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Ricordando l’Inno del Piave ….”va fuori, straniero !”

UN’ ITALIA SENZA FUTURO,

perché priva di memoria verso i propri “Ricordi”

GRAZIE AD UNA INDEGNA CLASSE POLITICA ed AMMINISTRATIVA CHE ATTUALMENTE CI GOVERNA  

ROMA TODAY –  Quotidiano online della Capitale del 6 settembre, mercoledì, ha pubblicato la foto sgargiante e sgangherata di un “fratèlo” ospite che urina vistosamente su un monumento alla memoria. Il monumento si trova sulla via Cassia, è quello dedicato ai Caduti , a tutti i Caduti di Tutte le Guerre, a pochi passi da quello ai Caduti di Nikolajewka.

Così come nel quartiere Dalmata i monumenti ricordano l’esodo di Fiume, le Foibe: insomma entrambi i quartieri ed i monumenti in essi contenuti sono semplicemente sacri, si tratta di memorie dei militari e degli altri nostri fratelli che hanno sacrificato la loro vita per tutta l’Italia che, a questo punto, si mostra indegna, abbandonandoli a qualsiasi sfregio.

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Millennials: i nuovi Paperon de’ Paperoni sempre più giovani

Chi sono i Millennials? Cosa fanno? Cosa comprano? Questo è l’anno in cui la generazione dei Millennials, fra i 15 e i 35 anni di età, scalza quella dei Baby Boomers, soprattutto dalle attenzioni del mondo del lusso, che per conquistarli impara a parlare il loro linguaggio, molto diverso da quello dei ricchi delle generazioni precedenti.
La gallina dalle uova d’oro è più giovane di quanto si pensi e di conseguenza comincia ad essere sempre più corteggiata dai marchi di lusso. e così cambiano le strategie commerciali sempre a caccia di nuovi affari.
I giovani ricchi di tutto il mondo amano la cultura popolare, la musica dei rapper, amano sperimentare, sono più informati e coinvolti ed hanno principi etici più forti dei figli del boom economico. Non amano invece apparire, ma cercano marche che incarnino i loro stessi valori etici, l’autenticità, la collaborazione, la trasparenza.
Fieri attivisti, impegnati, ribelli, anticonformisti chiedono contenuti e si radunano in movimenti civici e politici per veicolare messaggi di pace e tolleranza. Il mondo del lusso questo lo ha capito e così cambiano le strategie commerciali sempre a caccia di nuovi affari. Parlano con loro attraverso rapper invece che attraverso i classici e puntano al cuore usando slogan pacifisti ed etici, oltre ad agire nel rispetto delle diversità, delle disparità sociali e nei confronti degli animali.Nel 2014 erano circa 80 milioni solo negli Stati Uniti e spendevano oltre 600 miliardi di dollari l’anno. Oggi 2017 i giovanissimi sono più spendaccioni e superando i figli del baby-boom (i nati dagli anni ‘46 alla fine dei ‘60) ma solo se affascinati da alcuni aspetti, molto diversi dagli interessi delle generazioni di pochi anni più adulte. “I giovani hanno motivazioni, attitudini e comportamenti diversi, sono particolarmente appassionati di novità, ma soprattutto di esperienze da condividere. Hanno iniziato la carriera professionale, sono sia single che in coppia e senza figli. Attirano particolarmente i marchi del lusso perché sono quelli che dispongono di redditi elevati per fare shopping”, spiega Le Berglass, CEO della Berglass+Associates.

Concludono infine gli esperti di NellyRodi: “Liberi da tutti gli impegni familiari che invece hanno i figli del baby boom, i più giovani preferiscono fare esperienze piuttosto che comprare beni materiali. Il lusso si dematerializza e si traduce in spese per viaggi, alberghi e gastronomia, ma si lascia conquistare anche dai brand che fanno fare loro esperienze sia nelle boutique che nel digitale. I ragazzi e i giovani trentenni mixano i principi culturali con il gioco, vanno alla ricerca di esperienze che uniscano il piacere con la sorpresa, la magia e l’inventiva. Gli acquisti razionali di una volta cedono il passo alla sorpresa e alla fantasia e i mezzi migliori per convincere i Millennials sono il web e i social network. Le commesse e gli spot televisivi con attori e attrici non servono più. Li influenza invece il canale digitale, anche se poi gli acquisti si fanno nelle boutique”.

 

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Musica al Vittoriano

UNA BATTAGLIA PER L’ARTE

Quest’estate al Vittoriano è già in svolgimento la manifestazione “Musica al Vittoriano”, con un programma articolato e ricco di eventi interessanti (*). Tutto è stato pensato con attenzione e competenza, ma c’è una domanda che noi italiani non possiamo esulare, senza avvertire un senso di vuoto istituzionale:  con tutti gli spazi attrezzati e consoni che la città eterna offre a questo genere di eventi, dal Parco della musica alla Casa del jazz, perché si è scelto proprio l’Altare della Patria?

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