Invitato ad un festival dell’Organizzazione Rinascimento Culturale, Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, ha tenuto una conferenza sulla lettura. La sua opinione è che l’Italia stia vivendo un periodo di declino intellettuale: l’espansione economica, culturale e sociale che da settant’anni caratterizza il Paese non riflette il medesimo trend di crescita sul piano della lettura.
“L’EUROPA DELLE PERSONE e DEL LAVORO
in un nuovo Umanesimo Europeo per il bene comune”
ROMA – Comunicato stampa / 19 maggio 2022
È iniziata ieri la tre-giorni di impegni istituzionali a Bruxelles della delegazione del Movimento UCID Giovani (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), guidata da Benedetto Delle Site, Presidente Nazionale del Movimento e dal Segretario Generale Simona Mulè, accompagnati dai vertici nazionali dell’Unione, tra cui il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Riccardo Pedrizzi.
I numeri non devono essere solo intesi come tassello per la matematizzazione del reale ossia come tassello per ridurre il reale in quantità fisiche e misurabili ma il numero ha anche una valenza sacra, come simbolo dell’ordine nel contesto culturale e religioso. Questa visione si evidenzia anche nell’interpretazione che sia le tre religioni monoteiste, che in generale le religioni e le filosofie, fanno del numero 40.
“La vita e i sogni sono pagine di uno stesso libro, leggerle in ordine è vivere, sfogliarle a caso è sognare”, con questo pensiero di Schopenhauer l’Avvocato Eleonora Di Prisco, Delegata per le relazioni pubbliche dell’Accademia Angelico Costantiniana, ha concluso il suo intervento d’apertura delle Conferenza, presso il Circolo Ufficiali di Marina, dal titolo “Tra Atlantico e Golfo Persico: quale Mediterraneo?”(*1)
LA ” MARCIA SU KABUL “, AGOSTO MMXXI, IN AFGHANISTAN
Una analisi diNICCOLO’ LUCARELLI *
Agosto 2021: le scene di panico, di miseria, di sofferenza, di paura, viste all’aeroporto di Kabul, o meglio al di fuori di esso, non possono non toccare le coscienze occidentali. Mentre i soldati del contingente NATO si preparavano a lasciare l’Afghanistan, all’esterno dell’aeroporto di consumava il dramma di un popolo che si è sentito, con piena ragione, tradito e abbandonato. Sorge quindi spontanea, abbastanza spontanea, una domanda: dov’è il rispetto per quel popolo, e anche per quei militari (ben 3.502, 53 dei quali italiani) che sono caduti nei 20 anni di missione? Dov’è il coraggio di combattere per quella democrazia che a parole tutti, o quasi, i leader occidentali dichiarano di voler difendere?