In onore del nuovo film Disney in uscita nelle sale italiane il 16 marzo, arriva a Londra una sala da Tè ispirata completamente a La Bella e la Bestia. Quale modo migliore per rivivere appieno la magia dell’amato Classico Disney?
La 50 Best Restaurants, famosa classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo redatta sulla base del giudizio di 837 esperti del settore, ha da qualche tempo anche una sua versione asiatica. Per ben tre anni consecutivi il miglior ristorante asiatico risulta essere sempre lo stesso; si chiama Gaggan, dal nome dello chef di origini indiane, Gaggan Anand, e si trova a Bangkok in Thailandia.
Nel giorno dell’assassinio di suo marito, il 22 novembre del 1963, la first lady Jackie Kennedy indossava un vestito rosa confetto di Chanel. L’abito che rimase macchiato di sangue non fu mai stato lavato e non potrà essere esposto al pubblico fino al 2103 per volere della figlia Karoline.
Come riporta Il Tempo l’abito è conservato in un in una stanza senza finestre con un’umidità mantenuta al quaranta per cento; l’aria viene cambiata sei volte ogni ora. Il prezioso tessuto vale più di un reperto preistorico, più di un diamante raro”
Era un tailleur realizzato in lana bouclé, con il colletto blu marine ed il cappellino in tinta. Curiosamente era tra gli abiti che il presidente preferiva : non a caso Jaqueline l’aveva indossato in altre occasioni prima di Dallas. Per trent’anni si è discusso anche sull’originalità dell’abito, se fosse un vero Chanel o una semplice copia. Il mistero è stato svelato nella biografia di Coco Chanel.
Justine Picardie ha risolto la questione rivelando che tessuto, bottoni e rifiniture arrivarono effettivamente da Chanel ma che la realizzazione fu di Chez Ninon. Non si trattò di una contraffazione, nessuna violazione del marchio. Lo scopo di comprare l’abito da Chez Ninon non era quello di risparmiare denaro, il costo era identico, ma di far apparire patriottico l’acquisto effettuato negli Stati Uniti anziché a Parigi
L’abito presenta ancora le abbondanti macchie di sangue del presidente assassinato e sarà visibile al pubblico soltanto tra ottantasei anni. Non volle che fosse pulito proprio la moglie del primo cittadino d’America, che anzi dopo il delitto fu testimone al giuramento del nuovo presidente Lyndon Johnson con addosso quel vestito sporco. “Non lo voglio togliere tutti devono vedere cosa hanno fatto a mio marito”. Jackie infilò il vestito in una scatola sulla quale scrisse la data della morte di JFK e lo spedì alla madre Janet Lee Auchincloss che a sua volta conservò lo”Chanel” in soffitta per poi darlo al National Archives del Maryland.
Leandra Medine, meglio conosciuta per essere l’ideatrice del famoso blog Man Repeller, si prepara al debutto offline con il primo pop-up store dedicato al proprio brand ed anche alla sua intera piattaforma online. Il MR Bazaar, da oggi primo marzo sbarca al Canal Street Market di New York, e venderà, come spiegato da Wwd, il merchandise firmato Man Repeller e la linea di scarpe MR by Man Repeller, la quale è in vendita anche su Net-a-porter. In aggiunta, ci sarà anche un’edizione limitata di luci neon led Name Glo x Man Repeller a forma di “seni”.
“Se le cose vanno bene, mi piacerebbe pensare a come potrebbe essere uno spazio permanente dedicato a Man Repeller”, ha affermato Medine. “Sono curiosa di vedere come le persone si porranno nei confronti di Man Repeller nella vita reale”.
Dopo aver conquistato la Casa Bianca, Donald Trump si appresta a modificarne il look. E in una direzione che potrebbe non dispiacere ai marchi del lusso internazionali (non americani), tra cui gli italiani in primis.
Milano moda donna affila le armi per presentare un’edizione improntata sempre di più sul tema dell’internazionalità e sui giovani, in attesa dell’appuntamento di settembre che metterà assieme, per la prima volta, sfilate e fiere nell’ambito della ‘super fashion week’.
L’appuntamento al via tra pochi giorni (dal 22 al 27 febbraio) prevede 70 défilé, 88 presentazioni, quattro presentazioni su appuntamento e 37 eventi in calendario, per un totale di 174 collezioni, un numero sostanzialmente in linea con l’edizione di un anno fa. Al debutto sulle passerelle di Milano, Xu Zhi, il designer ospitato da Giorgio Armani in collaborazione con Camera nazionale della moda italiana, Annakiki, Calcaterra, Situationists, supportato da White in collaborazione con Cnmi, e la sfilata di Angel Chen nell’ambito del progetto International designer exchage program di Mercedes-Benz.
Tra i nomi di punta di quest’edizione, l’ingresso di Vionnet nel calendario della manifestazione. Oltre ai big che spalmeranno le sfilate nei sei giorni della fashion week, con Gucci in apertura e Armani in chiusura, tornano anche gli emergenti tra cui DaizyShely, Lucio Vanotti e Ricostru. L’UniCredit Pavillion ospiterà anche quest’anno le collezioni di 15 brand giovani all’interno del progetto Fashion hub market aperto al pubblico su richiesta della municipalità. Grazie al protocollo di intesa con il Comune di Milano appena rinnovato sarà messa a disposizione della moda la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Novità di quest’edizione sarà lo Spazio Cavallerizze presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia. “Stiamo rafforzando il progetto di costruzione comune – ha sottolineato l’assessore alle attività produttive Cristina Tajani – che avrà un momento importante a settembre 2017 con riunificazione delle date del sistema fieristico. Per noi questo è un obiettivo importante di passaggio per rafforzamento scenario milanese”.
La fashion week si apre in un contesto positivo per la moda italiana. Secondo i fashion economic trends della Cnmi, il valore del fatturato nel 2016 dovrebbe raggiungere 84 miliardi, in crescita dell’1,9%, “meglio delle nostre previsioni”, ha sottolineato Carlo Capasa, presidente di Cnmi, grazie a una ripresa del secondo e terzo trimestre dell’anno.
Per il primo semestre 2017, il settore dovrebbe registrare un incremento dello 0,8 per cento.