubblico/privato nel Bel Paese snuda, se si spremono le meningi, i guasti dell’instabile piattaforma autoctona che avalla fandonie e rende perplessi persino i filosofi ottimisti. Figuriamoci gli scrupolosi periti del settore impossibilitati dalla crudezza oggettiva ad azzardare ipotesi ottimistiche.

L’aura contemplativa, che per Alberto Moravia caratterizzava la poesia, risiede nell’egemonia dell’imprevedibilità sul calcolo. Alieno ai voli pindarici. All’atto pratico il sangue freddo è però utile ai divulgatori muniti di coscienza e attributi per analizzare le criticità del codice degli appalti e delle penali applicate per il ritardo nell’esecuzione delle opere unite ad accordi scritti privi della lealtà di una sana stretta di mano.  

Il rapporto tra diritto ed economia va preso con le pinze. La deontologia del giornalista invita alla prudenza. A cercare, al posto delle chiacchiere da caffè, dei dati incontrovertibili. Il pensiero di Montanelli sull’etica dell’informazione coglie ancor oggi nel segno: «È una parola (la deontologia) che non evita gli errori. Ma evita le distorsioni maliziose quando non addirittura malvagie, le furbe strumentalizzazioni, le discipline di fazione. Gli onesti sono refrattari alle opinioni di schieramento e alle mobilitazioni ideologiche. Non è che siano indifferenti all’ideologia, e insensibili alla necessità di scegliere con chi e contro chi stare. Ma queste considerazioni non prevalgono mai sull’autonomia di giudizio. Un giornalista che si attenga a questa regoletta potrà sbagliare, ma da galantuomo. Gli sbagli generosi devono essere riparati, ma non macchiano chi li compie. Sono gli altri sbagli, gli sbagli del servilismo e del carrierismo – che poi sbagli non sono, ma intenzionali stilettate – quelli che sporcano».

Le discipline di settore dei servizi a beneficio della collettività, nel momento in cui l’espletamento di gare con procedura ad evidenza pubblica si va ad appaiare, sia pure sotto banco, alle discipline di fazione, mandando a carte quarantotto i pistolotti sulla trasparenza, compiono sbagli in buona fede o sono frutto delle ipocrite intenzioni stilettate?

L’arguto giornalista toscano, nel trarre linfa dal consiglio di un saggio collega statunitense («Scrivi in modo che ti possa leggere un lattaio dell’Ohio»), seppe dire pane al pane e vino al vino.

L’abitudine a fare due pesi e due misure a discapito altresì dell’idonea distinzione tra attività di gestione ed erogazione nell’ambito delle sinergie pubbliche/private rappresenta l’ennesimo calcio negli stinchi per le PMI. I problemi di applicabilità sono la punta dell’iceberg nell’ambito della scadenza delle concessioni e degli affidamenti. L’esigua durata di tali proroghe impedisce alla gente di buona volontà d’inserire la lettura del codice degli appalti fra i grandi classici. Da Dante Alighieri a Giovanni Verga.

La tendenza a servirsi di fronzoli od orpelli a dir poco pleonastici obbliga il divulgatore che si sente legato alle prescrizioni etiche a segnalare l’impasse in termini inequivocabili tutelando i destinatari optimum: i lettori. Molti dei quali appartengono alle piccole e medie imprese che costituiscono la spina dorsale della nostra penisola. Tormentata, a onor del vero, ora come ora, da un cronico mal di schiena. A esacerbarne il dolore al groppone provvedono l’afflitto passaggio dalla teoria alla prassi, e quindi dalle ciance ai fatti, ai danni del principio del favor partecipationis alle gare degli appalti. La facilitazione, promossa dalla direttiva del Parlamento Europeo, per la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici, non ha trovato concrete soluzioni di continuità né un riscontro effettivo nell’intrinseca ed eterna legge di causa ed effetto.

Il compianto consigliere di Stato Eugenio Mele (nella foto), autore di trecentocinquanta pubblicazioni scientifiche, avvezzo alle dotte citazioni in latino, cultore dell’amministrazione della ‘casa’ degli antichi greci, alla base dell’accertamento dell’economia nella sua accezione più ampia ed emblematica, spiegò in diversi casi che l’oggetto escluso illecitamente dalla partecipazione a una gara pubblica andava comunque garantito.

I trattamenti superficiali ed esornativi per un verso, invece, e gli eccessi di zelo dall’altro esercitano un’influenza estremamente negativa sulla legittima eventualità di monitorare le committenze ed eludere in tal modo l’iniqua ed esorbitante imposizione dell’empio potere d’acquisto.

Mele, redigendo il testo Manuale del diritto amministrativo, anche senza entrare nel vivo della questione, mise i puntini sulle “i”: «Non tutte le controversie sono devolvibili ad arbitri, ma solo quelle che radicano il loro presupposto in diritti disponibili dalle parti stesse, vale a dire in quei diritti che, non essendo collegati a interessi pubblici, ma solo alla sfera delle parti medesime, siano da queste rinunciabili, transigibili ed ergo compromettibili per arbitri. Non sono, al contrario, mai devolvibili ad arbitri le controversie fra private e pubbliche amministrazioni attinenti a vicende connesse con gare pubbliche».

Per spiegare la situazione al lattaio di Albanella, senza dare adito ad alcun fraintendimento, il punto è che essere terzi ed estranei agli interessi dell’una e dell’altra parte diviene un antidoto all’Ubi Maior Minor Cessat intento a favorire nella revisione dei prezzi la contrattualistica pubblica.

Ed è una vessazione che grida vendetta al cielo. Nondimeno, a sentire spiritualisti ed esistenzialisti, dall’abisso, come da paradisi ed empirei celesti, nessuno replica in maniera chiara ai soprassalti d’indignazione.

Appare perciò giusto tenere in considerazione l’assennatezza dell’adagio In medio stat virtus. Se è vero che vanno prese le distanze dalle impuntature fanatiche (basti pensare al detenuto politico Braccio, impersonato da Claudio Amendola nel film d’impegno civile La mia generazione di Wilma Labate, che dinanzi all’atteggiamento amichevole di un comune ladro nei confronti dell’esponente delle forze dell’ordine lo incalza tagliando la verità con l’accetta: «Ti fidi di lui? Ma non lo vedi che è un carabiniere? Non lo vedi che è lo Stato? Ti fidi dello Stato?»), un’autentica analisi critica non trascura il «giusto processo» atto ad assicurare sul serio la limpidezza, il bilanciamento, l’obiettività e l’emancipazione di valutazione del giudice in qualsiasi controversia.

La terzietà è un pallino del coriaceo imprenditore Salvatore Pala (nella foto ai tempi in cui era presidente della Società Sportiva Brindisi Football Club),  titolare della Cogei Ambiente S.r.l. che conosce da vicino – in virtù dell’esperienza cinquantennale nel settore –  le condizioni a cui viene sottoposto l’aggiudicatario dalle strategie basate sugli abusi di ufficio.

È una sorta di Montanelli con la testardaggine tipica dei sardi e la costante impertinenza di chi sa stemperare l’atavica diffidenza tanto nelle battute di spirito, frammiste al pungente sarcasmo, quanto nella cristallina umanità. Il suo pensiero va dritto al punto: «L’elenco delle cose che scarseggiano in quest’ambito è pressoché infinito. Se ne esponessi tutti i punti, uno per uno, faremmo notte. Per le piccole e medie imprese partecipare alle gare di appalti pubblici equivale ad andare sotto processo. Manca la terzietà nella fase ex post, in caso di ricorso. La posizione d’incondizionato distacco ed effettiva equidistanza dalle parti contendenti esiste solo in teoria. Alla prova dei fatti se da una parte c’è una PMI e dall’altra c’è lo Stato, prevale la forza della prevenzione ai danni del più debole. E anche arrivarci alla fase ex post, sborsando i soldi per il diritto al ricorso, il ché di per sé è assurdo, perché non bisognerebbe pagare per un diritto, è tutt’altro che semplice. I problemi sorgono a monte. Per una PMI nell’ambito di un contratto di appalto con un Comune, al fine di portare a termine nel migliore dei modi la raccolta differenziata, l’affidamento è arduo. Specie se in tali vesti, nella fase ex ante, prima di cominciare, l’impresa palesa le inefficienze dovute alla superficialità del Comune stesso. Comunicando le problematiche a chi detiene il contratto di appalto. Si dice che chi ben comincia, è a metà dell’opera. In questo caso la l’incombenza volge all’inverso. Eppure gli ordinamenti ci sarebbero. Basti pensare all’articolo 1460 del Codice civile che taglia la testa al toro anche per quanto riguarda la faccenda degli inadempimenti. Il principio per cui ciascuna delle parti coinvolte, siano esse un Comune, una ditta che detiene il contratto di appalto, quella che ha il contratto di affidamento, può non adempiere alla propria obbligazione, se l’altra si rifiuta di adempiere a quella che gli spetta, è vigente persino nel diritto internazionale. La lezione degli antichi romani d’altronde è lampante: inadimplenti non est adimplendum. La clausola solve et repete obbliga un contraente ad adempiere con puntualità e in seconda battuta ad agire contro l’altra parte se questa è inadempiente. Invece funziona che chi ha il coltello dalla parte del manico pretende il rispetto delle regole a proprio favore senza rispettarle secondo l’equanime par conditio».

Per l’alacre co-branding, specie nel campo della moda, il piccolo unito col grande, fosse anche un colosso, che non vuole assorbirlo e spersonalizzarlo, ricava il riscontro ideale per far breccia negli acquirenti rinsaldando così la propria incontestabile ed empatica raison d’être.

Il piccolo sale sul carro dei vincitori? Oppure contagia in modo positivo con la sua freschezza e vivacità il socio possente ma a corto d’idee? I consorzi sciolgono i nodi alla corda dovuti alle mere mire individualistiche?

I marchi di ricerca sia nella moda sia nel design sono comunque sinergici.

I servizi di pubblica utilità, al contrario, che hanno tra l’altro un’urgenza differente, non possono attingere alle risorse sul piano operativo del co-marketing. La collaborazione tra attori diversi, individuabili nelle ditte che possiedono il contratto di appalto e quello di affidamento, necessita d’interventi di semplificazione davvero decisi. Non certo aleatori.

La risposta a tale necessità del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio sembra orientata ad appalti a chilometro zero: «Dobbiamo rendere accessibile alle piccole e medie imprese la partecipazione alle gare ed evitare che rimangano coinvolte solamente nei subappalti.  Circa 30 miliardi che le Amministrazioni Pubbliche devono alle imprese fornitrici con ritardi che, spesso, causano il fallimento delle imprese stesse. Gli imprenditori hanno diritto a fare impresa in modo semplice ed essere trattati come imprenditori e non come compilatori di scartoffie o come mucche da mungere. Vogliamo semplificare non aggiungendo nuove norme ma rendendo più agili le norme esistenti anche attraverso la predisposizione di testi unici e abolendo quelle inutili valorizzando, tra l’altro, l’uso delle tecnologie informatiche. Semplificare serve, anche, ad estirpare l’illegalità che, da sempre, si annida dove non si riesce ad avere un quadro chiaro delle regole e delle responsabilità».

Le stime stabilite dalle ricerche compiute dall’Università  Tor Vergata di Roma insieme alla Columbia University e la London School of Economic, tornando alla sinergia del Vecchio Continente col Nuovo Mondo, saltano il fosso. Le chiacchiere, come si suol dire nella Città Eterna, stanno a zero: gli sprechi nel codice degli appalti sono causati per il 13% dalle infiltrazioni illegali, che è giusto contrastare (ci mancherebbe!), e per l’87% dall’incompetenza degli amministratori affezionati sia ai regimi vincolistici sia alle intenzioni stilettate.

L’inefficienza dell’Amministrazione fa sì che gli enti locali, nel momento in cui il mancato adempimento da parte del Comune di competenza porta alla mancata consegna dell’ecocentro e delle attrezzature di proprietà dello stesso Comune, divengono responsabilità dei soggetti scelti con la gara a evidenza pubblica. Quindi l’onere passa alla ditta che detiene l’appalto e da questa a chi ha il contratto di affidamento.

La legge ufficiosa dei forti coi deboli e dei deboli coi forti, in chiave contrattuale, è da pernacchie. Totò ed Eduardo De Filippo ne conoscevano l’arte e non la mettevano da parte. Dovrebbe essere accantonata casomai l’abitudine a usare la lotta alla corruzione come mezzo giustificatorio e sbaragliante: le richieste di risarcimento rilevano la penuria della terzietà. Benché costituzionalmente garantita dall’Articolo 111 della Costituzione. A meno ché per «giusto processo» non s’intenda qualcos’altro. L’e-procurement, tornando alle nuove tecnologie che nell’ambito dell’informazione hanno fatto più danni della grandine, viene indicato dall’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione) alla stregua della soluzione per non stipare più pezzi di carta e snellire dunque le norme burocratiche. Vanno sentite però tutti i diretti interessati, cercando giudici soggetti unicamente alla Legge, e non allo Stato, per stabilire con assoluta certezza se ciò corrisponde a verità.

«La natura unilaterale del titolo concessorio di affidamento del servizio pubblico è contrapposta al carattere nazionale dell’appalto» ricorda il professor Carlo Pacella (nella foto), esperto di strumenti giuridico-legislativi, organizzativi, culturali ed economici. Il carattere surrogatorio dell’attività svolta dal concessionario di pubblico servizio, che deve portare a termine le incombenze istituzionali dell’ente concedente, merita attenzione tanto quanto la quota di spesa per l’acquisto di beni e servizi dell’amministrazione rappresentata dallo Stato. Chiarire gli aspetti legati ai contratti di appalto e di affidamento, per differenziare l’attività dell’impresa concessionaria, serve anche ai fini della corretta informazione sulle imprese titolari di compositi rapporti contrattuali.

Il public procurement non va confuso con l’e-Procurement.  I distinguo in tal caso sono necessari. Non solo per mettere in luce gli aspetti peculiari dell’appalto di servizi e della concessione di servizi pubblici. Bensì anche per scansare gli strumenti di condizionamento andando, invece, incontro ai princìpi di un’informazione supportata dalle giuste verifiche. In antitesi al dilagare delle notizie parziali, tendenziose e opportuniste.

La best pratice individuata nel Portogallo per accertare gli impatti dell’e-Procurement, con la rapidità di accesso alle informazioni grazie ai dati riguardanti le piattaforme telematiche, lascia perplessi: è comprovato che i sistemi interni dell’ERP (Enterprise resource planning) necessitino di un’ulteriore messa a punto. I vantaggi percepiti dalle PMI tralignano perciò in altri acquisti, lungaggini, accumulo di materiale, sia pure telematico, e competenze esorbitanti. L’accessibilità delle PMI agli appalti pubblici, senza sentirsi sotto processo, pur avendo la coscienza a posto, resta una questione spinosa e, per molti versi, irrisolta.

La presentazione delle carte in regola è una bella gatta da pelare. L’obiettivo dell’e-Procurement di accompagnare le PMI nel codice degli appalti cede il passo ad altre realtà. Più amare. Le banalità scintillanti non riescono a ridisegnare nuovi quadri di riferimento, ad articolare procedure migliori, a definire i servizi con classificazioni efficaci. In grado di distinguere quelli condizionati sin dall’inizio da riduzioni delle capacità lavorative.

Nel Mare Magnum della burocrazia il diritto al ricorso paga lo scotto ad alcune incongruenze che appaiono, ancor prima che irritanti, avvezze alla comicità involontaria. Eppure chiarire, oltre alla visione mercantilistica del Consiglio di Stato, le contese divise dalla Corta di Cassazione tra giurisdizione burocratica e ordinaria, che si tratti sia di an debeautur (per la revisione dei prezzi) sia quantum debeatur (ossia la somma da corrispondere), non ha nulla di terroristico.

Il consiglio che un giudice abituato alla terzietà dovrebbe dare allo Stato è di rispettare le scelte delle piccole e medie imprese. Mettere i soldi nel salvadanaio a forma di porcellino ha permesso infatti agli italiani di evitare di fare la mesta fine della Grecia.

La pacata ed energica Tiziana Alterio (nella foto), che ha scritto con il collega giornalista Franco Fracassi, alieno alle bufale o fake news che dir si voglia, il libro di denuncia Colpo di stato, definisce l’organizzazione intergovernativa del MES (Meccanismo europeo di stabilità) un’estorsione “legalizzata” ai danni dei risparmiatori italiani.

Prendersi i soldi delle piccole e medie imprese, imponendo assurde percentuali obbligatorie, con le penali per il ritardo nell’esecuzione delle prestazioni contrattuali dipeso dall’eccesso di potere, sin dall’avvio dell’appalto, oltre ché dal rifiuto di produrre la documentazione necessaria, dalle mancate comunicazioni in sede di gara, dalle condizioni inaccettabili per lavorare come si deve, equivale alla stessa cosa.

Carlo Pacella in Management delle amministrazioni pubbliche e public private partnership pone laccento su questioni cruciali in tal senso: «La modalità di remunerazione dell’operatore è, come nel caso della concessione di lavori, l’elemento che permette di stabilire l’assunzione del rischio di gestione. La concessione di servizi, inoltre, riguarda di solito attività che, per la loro natura, l’oggetto e le norme che la disciplinano, possono rientrare nella sfera di responsabilità dello Stato ed essere oggetto di diritti esclusivi o speciali».

Saltare subito alle conclusioni – in merito ai diritti esclusivi, all’interesse pubblico “primario” perseguito dalle amministrazioni con la gru per prendere e il moncarello per dare, alla quota di spesa destinata ai Ciclopi, alla concessione dei servizi, agli uffici tecnici dei Comuni manchevoli – è un errore. Significa adoperare le scorciatoie del cervello. La forza discreta lontana del trionfalismo dell’arma dei carabinieri ci mette la faccia per difendere lo Stato, subendo torti anche più gravi di quelli commessi ai danni delle piccole e medie imprese. I diritti violati non gridano vendetta. Ma vanno segnalati. La partecipazione a un numero rilevante di gare per le PMI senza santi in paradiso implica dispendi di fosforo, specifiche e terzietà. Senza aspettare il sopraggiungere della terza età: i risparmi d’una vita mordono il freno e trascendono l’ovvio spirito di parte.

MASSIMILIANO SERRIELLO

“Appello agli italiani di sostenere la nostra economia, acquistando prodotti e beni realizzati in Italia”

Roma, 4/03/2020     Riceviamo e pubblichiamo

Angelo Raffaele Margiotta, Segretario Generale della CONFSAL:

“Delusi da Conte, ma attenti alla tutela dei lavoratori e delle imprese. Serve un piano strutturale”

Il Segretario Generale Angelo Raffaele Margiotta ha preso atto che il Premier Conte ha deciso di non convocare la Confsal al tavolo di confronto con le parti sociali sull’emergenza Coronavirus. “È una scelta assolutamente ingiustificabile – dice Margiotta- atteso che la grande e certificata rappresentatività della Confsal (e la sua articolazione territoriale) la pongono sullo stesso piano delle tre sigle sindacali chiamate a Palazzo Chigi. Considero l’esclusione il prezzo da pagare per essere una voce fuori dal coro, una organizzazione indipendente rispetto a Governi e partiti”.
Ciò nonostante, la Confsal continuerà come sempre a dare il proprio contributo in termini di impegno sociale e di proposte costruttive.
“Riteniamo – continua Margiotta – che il piano da 3 miliardi servirà a malapena ad adottare misure tampone che non riusciranno a contrastare la crisi economica che si era manifestata nei dati Istat (meno 40.000 posti di lavoro) ancora prima dell’emergenza Coronavirus.
Ribadiamo quindi che occorre un piano straordinario, con risorse necessarie a varare misure economiche di tipo strutturale, a partire da una forte riduzione del costo del lavoro per le piccole aziende e per i settori produttivi più deboli, dove i lavoratori patiscono salari troppo bassi e le imprese sostengono oneri troppo alti”.
L’unica risposta all’altezza della situazione è, ad oggi, pervenuta dal mondo del lavoro, dall’impegno dei lavoratori dei settori pubblico e privato e, in particolar modo, dalla eccezionale professionalità di medici e infermieri che, con spirito di abnegazione, stanno dispiegando sforzi sovrumani.
“Sono certo – conclude Margiotta – che il nostro Paese è in grado di reagire e di superare anche questa emergenza, a patto però che gli sforzi dei lavoratori e delle imprese vengano supportati da condotte consapevoli della classe politica e da scelte coraggiose del Governo, senza le quali è forte il rischio che l’emergenza sanitaria sfoci in una catastrofe economica.
Rinnovo l’appello agli italiani tutti di sostenere la nostra economia, acquistando prodotti e beni realizzati in Italia”.

Lo sviluppo dei servizi pubblici-municipali in Italia all’inizio del XX secolo

Arturo Labriola i socialisti e i risultati delle esperienze inglesi

Gestione del servizio pubblico necessaria a contrastare i monopoli 
salvaguardare la libertà di concorrenza e l’equilibrio di mercato

Raffaele Panico

             In Italia, il dibattito sulla necessità di un intervento delle Municipalità nella gestione dei pubblici servizi incomincia all’inizio del secolo e si sviluppa con la partecipazione di più correnti politiche. I socialisti, schierati ideologicamente per la municipalizzazione dei pubblici servizi, avevano trovato in Arturo Labriola la persona che voleva ottenere i risultati delle esperienze inglesi in Italia. I cattolici, ancora relegati dal non expedit papale, che impediva la loro partecipazione alla vita parlamentare nazionale, ma non a quella delle amministrazioni locali, si pronunciavano per il decentramento amministrativo, per l’abolizione dei dazi, per l’imposta progressiva e per la gestione dei servizi pubblici da parte dei comuni. Per i liberali l’origine della municipalizzazione derivava da premesse opposte. Infatti, il regime della concessione di pubblico servizio si configurava per loro come la condizione di monopolio che proprio la dottrina liberale rifiutava, considerato come l’aspetto perverso in un quadro di economia competitiva. Il ruolo del municipio nella gestione del pubblico servizio era, quindi, di contrastare i monopoli salvaguardando la libertà di concorrenza e l’equilibrio di mercato.

Il convergere di queste posizioni sull’azione delle municipalità, e le profonde trasformazioni in atto nella vita economica e sociale influirono sulla formulazione e sulla successiva attuazione del disegno di legge sulla municipalizzazione presentato da Giolitti l’11 aprile del 1902.

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Per un “Buon Governo” a supporto del settore Turistico Alberghiero

CONSIDERAZIONI su una CRISI non solo SANITARIA, 
ma fondameltamente ECONOMICA & ISTITUZIONALE 

Nella difficile congiuntura di queste ultime settimane, la CONSUL PRESS – decisamente e coerentemente con la propria Linea Editoriale – intende riproporre e rilanciare l’immagine dell’Italia nei settori fondamentali dinamici e trainanti della nostra economia, fondata sulla propria laboriosità artigianale, imprenditoriale e professionale, nonché sul proprio patrimonio storico e culturale, vantando millenarie radici nella sua antica storica civiltà  ed una sua forte proiezione nel futuro.

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Il “Doppio Colosseo” emblema del Nostro “Bel-Paese”

L’ITALIA,  sempre ai primi posti nel Mondo, ha un Primato inequivocabile. 
Con 55  siti UNESCO – Patrimonio dell’Umanità – ci segue solo la Cina!

a cura di Raffaele Panico
e di Giuliano Marchetti

ROMA, 2 marzo 2020 

L’ Associazione PANTHEON”, costituita da varie persone impegnate in ambito professionale e culturale, svolge una attività a tutela del lavoro, della imprenditorialità e dell’immagine dell’Italia, nonché di quegli “Italiani nel Mondo” che operano costruttivamente nei loro settori e, quindi, del Made in Italy
Tale Associazione edita l’Agenzia Giornalistica “CONSUL PRESS”, presente quotidianamente on-line (ed affiancata da  edizioni “Speciali” in stampa tradizionale), offrendo ampio spazio a tematiche economiche, professionali, politiche, innovative, imprenditoriali e culturali .

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Italia – Qatar Legal Working in Progress: l’intervento del Prof. Sabino Cassese

IL RAPPORTO del  PROF.  SABINO CASSESE 
su  “STATI  E  GLOBALIZZAZIONE”

A Roma, il 4 febbraio, presso il Palazzo di Giustizia ha avuto luogo il Convegno organizzato dall’Ordine Avvocati di Roma e coordinato dall’Avv. Eleonora Di Prisco, componente della Commissione Diritto Europeo e  Diritto Internazionale, delegata per i Paesi di Lingua Araba, con il duplice Patrocinio del Ministero Affari Esteri d’Italia e del Qatar, nonché con il Patrocinio dell’UNINT – Università degli Studi Internazionali di Roma.  
Sulla Consul Press, in merito a tale Convegno, dopo aver già pubblicato l’intervento di apertura dell’Avv. Eleonota Di Prisco e  dell’Ambasciatore del Qatar Abdulaziz Ahmed Almalki, si riporta qui di seguito la relazione del Prof. Sabino Cassese, Giurista, Accademico italiano e Giudice emerito della Corte Costituzionale, nonché già Professore alla School of Government presso la Luiss e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. 

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Italia – Qatar Legal Working in Progress l’intervento dell’Avvocato Raffaele Calluso

IL RAPPORTO dell’ AVV. RAFFALE CALLUSO  
sul  “PARTENARIATO ITALIA – QATAR” 

A Roma, il 4 febbraio, presso il Palazzo di Giustizia ha avuto luogo il Convegno organizzato dall’Ordine Avvocati di Roma e coordinato dall’Avv. Eleonora Di Priscocomponente della Commissione Diritto Europeo e  Diritto Internazionale, delegata per i Paesi di Lingua Araba, con il duplice Patrocinio del Ministero Affari Esteri d’Italia e del Qatar, nonché con il Patrocinio dell’UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma.  
Sulla Consul Press,  dopo aver già pubblicato gli interventi dell’Avv. Eleonota Di Prisco,  dell’Ambasciatore Abdulaziz Ahmed Almalki e del Professor Emerito Sabino Cassese, si riporta qui di seguito la relazione dell’ Avv. Raffaele Calluso, in rappresentanza della Direzione Affari Politici e Sicurezza del Ministero degli Esteri:.

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Italia – Qatar Legal Working in Progress: l’intervento dell’Ambasciatore del Qatar

L’intervento dell’Ambasciatore del Qatar
Abdulaziz Ahmed Almalki

A Roma, il 4 febbraio, presso il Palazzo di Giustizia ha avuto luogo il Convegno organizzato dall’Ordine Avvocati di Roma e coordinato dall’Avv. Eleonora Di Prisco, componente della Commissione Diritto Europeo e  Diritto Internazionale, delegata per i Paesi di Lingua Araba, con il duplice Patrocinio del Ministero Affari Esteri d’Italia e del Qatar, nonché con il Patrocinio dell’UNINT – Università degli Studi Internazionali di Roma.  
Sulla Consul Press, in merito a tale Convegno, è già stato pubblicato l’intervento di apertura dell’Avv. Eleonota Di Prisco; ora qui di seguito viene riportato l’intervento (*1) dell’Ambasciatore del Qatar Abdulaziz Ahmed Almalki.

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Comitato Tecnico Scientifico UCID Forum permanente sui valori dell’Imprenditorialità

Martedì 10 marzo 2020 – h.11,00

Comitato Tecnico Scientifico 
“Forum permanente sui valori dell’Imprenditorialità illuminata dalla fede”
sul tema:
“Popolazione e Sviluppo”

Sala Perin del Vaga, Istituto Luigi Sturzo
 Via delle Coppelle, 35 – Roma

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No droga, no problemi.
La due giorni a Roma per l’impegno tra Italia e Iran

Fermare la  “Via delle Droghe verso i Balcani
per  poi raggiungere l’Italia e l’Europa

Raffaele Panico

Roma, 21 febbraio. Nel pomeriggio si è tenuta la conferenza stampa presso l’Ambasciata della Repubblica islamica dell’Iran con il Brig. Gen. Masoud Zahedian, Capo delle Forze di Polizia Antinarcotici dell’Iran, a conclusione della due giorni nella Capitale per le “Politiche antidroga, prevenzione e contrasto dei fenomeni e delle rotte internazionali. Strategie di cooperazione nella lotta al narcotraffico”.

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Un Governo “boccheggiante”… sostenuto da un Parlamento “agonizzante”

Quando il Parlamento non rappresenta più la Nazione,
dovrebbero essere imposte Nuove Elezioni  (*1)

una analisi di Stelio W. Venceslai

Il governo boccheggia, tenuto  in piedi con le stampelle, come un pugile suonato. Non molla, perché tutti hanno paura di perdere il posto. Dopo nove anni di crisi economica e politica, fa stupore che ci sia ancora qualcuno che propone interventi choc sull’economia (v. Giuseppi”  Conte) o di natura costituzionale (v. “Mattia”  Renzi). Belle idee, peccato che siano stantie e non ci creda nessuno. È la scoperta dell’acqua calda.

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Brennero – Fortezza. L’incontro di san Valentino e le posizioni “sovraniste” dell’Austria

Massimiliano Morreale

Brennero, 14 febbraio scorso, si è tenuto a Fortezza dopo un vertice a Innsbruck, l’incontro tra la ministra ai Trasporti De Micheli, la commissaria europea Adina Valean e il presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher per fare il punto sulla decisione unilaterale dell’Austria al transito dei trasporti su Tir. Posizione che di fatto significa la fine del Mercato Unico. L’Austria non intende indietreggiare, mentre la commissaria europea tenta di facilitare un dialogo; la Provincia di Bolzano propone nuove regole valide sulla tratta Monaco-Verona, l’associazione dei trasportatori ANITA minaccia un ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la posizione austriaca mentre Roma sollecita Bruxelles. Le regioni della Baviera, del Tirolo e dell’Alto Adige godono ottime condizioni economiche, prosperità dovuta proprio ai collegamenti che favoriscono le loro economie orientate all’esportazione e all’importazione.

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Scenari geopolitici in Europa, Italia e Asia, in un’analisi di Vision & global Trends

Lunedì 2 marzo 2020

L’Europa, l’Italia e l’Asia Centrale

Scenari geopolitici e panorama geoeconomico

Orario: 15:00 – 19:00

Sala della Regina – Camera dei Deputati – Roma

Ingresso a partire dalle 14:30 – Piazza del Parlamento 25

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“Avere un domani, riflettere per progettare un futuro umano”

 Raffaele Panico

Si è tenuto un importante convegno su temi primari, vitali e fondamentali per le èlite e molto sentiti anche per l’opinione pubblica che deve informarsi. Tematiche in corso d’opera, portatrici di notevoli sviluppi nei prossimi anni. Il trend del futuro ormai ha accelerato i tempi di innovazione o meglio rivoluzione tecnologica e scientifica rispetto al secolo scorso, il Novecento, quando il “cambio regime tecnico/scientifico” avveniva nel corso di alcuni decenni, circa ogni 50 anni, a far data dalle prime rivoluzioni industriali incipienti in Europa, iniziate in Inghilterra, nella seconda metà del Settecento.


In quelle rivoluzioni che proseguivano successivamente nell’Ottocento, durante appunto il secolo delle “magnifiche sorti e progressive”, il cambio del paradigma – motorizzazione a vapore, quando nella vecchia e cara Europa apparivano ancora le carrozze e cavalli nel panorama delle città e porti con battelli a vapore e locomotive che entravano nelle città, la civiltà europea abbatteva così i muri delle vecchie città medioevali, nel periodo della massima espansione europea nel Mondo intero della “belle epoque”… poi motorizzazione a scoppio, elettrificazione le linee ferroviarie, solo per citare il settore trasporti che tanto attanaglia oggi le nostre città… fino alla rivoluzione continua grazie all’elettronica, l’informatica, il digitale, e adesso Intelligenza artificiale e rivoluzione quantistica.
Il futuro in ogni suo aspetto tanto nel macro, ovvero nelle missioni nel cosmo alla scoperta di pianeti e sistemi extra solari, quanto nel microcosmo, l’infinitamente minuscolo mondo delle particelle subatomiche e il fantastico mondo della meccanica e poi fisica quantistica e legami col vivente.
Apparve già negli anni Sessanta e Settanta la Futurologia intesa oramai non come scienza esatta certamente, non è matematica pura, ma storia di un futuro possibile, prevedibile a fronte di catastrofi dovute all’errore umano e aprirsi così ad un pensiero futuribile. Futurologia verso archeologia, ossia un tentativo di essere, per forza di cose, storici del futuro – la previsione, sul verso opposto della direzione della storia, lo storico del passato che studia le città sepolte, le necropoli che, tornando alle moderne tecniche anche in questa ricerca della conoscenza l’arena si è estesa in dimensioni e capacità di conoscenza; possiamo sapere tutto su – a titolo d’esempio – la mummia Otzi in Alto Adige i suoi ultimi minuti ore e quarti d’ora, eccetera eccetera. Tutto ciò premesso il convegno di studi intitolato “Avere un domani, riflettere per progettare un futuro umano”, organizzato dalla Lega per Salvini Premier e dalla associazione culturale Destra Liberale Italiana si è tenuto il 15 e il 16 gennaio scorsi, a Roma, presso l’Hotel Massimo D’Azeglio. L’evento sarà trasmesso, a partire dalle ore 12, domenica 2 9 febbraio su One Tv (Canale 86 del digitale terrestre nella regione Lazio). La “due giorni” del convegno a cui hanno partecipato intellettuali, studiosi e personalità del mondo della politica, della cultura, dell’imprenditoria e dell’informazione verrà trasmessa inoltre h24 sul Canale YouTube di One Tv. Qui di seguito il programma completo degli interventi che si sono succeduti durante le due giornate.   

PROMEMORIA DELLE GIORNATE E TEMI TRATTATI 

Il convegno di studi intitolato “Avere un domani, riflettere per progettare un futuro umano”, organizzato dalla Lega per Salvini Premier e dalla associazione culturale Destra Liberale Italiana e tenutosi il 15 e il 16 gennaio scorsi all’Hotel Massimo D’Azeglio di Roma, verrà trasmesso (a partire dalle ore 12) domenica 2 9 febbraio su One Tv (Canale 86 del digitale terrestre nella regione Lazio). La “due giorni” del convegno a cui hanno partecipato intellettuali, studiosi e personalità del mondo della politica, della cultura, dell’imprenditoria e dell’informazione verrà trasmessa inoltre h24 sul Canale YouTube di One Tv. A seguire il programma completo degli interventi che si sono succeduti durante le due giornate:

   

PRIMA GIORNATA. MATTINA ORE 10  – Presiede On. GIANCARLO GIORGETTI
CONOSCERE E PROGETTARE PER IL DOMANI  – 

LA COLONIZZAZIONE DEL SISTEMA SOLARE COME SPAZIO DI VITA

ON. GIUSEPPE BASINI (Astrofisico) 
ON. ENZO SAVARESE (già dir. Cira)

 INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROBOTICA, INTERNET E UMANESIMO

GIORGIO A. ROSSI  (Ing. Imprenditore settore Automazione) 
PAOLO PICCARI (Prof. Fil. Teor. Un. Si) 
BENEDETTO INTRIGILA (Prof. Ord. Informatica Università Roma Due

LA RIVOLUZIONE BIOLOGICA, LA BIONICA E L’ETICA

DAVIDE EDERLE (Biotecnologo, pres. Ass. nazionale Biotecnologi Italiani)
 
PIERO CASCONE (Prof. di Chirurgia, Università Roma I, Policlinico Umberto I) 
MARIANO BIANCA (Prof. Filos. Teor. Un. Siena)

I FUTURI SISTEMI D’ARMA E LA TERRA SEMPRE PIÙ STRETTA

ON. RAFFAELE VOLPI
GUIDO CROSETTO (Pres. Fed. Imprese Difesa e Spazio)

FISICA QUANTISTICA. LA NUOVA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA E TECNICA

MARCO RICCI (Pr. Ric. Lab. Naz. Infn, Resp. Naz. Raggi Cosmici Alta energia) 
SERGIO BERTOLUCCI (Ord. Un. Bo, già dir. Ricerca Cern e pres. Grandi Rischi) 
GIANCARLO SUSINNO (Fisico particelle elementari, Cern, prof. emerito Università Calabria)

PRIMA GIORNATA POMERIGGIO ORE 15,30  – Presiede ARTURO DIACONALE

LA DEMOCRAZIA LIBERALE NELLA SOCIETÀ DEL FUTURO 

GIUSEPPE VEGAS (Doc. Econ. Università Cattolica), 
GIOVANNI ORSINA (Prof. Ordinario Luiss)

FORZA E RUOLO DEGLI ANACRONISMI NEL MONDO POSTMODERNO

ALESSANDRO SACCHI (Avv. Cassazionista, Pres. Unione Monarchica Italiana) 
PAOLO SARDOS ALBERTINI (Avv. Pres. L.N. Trieste)

DATE A CESARE. RATISBONA, L’OCCIDENTE, LA NOSTRA E LE ALTRE RELIGIONI

GUGLIELMO DE GIOVANNI CENTELLES (Prof. Mediev. Unisob Napoli) 
ON. ROCCO BUTTIGLIONE (Prof. Filos. politica Un. Edith Stein Barcellona) 
AMB. GIULIO TERZI DI SANT’AGATA (Già ministro degli Affari Esteri)

LIBERTÀ DI INFORMAZIONE E DI ANTENNA IN ERA INFORMATICA

ON. GIORGIO MULE’ (Doc. Comunicazione, già dir. Panorama) 
SEN. MAURIZIO GASPARRI

TAVOLA ROTONDA SU REALTÀ E RAPPRESENTAZIONE. I MEDIA E IL POLITICALLY CORRECT

AUGUSTO MINZOLINI (Opinionista de Il Giornale, già direttore del Tg1) 
ENRICO MORBELLI (Dir. Scuola Liberalismo) 
FRANCO BECHIS (Dir. de Il Tempo) 
ALESSIO FALCONIO (Dir. Radio Radicale)

  SECONDA GIORNATA. MATTINA, ORE 10 –  Presiede ON. CINZIA BONFRISCO)

ECOSISTEMA ED EFFETTO SERRA. MITI E REALTÀ, OGGI E DOMANI

FRANCO BATTAGLIA (Prof. Università Modena) 
SERGIO BARTALUCCI (Ricercatore, presidente Astri) 
CORRADO OCONE (Filosofo Luiss)

ALLARGARE I LIMITI ALLO SVILUPPO PER LA LIBERTÀ. L’ECONOMIA CIRCOLARE

GIANCARLO MORANDI (Ing. Pres. Cobat Consorzio per il riciclo) 
PIERLUIGI BORGHINI (Ing. Imprenditore, già pres. Industriali del Lazio)

IL MIX ENERGETICO PER L’ECOLOGIA E L’ECONOMIA

FABRIZIO CUMO (Ing. doc. Un. Roma Uno Energ.) 
ANTONIO NAVIGLIO (Doc. Un. Roma, SRS)

ORO, MONETA CARTACEA, ELETTRONICA E VIRTUALE

ON. MASSIMO GARAVAGLIA 
CARLO PELANDA (Prof. Econ. Università Marconi Roma)

FLAT TAX COMPORTA FLAT CUT. TASSAZIONE INDIRETTA E FONDAZIONI

ON. GIUSEPPE BENEDETTO (Pres. Fondazione Einaudi) 
ON. CLAUDIO BORGHI AQUILINI 
ELENA VIGLIANO (Fiscalista, Ass. Stato Minimo)

RIVOLUZIONE DEL TELELAVORO IN URBANISTICA E RELAZIONI INDUSTRIALI

ON. CLAUDIO DURIGON 
ON. ARCH. GABRIELE PAGLIUZZI (Expo Novegro)

 SECONDA GIORNATA. POMERIGGIO ORE 15,30 – Presiede ON. GIUSEPPE BASINI

LO STATO DI DIRITTO, LA DEMOCRAZIA E I NUOVI PERICOLI

ON. RICCARDO MOLINARI 
MICHELE GELARDI (Prof. Avvocato penalista)

UNA EUROPA DEMOCRATICA COME SVILUPPO DELLA NAZIONE ITALIANA

ON. CINZIA BONFRISCO (Eurodeputata) 
ON. CRISTINA PATELLI

SALVARE LE RADICI. L’IDENTITÀ PER LA NOSTRA LIBERTÀ E NOI STESSI

FEDERICO IADICICCO (Econom. pres. Anpit) 
 
ARTURO DIACONALE (Dir. de L’Opinione delle Libertà)

 TAVOLA ROTONDA – IL RUOLO DELLE FONDAZIONI LIBERALI E CONSERVATRICI

SEN. ADOLFO URSO (Pres. FareFuturo) 
AVV. GIUSEPPE BENEDETTO (Pres. Fondazione Einaudi) 
GEOFFREY VAN ORDEN (Pres. of New Direction) 
DOTT. RAFFAELLO SAVARESE (Stato Minimo) 
NICOLÒ SELLA DI MONTELUCE (Pres. Fond. Opera Pia Sella)

IL PERCHÉ DI UN CONVEGNO. IL FUTURO CHE DETERMINA IL PRESENTE.

ON. GIUSEPPE BASINI (CONCLUSIONI FINALI)

Legge Bonafede: sospensione della prescrizione dopo il primo grado

C’è in giro da noi un virus letale, molto più pernicioso e mortifero di quello cinese, che non conosce vaccini, che non ha di fronte schiere di ricercatori in azione pronti a isolarlo e sconfiggerlo, ma che gode di una protezione armata di consorterie e di corporazioni. 
E’ un virus che attacca le coscienze attraverso i veicoli compiacenti dei media e di alcuni istituzioni piegate dalla politica, mentre il cosiddetto buon senso comune se ne sta nascosto.

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Debito Pubblico: il dibattito presso la Camera organizzato dall’Università Federiciana

Si è tenuto il 31 gennaio u.s. nelle prestigiosa sala della Camera dei Deputati, Aldo Moro, un partecipatissimo convegno sul debito pubblico italiano e la sua sostenibilità, organizzato dall’Università Federiciana, voluta fortemente dall’ora Rettore Prof Salvatore Maria Mattia Giraldi e dall’Avv. Carla Stancati. L’incontro è stato organizzato dalla Prof. Maria Pia Turiello.

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Di Maio, non più leader del Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio, oramai ex leader del Movimento 5 stelle (M5S) e Ministro degli Esteri italiano, si è dimesso mercoledì dalle sue funzioni nel partito e ha certificato l’esistenza di una perdurante crisi nel “Mondo Grillino”,  inteso come partito e come popolo. 
Di Maio, ha deciso di ritirarsi poco prima delle elezioni svoltesi domenica 26 gennaio in Emilia Romagna, ove era previsto per il Movimento 5 Stelle un risultato disastroso che puntualmente si è verificato. 
Il grillino, classe 86, con la sua “mossa” ha cercato di porre fine alle enormi tensioni succedutesi all’interno di una formazione, che è passata dal vincere le ultime elezioni nel marzo 2018 con il 33% dei voti, ad un crollo inevitabile.

Image result for luigi di maio A sinistra Luigi Di Maio

Di Maio, eletto capo politico a settembre 2017, ha deciso di sottoscrivere un “Patto (…o Contratto) di Governo” con la Lega. Una parte numericamente importante dell’elettorato si è opposta per motivi ideologici a tale accordo, ma il leader ha sfruttato l’opportunità della strategia politica per continuare a crescere e raggiungere una maggioranza sufficiente nel medio termine. Pochi mesi dopo il partito di Salvini ha letteralmente divorato i grillini, diventando la forza più votata alle elezioni europee e la preferita di molti ex elettori dell’M5S.

Di Maio ha tenuto un solenne discorso nella Capitale: ”Il mio lavoro è finito”, ha dichiarato. Ma ha sottolineato che continuerà a “lavorare per il bene degli italiani come ministro degli Esteri. Oggi un’era è chiusa e il movimento deve essere riformato. Se negli ultimi anni non ci fossimo rivolti così spesso l’uno contro l’altro, avremmo raggiunto risultati ancora più importanti. Siamo un progetto rivoluzionario e continueremo a essere decisivi per l’Italia“. Queste le sue parole, anche se, negli ultimi tempi, tutto ciò che è accaduto indica il contrario.

 

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Nelle ultime settimane ben trenta rappresentanti dell’M5S, inclusi deputati e senatori, hanno lasciato il partito. Una vero e proprio esodo, considerando la fragilità della maggioranza parlamentare formata da M5S/ PD/ e Italia Viva per mantenere in piedi il governo, soprattutto da quando la coalizione di centrodestra guidata da Matteo Salvini sta cercando di delegittimare l’esecutivo. Inizialmente sono stati tre i senatori che hanno cambiato bandiera, abbracciando la Lega; successivamente hanno presentato le dimissioni Lorenzo Fioramonti, Ministro della Pubblica Istruzione, sostenendo la mancanza di impegno da parte del Consiglio dei Ministri, e, in seconda battuta, è stato espulso il senatore Gianluigi Paragone per essersi ribellato alla disciplina del voto.

Il leader politico era contrario a stringere un’alleanza con il PD per sfrattare Matteo Salvini ed evitare elezioni anticipate. Avrebbe preferito ricostruire il rapporto con il leader della Lega, che si offrì di diventare primo ministro se fosse riuscito a invertire il piano che era stato messo in atto contro di lui e mantenere un dirigente estremamente populista. I maggiori esponenti del movimento, ovvero il comico Beppe Grillo e l’uomo d’affari Davide Casaleggio, lo hanno convinto ad accettare il cambio di tavolo e ad adattarsi alla nuova situazione. Ma non si è mai sentito a suo agio in tale nuova situazione.

L’esecutivo Giuseppe Conte Luigi Di Maio non gli parla da mesi – deve ora vedere come gestisce una situazione complicata. Il primo ministro ha già dichiarato che rispetterà qualsiasi decisione di Di Maio e che è sicuro che agirà con responsabilità. Un’idea che non corrisponde del tutto alla realtà, in quanto secondo fonti vicine al leader dell’M5S, in realtà cerca di spostarsi di lato per tornare ad altre funzioni una volta passato l’uragano delle prossime settimane. Ad ogni modo, si stanno già prendendo in considerazione nomi per sostituirlo, tra cui il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, o  Alessandro Di Battista. Per il momento, e fino al prossimo congresso M5S, le redini passano provvisoriamente a Vito Crimi, il membro più anziano del comitato di garanzia del partito.

Riflessioni sul risultato delle Elezioni Regionali 2020

I  VERI   PROFESSIONISTI  della  pOLITICA (*1)

un’ approfondita analisi di DOMENICO GIGLIO 
ed alcune “note” a cura di Giuliano Marchetti  

Se  avevamo definito i “Cinque Stelle” dilettanti allo sbaraglio dobbiamo dare  atto che l’attuale  segretario  del PD, nonché Presidente  della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, da vero professionista della politica, ha saputo  trasformare  in vittoria  quella che in realtà è stata  una mezza  sconfitta.

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