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La Crusca contro l’epidemia delle parole inglesi “l’italiano è bello”

Il nostro potere è solo di persuasione, ma ciò non ci esime da richiamare tutti a un dovere di sobrietà nell’uso della lingua, che va innanzitutto rispettata. Dobbiamo avere fiducia nella nostra lingua italiana, nella sua bellezza, nella sua chiarezza, nella sua limpidezza. Ecco perchè va fermata l’imbarazzante epidemia di parole straniere, quasi tutte inglesi, che ci sommerge. Spesso dietro il ricorso a una parola inglese si nasconde il nulla. Bisogna imparare a usare sempre il corrispettivo italiano se questo esiste nel nostro vocabolario”. Queste le parole del professore Claudio Marazzini, rieletto, da poco, per il terzo mandato,  presidente dell’Accademia della Crusca deprecando “l’inutile ricorso” ai forestierismi, ormai tutti anglismi.

Le polemiche sulla lingua sono sempre esistite e sempre esisteranno – spiega il linguista – perchè la lingua si evolve con la società. In questo scenario l’azione dell’Accademia della Crusca avviene con equilibrio ma non con atteggiamento rinunciatario. Non va fatta una battaglia indifferenziata contro le parole straniere, perchè sarebbe non solo perdente ma inutile. Non ci dimenticheremo di prendere posizione in maniera ferma ogni qual volta la lingua italiana sia aggredita o privata dei suoi diritti.”

Così per l’ultimo arrivato il recovery fund; essendo un termine inventato in sede europea è stato fatto ricorso all’uso dell’inglese, “ma quando si parla di questo argomento in Italia, per far comprendere agli italiani di cosa si sta parlando, si impieghi un’espressione in lingua italiana del tipo piano per la ripartenza o piano per la ricostuzione”, spiega Marazzini.

Così al posto di meeting usiamo riunione, non facciamo tutti gli esperti di food ma di cibo, non parliamo di audience ma di pubblico, non siamo tutti alle prese con il fare business ma con il fare affari e non lavoriamo in team ma facciamo lavoro di squadra. Qual è il problema nell’usare i corrispettivi della nostra lingua? Ci sono, sono belli e quindi usiamoli

Sfilate reali in Via Tortona e negozi virtuali la rivoluzione digitale di Velvet Media al White Milano

L’azienda veneta di marketing e vendita online scelta per sviluppare digitalmente il più grande salone italiano dedicato a designer e stilisti di moda. Se ne occupa la divisione Velvet Fashion: “Per la prima volta spazi fisici e virtuali si fondono, il fashion entra nell’era phygital”.

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Rossetto: con la mascherina non si usa più la cosmesi perde l’11,6%

 
Se nelle crisi finanziarie del passato comprare un rossetto o un profumo era una forma accessibile di auto gratificazione, oggi l’uso della mascherina e la riduzione drastica della socialità hanno portato a una forte contrazione nelle vendite dei cosmetici, mentre ha registrato un’accelerazione il comparto dell’igiene personale, comprendente gel e disinfettanti e quello dello skincare, che ha visto le consumatrici più attente ai trattamenti da fare a casa propria. E non a caso a fine 2020 si stima per la cosmesi italiana un calo del fatturato globale pari all’11,6% rispetto all’anno precedente.

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Armine Harutyunyan: la modella di Gucci che non rispetta i canoni di bellezza

La modella diventata vittima di body shaming sui social si racconta a Repubblica: “Meglio essere diversi che omologati al resto, anche se non tutti ti capiranno. Le persone sono spaventate da tutto ciò che è diverso, non posso vietare loro di parlare ma posso ignorarle”

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Taiwan: Want Show As Young, fashion influencer over 60

Hsu Hsiu-e e Chang Wan-ji sono i taiwanesi più famosi delle ultime settimane. L’account Instagram della coppia di sposi ha raggiunto in pochi giorni quota 497mila follower pubblicando appena 21 post. I due neo-influencer non vivono però in una dimora metropolitana ma in un assonnato quartiere di una città centrale dell’isola e, soprattutto, hanno qualche anno in più rispetto alle consuete star del web. Hsu Hsiu-e ha compiuto 84 anni e Chang Wan-ji 83, il loro successo è arrivato in tarda età grazie al nipote Reef Chang che ha scelto di movimentargli la vita rendendoli dei modelli sui generis. Da circa 70 anni, la coppia si dedica quotidianamente alla propria lavanderia mettendo da parte gli abiti che talvolta i clienti dimenticano di ritirare.

La loro attività non è sempre impegnativa. Si assopivano in negozio e non erano allegri quindi ho pensato, dato che la nostra famiglia ha tutti questi abiti, di ricordare ai clienti di ritirarli e, allo stesso tempo, rammentare ai miei nonni che la vita può essere grandiosa anche se si è anziani”, ha dichiarato alla Bbc Reef Chang, ideatore del profilo in ascesa ‘WantShowAsYoung’. “Non avrei mai pensato che alla mia età così tante persone avrebbero voluto guardare foto di me”, gli ha fatto eco la nonna, protagonista di scatti che sembrano rubati dai fashion magazine indipendenti grazie a uno styling contemporaneo e all’ironia della coppia.

Wan-ji, ha iniziato ad occuparsi di pulitura a secco a 14 anni per aiutare i suoi genitori e afferma che le persone hanno iniziato a dimenticare di ritirare i propri indumenti negli ultimi anni, a causa del basso costo dei vestiti. “In passato l’abbigliamento era molto costoso, si poteva addirittura dare in pegno in caso di necessità economica”. C’è poi chi dimentica in lavanderia abiti appartenenti a parenti defunti, chi si trasferisce altrove e non passa a ritirarli mai più. La coppia ha donato centinaia di abiti, ma ne possiede ancora alcune centinaia, usati proprio per gli scatti sul social network.

Per ora la pensione è fuori discussione, in futuro Wan-ji is ipotizza la possibilità di creare una collezione di abiti second hand. Molti dei commenti che affollano l’account ringraziano la coppia per aver dato un’immagine diversa della terza età e, soprattutto, per aver ricordato di passare in tintoria.

 

articolo via pambianconews.com

Dior sfila a Lecce omaggiando il Salento

 
 

È un omaggio al Salento e al Sud d’Italia, o al “Sud del Mondo” come dice emozionato salutando il pubblico Giuliano Sangiorgi leader dei Negramaro, dopo aver cantato Meraviglioso, che ha chiuso la sfilata di questa sera a piazza Duomo, a Lecce, di una delle più prestigiose maison francesi, la Christian Dior, in scena con la sua nuova collezione Cruise, disegnata dalla direttrice creativa Maria Grazia Chiuri. 

La scenografia spettacolare di luminarie da festa di paese, tipiche delle sagre in Puglia, realizzata da Marinella Senatore, nascondeva la piazza barocca con le sue luci, riunite talvolta a formare frasi ad effetto, come “Remember the first time you saw your name” (Ricorda la prima volta che hai visto il tuo nome). Ma ciò non impediva di capire dove ci si trovava, già dalla prima scena: sulle note della pizzica dell’Orchestra della Notte della Taranta diretta da Paolo Buonvino, sono apparsi i danzatori popolari salentini di L-E-V Sharon Eyal /Gai Behar, tra i quali hanno sfilato 45 abiti indossati da altrettante modelle in uno strano ma riuscito miscuglio.

via ANSA