“I magliari” è il titolo di un celebre film, diretto nel 1959 da Francesco Rosi e interpretato da Renato Salvatori, Alberto Sordi e Belinda Lee. La storia è ambientata nell’allora Germania Ovest e racconta gli imbrogli di un gruppo, appunto, di magliari italiani per vendere merce di dubbia qualità e provenienza.
L’IPOCRISIA VILE ANTIFASCISTA
CONTRO l’ASSESSORE al TURISMO
di Franco D’Emilio
Nei giorni scorsi ha suscitato clamore un intervento di Lara Magoni, Assessore al Turismo della regione Lombardia, in quota al partito Fratelli d’Italia, riguardo alle tutele sociali dello stato fascista, soprattutto nei confronti dei lavoratori.
Negli ultimi tempi si sente spesso nominare la parola debito pubblico dello Stato e nelle ultime elezioni politiche la stessa è stata strausata dai diversi partiti in campagna elettorale.
E’ bene spiegare di cosa si tratta e come incide sull’attività delle piccole imprese. Per debito pubblico si intende quel debito dello Stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri quali individui, imprese, banche o Stati esteri, che hanno sottoscritto un credito allo Stato nell’acquisizione di obbligazioni o titoli di stato.
La settimana scorsa tre paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti d’America, la Gran Bretagna, tradizionale alleata militare, e la Francia che aspira al ruolo di galletto nell’Europa continentale di un’Unione europea a pezzi, hanno fatto rullare i tamburi di guerra, quelli fatti con pelle d’asino dal suono più cupo, emesso per intimorire come preludio a nuove operazioni.
«Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?», recitava con arroganza la regina Crimilde nella favola di Biancaneve. È più o meno, quello che accade di questi tempi post elettorali, dove , al posto della malvagia regina, i leaders politici si palleggiano l’onere e l’onore di formare un governo. Vedremo poi se al confronto del muro contro muro subentreranno le alchimie della spartizione o il salto nel buio di una nuova tornata elettorale. Quello, invece, che, ad un semplice sguardo, salta agli occhi è l’attuale composizione geografica del voto del 4 marzo: se mettiamo a confronto le due cartine dello stivale, così come risultano con i confini ben delineati dalla volontà popolare, si evidenzia ancora una volta la marcata differenziazione tra Nord e Sud.