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l’ A.N.I.M. a difesa del “Made in Italy”

L’ A.N.I.M  –  ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANI NEL MONDO
________________________________ DALLA NOSTRA PARTE 

L”Appello” di ANTONIO PERAGINE *

Molto importante per la definizione del Made in Italy è il noto Accordo di Madrid firmato il giorno 14 aprile del 1891 che l’Italia ha integrato nel suo ordinamento dopo averlo ratificato con la nota legge n. 676 del 1967, in cui viene specificato come l’apposizione del “made in…” aveva lo scopo di definire quale fosse il vero e proprio luogo in cui veniva fabbricato uno specifico prodotto, avendo dunque l’obiettivo di accertare l’origine stessa di questo.

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Al via la Fashion Week milanese… in digitale!

 
 

 

Parte oggi la settimana della moda di Milano che si terrà prevalentemente in formato digitale. Un format estensibile, che consente di accogliere un programma extra large con un totale di 140 appuntamenti che sveleranno le collezioni per l’autunno/inverno 2021-22.

La settimana milanese che terminerà lunedì 1° marzo, entrerà nel vivo con l’inizio delle sfilate domani con ben 68 appuntamenti, mentre il resto del programma comprende 65 presentazioni e 7 eventi, tra cui una grande serata organizzata da Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) per l’apertura. 
 
Solo due sfilate saranno in presenza, la prima, proprio mercoledì, sarà quella di Daniel Del Core, ex stilista di Gucci, che per l’occasione lancia il suo brand Del Core. La seconda, che chiuderà la settimana lunedì 1° marzo insieme a Dolce & Gabbana, sarà quella di Valentino, che si svolgerà a porte chiuse al Piccolo Teatro di Milano, dando così l’occasione al celebre teatro di riaprire eccezionalmente le porte dopo un anno di lockdown.

Oltre alle due sfilate fisiche, tra gli appuntamenti più attesi c’è la presentazione della prima collezione di abbigliamento donna firmata da Kim Jones per Fendi, il mercoledì, e sabato la prima collezione realizzata da Alessandro Dell’Acqua per il brand curvy Elena Mirò, che fa il suo ritorno nel calendario milanese dopo dieci anni.
 
Al di là dell’assenza di Versace, che ha deciso di presentare la sua collezione online il 5 marzo, sovrapponendosi alla Fashion Week di Parigi, e quella di Gucci, ormai posizionato al di fuori dei calendari ufficiali, i pezzi grossi del made in Italy saranno presenti; molti con video o format innovativi.
 
Antonio Marras, ad esempio, ha girato un film nel complesso preistorico nuragico di Barumini, in Sardegna, che sarà presentato venerdì. Lo stesso giorno, Marni si moltiplicherà per tre, chiamando il pubblico a scoprire la sua collezione in tre momenti, “breakfast”, “lunch” e “dinner”, al mattino, a mezzogiorno e alla sera. Sabato Giorgio Armani presenterà la sua collezione con due distinti cortometraggi, uno dedicato alla donna e l’altro all’uomo. Altra novità, per la prima volta a Milano, il video collettivo di una selezione di venti studenti di Polimoda Firenze.

 
Quattordici nuovi nomi sono entrati nel calendario delle sfilate, a cominciare da Pierre-Louis Mascia, illustratore di moda francese che nel 2007 ha lanciato la propria maison con la comasca Achille Pinto, che oggi possiede la maggioranza dell’azienda. Mascia farà il suo debutto a Milano venerdì.
 
Oltre a Del Core e Alessandro dell’Acqua x Elena Mirò, faranno il loro debutto sulle passerelle milanesi anche Brunello Cucinelli, il collettivo “We are Made in Itay” (Black Lives Matter in Italian Fashion- Collective), la sorellina fashion di Asics, Onitsuka Tiger, Fabio Quaranta, un habitué delle sfilate maschili, e Maxivive, il marchio androgino fondato nel 2007 da Papa Oyeyemi, stilista basato a Lagos, in Nigeria, famoso per il suo approccio sperimentale.
 
La Fashion Week milanese sarà anche l’occasione per scoprire Dima Leu, giovane talento moldavo che ha debuttato a Milano lo scorso mese con l’uomo; la label coreana Münn di Hyun-min Han; la sfilata collettiva Budapest Select, dedicata ai giovani creativi ungheresi; il nuovo marchio di Alessandro Vigilante, passato per Dolce & Gabbana, Gucci e Philosophy; e quello di Christian Boaro, CHB, che lo stilista, che vanta una ricca esperienza (Dolce & Gabbana, Versace, Ferré, MSGM), ha lanciato in pieno lockdown. Senzadimenticare l’arrivo sulle passerelle milanesi di Giuseppe Buccinnà, ingegnere di formazione e talento promettente del made in Italy, che ha fondato il suo brand nel 2015.
 
Infine, tra le presentazioni, alcune delle quali saranno organizzate in presenza con buyer e giornalisti nel rispetto delle norme vigenti, da segnalare il debutto a Milano di Moorer, Gonçalo Peixoto, Alabama Muse, Bacon, Push Button for Fila Korea, Peserico, Yatay, Canadian, Oof Wear, Revenant RV NT, AC9, Des Phemmes e Nervi.

 via FashionNetwork.com

La Porta Alchemica e la Sedia del Diavolo

Nella città di Roma alcuni misteri, recintati in piazze centrali, 
sono mimetizzati nei quartieri trafficati,

Roma è rinomata in tutto il mondo come città d’arte, ma sono in pochi ad annoverare anche i suoi misteri, i misteri della Città Eterna. Se volessimo iniziare dovremmo incominciare dal suo stesso nome. Molto probabilmente Roma non è il suo vero nome, anzi il suo autentico nome è andato perduto. Era usanza dei primi abitanti di Roma nascondere  il nome vero di una città, per non farla attaccare da maledizioni. A seguito i misteri di Roma si sono infittiti, e non solo sul suo nome e nel suo ruolo di Caput Mundi della Storia Antica o delle visioni religiose prima all’interno della Traditio Romana, poi nella Chiesa Cattolica. Roma è anche una città ricca di esoterismo e occultismo.

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Chiacchiere, frappe, bugie, crostoli – il dolce di carnevale d’eccellenza

 
  • bugie (Piemonte, Liguria);
  • cenci o crogetti (Valdarno);
  • chiacchiere (Umbria, basso Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, ma anche a Milano, in Lunigiana, in Emilia settentrionale e in alcune zone della Sardegna);
  • cioffe (Abruzzo, Molise);
  • cresciole (Pesaro);
  • cróstoli o gróstoli (Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, alcune zone della Liguria);
  • cunchielli (in alcune aree del Molise); fiocchetti (Montefeltro, Romagna);
  • frappe (Lazio, Aquilano, Umbria, alcune zone delle Marche e dell’Emilia);
  • frappole-sfrappole-sfrappe (alcune zone della Toscana, Marche, Bologna e Bassa Romagna);
  • galàni (zona tra Venezia, Padova e, in parte, Verona);
  • galarane o saltasù (Bergamo, Sondrio);
  • gale (Vercelli, Novara);
  • gasse (Montefeltro);
  • guanti (Alife, zona del Matese);
  • intrigoni (Reggio Emilia);
  • lattughe (Mantova, Brescia);
  • maraviglias (Sardegna)
  • merveilles (Valle d’Aosta);
  • sprelle (provincia di Piacenza);
  • stracci (alcune zone della Toscana);
  • melatelli (se con miele, Maremma toscana);
  • risòle (Cuneo e sud del Piemonte);
  • rosoni (Modena, Romagna);
  • stracci, lasagne, pampuglie, manzole, garrulitas (in sardo).

I nomi sono infinite ed anche le varianti locali sono infinite, ma il principio alla base della ricetta è pressoché lo stesso: un impasto di farina, zucchero, uova cui viene aggiunta una componente alcolica (acquavite, grappa, vin santo, marsala), fatta poi una sfoglia sottile e tagliata a strisce smerlettate, viene fritto e spolverato di zucchero.

La prima traccia risale ai tempi degli antichi romani, dove il Crustularius, il pasticciere che preparava il crustulum, friggeva questa crosta croccante che veniva poi passata nel miele. Il crustulum è, a sua volta, un’evoluzione della lagana, discendente del lasanon dei Greci. Si preparava impastando farina di farro o frumento con acqua, tagliata a strisce, al forno o fritta, e condita con sale. Veniva poi consumata con ceci e porri, così come scrive Orazio nelle Satire: inde domum me ad porris et ciceri refero laganique catinum.

Per quanto sia un dolce tipico, tradizionale e popolare, ci sono pochissimi ricettari che ne trattano in modo preciso. Nei grostoli di Bartolomeo Scappi (Opera, 1570), al posto delle uova, per colorare l’impasto, troviamo lo zafferano. Dal Basso Medioevo sappiamo che non sono più addolciti col miele ma con lo zucchero, ma riuscire a trovare le dosi e le proporzioni precise è ancora difficile. Le varianti regionali, provinciali e pure comunali delle “croste” sono decine, ognuna con differenze legate, allo spessore della pasta, alla forma ma soprattutto alle dentellature del bordo.

In Veneto ci sono sia i crostoli che i galani, più sottili e allungati e chiamati così dallo spagnolo gala, cioè fiocco sfarzoso e grazioso da indossare in occasioni mondane e frivole, al collo. In Toscana c’è il cencio (già attestato nel XIII sec.), quindi la frappa o sfrappa (1427, dal francese antico: frangia, lembo frastagliato di vestiti, ma anche da frappare “ingannare, ciarlare, millantare”), le chiacchiere (propriamente: chiacchiere delle monache), le bugie, gli intrigoni, a rifarsi al significato figurato di “inganno”, bugia”.

Qualunque sia il nome, e le varianti, restano sempre strisce di pasta, più o meno spessa, rese croccanti dall’olio bollente che fanno del Carnevale il dolce d’eccellenza. 

Dior sceglie il Castello di Sammezzano come set per il suo cortometraggio

Dior ha scelto il Castello di Sammezzano come luogo protagonista per il suo nuovo cortometraggio Le Châteu du Tarot – Il Castello dei Tarocchi. Il video realizzato da Matteo Garrone insieme alla direttrice creativa di Dior Maria Grazia Chiuri, è volto a promuovere la collezione e Haute Couture primavera-estate 2021 della maison.

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La Chiesa Cattolica e la Chiesa Conciliare la posizione del Circolo Christus Rex-

DALLA SEDE DEL CIRCOLO CHRISTUS REX  DI  VERONA
E’ PERVENUTO ALLA REDAZIONE DELLA CONSUL PRESS  UN COMUNICATO STAMPA VIA TELEFONO DIRETTAMENTE DA MATTEO CASTAGNA – RESPONSABILE DEL MOVIMENTO 

ci scusiamo per eventuali inesattezze nella trascrizione del testo stenografato; la nostra redazione resta ben disponibile a prendere atto di eventuali precisazioni da parte del Responsabile del Movimento.     

Il Circolo Cattolico CHRISTUS REX replica a quanto affermato da Jorge Mario Bergoglio in merito alla doverosa accettazione delle enunciazioni derivanti dal Concilio Vaticano II, da parte dei Fedeli, per essere dentro la Chiesa.

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