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L’eterna lotta dell’uomo per la sopravvivenza

di Alessandro Longo

Come è noto e facilmente osservabile, molte specie viventi possiedono un’incredibile capacità di adattamento, riuscendo a nutrirsi, sopravvivere e riprodursi anche in condizioni ambientali estremamente diverse. La chiave di questa straordinaria resilienza risiede nella riproduzione: sebbene la prole sia generalmente simile ai genitori, essa non è mai perfettamente identica. Questo perché, nel processo di trasmissione genetica, si verificano inevitabilmente degli errori di replicazione da una generazione all’altra.

evoluzione della specie

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Il ritorno del latino: una nuova riforma in arrivo

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara
vuol cimentarsi in un’impresa amara
dove più di un suo predecessore
è scivolato con poco onore.

Fare della scuola una riforma
è come sbattere contro un muro di gomma,
ognuno si erge a tenace paladino
nel difendere l’intangibilità dello scolastico fortino
contro il ministro che osa reintrodurre il latino.

Si afferma che i tempi moderni e il progresso 
non consentano nuovamente l’ingresso
di un “vecchio e arrugginito arnese”
che un tempo connotava le scuole di tutto il Paese.

Anche se la conoscenza del latino
aiuta a ben parlare l’italiano,
ciò non importa poi molto
perché il latino è visto come un insulto
al percorso scolastico dell’inclusione
di tutti gli alunni senza alcuna eccezione.

Invece l’apprendimento dell’antica lingua classica
giova alle giovani menti e le fortifica
spalancando loro vasti orizzonti di conoscenza
di cui ignorerebbero l’esistenza.

Forse la rosa della grammatica latina
rifiorirà più bella di prima
se noi tutti sapremo creare il giusto clima
di un ponderato equilibrio tra il nostro passato
e il futuro che ci aspetta, tanto desiderato.

C’è ancora domani

Prendo spunto dal film “C’è ancora domani”, storia di Ennio Doris, fondatore di Banca Mediolanum: un messaggio di speranza e coraggio per affrontare il nuovo anno con visione, ambizione e la forza di costruire il futuro.

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I Punkinari, il fumetto di chi vive nell’attesa di entrare in campo e giocare

“C’è chi aspetta il tram e chi il weekend, chi attende un segnale e chi l’happy end, chi aspetta un secondo e chi il caffè, chi attende gli altri e chi aspetta te, chi attende il ventisette e chi l’amore, chi aspetta il prossimo e chi l’ascensore, chi attende una fine e chi no, chi una data e chi aspetta Godot, chi attende un grazie e chi un perdono, chi aspetta l’alba e chi un dono; perché in fin dei conti chi aspetta attende, come i punkinari che hanno messo le tende.”

Questo piccolo manuale di sopravvivenza racconta del tempo non perduto di due anonimi calciatori punk, sei-sei-sei e tre-tre-tre, accomunati dallo stesso male di vivere: non entrare mai in campo. Così, nell’attesa dell’ascesa seduti su una panchina ai bordi di un campo di calcio, si scambiano freddure quando fa caldo e caldarroste quando fa freddo, esorcizzando il malessere che da sempre attanaglia chi, seduto in riserva per “anomalia”, trasforma i silenzi in nuova energia.

I Punkinari, fumetto umoristico di Alessandro Pagani con i disegni di Massimiliano Zatini e la prefazione di Stefano Manca, dà il via alla nuova collana (di perle) Chicche di riso della casa editrice di Firenze Nepturanus. Tra le sue pagine scoprirete l’ironia di due uomini con la cresta costretti a sedere in panchina in tutte le loro partite, mai un minuto giocato e la speranza di entrare sul terreno verde che non svanisce mai. Eppure la “panca” insegna che si può comunque vivere nell’attesa di qualcosa pur godendosi il passare delle stagioni, sempre con una risata pronta all’uso. Gag, battute, giochi di parole che si possono sentire in un bar, dal panettiere, in ufficio, dentro la casa di una famiglia che non perde mai l’umorismo. Ecco cosa si può trovare all’interno di queste pagine, da leggere con pigrizia e senza stancarsi troppo, in pieno stile Punkinari: due ragazzi sui generis, amici sul campo e nella vita, che non aspettano altro che la loro occasione per brillare. E se non ci fanno giocare? Giochiamo lo stesso.

punkinari

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