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Sassonia in fermento per elezioni regionali

Berlino – In Sassonia, Land della Germania sudorientale di grande importanza sul piano sia dell’economia (con la presenza storica dell’industria mineraria e quella, più recente, dell’elettronica per i microprocessori, nata negli anni ’90) e del turismo, Regione che già sotto il regime comunista della DDR era tra le più avanzate, c’è grande fermento in attesa delle elezioni regionali del 1 settembre.

La Sassonia, infatti, pur essendo tuttora il Land tedesco a più ‘rapida crescita economica, mantiene un alto tasso di disoccupazione e un basso tasso di investimenti produttivi: e – come, del resto, tutte le regioni ex DDR – è al centro di un’attenta politica comunitaria di aiuti per lo sviluppo.

In questo Land, così, sono particolarmente attive varie formazioni politiche di estrema destra. Sia quelle più “classiche”, come l’ AfD, Alternativa per la Germania, di Alice Weidel,  partito erede dei vecchi Nazional democratici e Republikaner e assimilabile allo spagnolo Vox e al greco Alba Dorata, giunto, alle elezioni europee, al 10,9% dei consensi in tutto il Paese, con 11 eurodeputati eletti, che altre di nuovo stampo. Tra queste, risultano attivi, specie nei distretti orientali della Sassonia, movimenti come “Pegida”, centrato soprattutto su antiislamismo e xenofobia, nato proprio a Dresda nel 2014, e il recentissimo Movimento identitario. Che, pur contando solo 600 iscritti in tutta la Germania, ha stretti rapporti con organizzazioni analoghe di Austria e altri Paesi UE; e solleva spesso polemiche  per le opinioni di vari membri della direzione, che hanno alle  spalle un passato in formazioni di stampo dichiaratamente fascista, e a cui è capitato di elogiare i tempi del Terzo Reich.

Ma è soprattutto AfD ad essere popolare in varie zone della Sassonia; nelle aree vicine alla Polonia e alla Repubblica Ceca, durante le ultime elezioni al Bundestag ha vinto persino con la conservatrice CDU, che da decenni trionfava in tutto il  Land. Un sindaco CDU governa da anni anche a Görlitz, cittadina di circa 50.000 abitanti molto vicina alla Polonia, e il cui territorio, anzi, sin dal 1945 è letteralmente tagliato in due dal passaggio della linea Oder- Neisse, che segna la frontiera con Varsavia.  A Gorlitz sono molto sentiti i problemi sia dell’immigrazione che dei rapporti coi vicini polacchi,  non sempre facili: ladri e  teppisti vari – come documentato, ultimamente, anche da vari media europei – imperversano spesso nella parte tedesca della città, rientrando poi comodamente nella parte polacca col semplice attraversamento di un ponte. A rivaleggiare fortemente coi democristiani a Görlitz c’è proprio la AfD, il cui candidato, Sebastian Wippel, è un ex-poliziotto il cui  punto  programmatico chiave  è riportare la sicurezza in città.

Evidenti le analogie tra questo partito e la Lega di Salvini, infatti (leader che, tra l’altro, ha rapporti  con vari esponenti delle nuove destre europee). AfD parte da innegabili esigenze e stati d’animo dei cittadini scivolando, poi, su terreni xenofobi, ultranazionalisti e antiimmigrazione “a priori”.

La Corte costituzionale tedesca ultimamente ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato proprio  dall’AfD della Sassonia contro l’annullamento, da parte della commissione elettorale, di una cospicua parte dei suoi candidati alle prossime elezioni del 1 settembre. Sul tema, però, è attesa una decisione definitiva da parte  della Corte costituzionale del land, a Lipsia.

Se anche l’organo costituzionale della Sassonia respingerà il ricorso dei populisti di destra, nel Land saranno candidabili, per l’Afd, solo i primi 18 della lista, che conteneva inizialmente 61 candidati. Ciò significa che, se il partito populista avrà in Sassonia una performance notevole (dai sondaggi risulterebbe la prima forza, testa a testa con la Cdu), comunque non potrà eleggere più di 18 deputati: gli altri seggi andranno ripartiti tra le altre formazioni.

I motivi del respingimento del ricorso di AfD da parte dei giudici di Karlsruhe, comunque, sembrano toccare solo il piano giuridico-formale.

 Fabrizio Federici

Esecuzioni immobiliari: un fallimento per i creditori !

I CREDITORI DECRETANO LA ROVINA
DI VARIE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE

………CIO’ PER RECUPERARE IL 33% DEL LORO CREDITO, COME DIMOSTRANO INCONFUTABILMENTE LE STATISTICHE

una circostanziata analisi di GIOVANNI PASTORE 

BANCHE, FONDI SPECULATIVI, CREDITORI E DEBITORI DEBBONO COOPERARE PER SOLUZIONI PIÙ EQUE.  Infatti Il sistema sta collassando, il malaffare si diffonde, favorito da interpretazioni elastiche delle norme;  la fiducia nella giustizia è distrutta da ordinanze a vantaggio esclusivo dei creditori. Ciò che sta succedendo era prevedibile ed è stato previsto già 18 mesi fa !

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Bitcoin, Libra, Criptovalute… e non solo

UNA PANORAMICA SUL  “BLOCKCHAIN WEEK ROMA” 

Cosa sia una cripto valuta  non tutti sono in grado di dirlo, anche se in tanti ne hanno sentito parlare delle più famose come Bitcoin e Libra. Più difficile invece sapere che cosa è blockchain, una sorta di registro digitale di transazioni ordinate cronologicamente, strettamente connesso  alla vita delle monete digitali ma non solo.  La materia è delicata. Sembrerebbe appannaggio di pochi iniziati in realtà pian piano anche il grande pubblico, superata una certa diffidenza, si sta avvicinando a questo mondo al momento ancora poco conosciuto.  A facilitare questo processo vi sono una serie di manifestazioni organizzate da società in grande dimestichezza con il mondo delle monete digitali e con quello del blockchain.

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Lorenzo Tagliavanti: definire e completare la riforma delle C.C.I.A.A.

Alla vigilia dell’incontro tra i Vertici dell’ Unioncamere, 
il Presidente della Camera di Commercio parla della riforma.

Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, intervistato, domenica 14 Luglio presso Agricoltura Nuova, Castel di Leva 371, Roma, in occasione della “Festa de L’Unità”, dove è stato ospite d’eccezione per discutere, insieme a Patrizia Prestipino di rinascita economica e civile per il Paese e per Roma, dice la sua sulla riforma delle Camere di Commercio.

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Global Committee riporta il pensiero del futuro Capo della politica estera in Europa

La Redazione riceve la seguente notizia, che, nonostante la gravità, attenua un allarme. L’Europa non è nuova di fronte a queste prese di posizione o alle azioni USA con qualche Stato Europeo per decostruire l’Unione ed il Mediterraneo. 

Appare probabile che l’imperialismo di alcuni rischi di accendere continuamente focolai nel mondo. E’ il consueto sdoppiamento fra propaganda verbale e verità di azione a proposito di democrazia e buonismo wasp.

                                                                                                                   M.G.

 

Il futuro capo della politica estera dell’UE, l’ex Ministro degli Esteri spagnolo Josep Borrell, aveva affermato in un’intervista a Politico che bisogna abituarsi al fatto che l’Iran voglia distruggere Israele. Alla domanda sull’accordo nucleare da cui gli Stati Uniti si sono ritirati, Borrell ha risposto: “Gli americani hanno deciso di ucciderlo unilateralmente, senza curarsi degli interessi europei. Non siamo bambini che seguono quello che dicono gli Americani. Abbiamo le nostre prospettive, interessi e strategie, e continueremo a lavorare con l’Iran. Sarebbe molto negativo per noi se gli Iraniani continuassero a sviluppare un’arma nucleare (…) l’Iran vuole annientare Israele; niente di nuovo a riguardo. Dobbiamo conviverci.”

Il 6 novembre, un giorno dopo che gli Stati Uniti hanno reimpostato un’ultima tranche di sanzioni contro l’Iran, Borrell si è unito alle critiche mosse dal Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov agli Stati Uniti, dichiarando di aver rifiutato “qualsiasi tipo di posizione che assomigli a un ultimatum di chiunque e anche degli Stati Uniti”.