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Il “Made in Italy” ed il “Sistema Italia”
in una visione identitaria della Consul-Press

IPOTESI & PROPOSTE
per la Redazione di specifici Servizi Giornalistici 

L’Agenzia Giornalistica Consul-Press è da tempo impegnata in ambito economico, professionale e culturale, dedicando una specifica attenzione al “MADE IN ITALY” e, di conseguenza, alle molteplici eccellenze del nostro “Bel Paese” in tutti i settori riguardanti l’imprenditoria, la creatività ….e non solo. 
La nostra Agenzia, infatti, si ispira anche ad una visione identitaria collegata a determinati ideali, a valori e a punti di riferimento enunciati nella propria “Linea Editoriale”, come correttamente e doverosamente indicata in home-page.   

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150° Anniversario Morte di Mazzini

EDUCARE ALLA STORIA PATRIA
Il Senso del Dovere e lo Spirito di Sacrificio

Sono passati 150 Anni dalla Morte di Giuseppe Mazzini e la differenza di mentalità di quell’epoca, rispetto alla nostra, si impone nei termini di una distanza abissale.
Parole fondamentali del suo Pensiero e ispiratrici della sua Azione, come Dio, Patria, Famiglia, sono “quasi” scomparse dal linguaggio comune, mentre altre come Umanità, Associazione, Libertà e Progresso sono pronunciate con significati completamente diversi, se non opposti a come venivano intese al tempo.  
Il senso del Dovere e lo spirito di Sacrificio, che dovrebbero muovere all’azione sono sostituite dal Diritto e dal Benessere, generando ateismo, materialismo e scetticismo. Questi mali, contro cui ha lottato Mazzini per un’intera vita, auspicando la formazione di organizzazioni basate su principi universali e non su decreti provvisori, possono essere sconfitti solo attraverso una vera e propria Rivoluzione Morale degli Italiani

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Farfa, nella Sabina, è in lutto
per la scomparsa di Gustavo Scipioni

Aquilano d’origine, ha reso famosa nel mondo l’impresa tessile fondata nel 1937 dai genitori

 di Goffredo Palmerini

 RIETI – Ai piedi del monte Acuziano, nel cuore della Sabina, risplendono l’antica abbazia benedettina e il suggestivo borgo di Farfa. Un luogo suggestivo, ricolmo di pace e di singolarità artigianali. L’abbazia, fondata nella seconda metà del VI secolo, ebbe il suo maggiore sviluppo costruttivo con l’abate Sicardo, che aveva un’affinità parentale con Carlo Magno. Tuttora l’abbazia conserva le tracce architettoniche della sua lunga storia, dal carolingio al romanico gotico al rinascimentale, testimonianza d’una magnificenza e d’una rilevanza che dalla fondazione ha percorso ben quindici secoli, con numerose visite di re, imperatori e papi, fino a quella di Giovanni Paolo II, il 19 marzo 1993. Ancor oggi l’abbazia di Farfa è un centro di cultura e di spiritualità. Migliaia i visitatori frequentano la basilica e il monastero benedettino per ammirarne il patrimonio di cultura e di arte, e il grazioso borgo di Farfa che la contorna, con le caratteristiche botteghe artigiane.

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COME COMINCIA UNA GUERRA MONDIALE

Quando si incomincia a parlare di guerra con superficialità da salotto, sottostimando il pericolo incombente di perdita di vite umane, di beni, di libertà, sovrastimando le proprie capacità militari, e ignorando il possibile coinvolgimento “obtorto collo” di altri popoli originariamente estranei alla contesa, l’accettazione dello scontro incomincia a penetrare piano piano nella testa delle persone, che vi si abituano, come se fosse una tappa inevitabile della storia.

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Carnevale un viaggio tra i dolci (rigorosamente fritti) dell’Italia

A Carnevale ogni scherzo vale, in questo caso ogni fritto vale!

La parola d’ordine in questo periodo è appunto fritto, perchè è così che si presentano la maggior parte dei dolci tipici di Carnevale.

L’origine

Il Carnevale non ha una data fissa, dipende da quando cade Pasqua. Bisogna tornare parecchio indietro nel tempo per cercare le origini di questa festività, arrivando addirittura ai Saturniali dell’Antica Roma e alle feste dionisiache del periodo classico greco. Occasioni dove ci si abbandonava ai vizi, al gioco e allo scherzo e per non essere riconosciuti si usavano le maschere.

Per quanto riguarda l’origine del nome, invece,  è di derivazione latina dal termine carnem levare levare la carne, un’espressione che rimanda direttamente alle restrizioni quaresimali

Sinonimo di carnevale è Venezia, ma i dolci tipici di questo periodo non sono esclusivamente veneti. Cambiano gli ingredienti, le consistenze e le forme ma la caratteristica comune a tutti è che sono sempre rigorosamente fritti.

I dolci tipici di Carnevale veneziani 

Si dividono in tre “grandi” categorie: frittelle, chiacchiere e castagnole

Le FRITTELLE o fritoe

Non solo a Venezia, ma spopolano in tutta la regione, e appaiono molto prima che il Carnevale cominci. Sono così famose in Veneto che nel ‘700 vennero proclamate Dolce Nazionale dello Stato Veneto.
Le classiche, chiamate proprio veneziane, hanno solo l’uvetta, poi ci sono le ripiene, che sono poco più grandi e vengono farcite con vari tipi di creme.

I CROSTOLI ovvero le CHIACCHIERE (ma anche cenci, bugie e frappe)

In epoca romana si chiamavano frictilia e si preparavano proprio in occasione dei Saturniali. Sembrano molto semplici ma prepararli a regola d’arte non è per nulla scontato. Pasta stesa sottilissima e fritta in olio bollente.

Gli ingredienti sono gli stessi in tutta Italia ma quello che cambia in questo caso è il nome. Infatti ne hanno moltissimi: bugie in Piemonte e Liguria, rosoni a Modena e Romagna, merveilles ad Aosta, maraviglias in Sardegna, frappe nel Lazio. 

A Venezia li chiamano galàni, mentre in terra ferma sono semplicemente crostoli. L’unica differenza tra i due sta nella forma, i galàni sono strisce di pasta tagliata a forma di nastro, mentre i crostoli hanno la tipica forma rettangolare.

Le CASTAGNOLE

Sono palline fritte e ricoperte di zucchero. Anche questo dolce corre da nord a sud un po’ in tutt’Italia. In alcune regioni si trovano anche aromatizzate e ripiene di crema o ricotta. 

I dolci tipici di Carnevale in giro per l’Italia

I KRAPFEN dell’Alto Adige

Si tratta di un dolce tipico tedesco di antiche origini. C’è chi dice che siano stati inventati nel ‘600 dalla pasticciera viennese Cäcilie Krapf e chi sostiene che risalgano alla fine del 1400. Comunque sia sono delle bombe fritte, farcita con marmellata, crema o cioccolato.

frapfen

I TORTELLI milanesi

A Milano il Carnevale Ambrosiano dura ben 4 giorni in più, e si conclude non con il martedì ma con il sabato grasso.
Tipico fritto di milanese (oltre alla più nota cotoletta) sono le farsòe, dei bignè molto lievitati e fritti, farciti con creme, marmellata, uvetta e cubetti di mela (questi ultimi chiamati làciàditt).

dolci tipici Carnevale farsòe

TAGLIATELLE FRITTE dell’Emilia Romagna

Bologna viene chiamata “la grassa”, e mangiare tagliatelle con il ragù da quelle parti  è un dovere morale. A Carnevale il ragù viene lasciato da parte per lasciare il posto al fritto. Ed ecco la tagliatella fritta e “condita” con zucchero e scorza di limone.

dolci tipici Carnevale tagliatelle fritte

ARANCINI marchigiani 

Niente riso, piselli o ragù, gli arancini tipici di Ancona sono ben diversi dai classici siciliani. Sono infatti delle girelle di pasta lievitata, arricchita con scorza d’arancia e poi passata nel miele.
Ne esiste una variante con scorza di limone, li chiamano limoncini.

dolci tipici Carnevale arancini

La PIGNOLATA messinese

Una montagna di palline di pasta, ovviamente fritta, e ricoperta da due tipi di glasse: una bianca, aromatizzata al limone e una nera, al cioccolato. Dolce tipico della zona di Messina che, oltre al Carnevale, si trova tutto l’anno.

Il Libraccio apre la sua terza sede a Roma

Alla storica sede di via Nazionale e a quella di via Appia Nuova, lo scorso sabato, il Libraccio ha aperto la sua terza sede nel cuore del quartiere Trieste. 
A via Chiana, nei locali che fin dal 1986 hanno ospitato l’emporio Poli, la libreria occuperà uno spazio di ben 160 mq con un’esposizione di libri sia nuovi che usati. 

Già prima della pandemia avevamo un ambizioso piano di aperture in diverse città d’Italia e in zone in cui la libreria rappresenta un punto di riferimento per il quartiere. Appena è stato possibile ne abbiamo aperte diverse – spiega alla Dire Edoardo Scioscia, amministratore delegato del Gruppo Libraccio – A Roma era giunto il momento di allargare la nostra presenza e dopo l’apertura di via Appia Nuova, che sta andando molto bene, abbiamo deciso di raccogliere l’eredità di una bottega storica come l’emporio Poli, aprendo in una zona residenziale ma circondata di scuole, ristoranti, parchi. Già fin dall’inizio dei lavori i cittadini hanno risposto positivamente, felici di sapere che nel loro quartiere apriva una libreria”.

Sulle vetrine compare un rettangolo verde, il colore di Libraccio, insieme a un qr code. “È un modo per entrare nel nostro mondo, per creare curiosità, per segnalare la nostra capacità di agire anche sul versante online” aggiunge Scioscia, sottolineando che via Chiana porta a 56 il numero delle librerie indipendenti del gruppo Libraccio. “Nel Nord Italia prevediamo altre tre aperture, diciamo che l’obiettivo è arrivare a 60 librerie entro fine anno, al più tardi nel 2023″.

libraccio via chiana

Ma l’apertura di via Chiana non è l’unica novità per Roma. Anche la sede di via Nazionale si prepara a un restyling. “A marzo inizieremo a modificare gli arredi e a migliorare l’assortimento- spiega SciosciaEntro Pasqua la libreria potrà contare su un maggior numero di libri usati, introvabili, ci saranno più ‘chicche’ per gli appassionati. La nostra libreria storica rimarrà e sarà concentrata su quello che gli altri non hanno. Sarà una bella scoperta”.

Dal punto di vista delle vendite anche Via Nazionale, come molti negozi del centro di Roma, ha sofferto questi due anni di pandemia. Il 2020 è stato un anno difficile per le librerie fisiche a differenza dell’online che è andato molto bene. Nel 2021 c’è stata la riscoperta del libro, complice anche la chiusura di altri settori culturali, e il mercato ha registrato una crescita netta.  “La nostra forza è anche quella di offrire qualcosa in più, non bisogna dimenticare che siamo leader in Italia nella vendita di libri scolastici e abbiamo una nostra linea di prodotti di cartoleria. Insieme alle nuove aperture, il futuro è positivo” – conclude Scioscia.

 

Fonte Agenzia DiRE dire.it

 

 

 
 

 

 

 

 

Eroe dei nostri giorni salva sette profughi dalla guerra in Ucraina

Nelle scorse ore un imprenditore alessandrino di 39 anni, Ricky Favale, con un viaggio avventuroso dall’Italia, da Serravalle, all’Ucraina e ritorno, ha tratto in salvo dalle zone di guerra, sette profughi di cui due bambini, uno di appena 4 mesi e uno di sette anni.

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Il maiale. Animale totem, animale cultuale, animale impuro

Lungo lo sviluppo della civiltà umana la considerazione del maiale ha avuto alterne vicende: da un lato la sua presenza nel mito lo ha reso presso alcuni popoli in Oriente, oggetto di culto, dall’altro presso popoli diversi, il suo significato religioso ne ha fatto un animale impuro. Volendo ripercorrerne la storia, lo troviamo primariamente presente nelle forme rotonde dei vasi rappresentanti scrofe, databili intorno al 5000 a. C.

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Baci Perugina, cent’anni di storia celebrati dalla nuova veste firmata Dolce & Gabbana

Luisa Spagnoli, imprenditrice e fondatrice della Perugina insieme a Giovanni Buitoni, compagno di vita e di lavoro, ideò nel 1922 la ricetta dei famosi cioccolatini quasi per caso. L’idea nacque dall’esigenza di utilizzare la granella di nocciole avanzata dalle altre preparazioni. Così un ripieno morbido, a base di nocciole tritate, farciva una pralina sormontata da una nocciola intera, tutto ricoperto da cioccolato fondente Luisa. Ed ecco il cazzotto, un cioccolatino con il nome e la forma curiosa che ricordava le nocche di un pugno. Fu Giovanni Buitoni che in seguito cambiò il nome, ritenendolo poco adatto per un cioccolatino e poi, trovava più elegante che nei negozi venissero chiesti baci non cazzotti.

Qualche anno dopo, Federico Seneca, l’illustratore dell’azienda, realizzò l’incarto argento con le scritte blu e la confezione con i due amanti ispirati a celebre dipinto di Hayez. Merito di Seneca sono anche i famosi cartigli, ispirati, secondo la leggenda, dai veri bigliettini d’amore che Luisa inviava a Giovanni, nascondendoli proprio nei Baci.
Nel 1939 con l’apertura del primo punto vendita a New York i Baci diventano internazionali. Negli anni, accanto alla classica scatola, vennero affiancate nuove confezioni dai vari formati fino ad arrivare a quella a forma di tubo nel 1981: “Tubiamo?”

Anche la ricetta, che rimane sempre la stessa dell’epoca, si arricchisce aggiungendo delle interessanti varianti. Nel 2011 entrano ufficialmente nella famiglia dei Baci le versioni al cioccolato bianco, al latte ed il fondentissimo, successivamente le limited edition ruby, gold e l’ultima arrivata in collaborazione con Dolce & Gabbana la Dolce Vita con un interessante granella al gusto di limone.

Per celebrare questo traguardo le iniziative partono proprio da Perugia dove lo stabilimento si farà portavoce delle celebrazioni, attraverso un’installazione luminosa che avvolgerà la “Fabbrica dei Baci”. Parteciperanno anche i Maestri della Scuola del Cioccolato con la realizzazione di una torta speciale ed il Museo del Cioccolato Perugina, con l’allestimento di un’intera area dedicata proprio alla storia centenaria dei Baci. Tutto supportato da una campagna pubblicitaria che vedrà protagonista un nuovo spot sulle note di “Per un’ora d’amore” dei Matia Bazar, con la rinnovata creatività di Dolce & Gabbana.

Ovviamente, per il centenario, non poteva che rinnovarsi la collaborazione con Dolce & Gabbana. Il duo stilistico ha già realizzato la collezione per la Linea 100 Anni, che vestirà la versione classica della pralina durante tutto l’anno. Dall’incarto color argento a stelle blu si passa a quello con stelle oro su un fondo blu notte, mentre le confezioni riprendono l’elemento iconico delle maioliche mediterranee, celebrando la storia, l’artigianalità e l’eccellenza del saper fare italiano. Oltre a questa linea continuativa, sono appena uscite due novità pensata appositamente per San Valentino: la collezione speciale 100 anni Cupido con pralina classica racchiusa in una elegante confezione bianca e oro e la limited edition Amore e Passione, con il cioccolatino dal nuovo gusto e vestito di rosso.

La storia dei Baci è legata alla città di Perugia. Da 100 anni si realizza un prodotto rimasto inalterato nel tempo, sempre nello stesso stabilimento di San Sisto e sempre con soli otto ingredienti. Un prodotto, nato in un piccolo laboratorio, che è riuscito continuamente ad innovare, senza mai rinunciare alla ricetta originale. I Baci oggi non sono soltanto una delle realtà industriali più importanti del Paese ma sono considerati anche un’eccellenza in tutto il Mondo.

IDI di Marzo – Gruppo Storico Romano

In occasione delle idi di Marzo, torniamo a parlare del Gruppo Storico Romano, associazione che promuove manifestazioni rievocative incentrate sul mondo dell’antica Roma.

Come ogni anno l’associazione presenterà una rievocazione storica della morte di Giulio Cesare, che, sia per motivi legati alle norme COVID, sia per lavori nel sito, anche quest’anno non si potrà tenere presso gli scavi di Largo Argentina.

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IL “RIFUGIO MONTE GENNARO”:
un ritorno trionfale

FINALMENTE E’ STATO RIAPERTO
IL “RIFUGIO DI MONTE GENNARO

_________________a cura di LIDIA D’ANGELO 

“La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti, ma anche per coloro che desiderano riposare nella bellezza di ambienti, luoghi, panorami e sensazioni che esaltano la bellezza dl Creato e la volontà di Vivere. Monte Gennaro ritorna ad essere, anche per le famiglie, un luogo ove un sogno è ancora libero”.  

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Alla scoperta di un luogo misterioso di Roma

Vari racconti avvolgono la misteriosa storia dell’Isola Tiberina a Roma. Due sono quelli ritenuti più attendibili. 

Si narra sia sorta da un cumulo di covoni di grano appartenuti ai Tarquini che furono lanciati nel Tevere dai romani quando Tarquinio il Superbo fu cacciato dalla città. Venne abitata fin dalle prime origini della città.

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Bengalesi, bengalini e…altri uccelli migratori

BANGLADESH A ROMA

Il Bengala è una vasta regione geografica del subcontinente indiano; il territorio, prevalentemente pianeggiante, è attraversato da due grandi fiumi: il Gange e il Bramaputra. Il clima è quello monsonico, portatore di alluvioni e piogge abbondanti che mettono a dura prova la popolazione.

Le attività principali cui la popolazione è dedita sono quelle legate principalmente all’agricoltura che però non è sufficiente per far decollare il paese, le cui condizioni socioeconomiche sono ancora in via di sviluppo.

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M3 KNITWEAR, la maglieria trevigiana diventa moda in Francia e Belgio

Una storia familiare che dura da sessant’anni, la scelta di materiali d’eccellenza e la capacità di creare i prototipi più ambiti (anche per le case reali). Gli ultimi trend: aumentano le richieste per il Mohair elasticizzato e certificato. I titolari: “Operiamo dietro le quinte per le grandi griffe” 

Durante le ultime fiere della moda al centro dell’attenzione c’è stata M3 Knitwear, azienda veneta specializzata nella produzione di capi in maglia con filati di altissima qualità sempre più cercati dai marchi premium per il Mohair certificato ed elasticizzato. Merito di una storia aziendale che dura da sessant’anni e di una gestione famigliare che di fatto rende l’azienda con sede a San Vendemiano, nel Trevigiano, un unicum nel panorama della moda a livello nazionale, capace di servire le grandi griffe mondiali pur rimanendo dietro le quinte.
 
Tra i brand che oggi collaborano con l’azienda trevigiana va citato Natan, marchio storico di abbigliamento in Belgio, una maison celebre a livello globale per eleganza e stile, tanto che le donne della casa reale belga vestono da anni le sue produzioni , imitate dalle donne dell’high society europea. Per loro M3 Knitwear realizza e produce una parte importante del prêt-a-porter di maglia a completamento dei capi di haute couture.
 
Ma l’azienda trevigiana è stimata anche in Francia. La stilista Katia Sanchez, dopo aver lasciato un’attività ben avviata (Des Petits Hauts) ed essersi presa una pausa di un anno, oggi a Parigi propone un brand di maglieria ecosostenibile ad altissima qualità. La sua attività è nata proprio per creare un prodotto che rispetti l’ambiente, un brand green in ogni passaggio della filiera. M3 Knitwear è stata scelta durante il Pitti Filati, grazie al filo puro di Mohair seta che ha saputo proporre. Ne nascono capi di abbigliamento de-stagionalizzati proprio per evitare il consumo di materiali poco durevoli e proporre al contrario capi che devono durare nel tempo. Dalla prima collezione ad oggi i capi venduti (tutti in pre-ordine e on line) sono triplicati, segno di una qualità che viene riconosciuta in tutto il mondo.
 
Tra i fiori all’occhiello dell’azienda c’è la proposta di filati di Mohair certificati e controllati. L’azienda è tra le poche ad essere specializzata nella produzione di maglieria realizzata sia con il filo “fermo” che con quello elasticizzato, molto difficile da gestire. È noto che il Mohair è una fibra tessile di origine animale, ricavato dal pelo della capra d’Angora, prodotta soprattutto in Africa del Sud. La tutela e il rispetto delle capre in quei territori è diventata una priorità dopo i maltrattamenti scoperti e denunciati dal film dell’associazione di animalisti Peta. Per questo le certificazioni che M3 Knitwear propone sono apprezzate: tutelano l’ecosistema dando valore al prodottoÈ questo l’ultimo prodotto di punta del maglificio M3 Knitwear, rifondato dalla seconda generazione nel 1992 come risposta al desiderio di quattro fratelli di dare continuità all’attività di famiglia, il maglificio Sapam, che già era diventato, a partire dagli anni Settanta, una delle attività più rappresentative del settore tessile veneto. Il successo era arrivato già negli anni Ottanta, quando la loro maglieria finì su alcune copertine di Vogue.
 
Oggi l’azienda ha 20 dipendenti. Prosegue la dinastia familiare, iniziata dai genitori ancora giovanissimi. Sono infatti in quattro della famiglia Saccon al timone: all’amministrazione c’è Michele; responsabile produzione è Reginetta; manager della tessitura è Mauro e referente per il prodotto e rapporti coi clienti Marzia. Il fatturato nel 2020 è stato di 3 milioni di euro, dovrebbe essere confermato nel corso di quest’anno nonostante la crisi che il settore moda vive a causa del Covid.

Il nostro dna è quello di una piccola azienda, a conduzione famigliare, che ha sempre lavorato per brand principalmente stranieri, ma anche italiani, tutti di una certa importanza”, spiegano i titolari. “Il nostro tessuto produttivo è fatto sì di grandi aziende conosciute a livello mondiale, ma anche di piccole e medie aziende che nel silenzio si confrontano da sempre con le esigenze di marchi, stilisti e brand di caratura elevatissima che si rivolgono a noi proprio perché siamo capaci di creare un prodotto dalle loro idee. È anche merito di aziende come la nostra, sempre rimasta nell’ombra, se la moda non è solo fast fashion: garantiamo l’esistenza di capi bellissimi, venduti a prezzi medi per i quali i concetti di qualità e del ben fatto sono aspetti prioritari”

 
 
UFFICIO STAMPA VELVET MEDIA
press@velvetmedia.it    
 

Myanmar, Aung San Suu Kyi rischia 100 anni di carcere

Il portavoce della giunta militare, il maggiore generale Zaw Min Tun ha dichiarato al quotidiano Nikkei che “il Governo militare del Myanmar non intende sciogliere la Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito della consigliera di Stato deposta Aung San Suu Kyi, Nonostante nei mesi scorsi numerosi esponenti di spicco di tale forza politica siano stati arrestati e processati. Non abbiamo alcun piano per lo scioglimento della Nld sino alle elezioni di agosto 2023. Sarà lo stesso partito a decidere se prendere parte o meno alle prossime elezioni”.

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Palazzo Chigi e Quirinale:
Due Palazzi per Due Presidenti

I SIMBOLI DEL POTERE: I LUOGHI E LE PERSONE,
nel PAESE dei GATTOPARDI

GIULIANO MARCHETTI

LUNEDÌ XXIV GENNAIO INIZIANO I LAVORI “QUIRINALIZI”. PERSONALMENTE, E PIÙ VOLTE SULLA CONSUL PRESS, HO DEDICATO SPAZIO E TEMPO AI VARI “RITI ELETTORALI” SENZA EVITARE MIEI COMMENTI NON POLITICAMENTE CORRETTI SU TALI TEMATICHE. 

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La trilogia “Gesù di Nazareth” di Joseph Ratzinger, personale cammino interiore di ricerca del volto di Cristo

Joseph Ratzinger nella sua vita è stato autore di un’immensa produzione letteraria. Ha scritto decine di volumi di teologia, saggi, un’autobiografia, diversi libri-intervista, articoli. Ma suo progetto ambizioso era la rilettura del Vangelo colmando la distanza tra il Gesù storico e il Gesù della Fede, insegnato dalla Chiesa. Ha dedicato 9 anni, tra i ritagli di tempo e i periodi di vacanza, per realizzare questo suo desiderio. La vita di Gesù in tre volumi, tutti sotto il titolo Gesù di Nazareth. Il primo, pubblicato nell’aprile del 2007, spazia dal battesimo alla trasfigurazione. Il secondo nel marzo del 2011, dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione. Il terzo, l’infanzia di Gesù, nel novembre del 2012, tre mesi prima della sorprendente rinuncia.

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