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Milano Fashion Global Summit

Giovedì 23 Novembre 2017
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,Viale Pasubio 5, Milano

LUXURY RELOADED

Dalla trasformazione della Cina all’evoluzione americana, dall’e-commerce all’omnichannel, le nuove sfide del lusso.

Milano Fashion Global Summit riunisce i più importanti esponenti del settore e altre eminenti personalità da tutto il mondo per discutere e analizzare le nuove opportunità e sfide che il settore della moda e dei luxury goods affrontano in un mercato in continua trasformazione. Il Summit si rivolge ai Capi d’impresa e alle Alte Direzioni aziendali ed è concepito, unico nel suo genere, come momento d’incontro tra il mondo della creazione, dell’industria, della distribuzione e della finanza.

Summit Acqua e Clima: i grandi fiumi si incontrano

Dal 23 al 25 ottobre a Roma un meeting internazionale per disegnare una strategia condivisa sull’acqua, al fine di sviluppare un futuro sostenibile di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici.

Per la prima volta la città di Roma ospiterà un summit  di questo tipo il cui tema centrale è il salvaguardare l’acqua, risorsa sempre più minacciata da inquinamento e cambiamento climatico. Il summit “I grandi fiumi del mondo si incontrano”, organizzato dal Ministero dell’Ambiente, è stato presentato stamani a palazzo Chigi dal ministro Gian Luca Galletti, insieme al premier Paolo Gentiloni ed al sindaco di Roma; lo Stato Vaticano sarà presente invece nella persona di Pietro Parolin che leggerà un messaggio di Papa Francesco. 

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H&M e l’accusa di bruciare gli abiti

H&M finisce sotto accusa per aver bruciato dal 2013 ad oggi circa 60 tonnellate di abiti non venduti e ancora utilizzabili. L’accusa è stata mossa dal programma televisivo danese Operation X,  le cui ricerche hanno condotto i giornalisti alla società di smaltimento dei rifiuti Kara/Noveren, in Danimarca, dove avrebbero visto in prima persona l’arrivo di un lotto di merce prima che venisse distrutta. 

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“Hokusai sulle orme del maestro” finalmente a Roma

L’ OPERA di HOKUSAI 

Il 12 ottobre si è inaugurata a Roma, nel museo dell’Ara Pacis, la mostra dedicata al grande artista e maestro giapponese Hokusai, intitolata, appunto ”Hokusai sulle orme del maestro”. L’artista deve la sua fama mondiale alla Grande Onda, la più nota della serie delle 36 vedute del monte Fuji e all’influenza che le sue opere ebbero sugli artisti francesi di fine Ottocento, protagonisti del movimento japanisme
L’opera di Hokusai è vasta e versatile, ha avuto diffusione grazie ai suoi seguaci tra cui Eisen, apprezzato sia in patria, sia tra gli artisti europei dell’Ottocento.

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La Fiat che fu di Agnelli

Il caso Fiat non è un’anomalia nel contesto delle case automobilistiche occidentali. In questi ultimi vent’anni il sistema produttivo dell’auto ha registrato due spostamenti: in Europa, i paesi dell’Est hanno giocato la parte dei protagonisti, in un’ottica globale, invece, sono stati i paesi emergenti, Cina in testa, a scendere in campo.

Secondo l’Oica, la banca dati dell’Organizzazione internazionale dei costruttori d’auto, la cifra della gestione Marchionne iniziata nel 2004 è evidente: la Fiat è andata via dall’Italia. Nel 2004 l’azienda sfornava un milione e 9528 vetture in Italia, quasi la metà del totale della produzione. Nel 2011, l’anno a cui le ultime stime ufficiali dell’Oica fanno riferimento, solo 685.000 veicoli sono stati realizzati in patria, a fronte dei due milioni e 399000 complessivi.

giovanni agnelli

 

La quota italiana è scesa al 28%. Questi numeri chissà che effetto avrebbero su Giovanni Agnelli, fondatore della più grande industria italiana. La Fiat non è più un faro per l’economia del paese. Giovanni Agnelli, l’uomo globale lo definiscono molti, sostenitore della democrazia, delle società aperte e dello sviluppo, voleva prendere dall’America energia e innovazione e non di certo spostare la sua impresa dall’altra parte dell’oceano.Gianni Agnelli fu il ponte tra l’Italia e il mondo e  salì ai vertici della Fiat nel 1966.

L’Italia visse un periodo economico di massimo splendore, gli italiani erano i cinesi di una Europa che cercava di diventare un mercato unico. Si trattava di un impero industriale oggi difficilmente immaginabile.

Oltre centomila lavoratori erano assunti da Fiat e diverse centinaia di migliaia lavoravano per imprese fornitrici della stessa. Che dire, esattamente il contrario di ciò che accede oggi.