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Un “Libro/Guida” sui Carnevali più belli d’Italia

“Maschere e Coriandoli” di Antonio Castello, 
un nuovo Libro/Guida sui Carnevali  più belli d’Italia 

 

A Roma, nella storica struttura della Domus Sessoriana, è stato presentato martedì 30 novembre il nuovo libro del giornalista Antonio Castello. (*1)
 “Maschere e Coriandoli” – Guida ai Carnevali più belli e caratteristici d’Italia – vede la luce dopo la pubblicazione di due altri volumi (“Almanacco dei Giorni di Feste” e “Viaggio nel Tempo”) per completare una trilogia sulle feste più importanti che hanno luogo in Italia dopo quelle Religiose e le Rievocazioni Storiche.
A presentare il libro, il giornalista, Carlo Sacchettoni, già Caporedattore del TG2-RAI, Ivana Jelenic, Presidente FIAVET (*2) -Federazione Italiana delle Agenzie di Viaggio) e Stefano Landi, grande esperto di turismo, già Direttore Generale del Ministero.

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Il senso del dolore nei testi sapienziali: il significato teologico del libro di Giobbe

Il tema della sofferenza è un tema universale che accompagna l’uomo ed è inseparabile dalla sua esistenza terrena: in essa è contenuta la grandezza di uno specifico mistero. Al centro di ciò che costituisce la forma psicologica della sofferenza si trova sempre un’esperienza del male a causa del quale l’uomo soffre. Così la realtà della sofferenza provoca l’interrogativo sull’essenza del male. Perché?

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Il Colle del Quirinale e la “Diplomazia Italo – Francese”

IL “TRATTATO del QUIRINALE  tra ITALIA e FRANCIA 

di TORUATO CARDILLI 

Per i romani il “Quirinale”, non è solo uno dei sette colli di Roma, ma è il “Colle” per antonomasia, su cui sorge il più prestigioso palazzo d’Italia, opera degli architetti Bernini, Mascherino, Maderno, Fontana. Per tre secoli palazzo apostolico, sede del potere del Papa, poi per settanta anni reggia sabauda e negli ultimi settanta anni residenza repubblicana. 
Da un po’ di tempo si parla del Colle in ufficio, al bar, all’edicola, in taxi e nei talk show popolari per sondare l’umore degli italiani sulla scelta del suo prossimo inquilino, mentre i grandi elettori restano abbottonati o fanno melina con intento di depistaggio.

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Dall’occupazione italiana alla caduta di Gheddafi

ACCADEMIA ANGELICO COSTANTINIANA
di lettere arti e scienze 

Conferenza 

“Dall’occupazione italiana alla caduta di Gheddafi.
Storia della Libia moderna”

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Giovedì 2 dicembre 2021 Ore 16.00

Salone delle Adunate Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra

Piazza Adriana, 3 – Roma

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Lusso – la strategia di fronte al ringiovanimento della clientela
lo studio Bain & Company e Altagamma

Il mercato del lusso sta cambiando di fronte al forte ringiovanimento della clientela.  I baby boomer sono in declino così anche la Generazione X che si sta riducendo. Le nuove generazioni richiedono ai marchi un ascolto, una comunicazione e un impegno radicalmente diversi rispetto passato (molto recente). Questo è quello che emerge dall’ultimo report di Bain & Company realizzato insieme ad Altagamma.

La Gen Z, nata tra il 1996 e il 2015, passerà da una quota dell’8% nel 2019 al 20% nel 2025, la Gen Y, nata tra il 1981 e il 1995, vedrà crescere la propria percentuale dal 36% al 50% nello stesso periodo. In quattro anni il 70% della clientela del lusso sarà dunque under 40 e avrà contribuito in questo arco di tempo al 180% della crescita del mercato del lusso. “Stiamo assistendo a un fortissimo rinnovamento della base dei consumatori. Nel 2021, il 25% del mercato è stato generato da persone che non avevano mai fatto acquisti di lusso prima del 2019. Oggi questa clientela è ancora più sfaccettata e influenzata dalla propria cultura. Diventa sempre più complicato servirla. È una sfida per l’industria, perché la domanda è molto eterogenea”, osserva Federica Levato, una delle autrici dello studio.

Con l’avvento e la crescita del digitale, utilizzato dalle giovani generazioni, il modello di business del lusso si è evoluto, i brand devono essere presenti sia con contenuti specifici che con un’immagine coerente. 

Rilevanza culturale e valori sono determinanti nell’acquisto di beni di lusso – Bain & Company – Altagamma

Oggi il cliente si rivolge direttamente al marchio che lo ispira, trovandovi una sorta di enorme griglia di programmi di argomenti, che possono essere le categorie di prodotti, i prezzi, ecc. L’aspetto funzionale di questi prodotti è molto relativo. Vengono acquistati per altre ragioni, attraverso una condizione emozionale d’impegno, e possono essere tutti ugualmente redditizi per l’azienda, che si tratti di abbigliamento, accessori o scarpe”, continua D’Arpizio.

“Per rendere l’idea pensiamo ai “prodotti eroi”. Certi articoli iconici, che siano una borsa molto prestigiosa o una famosa sneaker, rappresentano da soli un fatturato di 1 o 2 miliardi di vendite. Sono marchi a sé stanti all’interno dei marchi. In questo contesto, non è dunque più la categoria delle scarpe a fare il business, ma quel preciso modello di scarpa. Allo stesso modo, non è più la categoria delle borse, ma quell’articolo-simbolo in particolare”.

A questo si aggiunge la sostenibilità, elemento sempre più imprescindibile nella scelta dei consumatori di privilegiare un particolare marchio oppure un altro ritenuto più rispettoso dell’ambiente. L’ecologia sta diventando decisiva per questo mercato, come dimostra l’esplosione del mercato dell’usato.

Dal canto suo il logo, fondamentale segno di riconoscimento di un brand, continua a rappresentare un forte elemento di appartenenza. Non più come status, simbolo di ricchezza, ma perché attraverso di esso il consumatore può definire le proprie scelte e associarsi a un marchio che rappresenti i suoi valori. “Il cliente indossa il logo con orgoglio, perché trasmette il messaggio del brand o una posizione presa dal suo direttore artistico. C’è un’osmosi molto forte tra il consumatore e il marchio”, spiega Claudia D’Arpizio.

L’industria del lusso si sta trasformando in “una industria culturale più ampia”. Produttrici di articoli di lusso, poi dettaglianti, infine aziende multimediali, le maison oggi assomigliano a “piattaforme dai contenuti ancora più estesi che accolgono creatività e consumatori legati da una co-creazione. I brand diventano dei player culturali in senso proprio, capaci di spostare valori in una società civile, con un ruolo quasi politico”.

Le nuove personalità su cui puntare per l’industria del lusso – Bain & Company – Altagamma

Questo ruolo del tutto nuovo non è facile da interpretare. Finora, infatti, il mercato del lusso si è sviluppato parallelamente alla distribuzione della ricchezza con l’aumento del potere d’acquisto delle classi medie e agiate. “Oggi c’è una forte polarizzazione della ricchezza. Questo comincia a diventare un elemento che dovrebbe preoccupare le aziende del lusso, perché mette in contrapposizione chi può permettersi certi acquisti e chi non puòIl settore ha attraversato indenne questa storica crisi legata alla pandemia, ma all’orizzonte rimangono dei punti interrogativi. Certamente, il comparto dovrà affrontare la questione delle disuguaglianze sociali. Un’equazione difficile da risolvere tra l’acquisto di beni di lusso, simbolo di successo sociale, e la nuova filosofia dei brand, che mettono l’umanità e la cultura al centro della loro strategia”, conclude Claudia D’Arpizio.

 

fonte fashion network