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Luigi Di Gregorio: democrazia alla prova della DEMOPATÌA

‌È da poco uscito l’ultimo libro di Luigi Di Gregorio, Demopatìa. Sintomi, diagnosi e terapie del malessere democratico, edito da Rubbettino. Un lavoro che fa una radiografia, o meglio un esame completo dell’attuale crisi delle democrazie, proprio adottando un modello clinico: sintomi, diagnosi e terapie. Ne abbiamo discusso con l’autore, cercando di far emergere le tematiche più rilevanti del libro.

Come nasce Demopatìa?

Demopatìa è un libro sul malessere democratico. Cerca di indagare, cioè, la crisi contemporanea delle democrazie occidentali a partire da alcuni sintomi: calo tendenziale della fiducia nei partiti, nei politici di professione e nelle istituzioni rappresentative; riduzione della partecipazione elettorale; aumento della volatilità elettorale; incremento del numero dei partiti che “contano”; nascita e morte (politica) repentina di innumerevoli nuovi partiti; intensificazione dell’uso dei referendum ad hoc; riduzione della durata media in carica dei governi; diffusione di stile e atteggiamento populista nei sistemi politici. Tutti questi sintomi (e altri ancora) indicano una democrazia indebolita, con un demos poco partecipe, apatico e perennemente insoddisfatto, sempre più spesso mosso da quelle che io chiamo le tre “i”: istinti, istanti e immaginario. E che sostituisce il cosiddetto “voto di opinione” con il “voto di impulso”, una quarta “i”.

Quindi la demopatìa è più che altro è una malattia del demos?

Guardi, nella letteratura politologica si possono trovare numerosissimi “colpevoli”: la crisi dei partiti, quella della rappresentanza, la mediatizzazione della politica, la personalizzazione, la fine delle ideologie, l’arrivo della post-verità e dei populismi e tanti altri fenomeni, ognuno dei quali ha ovviamente il suo peso. Ma mi sono chiesto: se tutte queste cose sono vere e sono diffuse praticamente in ogni regime democratico, deve esserci qualcosa di più profondo. E, andando in profondità, sono arrivato alla base, ossia al popolo. I nostri mutamenti come cittadini sono alla base dei mutamenti del sistema politico.

Di quali mutamenti si tratta? Di cosa si è ammalato il popolo?

Si tratta di una sorta di patologia autoimmune e degenerativa, nel senso che si è prodotta a seguito di mutamenti fortemente voluti in tutto l’Occidente e che proseguono, si intensificano nella contemporaneità. Il malessere democratico deriva, cioè, dalla lunga transizione alla postmodernità: individualizzazione, fine delle grandi narrazioni, perdita del senso sociale, crisi del sapere, delle istituzioni e delle autorità cognitive, nuove percezioni e concezioni del tempo e dello spazio, sindrome consumistica e logica dell’ “usa e getta”, crisi delle identità e narcisismo. Ecco, la sintesi migliore resta ancora quella del narcisismo, già individuata da C. Lasch sul finire degli anni ’70 del Novecento. Se la società diventa prima di tutto psicologica, egocentrica e individualizzata, ogni settore della nostra esistenza ne risente: dall’economia, alla cultura, alla politica.

I mass media hanno un ruolo in questi mutamenti? È sempre più frequente leggere tesi che attribuiscono ai social network un peso rilevante. Come in passato è stato fatto per la televisione, peraltro…

I mass media – e più in generale tutte le innovazioni tecnologiche – sono i grandi motori di questi cambiamenti. Ogni innovazione tecnologica è un medium e ci cambia, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa: questa era la tesi di McLuhan, racchiusa nella celebre formula “il mezzo è il messaggio”. Il passaggio dall’era tipografica a quella televisiva ha comportato determinate conseguenze. Quello dall’era televisiva a quella digitale ne comporta altre. Tutte però vanno nella stessa direzione: incrementano la velocità, premiando la sintesi e riducono automaticamente la concentrazione e l’approfondimento; valorizzano “istinti e istanti” e allontanano la logica e il ragionamento; esaltano l’immagine e penalizzano il testo scritto, e cosi via. In questo senso, la demopatìa ha luogo sia per ragioni storico-culturali (la modernità che produce “inevitabilmente” la posmodernità) che per ragioni tecnologiche (la transizione dall’era tipografica a quella digitale), entrambe legate a doppio filo: tutte le innovazioni tecnologiche recenti e vincenti sono strumentali e funzionali alla filosofia moderna: nascono per “liberare” l’individuo e finiscono per certi versi per imprigionarlo, o quantomeno per condizionarlo fortemente in un circolo vizioso pieno di effetti perversi.

In che modo tutto questo impatta sulla politica? È così totalizzante questa sindrome da invadere ogni settore?

Si, è totalizzante perché cambia il nostro modo di percepire le cose, di pensare e di comportarci. In sintesi, potremmo dire che oggi il consumatore ha sostituito il cittadino, anche in politica. Per certi versi è ancora valida la formula della “democrazia del pubblico” che rimpiazza la democrazia dei partiti. Il pubblico però, rispetto al passato “televisivo”, è sempre più individualizzato, è composto da elettori-consumatori sempre più insoddisfatti e alla ricerca di nuovi stimoli forti e spiazzanti (che è esattamente la logica di base della società dei consumi), di istanti pieni di dopamina e di gratificazioni immediate. Ciò che noi cerchiamo dalla politica di oggi non è un modello di riforma sociale (come poteva essere nell’era del voto ideologico) o un insieme di soluzioni di policy che riteniamo praticabili e vincenti (come era previsto nell’era del voto di opinione). Noi cerchiamo fondamentalmente emozioni forti e conferme delle nostre convinzioni. Cerchiamo sintonia emotiva, pillole psicoterapeutiche per le nostre insicurezze. Ciò fa sì che la politica performante, in un’ottica di cattura del consenso, sia sempre più quella che plasma la propria offerta in base ai desiderata della domanda, cioè del pubblico. Ragion per cui io definisco la leadership contemporanea come followship: i leader vincenti di oggi sono quelli che meglio degli altri si sintonizzano sulle oscillazioni continue dell’opinione pubblica. Che forse ormai è più che altro “emozione pubblica”. Non ci guidano verso idee loro, convincendoci che siano le migliori. Ci vendono idee nostre come fossero loro. Questo facilita l’ottenimento del consenso, ovviamente.

Eppure l’insoddisfazione continua a crescere. La polarizzazione e la radicalizzazione anche. Questa sintonizzazione non funziona fino in fondo.

Si, perché entra in gioco quella che Christian Salmon ha definito la “cerimonia cannibale”. Per catturare la nostra attenzione e il nostro consenso, i leader-follower sono costretti a seguire la logica dei media: devono fare sensazione, altrimenti neanche li percepiamo all’interno dell’oceano di informazioni nel quale siamo immersi. Per fare sensazione devono promettere “mari e monti” e farlo con un piglio fortemente volontaristico e individuale: io voglio e dunque posso, volere è potere. Quando però si è chiamati a mettere in pratica le promesse (ossia al governo), subentrano tutte le difficoltà: 1) la complessità; 2) le risorse limitate; 3) il fatto che le opposizioni hanno carta bianca per riposizionarsi su ogni tema, mentre chi governa deve decidere e dunque essere più coerente per definizione; 4) le cose buone non fanno notizia, quelle negative si… e dunque l’opinione pubblica fatica a percepire cambiamenti positivi; 5) subentra la neofilia, la voglia di novità del consumatore che semplicemente si stanca e ha bisogno di nuovi stimoli. E dunque cestina in tempi sempre più rapidi l’ultimo leader di turno che gli ha fatto battere il cuore. Il volontarismo (impotente) diventa presto velleitarismo e continua ad alimentare l’insoddisfazione.

Messa così sembra proprio un vicolo cieco. Esiste una terapia per uscire da questo malessere?

È indubbiamente un vicolo cieco. Perché tutti i settori e le variabili coinvolte spingono verso la stessa direzione: società (dei consumi), mass media, opinione pubblica e politica sono avviluppate entro logiche tra loro coerenti, ma che conducono esattamente nel punto in cui siamo. Ecco perché ad oggi non esiste una terapia valida, anche se ne sono state proposte diverse. Personalmente ritengo che, se vogliamo provare a trovare una via d’uscita, dobbiamo se non altro concentrarci sui fattori-chiave e sulle discipline più rilevanti in quest’epoca. Il fattore-chiave è indubbiamente la testa del singolo cittadino, che peraltro è ben lontana da quella che credevamo fosse… siamo cresciuti tutti col mito del consumatore e dell’elettore razionale. Ecco, quell’individuo non esiste, né in economia, né in politica. La mente politica è una mente emotiva. E l’elettore razionale è in realtà un ultras, un tifoso spesso acciecato, dispostissimo a votare anche contro i propri interessi materiali pur di confermare le sue convinzioni. È da quello che dobbiamo partire. Dalla psicologia politica e dei consumi, dalle neuroscienze, dal marketing, dalle scienze della narrazione. Quelli sono gli unici settori che possono incidere nella società contemporanea. E solo da lì può nascere una terapia praticabile, che non sia cioè utopistica (tipo evocare un ritorno al passato) e si collochi in linea con la nostra evoluzione (o per alcuni, involuzione).

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“Il manicomio del mondo e altre pagine scelte” …. il nuovo libro di Maffeo Pantaleoni

Recita la nota dell’editore: “Pubblicare oggi scritti di Maffeo Pantaleoni, grande economista, feroce avversario di ogni socialbuonismo, può apparire un’iniziativa insensata. Tanto più se agli scritti del Pantaleoni si accompagna la cura di Sergio Ricossa,  grande economista, e anche lui feroce avversario di ogni socialbuonismo.”

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A Roma il 18.6 presentato alla Fondazione Lepanto il Libro di Alexandre Del Valle.

Il “Complesso Occidentale”, nuova opera di Alexandre Del Valle,
presentato alla Fondazione Lepanto mercoledì 18 giugno  

La Fondazione Lepanto, creata per difendere i principi e le istituzioni della Civiltà Cristiana, ha presentato presso la Sede di Roma il volume recentissimodel Prof. Alexandre Del Valle, esperto in Geopolitica e Storia Contemporanea,docente presso l’Università di Montpellier e Aix-en-Provence, specializzato per le Dottrine Politiche e Storia Militare, che ha esposto il suo ultimo lavoro“Complesso Occidentale, Piccolo trattato di decolpevolizzazione” intorno alla penetrazione islamica dell’Europa.

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“Lettere studentesche dal carcere” di Corneliu Zelea Codreanu

Altra uscita della Libreria Europa che questa volta porta in Italia un libro inedito contenente lettere scritte da Codreanu durante la sua prima detenzione, tra il 1923 e il 1924. Questo periodo fu importante per l’autore perchè l’esperienza maturata gli permise di gettare le basi per la fondazione della legione dell’Arcangelo (vide in una chiesa l’icona dell’angelo). 

All’inizio è presente il saggio “Il giovane Codreanu”, a cura del traduttore, Fabrizio Pusceddu. Introduzione di Claudio Mutti.
78 pagine. 11,00 euro 

Libreria Europa – Via Tunisi 3/a – Roma

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L’UCID incontra il Presidente della CEI Card. Gualtiero Bassetti

Incontro tra Sua Eminenza  Card. GUALTIERO BASSETTI – C.E.I.
ed il Comitato Scientifico lmprenditori e Dirigenti Cristiani – UCID 

a cura di GIAN PAOLO MENEGHINI 

Nei giorni scorsi a Roma il Presidente nazionale del Comitato Tecnico Scientifico dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) Riccardo Pedrizzi ed il Segretario regionale del Gruppo Lazio Benedetto Delle Site, hanno incontrato il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Sua Eminenza il Cardinale Gualtiero Bassetti.

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“Al Tayar. La corrente”, il libro di Mario Vattani analizzato da Pialuisa Bianco e Vittorio Sgarbi

Presentato al Circolo degli Esteri “Al Tayar. La corrente”,
l’ultimo romanzo – ad oggi – di Mario Vattani

Il pomeriggio di mercoledì 29 maggio, un numerosissimo pubblico ha affollato il Circolo degli Esteri per la presentazione di “Al Tayar. La Corrente”, il nuovo libro di Mario Vattani da pochi giorni in tutte le librerie.
Dopo i cordiali saluti di benvenuto agli ospiti, al tavolo centrale hanno preso posto Mario Vattani, quale autore e facente funzione di “Padrone di Casa” con  l’Ambasciatore Raffaele de Lutio, poi Stefania Viti, giornalista con esperienze internazionali specie per il Giappone e coordinatrice degli interventi, quindi Pialuisa Bianco, giornalista, saggista, Direttore del Forum strategico del Ministero degli Esteri e Vittorio Sgarbi – scrittore,  saggista, nonché illustre esperto nel campo dell’arte.

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La “Dinastia Agnelli”….. una Storia di Soldi e di Misteri

DA PLENIPOTENZIARI DI UN REGNO ITALO SABAUDO,
A PROCONSOLI DI UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA 

“GLI AGNELLI”____________________________________________
Una breve recensione di un nuovo libro inchiesta scritto da Antonio Parisi

Quando il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, insieme con altri eminenti piemontesi, tra cui Giovanni Agnelli da Villar Perosa, decise di far nascere la FIAT, mai avrebbe immaginato che avrebbe dato il “la” alla nascita di una dinastia che per oltre 100 anni avrebbe regnato sui destini industriali dell’Italia.
Si parla della famiglia Agnelli, che riuscì a conquistare la proprietà della FIAT e a divenire la numero uno del capitalismo italiano.
Una famiglia al centro di intrighi, misteri e morti sospette. Quella di Edoardo Agnelli, padre dell’Avvocato, decapitato dall’elica di un aereo o quella misteriosa di Giorgio Agnelli, fratello dell’Avvocato, caduto dalla tromba delle scale di una clinica svizzera, una morte che ricorda quella del nipote Edoardo, precipitato da un viadotto.
Rapporti familiari avvelenati e compromessi da eredità controverse, come quella dell’Avvocato e, ora, della moglie Marella.
E che dire della vita sopra le righe di Lapo Elkann? Quale è oggi il futuro della azienda e, soprattutto, chi sono i veri proprietari della FIAT?”
I dubbi sulla morte di Edoardo, la controversa eredità dell’ Avvocato ed ora della moglie Marella … La storia della “Dinastia Agnelli”, una famiglia al centro di misteri e sfortunate morti premature.   
 
Il libro “Gli Agnelli”, pubblicato a fine maggio del 2019 da Diarkos Edizioni ed in vendita da ieri in tutte le Librerie, fa seguito ad un precedente libro scritto dallo stesso autore  “I misteri di casa Agnellie pubblicato nel 2011 da Aliberti Editore 
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EDIZIONI CONTROCORRENTE – “Cuore ribelle” di Dominique Venner

CUORE RIBELLE –  La via senza ritorno d’un cavaliere moderno  
UN GRAN BEL LIBRO di DOMINIQUE VENNER 

Note di GIAN PAOLO MENEGHINI

Un uomo coerente fino in fondo: è questo il profilo che ci offre questo libro. Al di là del gesto estremo con cui concluse la sua esistenza, Dominique Venner ha veramente saputo guadagnarsi sul campo, sin dall’infanzia, il titolo di “cuore ribelle”. Poi, in età matura si è scoperto “storico per vocazione”, lasciando un fecondissimo catalogo d’opere controcorrente, dove la concisione della forma sa trasformarsi spesso in parole d’ordine riecheggianti lo stile lapidario degli scrittori classici. Dominique Venner non amava il reducismo. Furono solo le “ferite del passato” non del tutto sopite ad ispirargli la stesura di quest’opera, che risvegliava “un drago pericoloso per lo spirito”.

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Liberia AR: le nuove uscite editoriali

EPISTOLE PONTIFICALI – Giuliano Augusto – Edizioni di Ar, 2019

In queste Epistole l’imperatore Giuliano parla da pontifex maximus: egli spiega i precetti religiosi, fissa le norme comportamentali, chiarisce la dottrina teologica, governa la condotta e i costumi dei cittadini romani. L’Augusto stava organizzando la fondazione di scuole nelle città e di luoghi d’insegnamento presso i maggiori santuari romano-ellenici; egli preparava le strutture che avrebbero rivivificato gli antichi culti capitolini.

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Erno – nasce a Roma un nuovo concetto di edicola

Se un tempo si comprava il giornale all’edicola e ci si sedeva a laggerlo al bar o su una panchina, oggi c’è il tablet che si legge ovunque. La crisi del settore, dove nessuno più al di sotto dei quarant’anni acquista quotidiani ma si informa soltanto sul web, non ha però intimorito il progetto di quattro giovani ragazzi che hanno deciso di andare controcorrente. L’idea era quella di creare un’edicola alternativa, qualcosa di diverso che non c’era. In pochi mesi hanno rilevato una vecchio chiosco, chiuso ormai da molto tempo, in Piazza Capponi, nel cuore di Borgo Pio, ed il 29 marzo hanno dato il via a questa nuova avventura.

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“Al Tayar. La corrente”: il nuovo romanzo di Mario Vattani

IL FASCINO DELL’ EGITTO E DEL NILO,
DOPO IL FASCINO DEL GIAPPONE E DEL SOL LEVANTE 
 

Al Tayar, nel nuovo romanzo di Mario Vattani (edito da Mondadori), da pochi giorni in tutte le librerie, è la corrente del Nilo, una forza irresistibile e onnipresente che guida il nostro destino.
Mario Vattani, diplomatico e scrittore, dopo il successo del suo noir giapponese Doromizu. Acqua torbida” (Mondadori, 2016), ambienta il suo nuovo libro nella capitale di un Egitto caotico e affascinante che conosce bene perché vi ha vissuto a lungo da console.

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Ucraina, una guerra geopolitica tra Stati Uniti e Russia
In un libro l’analisi di Fabrizio Bertot e Antonio Parisi

UNA “TERRA DI CONFINE” AL CENTRO DELL’ EURASIA

Infatti, UCRAINA, nell’antico idioma slavo,  sta a significare “confine” e tale definizione ben si attaglia per questa “Terra di Frontiera”, che funge quasi da cerniera o da porta di collegamento tra l’Europa occidentale e la Russia. Da oltre più di un millennio, in tale territorio si sono confrontati – e più volte anche scontrati – Uomini e Culture, nonché anche interessi economici fortemente opposti.

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La Radio che dà fastidio

            Radio Radicale sta per chiudere

Come Radio libera, ha dato fastidio a tutti. Non raccontava neppure la verità. Si limitava a diffondere ciò che accadeva: le insulsaggini, le sparate, le messe in scena, i grandi discorsi, le piccole astuzie. Lo specchio di un Paese che traveste da politico l’inutile, l’illogico, lo sperpero e la corruzione. 
C’erano tutti, di destra, di sinistra, di centro. Raccontava quello che dicevano, le false promesse, le minacciose intemerate, i discorsi sconnessi. La fiera delle vanità presuntuose di un popolo di beoti, attratti dal potere o dalla voglia di avere potere.

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Usurocrazia e Signoraggio Bancario: un nuovo Libro di Cosimo MASSARO, intervistato dalla Consul Press

Presso il Caffè Letterario HoraFelix  

I PUNTI FERMI DI COSIMO MASSARO:
UN UOMO CHE  HA A CUORE I DIRITTI E LO SPIRITO

L’egemonia dello spirito sulla materia sta davvero a cuore al poliedrico Cosimo Massaro, esperto di politiche monetarie, classe 1971, che, lontano dai cerchiobottismi, crede anche nell’applicazione dell’adagio latino ‘in medio stat virtus’. L’antidoto contro le visioni distorte sia sulla forza della consuetudine e della tradizione sia sulla giustizia sociale ed economica risiede in un salto di paradigma. Bisogna trarre linfa, non partito, a parer suo, dalle cose buone provenienti da correnti di pensiero agli antipodi.

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“GLORIA AL BRAVO PUEBLO” il nuovo Libro di Fabrizio di Ernesto

Il 17 maggio alle 18.30 l’Associazione Culturale Strapaese presenterà il volume “GLORIA AL BRAVO PUEBLO” (Fuoco Edizioni) di Fabrizio di Ernesto, giornalista e saggista specializzato in geopolitica. Introdurrà la serata Gianguido Saletnich in rappresentanza dell’Associazione. 
La presentazione si svolgerà alle ore 18.30 presso la libreria Hora Felix in via Reggio Emilia 89 (Porta Pia) a Roma.

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