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Sushi al Kit Kat

Il sushi fatto con il KitKat, un’idea molto kawaii e molto giapponese. Oltre al rapporto di folle amore tra il paese del Sol Levante e KitKat (che solo là ha più di 300 varianti), l’iniziativa  è stata lanciata per promuovere l’apertura nuovo negozio nel quartiere di Ginza a Tokyo.

Una nuova serie limitata composta da tre speciali cioccolatini ispirati all’arte del sushi; si tratta di tre dolcetti messi a punto ispirandosi ai classici nigiri di tonno, ai gunkan con ricci di mare e ai tamagoyaki, con frittata e riso. Il primo propone una tavoletta ricoperta al lampone su riso soffiato al cioccolato bianco; il secondo unisce mascarpone e il pregiato melone Yubari King, avvolto dalla tradizionale alga; il terzo ha il gusto di pudding alla zucca sul riso soffiato al cioccolato bianco. Questi piccoli capolavori di food design saranno disponibili dal 2 al 4 febbraio nel negozio di Ginza, ma solo ed esclusivamente per quei clienti che spenderanno almeno 25 euro in KitKat vari ed eventuali.

fonte wired.it

Franca Sozzani e Anna Piaggi in mostra

È un omaggio alle amiche Franca Sozzani e Anna Piaggi la mostra di Manolo Blahnik The art of shoes che apre oggi, 26 gennaio, a Palazzo Morando.
“Le donne milanesi mi rendono orgoglioso” ha detto il 74enne designer di scarpe presentando la sua collezione personale che, dopo Milano, approderà all’Hermitage di San Pietroburgo e poi a Praga, Madrid ed in Canada.
Nei due anni di preparazione sono state selezionati 212 scarpe e 80 disegni realizzati in 46 anni di carriera, dalle calzature ispirate all’arte di Goya o Picasso a quelle realizzate per il film Marie Antoinette.

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La crisi della sfogliatella

“Aiuto, salviamo la sfogliatella riccia”, titolava con grande preoccupazione la Gazzetta dello Sport nelle pagine riservate al cibo.

Una tradizione secolare quella della sfogliatella, dolce simbolo della pasticceria napoletana, che rischia di perdersi a causa dei “tappi“, i gusci semilavorati delle sfogliatelle ricce, impiegati in gran segreto da parecchi pasticcieri.

A Conca dei Marini, antico borgo della Costiera Amalfitana, c’è il Monastero di Santa Rosa, oggi un bellissimo albergo, che un tempo ospitava le monache benedettine di clausura. Nel XVIII secolo, una suora del convento mettendo insieme due semplici sfoglie di pasta diede vita a un dolce che aveva la forma del cappuccio del saio di un monaco e lo farcì con un ripieno composto da semola, zucchero e frutta secca.

Era nata la sfogliatella Santarosa.

sfoglliatella santa rosa

Agli inizi dell’Ottocento in via Toledo, di fronte a Santa Brigida, c’era (e c’è ancora) la bottega di un pasticciere, tale Pasquale Pintauro che a quanto pare aveva una zia monaca che probabilmente gli passò la ricetta. In seguito con una dovuta modifica alla ricetta della suora creò quella che poi è stata denominata sfogliatella napoletana.

Ancora oggi c’è chi sostiene che la vera sfogliatella sia quella fatta dal Pintauro, e chi invece è convinto che sia la Santarosa di Conca dei Marini.

Oggi distinguiamo tra riccia e frolla; la prima è una specie di conchiglia di pasta sfoglia sovrapposta in strati sottili resi croccanti dalla cottura, e all’interno si trova una crema consistente ottenuta per amalgama di semolino, ricotta, uova e zucchero, con aggiunta di canditi, acqua di fior d’arancio, vaniglia e cannella. Nella frolla quello che cambia è solo il guscio, che sempre più un raviolo, a parità di ripieno

Direttamente dalla sfogliatella Santarosa proviene la coda d’aragosta: pasta sfoglia con la caratteristica coda allungata farcita con panna e cioccolato, o crema chantilly e cioccolato. Oggi sfogliatella Santarosa e code d’aragosta sono diffuse in tutto il territorio campano, mentre a Napoli e dintorni prevalgono le classiche versioni riccia e frolla, quasi sempre con identico ripieno.

sfogliatella-coda-d-aragosta

Un tempo Carraturo a Porta Capuana era il posto preferito dei napoletani amanti delle sfogliatelle, ma è opinione comune che non siano più quelle di un tempo, purtroppo. Discorso simile per gli attuali eredi del leggendario Pintauro. Le interpretazioni migliori, quelle che rendono onore alla sfogliatella napoletana, appartengono oggi a Attanasio, nei pressi della Stazione Centrale e a Bellavia in zona Vomero. Per gli studenti universitari Capparelli resta il mito di sempre. Poco fuori dal perimetro cittadino, a San Giorgio a Cremano, l’indirizzo su cui puntare a colpo sicuro è quello di Sabatino Sirica.

Ma da un po’ di tempo si sta registrando una vera e propria crisi che sta portando attentatando l’ortodossia della sfogliatella con esperimenti che prevedono forme kitsch e ripieni poco convenzionali, ibridi e mash-up anticonformisti.

Alcuni anche interessanti, come la “sfogliacampanella“, una sfogliatella ripiena di babà che è schizzata in cima alle preferenze dei napoletani, insieme alla loro glicemia.

sfogliacampanella

L’impasto della sfogliatella riccia viene lavorato a forma di campana e farcito con uno strato di crema al cioccolato, ricotta e all’interno un mezzo babà.

La sfogliacampanella è un’invenzione di Vincenzo Ferrieri, rispettabile pasticciere di Sfogliate Lab, uno dei format che, insieme a Cuori di Sfogliatella (proprietà di un altro Ferrieri, stavolta Antonio) prepara sfogliatelle alternative, dai ripieni quasi eretici ma amati dai napoletani: alla crema di pistacchio, di limone, di frutti rossi (e per Natale anche quella di panettone).

Oppure, ripieni salati come salsiccia e friarielli, e addirittura una sfogliatella al baccalà.

L’altro cruccio, come già detto, sono i semilavorati. I pasticcieri che preparano le sfogliatelle ricce senza l’ausilio di gusci già pronti e surgelati, che fanno risparmiare tempo e denaro, diminuiscono a vista d’occhio.

 [Crediti | Link: Gazzagolosa, immagini: La cuoca del presidente, SfogliateLab, dissapore.com]

Russia ed il risveglio del lusso

La Russia sperimenta la prima e importante inversione di tendenza sui luxury goods nel 2016, e spera in un rilancio quest’anno. Secondo un rapporto stilato congiuntamente da Exane Bnp Paribas e Contactlab, nel 2016 il mercato dei beni di lusso russo è cresciuto tra il 5 e il 10%, raggiungendo un valore stimato di 3,5 miliardi di euro.

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Yazemeenah Rossi: la modella 60enne che promuove una bellezza diversa

“Con questo servizio fotografico ha voluto dar forza alle donne e rappresentarle in maniera elegante e raffinata. Spesso le immagini delle campagne pubblicitarie sui costumi da bagno non hanno questa delicatezza nel raffigurare la sensualità, ma per essere sexy non è necessario mostrare il proprio corpo in maniera provocatoria”.

Yazemeenah Rossi è una modella californiana di 60 anni e da qualche giorno è anche il volto della linea mare del marchio di lingerie Land of Women. Costume bianco e solo una parete nera a far da sfondo, per concentrare l’attenzione sulle sue linee toniche e sui lunghi capelli argentati, che lei ha sempre rifiutato di tingere.

Il servizio fotografico ha lo scopo di fornire un’alternativa alle tradizionali campagne pubblicitarie per l’abbigliamento da spiaggia, allo scopo di promuovere una bellezza che non ha età, non necessita ostentazione per non passare inosservata e parte innanzitutto dalla sicurezza in sé. La confidenza con il proprio corpo non manca a Yazemeenah, che ha dichiarato di voler continuare a posare “fino alla fine della mia vita” e ha a lungo combattuto con i suoi agenti che tentavano di convincerla a nascondere la chioma grigia, ora diventata il suo marchio di fabbrica.

“Non si tratterà solo di posare, ma di testimoniare la bellezza e l’energia che ci rende vivi”, ha spiegato la modella al Daily Mail, “Ogni mattina mi sveglio senza avere un’agenda prestabilita e sono felice. Questo lavoro è un gioco per me e sto giocando per il mio piacere. Non si tratta di soddisfare il mio ego, quello l’ho già fatto da tempo, si tratta di goderne ogni giorno sempre di più. È come se il mio cuore stesse per esplodere ogni mattina”.

Chi l’ha scelta come testimonial non ha avuto alcun dubbio. Il suo spirito, la sua bellezza e la sua energia incarnano il modello di donna che volevano rappresentare: “Questa campagna è stata concepita per ridefinire la femminilità e la sensualità alle nostre condizioni. Yazemenaah incarna la fiducia in se stessi senza età, l’intelligenza e la grazia. Non potevamo scegliere una modella diversa”.

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articolo via Huffington Post  di Silvia Renda

 

Peta diventa azionista di Lvmh

Peta è diventata azionista di Lvmh. L’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti degli animali ha infatti acquistato un numero non precisato di azioni del gruppo francese al fine di tutelare gli animali direttamente in assemblea. I coccodrilli del Vietnam sono tra i primi cui l’organizzazione vorrebbe destinare il proprio supporto poiché vittime, in base a quanto riportato da Peta, di brutali sofferenze per ottenerne la pelle. Pelle di cui, sempre secondo l’organizzazione, avrebbe usufruito il gruppo francese.

In tutta risposta, Lvmh ha affermato di aver concluso ogni rapporto con gli stabilimenti vietnamiti menzionati da Peta già nel 2014.

Peta, lo scorso anno, è diventata azionista di Prada sempre per poter influire, a livello aziendale, sulle questioni legate ai diritti degli animali.

articolo via pambianconews.com