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Don Lorenzo Milani e il Prof. Alberto Manzi

Due  maestri unici,  col dono della disobbedienza  

un esempio per le nostre attuali istituzioni scolastiche

Un po’ dappertutto continuano a svolgersi manifestazioni, dibattiti, presentazioni di libri nella ricorrenza del cinquantenario della morte di don Lorenzo Milani (1923-1967), l’indimenticabile parroco di Barbiana, e colpisce come molta attuale intellighenzia della sinistra postcomunista rivendichi proprie radici nel pensiero e nell’opera del tenace “innovatore pretino”…. lo chiamo così con l’affetto di chi l’ha conosciuto, era l’estate del ’64 e avevo tredici anni.

E’ dalla visita nel 2007 di Walter Veltroni, pellegrino ruffiano a Barbiana, che la sinistra accampa forzatamente un’infondata collocazione di don Milani sulle proprie posizioni, ma penso che tale pretesa possa dichiararsi definitivamente respinta dalle parole di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di S. Egidio, nella prefazione al recente testo di Michele Gesualdi, Don Lorenzo Milani, l’esilio di Barbiana: “ non un prete di sinistra, ma un prete dei poveri”, quindi inconsistente ogni interpretazione ideologico-politica della missione pastorale del nostro sacerdote.

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Beato Ugone de’ Pagani primo Gran Maestro dei Cavalieri Templari

Dopo Mille Anni, il doveroso riconoscimento al fondatore dei Cavalieri Templari

E’ stato elevato agli onori dell’Altare, quale martire della cristianità, il Nobile Cavaliere Ugone dei Pagani, fondatore e primo Gran Maestro dei Cavalieri Templari.
Per anni ha combattuto in Terra Santa per difendere i pellegrini che ivi si recavano e che purtroppo venivano continuamente aggrediti, derubati e finanche uccisi da bande di musulmani che scorrazzavano su quei luoghi sacri calpestati dal Cristo dei popoli.
Eppure, valutando gli avvenimenti storici, mai la Chiesa di Roma si è sentita in dovere di dire grazie a questi cavalieri che hanno dato la loro vita per difendere la cristianità.

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Dall’ Università di Cambridge al Principato di Seborga

UNO STUDENTE DI CAMBRIDGE NELL’ ANTICO  “PRINCIPATO ABBAZIALE” 

Adam Williams, dell’Università di Cambridge, ha incontrato a Seborga una delegazione dell’ OSSCBS, giovedì 14 Settembre; l’incontro ha avuto luogo – a seguito ad una intercorsa e produttiva relazione epistolare avvenuta nei mesi scorsi, per approfondire i suoi studi di ricerca storica che contemplano anche l’Antico Principato Abbaziale.

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1945: l’ eccidio di Rovetta

IN RICORDO dei “RAGAZZI” della TAGLIAMENTO  

Domenica 24 settembre, a Roma, presso il Cimitero Monumentale del Verano, si è svolta una breve ma intensa e commovente cerimonia in ricordo ed onore dei 43 Legionari della “Tagliamento”, barbaramente trucidati dai partigiani. La fucilazione dei Legionari avvenne, su ordine del CLN, a Rovetta tra il 27 e 28 Aprile, nonostante i Militi si fossero consegnati ai partigiani – dopo il 25 aprile e quindi dopo la resa – come “prigionieri di guerra”, deponendo le armi.

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Goffredo Mameli… Perché dimenticato?

Centonovant’anni fa nasceva Goffredo Mameli

Appunti per una memoria

Domenica 6 agosto nel Cimitero mano del Verano è stato commemorato Enrico Toti (20 agosto 1862- 6 agosto 1916) in occasione dei 101 anni dalla sua morte, sepolto prima a Monfalcone e poi, dal 24 maggio 1922, nello storico cimitero romano.  E’ stato celebrato come “eroe”, in quanto, nonostante la menomazione fisica dovuta all’amputazione di una gamba provocata da un incidente sul lavoro, volle partecipare alla prima guerra mondiale direttamente sul fronte, dove cadde colpito dal nemico. Notissimo e celebratissimo il mito del lancio della stampella, prima di morire, contro chi lo aveva colpito. Con questo gesto ultimo della sua vita è passato nella retorica celebrativa, nei monumenti e nelle raffigurazioni e, quindi, nell’immaginario collettivo.

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Gli sfottò di Charlie contro il Belpaese. Una sintesi sulle nefandezze di Charlie Hebdo

PUR ESSENDO UN BELPAESE DI DEBOSCIATI
…è assurdo continuare ad “abbozzare”!!!

Charlie Hebdo, nel bene e nel male, è un nome che non ha più bisogno di presentazioni, soprattutto dopo l’attentato terroristico di matrice islamica subìto nel 2015 a causa di alcune vignette “blasfeme” sul profeta Muhammad. Il periodico satirico francese ricevette da ogni parte del globo (compreso il Belpaese) dimostrazioni di sincera solidarietà che si riassunsero nello slogan JE SUIS CHARLIE: un bombandamento mediatico mosso dall’indignazione della gente difronte a quel “barbaro” massacro di “innocui” vignettisti.

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