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Padre Gianfranco Maria Chiti, un Beato in Cielo ….. con il Saio da Cappuccino sopra le Medaglie Militari

Nella GLORIA sugli ALTARI …..
un Combattente Indomito, Uomo Valoroso, Caritatevole  e Pio 

Messaggio postato su FB il 19.12, una settimana prima del Santo Natale, al Convento dei Cappuccini di San Crispino – Loc. dell’Arcone (in Orvieto) e a tutti  i componenti dell’ Associazione “Padre Gianfranco Maria Chiti”  

a cura di Padre Rinaldo Cordovani

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Carissimi Associati e devoti del Servo di Dio Padre Gianfranco Maria Chiti, stiamo per vivere un altro Natale e dare inizio a un Nuovo Anno e desidero far giungere a tutti un sincero augurio di Pace e di Bene.

Nei giorni 24 e 25 novembre abbiamo commemorato la scomparsa del Servo di Dio P. Gianfranco Maia Chiti. Tutto si è svolto secondo il programma inviato per la convocazione. Ancora una volta abbiamo potuto constatare quanto sia viva la memoria di P. Chiti in chi lo ha conosciuto e quanto profondo il desiderio di vedere solennemente riconosciute dalla Chiesa le sue qualità umane e spirituali messe in evidenza sia nella vita militare che religiosa.

Il nuovo anno segnerà la chiusura del Processo Diocesano di beatificazione. Il vescovo aveva fissato come data di chiusura il giorno 5 gennaio 2019, ma da più parti, in particolare dalla Associazione Granatieri di Sardegna, è stata fatta pressante richiesta di spostare tale data.
La nuova data fissata da Mons. Benedetto Tuzia per la chiusura del Processo Diocesano di Beatificazione del Servo di Dio P. Gianfranco M. Chiti è il giorno 30 marzo 2019 alle ore 16,00 nel Duomo di Orvieto, con una liturgia simile a quella di apertura.

In tempo opportuno comunicheremo informazioni più dettagliate se sarà necessario. Intanto vi trametto un pensiero di P. Chiti che ci potrà accompagnare nelle feste natalizie. Egli è sempre presente e continua a supplicare il Signore perché doni a tutti Pace e Bene.

Pace e bene! E’ un saluto, ma soprattutto un augurio, ma ancor più un progetto di vita… la pace e il bene sono opere di Dio (“ricordiamo l’alleluia natalizio… “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà “…) La pace e il bene sono opera di Dio, ma dipendono dalla nostra volontà il realizzarle dentro di noi, farle dilatare dentro di noi e poi dilagare fuori di noi per trasmetterle a chi vive accanto a noi, al prossimo ed alla società.
Ma come si fa ad acquistare questa Pace? Vivendo con nel cuore i sentimenti di Gesù, cercando con il suo aiuto di mettere in pratica i suoi insegnamenti, di modellare la nostra vita sulla sua, di conoscerlo sempre di più, per amarlo di più, spostando il nostro pensiero spesso dalla scena terrestre a quella celeste, dal tempo presente a quello futuro, in una parola al Paradiso, ove abbiamo un Dio che ci è Padre e ci ama, un fratello Gesù che ci attende, una sorella che la misericordia di Dio sul Calvario ci ha dato come madre che intercede e prega di continuo per noi e che, abbiamo la fiducia, ci accolga un giorno in Paradiso per associarci alla beatitudine senza fine di Dio. (P. G.M. Chiti, Empoli 1986)

A tutti un S. Natale e un Nuovo Anno di Pace e Bene.

Superiore Padre Flavio Ubodi  – Presidente dell’Associazione

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NOTE A MARGINE  Padre Gianfranco Maria Chiti può rappresentare un esempio per tutti noi. Militare, Ufficiale e Combattente nell’ Esercito Italiano durante la II^ Guerra Mondiale, in obbedienza ai suoi Comandanti, partecipò alla difesa di Roma contro i Soldati Germanici, già nostri alleati prima dell’Armistizio. Scelse poi di aderire alla R.S.I., in coerenza con i principi dell’ onore, rispettando comunque, sempre e fortemente, quei sentimento di umanità e di rispetto nei confronti sia dei militari combattenti sul fronte avverso, sia degli altri avversari armati.  Al termine della dolorosa tragedia bellica ed in particolare della Guerra Civile, dopo essere stato internato nei campi di concentramento e processato, a causa la sua scelta etica, venne assolto anche per le testimonianze rese dai suoi soldati e dai suoi avversari, poi fu reintegrato nel nuovo Esercito ed elevato di grado. Dopo aver operato in una missione in Somalia per conto dell’ ONU e  aver diretto la Scuola Militare di Viterbo, il “Guerriero” scelse la via del raccoglimento e della preghiera, indossando il saio dei Cappuccini sopra le sue decorazioni di Militare. Nel 1990, ubbidendo ai suoi nuovi Padri Superiori, si dedicò alla ricostruzione del Convento di San Crispino, profanato durante la guerra, installando una tenda militare tra le rovine e, con l’aiuto dei suoi antichi commilitoni, riedificando un’oasi di pace e di accoglienza per i più poveri. Circa 10 anni dalla sua morte, avvenuta il 20 novembre del 2004, nel 2015 dal Vescovo di Orvieto è stata avviata la causa per la sua beatificazione su richiesta di tutta la gente che lo ha apprezzato in pace ed in guerra, insieme all’ Associazione Nazionale dei Granatieri di Sardegna ____________ Giuliano Marchetti

Qui di seguito si desidera riproporre 3 precedenti interventi già pubblicati sulla Consul Press e riguardanti questa leggendaria figura di Sacerdote, Soldato, Uomo.

1. > https://www.consulpress.eu/gianfranco-maria-chiti-da-servitore-della-patria-a-soldato-di-dio/

2. > https://www.consulpress.eu/il-significato-di-una-data/

3. > https://www.consulpress.eu/i-cappuccini-in-orvieto/

“Gloria e Miserie della Trincea” …. il testo di Giuseppe Comelli, il Tenente Anonimo

 

IN TRINCEA, DURANTE LA “GRANDE GUERRA”

di Johannes Balzano

Il Tenente Anonimo, che poi così Anonimo non fu, sappiamo che si trattò di Giuseppe Comelli, doveva essere un personaggio davvero sui generis. Ardito di guerra, scrittore, capeggiò diverse bande in AOI, organizzò la resistenza segreta al crollo dell’impero che gli costò la condanna a morte inglese. Catturato riuscì a fuggire in maniera rocambolesca ed entrò a far parte del SIM. A fine guerra convocato in Italia dagli alleati decise di non rientrare a causa della condanna a morte che ancora pendeva sulla sua testa. Tornò nel 1946 finendo la sua vita tra bolle e scartoffie come impiegato dello stato.

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I Bersaglieri da Porta Pia a Roma Capitale

EVENTO STORICO-SIMBOLICO 
 PROFETIZZATO DA DANTE ALIGHIERI

L’evento della cosiddetta “Breccia di Porta Pia” è stato ricordato dai Bersaglieri con grande entusiasmo, coinvolgendo molti cittadini, che hanno partecipato attivamente alla manifestazione “Luci della storia su Porta Pia 2018”, giunta ormai alla quinta edizione, dal 18 al 23 Settembre scorso.

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Armando Diaz, Duca della Vittoria, al Museo dei Granatieri di Sardegna

L’Italia di Vittorio Veneto:
dal “Pensiero e Azione” al “Libro e Moschetto”

Per i Cento Anni dalla Grande Guerra è in corso al Museo Storico dei Granatieri di Sardegna una mostra dal titolo “Diaz – Una Stirpe di Militari, Mostra di Cimeli e Documenti Storici Inediti”, fino al 31 Luglio 2018, organizzata dai Granatieri, nella persona del Direttore del Museo, il Colonnello Bruno Camarota con il sostegno della Famiglia Diaz e del Ministero della Difesa.

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Nikolajewka: la battaglia sulla via del ritorno

Un omaggio sentito ai Nostri Caduti

Una ricorrenza con un’infiorescenza di sentimenti differenti, che spesso appaiono perduti dietro gli affanni voluti da tristi governi: la commemorazione, il 28 gennaio (il diciottesimo anno) dei Caduti di Nikolajewka, sulla via Cassia, nella piazza ai Caduti sul Fronte Russo. Un fluido invisibile di Fratellanza Militare scivola sui presenti nel nome Patria, esalta l’onore e la sofferenza per i parenti caduti nell’eroismo di un inverno ingrato, l’inverno russo, tremendo e struggente.

È un canto, questa giornata, per i fiori dell’umanità che dormono sotto la neve e si spera possano al più presto risvegliarsi: il coraggio, l’onestà, il merito, l’amore anche familiare, il patriottismo. Mani, che stringono strumenti, bandiere, altre mani ansiose di stringersi nell’arpeggio fresco ed azzurro della terra italiana.

Passano divise, passano insegne ed onorificenze, trascorrono lenti o in carica uomini e corpi militari: Artiglieria, Alpini, Marina, Paracadutisti, Carabinieri, Bersaglieri, uniti a Croce Rossa, la Polizia di Roma Capitale con il Gonfalone, fra mantelli, chepì e scintillio di gradi.

Manca materialmente, ma “penna nera” Silvano Leonardi incarna l’indomito esercito che è morto lontano perché l’Italia fosse libera e grande: è andato avanti lo scorso anno ma ognuno lo vede, presso l’altare , nel proprio cuore che conosce il dovere, costi ciò che costi. A lui va la luce di questo giorno, il pensiero ammirato diffuso da voci e strumenti della fanfara dei Bersaglieri, la presenza commossa delle Istituzioni. A sigillare il senso di pace e l’augurio che non possano più esserci conflitti sono, fra i militari italiani, due addetti della Difesa dell’Ambasciata di Russia, un Ufficiale dell’Aviazione ed un Capitano di Fregata, che hanno aggiunto al commento del Generale Flumeri e del Tenente d’Artiglieria Sandro Bari la voce di uno Stato che ha dovuto, come il nostro, obbedire, ma conferma nella fede ai valori la meravigliosa e possibile fraternità di due grandi popoli.

Due parole da amico, con quel lieve accento slavo e la correttezza, questa volta non formale, da diplomatico. Nikolajewka è storia e dolorosa, ma questo gesto ha aperto un varco verso un sereno futuro da uomini liberi.

Marilù Giannone