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Farfa, nella Sabina, è in lutto
per la scomparsa di Gustavo Scipioni

Aquilano d’origine, ha reso famosa nel mondo l’impresa tessile fondata nel 1937 dai genitori

 di Goffredo Palmerini

 RIETI – Ai piedi del monte Acuziano, nel cuore della Sabina, risplendono l’antica abbazia benedettina e il suggestivo borgo di Farfa. Un luogo suggestivo, ricolmo di pace e di singolarità artigianali. L’abbazia, fondata nella seconda metà del VI secolo, ebbe il suo maggiore sviluppo costruttivo con l’abate Sicardo, che aveva un’affinità parentale con Carlo Magno. Tuttora l’abbazia conserva le tracce architettoniche della sua lunga storia, dal carolingio al romanico gotico al rinascimentale, testimonianza d’una magnificenza e d’una rilevanza che dalla fondazione ha percorso ben quindici secoli, con numerose visite di re, imperatori e papi, fino a quella di Giovanni Paolo II, il 19 marzo 1993. Ancor oggi l’abbazia di Farfa è un centro di cultura e di spiritualità. Migliaia i visitatori frequentano la basilica e il monastero benedettino per ammirarne il patrimonio di cultura e di arte, e il grazioso borgo di Farfa che la contorna, con le caratteristiche botteghe artigiane.

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COME COMINCIA UNA GUERRA MONDIALE

Quando si incomincia a parlare di guerra con superficialità da salotto, sottostimando il pericolo incombente di perdita di vite umane, di beni, di libertà, sovrastimando le proprie capacità militari, e ignorando il possibile coinvolgimento “obtorto collo” di altri popoli originariamente estranei alla contesa, l’accettazione dello scontro incomincia a penetrare piano piano nella testa delle persone, che vi si abituano, come se fosse una tappa inevitabile della storia.

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Carnevale un viaggio tra i dolci (rigorosamente fritti) dell’Italia

A Carnevale ogni scherzo vale, in questo caso ogni fritto vale!

La parola d’ordine in questo periodo è appunto fritto, perchè è così che si presentano la maggior parte dei dolci tipici di Carnevale.

L’origine

Il Carnevale non ha una data fissa, dipende da quando cade Pasqua. Bisogna tornare parecchio indietro nel tempo per cercare le origini di questa festività, arrivando addirittura ai Saturniali dell’Antica Roma e alle feste dionisiache del periodo classico greco. Occasioni dove ci si abbandonava ai vizi, al gioco e allo scherzo e per non essere riconosciuti si usavano le maschere.

Per quanto riguarda l’origine del nome, invece,  è di derivazione latina dal termine carnem levare levare la carne, un’espressione che rimanda direttamente alle restrizioni quaresimali

Sinonimo di carnevale è Venezia, ma i dolci tipici di questo periodo non sono esclusivamente veneti. Cambiano gli ingredienti, le consistenze e le forme ma la caratteristica comune a tutti è che sono sempre rigorosamente fritti.

I dolci tipici di Carnevale veneziani 

Si dividono in tre “grandi” categorie: frittelle, chiacchiere e castagnole

Le FRITTELLE o fritoe

Non solo a Venezia, ma spopolano in tutta la regione, e appaiono molto prima che il Carnevale cominci. Sono così famose in Veneto che nel ‘700 vennero proclamate Dolce Nazionale dello Stato Veneto.
Le classiche, chiamate proprio veneziane, hanno solo l’uvetta, poi ci sono le ripiene, che sono poco più grandi e vengono farcite con vari tipi di creme.

I CROSTOLI ovvero le CHIACCHIERE (ma anche cenci, bugie e frappe)

In epoca romana si chiamavano frictilia e si preparavano proprio in occasione dei Saturniali. Sembrano molto semplici ma prepararli a regola d’arte non è per nulla scontato. Pasta stesa sottilissima e fritta in olio bollente.

Gli ingredienti sono gli stessi in tutta Italia ma quello che cambia in questo caso è il nome. Infatti ne hanno moltissimi: bugie in Piemonte e Liguria, rosoni a Modena e Romagna, merveilles ad Aosta, maraviglias in Sardegna, frappe nel Lazio. 

A Venezia li chiamano galàni, mentre in terra ferma sono semplicemente crostoli. L’unica differenza tra i due sta nella forma, i galàni sono strisce di pasta tagliata a forma di nastro, mentre i crostoli hanno la tipica forma rettangolare.

Le CASTAGNOLE

Sono palline fritte e ricoperte di zucchero. Anche questo dolce corre da nord a sud un po’ in tutt’Italia. In alcune regioni si trovano anche aromatizzate e ripiene di crema o ricotta. 

I dolci tipici di Carnevale in giro per l’Italia

I KRAPFEN dell’Alto Adige

Si tratta di un dolce tipico tedesco di antiche origini. C’è chi dice che siano stati inventati nel ‘600 dalla pasticciera viennese Cäcilie Krapf e chi sostiene che risalgano alla fine del 1400. Comunque sia sono delle bombe fritte, farcita con marmellata, crema o cioccolato.

frapfen

I TORTELLI milanesi

A Milano il Carnevale Ambrosiano dura ben 4 giorni in più, e si conclude non con il martedì ma con il sabato grasso.
Tipico fritto di milanese (oltre alla più nota cotoletta) sono le farsòe, dei bignè molto lievitati e fritti, farciti con creme, marmellata, uvetta e cubetti di mela (questi ultimi chiamati làciàditt).

dolci tipici Carnevale farsòe

TAGLIATELLE FRITTE dell’Emilia Romagna

Bologna viene chiamata “la grassa”, e mangiare tagliatelle con il ragù da quelle parti  è un dovere morale. A Carnevale il ragù viene lasciato da parte per lasciare il posto al fritto. Ed ecco la tagliatella fritta e “condita” con zucchero e scorza di limone.

dolci tipici Carnevale tagliatelle fritte

ARANCINI marchigiani 

Niente riso, piselli o ragù, gli arancini tipici di Ancona sono ben diversi dai classici siciliani. Sono infatti delle girelle di pasta lievitata, arricchita con scorza d’arancia e poi passata nel miele.
Ne esiste una variante con scorza di limone, li chiamano limoncini.

dolci tipici Carnevale arancini

La PIGNOLATA messinese

Una montagna di palline di pasta, ovviamente fritta, e ricoperta da due tipi di glasse: una bianca, aromatizzata al limone e una nera, al cioccolato. Dolce tipico della zona di Messina che, oltre al Carnevale, si trova tutto l’anno.

Il Libraccio apre la sua terza sede a Roma

Alla storica sede di via Nazionale e a quella di via Appia Nuova, lo scorso sabato, il Libraccio ha aperto la sua terza sede nel cuore del quartiere Trieste. 
A via Chiana, nei locali che fin dal 1986 hanno ospitato l’emporio Poli, la libreria occuperà uno spazio di ben 160 mq con un’esposizione di libri sia nuovi che usati. 

Già prima della pandemia avevamo un ambizioso piano di aperture in diverse città d’Italia e in zone in cui la libreria rappresenta un punto di riferimento per il quartiere. Appena è stato possibile ne abbiamo aperte diverse – spiega alla Dire Edoardo Scioscia, amministratore delegato del Gruppo Libraccio – A Roma era giunto il momento di allargare la nostra presenza e dopo l’apertura di via Appia Nuova, che sta andando molto bene, abbiamo deciso di raccogliere l’eredità di una bottega storica come l’emporio Poli, aprendo in una zona residenziale ma circondata di scuole, ristoranti, parchi. Già fin dall’inizio dei lavori i cittadini hanno risposto positivamente, felici di sapere che nel loro quartiere apriva una libreria”.

Sulle vetrine compare un rettangolo verde, il colore di Libraccio, insieme a un qr code. “È un modo per entrare nel nostro mondo, per creare curiosità, per segnalare la nostra capacità di agire anche sul versante online” aggiunge Scioscia, sottolineando che via Chiana porta a 56 il numero delle librerie indipendenti del gruppo Libraccio. “Nel Nord Italia prevediamo altre tre aperture, diciamo che l’obiettivo è arrivare a 60 librerie entro fine anno, al più tardi nel 2023″.

libraccio via chiana

Ma l’apertura di via Chiana non è l’unica novità per Roma. Anche la sede di via Nazionale si prepara a un restyling. “A marzo inizieremo a modificare gli arredi e a migliorare l’assortimento- spiega SciosciaEntro Pasqua la libreria potrà contare su un maggior numero di libri usati, introvabili, ci saranno più ‘chicche’ per gli appassionati. La nostra libreria storica rimarrà e sarà concentrata su quello che gli altri non hanno. Sarà una bella scoperta”.

Dal punto di vista delle vendite anche Via Nazionale, come molti negozi del centro di Roma, ha sofferto questi due anni di pandemia. Il 2020 è stato un anno difficile per le librerie fisiche a differenza dell’online che è andato molto bene. Nel 2021 c’è stata la riscoperta del libro, complice anche la chiusura di altri settori culturali, e il mercato ha registrato una crescita netta.  “La nostra forza è anche quella di offrire qualcosa in più, non bisogna dimenticare che siamo leader in Italia nella vendita di libri scolastici e abbiamo una nostra linea di prodotti di cartoleria. Insieme alle nuove aperture, il futuro è positivo” – conclude Scioscia.

 

Fonte Agenzia DiRE dire.it

 

 

 
 

 

 

 

 

Eroe dei nostri giorni salva sette profughi dalla guerra in Ucraina

Nelle scorse ore un imprenditore alessandrino di 39 anni, Ricky Favale, con un viaggio avventuroso dall’Italia, da Serravalle, all’Ucraina e ritorno, ha tratto in salvo dalle zone di guerra, sette profughi di cui due bambini, uno di appena 4 mesi e uno di sette anni.

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