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Il denaro di domani – economisti eretici ne discutono Galloni e Sessa

L’eurozona, a partire dal 2008, vive una gravissima crisi economica, pari, per i drammi sociali che ha prodotto, solo a quella del 1929. Non ne siamo ancora usciti: gli indicatori dicono di una situazione di stagnazione, caratterizzata da una diffusa disoccupazione, da un aumento esponenziale del debito pubblico e privato e di una conseguente paralisi dei consumi. Il sistema capitalistico vive una crisi senza precedenti.

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Le Ambasciate d’Italia all’Estero,
in una collana editoriale di gran pregio

IL VENTENNALE della “COLLEZIONE FARNESINA”
ed una splendida collana di volumi  sulle Ambasciate Italiane nel Mondo
   

a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI 

Celebrazione-clou del ventennale della Collezione Farnesina (1999-2019), una prestigiosissima collezione, risultato del lavoro artistico e culturale già predisposto da tempo dall’Ambasciatore Umberto Vattani, con una serata convegno presso il Ministero degli Esteri, all’interno nella Sala Aldo Moro …  mentre all’esterno, sulla facciata in travertino del Ministero, transitava la proiezione di videomapping con creazioni artistiche  di sicura avanguardia. 

 

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Il delitto perfetto le indagini di Claudio Morici sulla chiusura delle librerie romane

Sempre più spesso si legge delle problematiche che hanno le librerie, ed è di pochi giorni fa la chiusura di altre due librerie romane, che in soli dieci anni (2007-2017) sono diventate 223 in meno.

Amazon che sembrerebbe il principale problema non è però l’unica causa di questo “declino”. La situazione riguarda anche i costi, l’IVA, la possibilità di poter acquistare sempre più ebook, il numero ed a questo punto anche la qualità dei libri che le case editrici pubblicano ogni anno.

In un lungo articolo pubblicato sul sito di Internazionale, lo scrittore Claudio Morici ha fatto un’analisi della situazione per quanto riguarda le librerie di Roma, mettendo a confrontando dati e testimonianze di librai e altri esperti del settore.

Riportiamo l’articolo dell’8 giugno 2019.

 
Il delitto perfetto, indagini sulla chiusura delle librerie a Roma. 

Nel 1992 avevo vent’anni, volevo fare lo scrittore e allora mi capitava di entrare in libreria e di rubare libri. Mi sentivo in diritto, era una sorta di borsa di studio che mi davo da solo, visto che di lì a poco ne avrei scritto di bellissimi anch’io. Per il momento, però, ero solo un maestro nel disattivare la fascetta magnetica contenuta all’interno dei volumi, che faceva suonare l’allarme all’uscita. Ci scrissi anche un breve saggio sotto pseudonimo. Per favore, non cercatelo su internet.

In Italia, da allora a oggi hanno chiuso moltissime librerie. A Roma, dal 2007 al 2017, hanno chiuso 223 “punti vendita trattanti libri”, secondo la Confcommercio. Una strage. Alcuni avevano nomi che a risentirli stringono il cuore: Croce, Fanucci, Remainders, Invito alla lettura, Amore e psiche, Fandango incontro, Flexi, Zalib, MelGiannino.

Ma cosa sta succedendo? Perché chiudono le librerie, soprattutto quelle piccole? Chi è il serial killer di quelle romane? Chi l’ha aiutato?

Primi indizi
Tra i primi sospettati ci sono le grandi catene tipo Mondadori e Feltrinelli, che negli anni novanta sono entrate nel mercato a gamba tesa. Grandi editori che tutt’oggi, unico caso in Europa, i libri li pubblicano, li distribuiscono, li vendono, e a volte se li leggono pure da soli.

I numeri parlano chiaro: le librerie a conduzione familiare in Italia erano 1.115 nel 2010. Nel 2016 erano 811. Mentre quelle che fanno parte di grandi gruppi sono aumentate: da 786 a 1.052.

Ma parlando con Carmelo Calì, ex libraio della libreria Pallotta a ponte Milvio, sembra proprio che le grandi catene non siano le uniche responsabili di questa strage. Negli ultimi anni si è creato un nuovo equilibrio e i librai di quartiere sono diventati consapevoli di offrire un servizio che le grandi librerie nemmeno se lo sognano. I piccoli librai, a differenza dei grandi, hanno il dono della parola. Chiacchierano, discutono, consigliano, organizzano eventi. Ti danno un tetto se piove, una tisana calda, un luogo dove incontrare gli amici, sentirsi a casa o in ufficio. Mettono le locandine degli eventi nei bagni.

Prendersela con le grosse catene sarebbe come arrestare il primo indiziato. Troppo facile

Le grandi catene magari riescono a stare dietro al meccanismo kamikaze delle nuove uscite (ci torno tra poco), ma non ai bisogni di socializzazione e di identificazione. È quello che mi dice anche Francesco Mecozzi della libreria Giufà a San Lorenzo: “Siamo ancora aperti perché ci siamo costruiti un’identità diversa”. E Alessandro Alessandroni di Altroquando aggiunge: “Le persone vengono da noi anche perché ci conoscono personalmente”.

Come per Carmelo Calì, anche secondo loro prendersela con le grosse catene sarebbe come arrestare il primo indiziato. Troppo facile. La vendita al dettaglio è in crisi in tutti i campi: dalla macelleria al negozio di scarpe. Nelle librerie questa tendenza ha avuto risultati ancora più funesti?

Giovanni Peresson, responsabile dell’ufficio studi dell’Associazione italiana editori (Aie), intervistato dall’Ansa dice di no. Anzi, dalla loro indagine risulterebbe che i librai hanno sofferto meno. E allora chi è il serial killer delle librerie?

Il ruolo di Amazon
Lo so che state pensando: Amazon. Volete leggere un articolo pieno di sangue, dove Amazon e internet si mangiano il mercato come Hannibal Lecter si mangia le persone. Con l’ebook nascosto nel buio che sferza l’ultimo colpo alla carotide del povero libraio.

È vero, più di un libro su cinque è stato venduto online nel 2017. È vero anche che l’azienda statunitense nel 2017 non ha pagato un dollario di tasse, approfittando della riforma fiscale voluta da Donald Trump; e che al contrario, in Italia gli editori le tasse le pagano eccome; e che ci sono molti sospetti sulle condizioni di lavoro dei dipendenti (è pieno di articoli). Ma anche Amazon, come le grandi catene, non ha il dono della parola, non te la fa la tisana e non mette locandine nei bagni, che ancora non ha (in futuro va’ a sapere). E vi assicuro che parlando con i piccoli librai romani, quasi nessuno mi è sembrato spaventato da questo mostro. Come mi spiega Francesco Mecozzi di Giufà: “Spesso non abbiamo il libro che stai cercando, mentre Amazon te lo porta a casa il giorno dopo. Mi chiedo però: se solo quattro italiani su dieci leggono un libro all’anno, ti pare che quel libro se lo devono leggere proprio domani mattina?”.

Amazon fa paura soprattutto alle librerie grandi. Barbara Pieralice è titolare insieme alla sorella Francesca della Nuova Europa, una delle indipendenti più di successo, che da 25 metri quadrati è passata a 400 dentro il centro commerciale I granai a Roma sud. Pieralice mi dice che le vendite sono in calo costante dal 2009 e il motivo numero uno, secondo lei, è proprio l’online. Si lamenta del fatto che in Germania e in Francia i governi limitano gli sconti applicati da Amazon, mentre in Italia l’azienda può farne quasi senza limiti.

Stefano Scanu, direttore responsabile della sede romana della catena Ibs+Libraccio – un posto enorme in via Nazionale – punta il dito su qualcos’altro. Per lui la vendita online sarebbe solo il secondo indiziato del calo di vendite. Al primo posto ci mette il calo dei lettori, ovvero, non ci sarebbe un singolo serial killer ma un’intera popolazione. In effetti i dati sono drammatici. Per citarne due: in Italia il 32,3 per cento dei laureati non legge nessun libro. E siamo all’ultimo posto in Europa sulle competenze di comprensione dei testi e di lettura, secondo l’ultimo rapporto dell’Aie. Abbiamo risolto il delitto perfetto?

Un sacco di patate
Nei primi anni novanta impazzava una polemica che oggi sembra ridicola: “Si possono vendere i libri al supermercato?”. Partecipai al dibattito inventando la “tecnica del sacco di patate”. Ovvero: metti un libro nel carrello e lo nascondi sotto un sacco di patate. Alla cassa nessuno ti chiede di spostare il sacco (pesa troppo) e così ti rubi il libro.

Secondo tutti i librai che ho intervistato, tra le ipotesi di omicidio spunterebbe anche quella dello scambio di persona. Il libro in Italia è scambiato per un sacco di patate. È tassato come un sacco di patate, venduto come un sacco di patate, proposto come un sacco di patate. Ma un libro non è un sacco di patate (salvo eccezioni) e le librerie, insieme alle scuole e alle biblioteche, sono l’ultima trincea a sostegno della lettura. Hanno una funzione culturale e strategica che non può essere ignorata.

Non a caso in Francia il ministero della cultura ha iscritto “le tradizioni e le conoscenze dei librai” nel patrimonio culturale immateriale. Un primo passo per proporli all’Unesco. E invece a Roma le librerie chiudono, come si seccano i prati delle ville lasciate all’incuria. Solo che a differenza dei prati, le librerie che chiudono non ricrescono più. E diventa normale, fisiologico, che al loro posto aprano un Compro oro, una rosticceria, un negozio che vende patate: qualsiasi tipo di attività rende il triplo di una libreria e può permettersi più facilmente di pagare l’affitto in centro e le tasse.

Ultimi sospetti
A detta di chi vive tra scaffali di libri, ci sarebbe un’ultima ipotesi per risolvere il caso. Alcuni librai pronunciano la parola sottovoce, ma la pronunciano spesso. La parola è: suicidio.

Nel 1980 le novità in libreria erano 13mila. Nel 2016, con lo stesso numero di lettori, 66mila. Una follia. Significa che i libri scompaiono dagli scaffali dopo due mesi, che le vendite medie per volume sono bassissime, e che è enorme il numero dei testi mandati al macero. Un’economia drogata dove il piccolo libraio è costretto a indebitarsi per anticipare l’acquisto delle novità – che non sa neanche dove mettere – e gli editori sono costretti a stampare tanto per stare al passo con la concorrenza e con le regole della grande distribuzione.

C’è poi la questione degli sconti. In Italia una legge del 2011 prevede che non possano superare il 15 per cento. Per raccontare i cavilli, i raggiri, le paraculate che portano ogni mese grandi editori e grandi catene a fregarsene e fare offerte che si mangiano letteralmente i più piccoli nella filiera, ci vorrebbe un altro articolo. Ma anche in questo caso, molte piccole librerie intraprendenti hanno trovato strategie di sopravvivenza come le “copie in deposito”, ovvero la possibilità di procurarsi i libri direttamente dall’editore, pagandoli solo una volta venduti.

E allora se non è neanche un suicidio, chi le ammazza le librerie? Muoiono di vecchiaia?

Il fattore stupidità
Credo che le librerie, come i libri, come le biciclette, come le gite al mare e gli adolescenti megalomani come me che rubano libri pensando di avere ragione, non moriranno mai di vecchiaia. Quello che ho capito in questa piccola indagine, è che non c’è un unico assassino. Le piccole librerie romane stanno morendo per un insieme di fattori. Sono bombardate da questi fattori. Arrivano fattori terra-aria, fattori a grappolo, fattori che pensi che sia una penna, la tocchi e ti esplodono in faccia.

E purtroppo in pochi le difendono, questo è il vero problema. Se vogliamo trovare un unico nemico direi che è sempre lo stesso, da anni, da secoli, il nemico dei libri e delle librerie. La stupidità.

Un caso esemplare è quello di Claudio Madau, 37 anni, libraio di Roma. È stato premiato dal presidente della repubblica Sergio Mattarella perché “esempio di civiltà”. È diventato una specie di eroe nazionale insieme ad altre 33 persone perché si è inventato “Dottor libro”: presentazioni di libri organizzate in ospedale.

Il 5 marzo scorso, quando gli hanno dato la medaglia – con la cerimonia, le telecamere dei tg e tutto il resto – chissà se hanno anche capito che la sua libreria, proprio accanto all’ospedale San Giovanni, ha chiuso da tempo. In due anni e mezzo di lavoro estenuante, senza aiuti, senza finanziamenti, hanno provato a vendere libri e a dare “esempi di civiltà”, ma non guadagnavano niente. E qui volevo inventarmi una bella battuta per sdrammatizzare la loro situazione, ma forse è meglio astenersi.

Il ruolo delle istituzioni
Il piccolo libraio resiste, parla con il cliente, lo fa tornare, compie il miracolo di appassionarlo alla lettura, gli prepara la tisana per anni, magari lo convince a non comprare su Amazon. Poi però, ogni sei mesi, deve pagare una tassa per la nettezza urbana di tremila euro all’anno, come succede alla libreria Tomo a San Lorenzo, che è grande ma lotta per esistere come tutte le altre. Oppure gli raddoppiano l’affitto, com’è successo alla libreria Spagnola, perché si trova in centro e i prezzi salgono alle stelle per il turismo. Oppure un giorno arrivano i vigili urbani, come è successo a Giufà, e ti fanno 300 euro di multa perché hai messo fuori una panchetta irregolare, come se fosse questa l’emergenza a San Lorenzo. Oppure oltre a farti la multa ti chiudono per cinque giorni, com’è capitato a Otherwise nel settembre 2018, per degli espositori messi all’entrata, dove secondo un regolamento del comune non dovevano stare.

Nel 2016 quaranta librai romani si sono riuniti in un consorzio, hanno discusso per ore, hanno partecipato a un bando e hanno vinto centomila euro. Tutti contenti hanno festeggiato e hanno fatto progetti. Ma i primi 30mila euro sono arrivati dopo due anni e mezzo. È passato così tanto tempo che nel frattempo alcuni di loro hanno chiuso. Ditemi voi se tutto questo non è molto stupido.

Alessandro Alessandroni, che è anche presidente dell’associazione italiana librai della Confcommercio di Roma, mi spiega che da anni stanno chiedendo alle istituzioni le stesse quattro-cinque cose: riduzione di alcune tasse – come quella sulla nettezza urbana, o quella sul consumo di energia elettrica, o quella per le insegne –, nuove regole per l’occupazione del suolo pubblico, una mappatura delle librerie di qualità (come fanno in Francia, dove sono sostenute sulla base di criteri meritocratici). C’è anche chi propone di costruire una rete con scuole e biblioteche pubbliche che potrebbero comprare i libri, per legge, esclusivamente dalle librerie di quartiere. Le idee sono tante e vengono tutte da persone competenti, con anni e anni di esperienza sul campo. La risposta delle istituzioni? Nessuna. Questa è una forma di eutanasia senza consenso.

Il futuro
Se le cose andranno avanti così le librerie di qualità moriranno tutte in pochi anni. Chi le sta tenendo aperte lo fa solo per passione, volontariato, disturbo della personalità, incoscienza. O perché pensa che vendendo libri quando muori vai in paradiso. Certi mesi i proprietari di Giufà guadagnano meno dei pochi dipendenti che hanno assunto, e molto spesso lavorano più ore. Lo stesso vale per quelli di Altroquando. C’è chi guadagna seicento euro al mese dopo quindici anni di attività. Molti librai romani puntano a pagare le spese e lo considerano già un miracolo.

Eppure le librerie romane non sono mai state così vive. Per sopravvivere si stanno inventando una nuova scena, delle nuove abitudini, hanno il sostegno di tanti cittadini.

La Pecora elettrica, a Centocelle, organizzava presentazioni di ogni genere che spostano la gente dal centro alla periferia. Lo scorso 25 aprile, durante la notte, gli hanno dato fuoco. E stavolta non è una metafora, è un fatto gravissimo. La cosa incredibile è che colleghi, cittadini, clienti e abitanti del quartiere hanno raccolto quasi 40mila euro in meno di un mese. Una mobilitazione dal basso, senza eguali.

Probabilmente sarebbe successo qualcosa di simile per Giufà, che mette in piedi decine di eventi straordinari ogni anno. O per Tuba, dove si sperimenta insieme alle femministe. Da Altroquando presentano riviste in inglese che pubblicano esordienti italocinesi. Il Giardino del mago ha dato inizio a una lettura di gruppo del Maestro e Margherita. Scripta manent ha portato dodici premi Strega a leggere i loro libri sul marciapiede. Sono tantissimi i progetti eccezionali e molti romani se li stanno prendendo a cuore.

Oggi so qual era il vero motivo per cui rubavo libri a vent’anni. Avere libri senza pagare è un po’ come voler crescere senza soffrire. Purtroppo non funziona. È una delle poche cose che non si possono imparare sui libri. Il punto è che forse vale anche per una città grande come Roma. Non si può essere così stupidi da non capire che crescere, cambiare, migliorare, diventare ancora più grandi non è possibile senza investire, sostenere, prendersi il rischio di scegliersi il futuro. E sostenere economicamente le librerie indipendenti sarebbe davvero un ottimo affare per tutti.

Poi un giorno mi beccarono. Avevo rubato Il barone rampante di Italo Calvino.

 

 

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L’ILVA di Taranto raccontata da Angelo Mellone

 

Martedì 14 gennaio 2020

 

APERITIVO LETTERARIO 

Fino alla fine

romanzo di una catastrofe

con ANGELO MELLONE e LUCIANO LANNA

 

HORAFELIX LIBRERIA

via Reggio Emilia, 89 – Roma

 

Nel corso della pomeridiana si parlerà dell’ultimo romanzo di Mellone e della difficile situazione dell’Ilva e della città di Taranto

Perché un romanzo proprio sullo stabilimento siderurgico?
«La mia storia e quella della mia famiglia sono legate all’acciaio. Mio padre, all’interno dell’Italsider, era la matricola 16. In pratica ha visto nascere e crescere il sito industriale di cui è stato il più giovane dirigente. E poi proprio dentro l’Italsider ha conosciuto mia madre che si trasferì da Genova a Taranto».

info e prenotazioni: 3711278745

 

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In un fumetto dell’editore Ferrogallico Yukio Mishima: l’intellettuale dissidente 

QUANDO IL “FUMETTO DIVIENE ARTE,
CULTURA, LETTERATURA E STORIA

un’analisi elaborata  da FABRIZIO FEDERICI 

A Roma, presso Horafelix“- Caffè Letterario in via Reggio Emilia – polo culturale luogo d’incontro di appassionati bibliofili (al di là delle diverse formazioni poltico-culturali di ognuno), è stato presentato recentemente Yurio Mishima – L’ultimo samurai”: libro-racconto, a fumetti (2019, €. 21,25) sul poliedrico scrittore, poeta, giornalista, autore e interprete di teatro e cinema giapponese morto a novembre del 1970, quasi 50 anni fa, al culmine di uno spettacolare “pronunciamiento” (che era, però, soprattutto una testimonianza, non certo un tentativo di golpe) in pieno centro di Tokyo.

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ONU: tra Falsi Storici e Manipolazioni Politiche
……….con la solita Regia del “Grande Fratello”

Riassumendo, per UN MONDO CHE HA LA MEMORIA PARECCHIO CORTA

Si riporta qui di seguito un circostanziato ed esaustivo intervento segnalatoci in Redazione dalla nostra amica Silva Silvana, sovente ospite ed animatrice di “HoraFelix”, un Caffè Letterario in Roma  frequentato generalmente da persone intelligenti, ove vengono svolti stimolanti dibattiti, interessanti  Tavole Rotonde e presentazione di libri,  non in linea con il pensiero unico dominante.
Tale articolo – “Un mondo con la memoria troppo corta” a firma di Giorgio Bianchi – è apparso su Fb il 4 gennaio, analizzando una serie di fatti ed avvenimenti riguardanti le Nazioni Arabe e Popoli Arabi che si affacciano sul Mediterraneo, sino alla recente “eliminazione fisica” del Generale Soleimani.
Su tale episodio, anche la nostra Testata ha pubblicato – ieri, domenica 5 Gennaio – un articolo da ritenersi probabilmente non politicamente corretto: https://www.consulpress.eu/in-morte-di-qassem-soleimani/

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In morte di QASSEM SOLEIMANI

In morte di QASSEM SOLEIMANI 

una nota su Fb in data 3 gennaio di Adriano Tilgher …ed altri commenti  

Tutti gli Europei dovrebbero rendere omaggio al comandante QASSEM SOLEIMANI, l’uomo che ha distrutto lo stato islamico in Iraq, ha debellato e reso innocui i terroristi dellISIS, ha protetto e salvato le Chiese Cattoliche in Iraq e in Siria, dalla violenza del califfato e dei terroristi, finanziati ed armati dall’Arabia Saudita e dai suoi alleati anglo-americani.

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Un libro sulla “Dinastia degli Agnelli” di Antonio Parisi

“Gli AGNELLI: Antonio Parisi ricostruisce luci, segreti e misteri della dinastia che ha dominato “Il Novecento Italiano 

                                    ________________una recensione di Fabrizio Federici *

Il 29 e 30 giugno del 1908 (un anno che fu già denso di notizie allarmanti, dalla rivolta dei Giovani Turchi contro il Sultano a fine luglio, solo un mese dopo, all’annessione austriaca, in ottobre, della Bosnia-Erzegovina), il quotidiano torinese “La Stampa”, diretto da Alfredo Frassati, informava dettagliatamente i lettori di una serie di perquisizioni disposta dalla Procura del Re, con gran dispiego di forze, negli uffici di un’azienda – la FIAT – che allora aveva meno di dieci anni, ma era destinata a diventare addirittura uno dei simboli del capitalismo italiano.
La FIAT, Fabbrica Italiana Automobili Torino, fondata, a luglio 1899, dal conte Bricherasio di Cacherano, insieme a Cesare Goria Gatti (ambedue appassionati di motori) e a pochi altri soci, tra cui il giovane sindaco di Villar Perosa, Giovanni Agnelli (futuro nonno dell’ “Avvocato”). Cos’era successo? 

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Patologie della comunicazione contemporanea

Phubbing, Egosurfing, Analfabetismo Emotivo, Narcisismo Digitale,
ricerca di autostima attraverso i Like, pollici all’insù degli altri.

Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Whatsapp hanno cambiato i meccanismi comunicativi contemporanei. Lodevole è l’immediatezza con cui avviene lo scambio d’informazioni e il fatto che si tratti di una comunicazione globale. Eppure essendo dei sistemi di comunicazione recenti hanno effetti collaterali che non riusciamo a prevedere, gli abusi scatenano vere e proprie patologie di massa che prima erano meno diffuse.

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“Cattolici senza compromessi” – il nuovo volume di Tommaso Monfeli

Questo libro racconta l’azione in difesa dell’ordine naturale e cristiano svolta nello spazio di venticinque anni (1982-2006) dal Centro Culturale Lepanto, un’associazione di laici cattolici, fondata a Roma dal Prof. Roberto de Mattei.
Le campagne pubbliche del Centro Culturale Lepanto denunciarono, con molto anticipo, la metamorfosi del comunismo, gli inganni dell’Europa di Maastricht, la minaccia dell’Islam, l’ascesa dell’omosessualismo. 

A questi attacchi crescenti contro la Civiltà cristiana il Centro contrappose la difesa di quei principì e di quelle istituzioni che nei secoli avevano fatto l’Europa, nella convinzione “che ancora una volta la Chiesa santa, cattolica, apostolica e romana restituirà al mondo la sua civiltà, all’Europa la sua tradizione, alla nostra patria la sua fede, al nostro tempo un avvenire di speranza e di gloria”. 

La battaglia in difesa della Chiesa e della Civiltà cristiana condotta dal Centro Culturale Lepanto è portata ora avanti dalla Fondazione Lepanto, che ne ha raccolto l’eredità ideale.

EUGENIO PARISI
 

 

 
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FaceBook condannato dal Tribunale di Roma: sconfitta l’arroganza del “pensiero unico dominante”

CONDANNATO FACEBOOK PER ARBITRARI OSCURAMENTI 
…… UNA VITTORIA PER IL  DISSENSO FUORI DAL CORO 

Pubblichiamo una dichiarazione del Prof. AUGUSTO SINAGRA 

Con Ordinanza dell’11 dicembre 2019 su ricorso di CasaPound Italia, rappresentata e difesa da me e dal Prof. Avv. Guido Colaiacovo, il Tribunale di Roma, in accoglimento totale del ricorso, ha condannato Facebook Ireland Limited alla immediata riattivazione della pagina di CasaPound Italia e del profilo personale di Davide Di Stefano, in qualità di amministratore della pagina.

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Menzogne di guerra di un Occidente russofobico di Luca Leonardo D’Agostini

Analisi e controllo delle fonti dalla guerra Ispano-americana ai curdi, i valzer dell’ipocrisia

Raffaele Panico

La presentazione a Roma, il libro e il dvd

La suggestiva lettura dei titoli dei capitoli del libro di Luca D’Agostini, con l’apprestarsi della notte, porta consiglio e il sogno riveste e anticipa la realtà, così che la lettura non ceda alle visioni tragiche ed atroci della guerra calda riportate e la redazione risulti pertanto serena come è piacevole avere contezza dei fatti reali da leggere nel libro che svela le falsità. Ieri a Roma, presso la sede italiana dell’eccellente Scuola Russa, direttrice la professoressa Natal’ja Demchenko, è stato presentato il libro e il dvd allegato di Luca Leonardo D’Agostini, esperto di geopolitica e relazioni internazionali, dottore in Scienze politiche, a Roma, professionista a livello internazionale di intelligence privata.

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A Milano, presentato il Libro di Szczerski
“Un nuovo dinamismo per il sistema europeo”

Un nuovo dinamismo per il sistema europeo

All’Università Cattolica di Milano “Sacro Cuore”, Giovedì 28 Novembre presso la Sala degli Stucchi, è avvenuta la presentazione del libro di Krzysztof Szczerski Segretario di Stato, Capo di Gabinetto del Presidente della Repubblica di Polonia, a cui è intervenuta come special guest l’ex Presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti.

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La Fiera della piccola e media editoria a Roma

La Fiera dell’editoria indipendente

Più libri più liberi è la fiera di Roma dedicata esclusivamente all’editoria indipendente: cinque giornate dove scoprire le novità e i cataloghi di oltre 500 editori, incontrare autori, assistere a performance musicali, reading e dibattiti. Un’occasione da non perdere per lettori e addetti ai lavori.

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Il nichilismo dell’Unione Europea

Sabato 30 novembre 2019

presentazione 

 

  “Il nichilismo dell’Unione Europea”

di Diego Fusaro e Silvio Bolognini

 

Interverranno il professore aggregato dell’Università eCampus Massimiliano Bonavoglia e la giornalista Marina Simeone

 

Centro Studi Pietro Golia

Via Renovella, 11 – Napoli

ore 18.00

 

 

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“L’incanto dei morti” Arnaldo Colasanti presenta il volume di Francesca Ricchi

Tra sogno e realtà, la vita finta e quella reale di chi crede di nascondersi dietro una maschera, eludendo ogni significato vero della vita, compresa la morte. Non é per tutti la soluzione positiva, non lo é certamente per Esmeralda.

Presentazione del libro L’incanto dei morti  – Il sogno e la realtà di Esmeralda di Francesca Ricchi (Emersioni Editore) – Ironia e umorismo per svelare le maschere degli uomini.

La presentazione del libro, affidata al critico letterario e scrittore Arnaldo Colasanti, avrà luogo sabato 7 dicembre, con inizio alle ore 18,00, nella Libreria Eli in Viale Somalia 50A.

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KELLY – il romanzo di Michaela Lucrezia Squiccimarro vincitore del Premio Letterario Città di Castello

Mercoledì 4 dicembre 2019

l’Associazione Vivere con Filosofia presenta

 

Kelly 

di Michaela Lucrezia Squiccimarro

 

RED – Bistrot Libreria

Via Tomacelli, 25 – Roma

ore 18.00

 

Kelly

Proprio dietro alle nostre spalle succede di sentire qualcosa che non c’è. Così capita di raccontare storie di “alterità”, storie di fantasmi che fanno formicolare la carne e che rendono le ombre più nere. Un contatto possibile con un mondo nascosto, che ci sfiora ogni giorno. Nello spazio vuoto fra le cose, gli spiriti ci ricordano perché viviamo e che c’è qualcosa di speciale ed unico nell’essere vivi.

Ma provate voi a sentirvi seguiti ovunque da uno spirito dispettoso, tornato per ricordarvi che state dimenticando qualcosa. Tra ricordi di ciò che non si è fatto e apparizioni di esseri immaginari e dimenticati, la verità della giovane protagonista riaffiorerà dal suo inconscio, fino a svelare il vero motivo della comparsa di uno spirito che ci è sempre stato vicino.

Michaela Lucrezia Squiccimarro

Nata a Roma nel 1984 è laureata in letteratura e traduzione inglese; non solo docente di lingua per l’Università Telematica Uninettuno ma anche regista, attrice, insegnante di tip tap ed adattatrice per il teatro. 

La sua più grande passione rimane quella per Dungeons&Dragons, il gioco di ruolo che le permette di dare sfogo alla creatività di generare mondi per le sue storie infinite.

Kelly, vincitrice della XII edizione del Premio Letterario Città di Castello è la sua opera d’esordio, scaturita dall’interesse per il soprannaturale e la letteratura horror e fantasy. Ha come precedente Caso Numero 17, il testo teatrale scritto e messo in scena insieme alla sua compagnia.

 

 

 

Vivere con Filosofia
L’associazione culturale “Vivere con Filosofia”, è stata fondata da Rosanna Buquicchio, docente e titolare di cattedra in Storia e Filosofia presso l’università di Roma Tre ed in istituti secondari superiori. L’associazione, senza scopo di lucro, nasce a Roma nel 2008 con l’obiettivo di diffondere la cultura filosofica, attivando forme e modalità in cui è possibile pensare insieme, confrontandosi liberamente con dibattiti che ricalcano le orme delle antiche agorà.

 

 

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La quinta forza della natura

La scuola di fisica italiana vanta un primato da Enrico Fermi ad oggi

Raffaele Panico

La scuola di fisica italiana, all’interno del Cern, i laboratori di Ginevra, conta circa 1800 ricercatori italiani e questi rappresentano la comunità più numerosa, dopo quella degli Stati Uniti, 1.800 su un totale di circa 12.000 persone. In gran parte provenienti dall’Infn, che finanzia e coordina la partecipazione agli esperimenti. Il direttore generale, a capo del laboratorio europeo di fisica delle particelle, il più importante al mondo, è l’italiana Fabiola Gianotti. L’Italia vanta un primato, la grande scuola di fisica delle particelle, che risale ai tempi di Fermi e del gruppo di via Panisperna. Una tradizione di altissimo livello è stata portata avanti e sviluppata negli anni grazie soprattutto all’Istituto nazionale di fisica nucleare, l’ente di ricerca nel campo della fisica delle particelle. L’Infn, insieme ai gruppi universitari ad esso associati, ha fornito al progetto Lhc contributi intellettuali e tecnologici a livello dei migliori partner internazionali, coinvolgendo in questa impresa anche la nostra industria. Nonostante gli scarsi fondi per la ricerca e il precariato piaga del nostro sistema che penalizza soprattutto i giovani che emigrano all’estero.

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