Macerata nella “Top Ten” delle Città candidate a Capitale Italiana della Cultura 2020
Macerata è nella top ten delle città candidate a Capitale Italiana della Cultura 2020. Il Mibact ha pubblicato l’elenco delle dieci città finaliste per il titolo che sarà proclamato dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni dopo la fase di valutazione dei progetti finalisti. Grande soddisfazione del sindaco Romano Carancini: «È una grande soddisfazione per tutta la città ma io dico soprattutto per il nostro territorio maceratese, per la nostra gente e per la nostra Regione. È uno di quei momenti che valgono un intero mandato perché la scelta della Commissione Mibact riconosce il valore del lavoro. Ora insieme, tutti insieme, ad inseguire il futuro, a correre verso il sogno che diviene realtà.»
ALESSIO SATTA, ingegnere ambientale sardo, alla guida del MED-WET
Il MedWet promuove l’uso sostenibile delle risorse e dei servizi del vasto patrimonio ambientale dei compendi naturalistici del Mediterraneo.
Per la prima volta un italiano ai vertici di MedWet, l’organizzazione internazionale per la tutela e la valorizzazione delle zone umide del Mediterraneo. A ricoprire il prestigioso incarico di Segretario Esecutivo di MedWet è stato chiamato Alessio Satta, ingegnere ambientale, socio fondatore di MEDSEA – Mediterranean Sea and Coast Foundation, Ente no-profit con sede in Cagliari, attiva nel campo della protezione dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile della Sardegna e del resto del Mediterraneo.
Il nido di Heidi, protagonista dell’omonima e fortunata serie animata, era sui monti. E forse ci aveva visto giusto dal momento che l’indagine annuale de “Il Sole 24 ore” ha incoronato Belluno miglior città per qualità della vita in Italia. E subito a seguire Aosta, Sondrio, Bolzano, Trento. Insomma, grandi risultati per il Nord e soprattutto per le città alpine, che conquistano anche diversi primati: Aosta batte tutti per “demografia e società”, Verbano-Cusio-Ossola ottiene il primato in “Giustizia e Sicurezza”, indicatore che vede come fanalino di coda la città di Milano.
La storia delle divise delle hostess Alitalia ha oltre mezzo secolo, per la precisione ben sessantasei anni. Dal 1950 a oggi, le divise sono state disegnate e rielaborate da alcuni dei più noti stilisti italiani a cominciare dalle prime, firmate proprio negli anni 50 dalle sorelle Fontana. Un decennio dopo, gonna più corta e guanti bianchi per le divise firmate da Delia Biagiotti, e poi a seguire Tita Rossi, Mila Schön, Alberto Fabiani, Florence Marzotto, Renato Balestra, Giorgio Armani e Mondrian.
Questa è la soluzione di Melegatti per combattere la crisi: il pandoro, la cui produzione è ripartita nello stabilimento di San Giovanni Lupatoto a Verona. «Questa mattina sono stato in produzione, e ho visto persone commosse» afferma Luca Quagini, direttore dello stabilimento Melegatti «Forme perfette, qualità altissima, e non era scontato – spiega – Qualche giorno di ritardo per la manutenzione ci ha dato il tempo di affinare la lavorazione». Nel fine settimana potrebbe riaprire anche lo spaccio aziendale per la vendita ai consumatori diretti. La vera sfida, però, è la distribuzione nella Gdo: «Abbiamo mandato la comunicazione ai vari centri di acquisto e alle diverse insegne; non tutte credevano che ce l’avremmo fatta, e chiaramente a questo punto molte avranno già riempito gli scaffali con altri prodotti. Speriamo trovino un posticino, siamo sicuri che le vendite li ripagheranno».
#AGROCEPI: PIÙ AGGREGAZIONE E UNA LOBBY DI SISTEMA PER L’AGROALIMENTARE ITALIANO
“Ci siamo cullati con l’idea della qualità, convinti che questa bastasse da sola per rendere competitivi i nostri prodotti. Sono necessari invece anche sistemi reali di aggregazione che rendano più forte la nostra agricoltura. Dobbiamo liberarci una volta per sempre dalla frammentazione che essa sia il prodotto di individualismi o di burocrazie. Chiediamo che per le aggregazioni per filiere ci siano misure fiscali incentivanti. Parafrasando il titolo di questo evento l’ agricoltura e l’agroalimentare devono smettere di giocare in difesa per ogni singolo settore ma creare una relazione intersettoriale per creare ricchezza per il Paese. Da una simile strategia troverebbero vantaggio non solo i produttori ma anche i consumatori.
Dolce e Gabbana ha deciso di creare il nuovo packaging della pasta Di Martino, il celebre pastificio napoletano che quest’anno compie 105 anni. L’iniziativa rientra nella strategia già adottata dal brand come per Smeg, con la quale ha recentemente promosso il lancio di una linea di elettrodomestici di design.
Giovedì 23 Novembre 2017
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,Viale Pasubio 5, Milano
LUXURY RELOADED
Dalla trasformazione della Cina all’evoluzione americana, dall’e-commerce all’omnichannel, le nuove sfide del lusso.
Milano Fashion Global Summit riunisce i più importanti esponenti del settore e altre eminenti personalità da tutto il mondo per discutere e analizzare le nuove opportunità e sfide che il settore della moda e dei luxury goods affrontano in un mercato in continua trasformazione. Il Summit si rivolge ai Capi d’impresa e alle Alte Direzioni aziendali ed è concepito, unico nel suo genere, come momento d’incontro tra il mondo della creazione, dell’industria, della distribuzione e della finanza.
Il casoFiat non è un’anomalia nel contesto delle case automobilistiche occidentali. In questi ultimi vent’anni il sistema produttivo dell’auto ha registrato due spostamenti: in Europa, i paesi dell’Est hanno giocato la parte dei protagonisti, in un’ottica globale, invece, sono stati i paesi emergenti, Cina in testa, a scendere in campo.
Secondo l’Oica, la banca dati dell’Organizzazione internazionale dei costruttori d’auto, la cifra della gestione Marchionne iniziata nel 2004 è evidente: la Fiat è andata via dall’Italia. Nel 2004 l’azienda sfornava unmilione e 9528 vetture in Italia, quasi la metà del totale della produzione. Nel2011, l’anno a cui le ultime stime ufficiali dell’Oica fanno riferimento, solo 685.000 veicoli sono stati realizzati in patria, a fronte dei due milioni e 399000 complessivi.
La quota italiana è scesa al28%. Questi numeri chissà che effetto avrebbero su Giovanni Agnelli, fondatore della più grande industria italiana. La Fiat non è più un faro per l’economia del paese. Giovanni Agnelli, l’uomo globale lo definiscono molti, sostenitore della democrazia, delle società aperte e dello sviluppo, voleva prendere dall’America energia e innovazione e non di certo spostare la sua impresa dall’altra parte dell’oceano.Gianni Agnelli fu il ponte tra l’Italia e il mondo e salì ai vertici della Fiat nel 1966.
L’Italia visse un periodo economico di massimo splendore, gli italiani erano i cinesi di una Europa che cercava di diventare un mercato unico. Si trattava di un impero industriale oggi difficilmente immaginabile.
Oltre centomila lavoratori erano assunti da Fiat e diverse centinaia di migliaia lavoravano per imprese fornitrici della stessa. Che dire, esattamente il contrario di ciò che accede oggi.
Dall’industria culturale al turismo, dall’agroalimentare all’arte, passando per la moda e la cultura. Sono questi alcuni dei settori chiave del sistema economico italiano che contribuiscono a rafforzare nel mondo l’immagine del made in Italy. In post precedenti ci siamo soffermati sull’industria culturale e sul design, ripercorrendo in breve le performance di realtà produttive dove innovazione e creatività, unite a un costante aggiornamento delle competenze, rappresentano ingredienti essenziali per la crescita di questi settori. Si tratta di eccellenze intorno alle quali ruotano imprese, artigiani e giovani interessati a lanciarsi in professioni che intrecciano tradizione, innovazione e creatività.
NON E’ VERO CHE VIVIAMO SOLO ED INCESSANTEMENTE IN UN “GRANDE MERCATO” # NON E’ VERO CHE AD OGNI AZIONE OD INIZIATIVA DA NOI INTRAPRESA DEVE COMUNQUE CORRISPONDERE UN PREZZO DI COMPRA-VENDITA. INFATTI, A VOLTE E PUR SE RARAMENTE, ESISTONO ANCHE ESEMPI DI ATTIVITA’ ARTIGIANALI, IMPRENDITORIALI E PROFESSIONALI OVE PREVALE L’ORGOGLIO DI AVER SVOLTO – IN MANIERA ECCELLENTE O SODDISFACENTE – IL PROPRIO LAVORO, NONCHE’ DI AVER SODDISFATTO IN MISURA APPREZZABILE LE ASPETTATIVE DEL NOSTRO INTERLOCUTORE. Ben si inquadra, in questo contesto, una breve nota di Andrea Ciulla D’Alcamo che potrebbe sembrare una pubblicità – mascherata – ma a pagamento (in gergo giornalistico denominata “marchetta”, mentre invece trattasi semplicemente di un “cortese ringraziamento”.
Torna sul Lago di Roncone il festival dedicato alle eccellenze della gastronomia e delle produzioni della Valle del Chiese e del Trentino!
Mostra mercato, mostra bovina, laboratori didattici, degustazioni di prodotti tipici e show cooking con chef stellati!
Tornano ad accendersi i riflettori su Altaroma, la kermesse capitolina che dal 6 al 9 luglio animerà la Capitale con quattro giorni di sfilate, performance e installazioni. E se è vero che all’appello manca ormai da un paio di stagioni il nome di Raffaella Curiel, restano confermati quelli di Renato Balestra, Greta Boldini e Rani Zakhem. Con una novità non indifferente. Nel calendario romano spicca infatti un nome d’eccezione, quello di Efisio Rocco Marras, figlio di Antonio Marras, da poco nominato al timone dell’etichetta I’M Isola Marras, che debutterà in passerella venerdì.
L’innovazione e alcune eccellenze italiane: fashion, automotive e turismo
Lunedì, 3 luglio 2017| Ore 14.30 (registrazione a partire dalle ore 14.00) | UniCredit Pavilion – Piazza Gae Aulenti, 10 | Milano
Torna l’Innovation Summit di Deloitte, l’evento esclusivo annuale indirizzato ai CEO, ai Chief Innovation Officer, alla business e innovation community, alle start up e ai ricercatori italiani, nonché ai vertici delle principali istituzioni del mondo economico e politico e dell’ecosistema innovativo del nostro Paese.
La seconda edizione sarà dedicata all’Innovazione in grado di rafforzare il già straordinario prestigio del nostro Made in Italy. L’obiettivo è offrire il punto di vista di Deloitte – attraverso un’ampia e approfondita ricerca esclusiva – per stimolare un confronto tra personalità della business e innovation community.
GIOIOSA JONICA e quelle foto dei Girovaghi di 50 Anni fa
…quando “non c’erano soldi ma tanta speranza”. E si sognava !
di Domenico Logozzo*
GIOIOSA JONICA – “Non c’erano soldi ma tanta speranza”, cantava il crotonese Rino Gaetano. Parole che ci sono ritornate alla mente quando una sera in Calabria, a Gioiosa Jonica, l’amico Bruno Pisciuneri ci ha fatto vedere le foto degli Anni Sessanta del complesso musicale dei Girovaghi. Anni in cui c’era un fiorire di idee.
Un nuovo modello di business per il luxury esperienziale, gli eventi privati e il destination wedding in Italia: su queste basi e con questi obiettivi è stato fondato Italy My Way, gruppo che riunisce molteplici aziende con a capo i loro leader professionisti del settore per realizzare in Italia eventi memorabili, traducendo ogni desiderio in esperienza, ogni sogno in realtà.
PROGRAMMA 7 GIUGNO 2017 – a ROMA, nelle TERME DI DIOCLEZIANO
Dal 6 maggio al 9 giugno, a Roma, presso il Museo delle Terme di Diocleziano si può visitare una grande mostra-evento per celebrare il 2017, dichiarato dal MIBACT “Anno dei Borghi” …..“Ai confini della meraviglia” è un affascinante percorso espositivo attraverso le eccellenze delle 18 regioni protagoniste dell’iniziativa “Borghi – Viaggio Italiano”. Un percorso esperienziale per scoprire le meraviglie dell’Italia più autentica.
Alla Regione Abruzzo – verso cui il “Centro Promozione Libro” e l’Agenzia Giornalistica “Consul Press” hanno un particolare feeling di simpatia, nonché rapporti di collaborazione – sarà dedicata l’intera giornata del 7 giugno p.v., in un grande evento di presentazione, che farà immergere i visitatori in un viaggio virtuale ed interattivo tra i Borghi Abruzzesi e le località dei paesaggi legati a illustri personaggi della cultura italiana, tramite iniziative, animazioni folcloristiche, incontri e rievocazioni storiche.
Alla scoperta delle meraviglie del Bel Paese: Calabria d’incanto, tra Magna Grecia e New York Times – di Goffredo Palmerini
Il numero Primavera 2017 del magazine i-Italy NY – attualmente in distribuzione a New York, Washington DC, Los Angeles, San Francisco, Boston e presto anche in altre città degli States – dedica sei pagine alla Calabria.
La rivista diretta da Letizia Airos, dopo gli speciali sull’Abruzzo, sul Gargano, su Matera e la Basilicata, sul lago di Garda, con questo servizio sulla Calabria jonica continua il viaggio nel Bel Paese per interessare i lettori americani – il magazine è in lingua inglese – alle straordinarie meraviglie e singolarità dell’Italia.
Il direttore del magazine ha chiesto a Goffredo Palmerini di scrivere anche l’articolo sulla Calabria. Il servizio è pubblicato da pag. 68 a 73 con l’aggiunta di annotazioni redazionali sulla gastronomia calabrese.
Laura Biagiotti nasce a Roma nel 1943. Cresce nel periodo del boom economico, che avrebbe poi portato alla nascita e al successo dei grandi marchi di moda italiani, come Valentino, Krizia, Missoni, Versace, Armani, e, appunto, Biagiotti. La madre, Delia Soldaini, possiede una sartoria in via Salaria, a Roma. È lì che Laura inizia a familiarizzare con i tessuti, i colori, le forme e gli stili. Le piacciono molto, ma decide ugualmente di studiare altro. Prova a diventare un’archeologa, ma alla fine la passione per la moda ha la meglio. A voler essere precisi quella di Laura per la moda non è tanto una passione, quanto invece una vocazione, come una sorta di destino inevitabile al quale non ci si può sottrarre.