Fino a pochi anni fa l‘archeologia era considerata una maniera di ricerca storica ed artistica, ma soprattutto filosofica da usare con i guanti, di solito forniti dal potere del momento, e con il preciso intento di sottolineare la sua efficacia.
PIU’ LIBRI, PIU’ LIBERI ….. in una selezione della Consul Press
Gli echi dellaFiera dell’ Editoria, entro la “Nuvola”di Fuksas, non hanno tardato a rifrangersi in ogni libreria, piccola o grande, a due giorni dalla chiusura: qua e là nelle vetrine di esse appaiono diversi titoli già visti o presentati, come “Ciano” , la “Divinazione etrusca” e moltissimi “gialli”. Le medie e piccole edizioni, dunque, sono una concorrenza vincente sulle grandi Case, che spesso puntano ai romanzi d’intreccio senza colore, ma importati e dunque quasi imperati dalle organizzazioni di cultura di altri Stati.
Contro le aspettative di molti, in un periodo in cui numerosi giornali chiudono, il Primato Nazionale sta continuando a crescere e ad incrementare il proprio consnso . In un anno siamo diventati il punto di riferimento dell’informazione identitaria e sovranista.
“M. IL FIGLIO del SECOLO” …. 839 pagine penose, noiose e non convincenti.
Risultato: una mal riuscita mistificazione storica
____________Una recensione critica di FRANCO D’EMILIO
Alla fine ce l’ho fatta! A pagina 839, compresa, quindi, la lettura delle righe dedicate ai “Personaggi Principali”, ho chiuso “M. Il figlio del secolo”, l’ultimo libro di Antonio Scurati, provando quasi un senso di liberazione.
Se non fossi certo della salda amicizia di chi, sicuramente ingannato dalla pubblicità editoriale, mi ha donato questa fatica “scuratiana”, credendo di assecondare, arricchire il mio concreto e coltivato interesse per la storia del Fascismo, oserei dire di essere rimasto vittima di uno scherzo inatteso, insomma di un insopportabile scherzo da prete!
Il giorno 10 dicembre alle ore 15.00 presso l’hotel Nazionale in Roma, gli autori Biagio Riccio, Monica Pagano, Giovanni Pastore e Giacomo Di Gennaro, insieme a Sergio Bramini e Alex delle Iene, presenteranno il libro “Il caso Bramini- Un’ingiustizia di Stato”, alla presenza di autorevoli giornalisti della carta stampata e delle rete televisive.
..soli quei forti scesero, onta ai fratelli, in campo…
Il nuovo libro di Paolo Piovaticci, è un testo scritto affinché sia conservare nel tempo la memoria documentata dell’associazione dei reduci della legione M Tagliamento.
Il libro, dedicato ai caduti della Repubblica Sociale Italianae omaggio al suo fondatore e presidente ten. Gregorio Misciattelli; è il solo esistente ad aver ricostruito la storia del prestigioso sodalizio e a dotare la nostra storiografia della sua testimonianza.
Nei giorni 7, 15 dicembre 2018 e 15 gennaio 2019 si svolgerà la prima edizione della rassegna “Ego: le personalità si raccontano”. Primo appuntamento 7 Dicembre ore 16, con il SenatoreGianluigi Paragone, che presenterà il suo libro
Il Tenente Anonimo, che poi così Anonimo non fu, sappiamo che si trattò di Giuseppe Comelli, doveva essere un personaggio davvero sui generis. Ardito di guerra, scrittore, capeggiò diverse bande in AOI, organizzò la resistenza segreta al crollo dell’impero che gli costò la condanna a morte inglese. Catturato riuscì a fuggire in maniera rocambolesca ed entrò a far parte del SIM. A fine guerra convocato in Italia dagli alleati decise di non rientrare a causa della condanna a morte che ancora pendeva sulla sua testa. Tornò nel 1946 finendo la sua vita tra bolle e scartoffie come impiegato dello stato.
un libro di Bettino Craxi, con introduzione di Ugo Intini
(ed. Avanti! 1978-86) Relazione alla Commissione d’inchiesta sul caso Moro
a cura di Raffaele Panico
Il volumetto è composto di tre parti. L’Introduzione, di 13 pagine firmate da Ugo Intini, dal titolo: “Ora che il terrorismo non è più un buco nero – Un documento, una riflessione” – qui, di seguito, un passo significativo di Intini: «A distanza di soli otto anni, le pagine ingiallite sembrano venire da una storia remota, eppure il dolore per quanti hanno seguito da vicino i 55 giorni del sequestro Moro resta vivo, insieme alle passioni e ai dubbi. Non è certo tempo di polemiche […]. È tempo di documentazione storica e, attraverso essa, di riflessione.
Un libro nuovo
Severino e América: storia d’amore e d’anarchia
Firenze, 30 novembre 2018 – Quella dell’anarchico Severino Di Giovanni, sbarcato in Sud America negli anni Venti del Novecento, e della compagna América Scarfò, sua compagna di vita e di ideali, è una vicenda intensa e ricca di pathos, un po’ come un tango argentino.
Ce la racconta Tito Barbini nel suo ultimo libro, Severino e América (Mauro Pagliai Editore, pp. 176, euro 15) che sarà presentato domenica 2 dicembre alle 17:00 nei locali della libreria LaFeltrinelli di Arezzo (via Giuseppe Garibaldi, 107). L’autore dialogherà con Giorgio Sacchetti, storico dell’anarchismo e docente universitario. Barbini è stato per molti anni figura di primo piano nella politica toscana. Già sindaco di Cortona, poi assessore regionale, amico e corrispondente di François Mitterrand, è noto come scrittore di viaggi a partire dal fortunato Le nuvole non chiedono permesso (2006), a cui sono seguiti titoli di successo comeAntartide (2008), Il cacciatore di ombre (2011) e L’ultimo pirata della Patagonia (2015). Trascorso quasi un secolo dalla morte di Di Giovanni, giustiziato a Buenos Aires nel 1931 dopo essere stato accusato di una serie di attentati e rapine, Barbini è partito per l’Argentina per seguire le sue tracce. Il diario di questo viaggio oltreoceano, arricchito da suggestive fotografie d’epoca, diventa così la cronaca di una storia d’amore febbrile e romantica, e allo stesso tempo di una cruda e disperata vicenda di lotta politica. “Credo che questo libro”, spiega lo scrittore, “sia allo stesso tempo una saga famigliare, una indagine storica e un racconto di lontana emigrazione. Ma mi piacerebbe fosse considerato un romanzo di sentimenti, una storia di persone che si cercano e si perdono per tutto il tempo di una vita senza mai trovarsi veramente”.
Alla Libreria Antiquaria Rotondi un incontro con un germanista filosofo, presentato da Marino Freschi, Docente in Germanistica dell’Università di Trieste
Relatore: Marino Freschi
Introduce: Angelo Bolaffi,
filosofo della politica e germanista
L’autunno del 1918 segnò la fine della Grande Guerra e il crollo degli Imperi Centrali, quello austro-ungarico e il Secondo Reich. Il grande sogno di una Mitteleuropa germanica tramontava rovinosamente. La disfatta era stata in realtà annunciata da opere intellettualmente e artisticamente importanti per la densità di concezioni ardite e per la straordinaria vastità del loro impianto. In esse la Germania, – la Germania “segreta” -, appassionatamente amata, era evocata quale scenario di un auspicato nuovo rinascimento della cultura, anzi della “Kultur”. Alcuni tra i principali scrittori – da Mann a Spengler, da Jünger a Bloch – si confrontarono con questa svolta epocale che avevano previsto e predetto in interventi quanto mai impegnativi. La loro rilettura, esattamente dopo un secolo, risulta più che mai attuale e intrigante anche per le diagnosi del nostro tempo, insicuro, disorientato, travolto da una crisi di identità, che era stata già percepita con intensa lucidità medianica da questi scrittori.
Marino Freschi: germanista triestino, si è formato a Roma, a Zurigo con Emil Staiger, a Berlino con Peter Szondi e Wilhelm Emrich. Ha insegnato all’Università L’Orientale di Napoli, e insegna ancora all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e, dal 1990 al 2014, a Roma Tre. Dal 2015 è Professore Emerito di Letteratura Tedesca, Università di Roma Tre. Autore di numerosi volumi e saggi. Tra i suoi libri più recenti: Goethe massone, Le luci del Settecento e Baron Knigge: dall’occultismo alla politica, tutti editi da Bonanno Editore/Tipheret Editore. Dirige la rivista «Cultura Tedesca».
“Sparate subito e mirate al petto”. Fu questa la frase con la quale il colonnello fiorentino Giulio Gamucci, comandante della Legione dei Carabinieri di Tirana, affrontò la morte in Albania nel 1943. Una raffica di mitra fu la risposta. Ben 111 Carabinieri caddero uccisi barbaramente dai partigiani comunisti albanesi comandati dal criminale Xhelal Staravecka.