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Legge Bonafede: sospensione della prescrizione dopo il primo grado

C’è in giro da noi un virus letale, molto più pernicioso e mortifero di quello cinese, che non conosce vaccini, che non ha di fronte schiere di ricercatori in azione pronti a isolarlo e sconfiggerlo, ma che gode di una protezione armata di consorterie e di corporazioni. 
E’ un virus che attacca le coscienze attraverso i veicoli compiacenti dei media e di alcuni istituzioni piegate dalla politica, mentre il cosiddetto buon senso comune se ne sta nascosto.

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Debito Pubblico: il dibattito presso la Camera organizzato dall’Università Federiciana

Si è tenuto il 31 gennaio u.s. nelle prestigiosa sala della Camera dei Deputati, Aldo Moro, un partecipatissimo convegno sul debito pubblico italiano e la sua sostenibilità, organizzato dall’Università Federiciana, voluta fortemente dall’ora Rettore Prof Salvatore Maria Mattia Giraldi e dall’Avv. Carla Stancati. L’incontro è stato organizzato dalla Prof. Maria Pia Turiello.

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Di Maio, non più leader del Movimento 5 Stelle

Luigi Di Maio, oramai ex leader del Movimento 5 stelle (M5S) e Ministro degli Esteri italiano, si è dimesso mercoledì dalle sue funzioni nel partito e ha certificato l’esistenza di una perdurante crisi nel “Mondo Grillino”,  inteso come partito e come popolo. 
Di Maio, ha deciso di ritirarsi poco prima delle elezioni svoltesi domenica 26 gennaio in Emilia Romagna, ove era previsto per il Movimento 5 Stelle un risultato disastroso che puntualmente si è verificato. 
Il grillino, classe 86, con la sua “mossa” ha cercato di porre fine alle enormi tensioni succedutesi all’interno di una formazione, che è passata dal vincere le ultime elezioni nel marzo 2018 con il 33% dei voti, ad un crollo inevitabile.

Image result for luigi di maio A sinistra Luigi Di Maio

Di Maio, eletto capo politico a settembre 2017, ha deciso di sottoscrivere un “Patto (…o Contratto) di Governo” con la Lega. Una parte numericamente importante dell’elettorato si è opposta per motivi ideologici a tale accordo, ma il leader ha sfruttato l’opportunità della strategia politica per continuare a crescere e raggiungere una maggioranza sufficiente nel medio termine. Pochi mesi dopo il partito di Salvini ha letteralmente divorato i grillini, diventando la forza più votata alle elezioni europee e la preferita di molti ex elettori dell’M5S.

Di Maio ha tenuto un solenne discorso nella Capitale: ”Il mio lavoro è finito”, ha dichiarato. Ma ha sottolineato che continuerà a “lavorare per il bene degli italiani come ministro degli Esteri. Oggi un’era è chiusa e il movimento deve essere riformato. Se negli ultimi anni non ci fossimo rivolti così spesso l’uno contro l’altro, avremmo raggiunto risultati ancora più importanti. Siamo un progetto rivoluzionario e continueremo a essere decisivi per l’Italia“. Queste le sue parole, anche se, negli ultimi tempi, tutto ciò che è accaduto indica il contrario.

 

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Nelle ultime settimane ben trenta rappresentanti dell’M5S, inclusi deputati e senatori, hanno lasciato il partito. Una vero e proprio esodo, considerando la fragilità della maggioranza parlamentare formata da M5S/ PD/ e Italia Viva per mantenere in piedi il governo, soprattutto da quando la coalizione di centrodestra guidata da Matteo Salvini sta cercando di delegittimare l’esecutivo. Inizialmente sono stati tre i senatori che hanno cambiato bandiera, abbracciando la Lega; successivamente hanno presentato le dimissioni Lorenzo Fioramonti, Ministro della Pubblica Istruzione, sostenendo la mancanza di impegno da parte del Consiglio dei Ministri, e, in seconda battuta, è stato espulso il senatore Gianluigi Paragone per essersi ribellato alla disciplina del voto.

Il leader politico era contrario a stringere un’alleanza con il PD per sfrattare Matteo Salvini ed evitare elezioni anticipate. Avrebbe preferito ricostruire il rapporto con il leader della Lega, che si offrì di diventare primo ministro se fosse riuscito a invertire il piano che era stato messo in atto contro di lui e mantenere un dirigente estremamente populista. I maggiori esponenti del movimento, ovvero il comico Beppe Grillo e l’uomo d’affari Davide Casaleggio, lo hanno convinto ad accettare il cambio di tavolo e ad adattarsi alla nuova situazione. Ma non si è mai sentito a suo agio in tale nuova situazione.

L’esecutivo Giuseppe Conte Luigi Di Maio non gli parla da mesi – deve ora vedere come gestisce una situazione complicata. Il primo ministro ha già dichiarato che rispetterà qualsiasi decisione di Di Maio e che è sicuro che agirà con responsabilità. Un’idea che non corrisponde del tutto alla realtà, in quanto secondo fonti vicine al leader dell’M5S, in realtà cerca di spostarsi di lato per tornare ad altre funzioni una volta passato l’uragano delle prossime settimane. Ad ogni modo, si stanno già prendendo in considerazione nomi per sostituirlo, tra cui il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, o  Alessandro Di Battista. Per il momento, e fino al prossimo congresso M5S, le redini passano provvisoriamente a Vito Crimi, il membro più anziano del comitato di garanzia del partito.

Riflessioni sul risultato delle Elezioni Regionali 2020

I  VERI   PROFESSIONISTI  della  pOLITICA (*1)

un’ approfondita analisi di DOMENICO GIGLIO 
ed alcune “note” a cura di Giuliano Marchetti  

Se  avevamo definito i “Cinque Stelle” dilettanti allo sbaraglio dobbiamo dare  atto che l’attuale  segretario  del PD, nonché Presidente  della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, da vero professionista della politica, ha saputo  trasformare  in vittoria  quella che in realtà è stata  una mezza  sconfitta.

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La valanga “verde” non si ferma

MOLTE REGIONI SONO SEMPRE PIU’ VERDI …… 
E C’E’ DA AUSPICARSI SEMPRE PIU’ TRICOLORI 

Salvini l’istrionico anticipa tutti ed alle 24:30 prima ancora della diffusione di dati ufficiali commenta con toni distesi il risultato delle urne Emiliane e con naturalezza offre apertura ai compagni di coalizione.

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Mediterraneo e Medio Oriente
tra crisi diplomatiche e scontri di guerra

Una “Tragedia” in corso, ancora senza Atto Finale

………… CUI  PRODEST  ?

una analisi dell’ Ambasciatore TORQUATO CARDILLI*

E’ un’espressione latina, utilizzata retoricamente quando si è alla ricerca investigativa del movente che spinge qualcuno ad una certa azione, risalente a Lucio Cassio e a Cicerone, ripresa poi da Seneca che la mette in bocca a Medea cui prodest scelus, is fecit”, cioè “chi trae vantaggio dal crimine ne è l’autore (o il mandante). 
Lasciandoci guidare da questa massima non possiamo comprendere le ragioni di quanto accade da molti anni nel Medio Oriente, senza risalire alle origini storiche del colonialismo, il cui albero, di salde radici e vari innesti, produce ancora frutti amari.

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