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Nella ricorrenza dei Santi Arcangeli, a Castelleone una cerimonia dell’ O.S.S.C.B.S.

I BIANCHI CAVALIERI DI SEBORGGA  DELL’ O.S.S.  nel Santuario di CASTELLEONE

Una giornata straordinaria per l’Ordo Sancti Sepulchri dei Cavalieri Bianchi di Seborga che, in occasione della ricorrenza dei Santi Arcangeli, ha celebrato nel Santuario di Santa Maria in Bressanone in Castelleone importanti Cerimonie e riconoscimenti.

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A Roma Futurism & Co: nuovo grande evento

La vera arte nazionale ancora in galleria, a via Mario de’ Fiori

a cura di Giancarlo Carpi e Andrea Baffoni
Brajo Fuso (1899- 1980), artista eclettico e sperimentatore originalissimo della materia, e del riuso degli oggetti nella stagione dell’Informale italiano e del New Dada,stimato da critici e poeti come Giulio Carlo Argan e Andrè Verdet è qui riproposto all’attenzione del mondo artistico con una quarantina di opere storiche affiancate a opere di Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Andrè Masson e Salvatore Scarpitta. Il catalogo, ricco di materiale documentario anche inedito, si avvale dei contributi di Giancarlo Carpi, Massimo Duranti e Andrea Baffoni.

Si può forse estendere abbastanza questo principio creativo di Brajo Fuso, di una oscillazione molto forte tra il piano dell’illusione (fino anche al paesaggio dall’alto) e il piano della cognizione dell’oggetto come tale – come ancora nel Cromoggetto grigio del 1965. Nella straticromia “a nido d’ape” o “a rete” – Straticromia 1969 – ad esempio una certa estetizzazione cromatica dei materiali potrebbe far pendere la bilancia dalla parte dell’illusione, ma quel che è abbastanza certo nel suo lavoro è il carattere sempre invece non estetizzante, e finanche come di “malattia” di queste composizioni, come notava Argan. La lana di vetro, molto frequente nella seconda metà degli anni cinquanta, è un’altra scelta d’un materiale suggestivamente “guasto”, o “tossico”. Il carattere trash, in senso estetico, cioè di emulazione fallita, può in certo modo collegarsi a queste composizioni ma come fosse una proprietà dei materiali utilizzati, della materia. Questo è un aspetto abbastanza nuovo se si pensa che invece una soluzione più ovvia e diffusa, anche in altri lavori di Brajo ad esempio le sculture del Fuseum, è quella di usare i pezzi di scarto per comporre dei personaggi, sicché poi l’effetto di “trash” sembra riguardare un vero e proprio soggetto.

Ebbe a dichiarare Giulio Carlo Argan nell’intervista alla RAI del 1980 pochi mesi prima della scomparsa di Brajo Fuso “Verrà il momento in cui l’opera di Brajo Fuso verrà valutata sul piano estetico generale per quello che realmente rappresenta: la capacità di reazione creativa all’ambiente in cui si vive”.

BRAJO FUSO – epifenomeni cromomaterici
From 11th October 2018 to 11th January 2019
Opening for press: 11th October 2018, h 11:30
 
cured by Giancarlo Carpi and Andrea Baffoni

Brajo Fuso (1899 – 1980), an eclectic artist and extremely original experimenter of materials and reuse of objects in the season of Italian Informal and New Dada, estimated by critics and poets like Giulio Carlo Argan and Andrè Verdet, is here proposed again to the attention of the artistic world with about forty historical works supported by artworks of Alberto Burri, Lucio Fontana, Enrico Prampolini, Andrè Masson and Salvatore Scarpitta. The catalogue, rich in documentary and often unpublished material, is completed with the notes by Giancarlo Carpi, Massimo Duranti and Andrea Baffoni. We can perhaps furtherly extend this creative principle of Brajo Fuso, a very strong oscillation between the plane of illusion (even up to the landscape from above) and the plane of cognition of the object as such – as still in the gray Chromeobject of 1965. In the “honeycomb” or “network” colorlayer – Straticromia 1969 – for example a certain chromatic aesthetization of the materials could tip the scales on the side of illusion, but what is quite certain in his work is the character not always aestheticising, even as a sort of “disease” of these compositions, as pointed out by Argan. The glass wool, very common in the second half of the fifties, is another choice of a material that is suggestively “damaged” or “toxic”. The trash character, in an aesthetic sense, that is of failed emulation, can somehow connect to these compositions but as if it were a property of the used materials, of the matter itself. This is a fairly new aspect if you think that instead a more obvious and widespread solution, also in other works by Brajo, for example the sculptures of the Fuseum, is to make use of pieces of discarded things to create the characters, so that the effect of “trash” seems to concern a real subject.
Giulio Carlo Argan had to declare in the interview with RAI in 1980 a few months before the death of Brajo Fuso “Here comes the time when Brajo Fuso’s work will be evaluated on the general aesthetic level for what it really represents: the ability of a creative reaction to the environment in which we live”.

Futurism&Co Art Gallery Roma
Via Mario de’ Fiori, 68 – Roma, Italia

I Bersaglieri da Porta Pia a Roma Capitale

EVENTO STORICO-SIMBOLICO 
 PROFETIZZATO DA DANTE ALIGHIERI

L’evento della cosiddetta “Breccia di Porta Pia” è stato ricordato dai Bersaglieri con grande entusiasmo, coinvolgendo molti cittadini, che hanno partecipato attivamente alla manifestazione “Luci della storia su Porta Pia 2018”, giunta ormai alla quinta edizione, dal 18 al 23 Settembre scorso.

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OSSCBS: Cerimonie di Conferimento a Castelleone nel Santuario di Santa Maria in Bressanone

O.S.S.C.B.S. –  ORDO SANCTI SEPULCHRI

dei  CAVALIERI BIANCHI di SEBORGA *

Qui di seguito si riporta l’INVITO ed il PROGRAMMA per le “CERIMONIE di CONFERIMENTO” che avranno luogo 

Sabato 29 settembre 2018 nella Chiesa di Santa Maria in Bressanoro, Castelleone CR, a partire dalle ore 16,00

Saranno presenti:

AUGUSTA CASA IMPERIALE HERACLIANA GIUSTINIANEA dei Principi Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli con Sua Altezza Imperiale il Principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi di Costantinopoli, Conte di Monte Lupone e San Leopardo.

CASA REALE BAGRATIONI IMERETINSKY di Georgia, Armenia e Cilicia con Suo Onore la Contessa Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri Svorianka, Real Casa Bagrationi di Georgia.

ARISTOCRAZIA EUROPEA, Associazione Culturale Internazionale, in rappresentanza della stessa il Conte Matteo Priori di Letino, Patrizio Bizantino e Conte Palatino – L’associazione Aristocrazia Europea nasce a sostegno dei principi e valori, culturali e spirituali, di autentica nobiltà, nonché in difesa delle tradizioni e della identità, delle dimore storiche e del patrimonio artistico, della nostra civiltà europea e cristiana.

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La Perdonanza nella storia aquilana di Enrico Cavalli

Dalle origini di Aquila ai Celestini

Nella sua trattazione su “L’architettura religiosa aquilana” del 1988, Mons. Orlando Antonini, Nunzio apostolico, affermava che “il numero di chiese cospicuo a L’Aquila” non si spiega solo come semplice prevalenza dell’espressione religiosa sulla laicità, bensì da un lato con l’origine della città, nata dalla integrazione degli antichi territori amiternini e forconesi, dall’altro con la “vitalità della locale comunità cattolica”. Il riordino della penisola per effetto delle discese imperiali, vede, nel 962, coerentemente con gli assi geografici, la donazione dell’imperatore Ottone I a papa Giovanni XII delle terre che vanno da Amiternum a Beffi e dal Gran Sasso a Rocca Di Mezzo.

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News dall’ Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia

Istituzione del TITOLO  
di “Pari della Concordia”

Con Decreto del Gran Maestro, emanato 3 settembre 2018 e controfirmato da S.E. il Sovrintendente Generale si istituisce il titolo di Pari dell’Ordine Capitolare dei Cavalieri della Concordia, attribuito dal Gran Maestro con Decreto che reca la Sua firma e controfirmato da S.E. il Sovrintendente Generale.

Il titolo di Pari non si modella sui sistemi inglese e francese – ovvero con carattere squisitamente nobiliare – bensì costituisce solo il riconoscimento di una dignità all’interno dell’Ordine, secondo i principi di Concordia Fides Dignitas.  Pertanto, ferme restando le prerogative e i diritti/doveri connessi ai differenti ruoli, il titolo di  Pari della Concordia, oltre a indicare tutti coloro che lo riceveranno per Decreto Magistrale e parteciperanno alla vita dell’Ordine anche senza un preciso incarico, varrà per tutti i componenti dell’Ordine stesso, ossia Consiglieri, Terziari, Gentiluomini/Gentildonne, Rettori, Priori.

Qui di seguito è possibile visionare il relativo file

Istituzione Titolo – Pari della Concordia –

 gruppo

 

 

L’8 Settembre 1943, salvezza dell’Italia

Nei panni di Mussolini

Come sostenuto da alcuni protagonisti di questo brano di storia, vale a dire Federzoni, Grandi, Bottai, Mussolini già da Aprile 1943 presagiva che non c’era più niente da fare per lui e per il suo governo, ma, contrario per principio ad ogni pessimismo e conscio di essere il capo che portava con sè tutti gli uomini di una Nazione (il favore per il Duce era quasi un plebiscito) era concentrato a trovare una via d’uscita.

Di certo è che l’epilogo del Fascismo non lo trovò impreparato, se si fanno salvi alcuni particolari, come la scelta del suo sostituto dopo il Gran Consiglio del 24 luglio ed il modo con il quale venne estromesso. De Begnac, nei suoi “Taccuini”, riporta le risposte dategli dal Duce dopo Stalingrado ed El Alamein, battaglie che furono le porte di un abisso politico e sociale: «alle nostre guerre sono stato trascinato, con me lo è stato il Paese, contro volontà», che fa pensare al fatto che il Duce abbia a lungo esitato prima di entrare in guerra. Il 19, dopo lo sbarco degli Angloamericani in Sicilia, Mussolini ha un breve incontro con Hitler, al quale ventila l’intenzione di concludere con i vincitori una pace separata e, in sostanza, di ritirarsi piano piano dalla alleanza con il Fuehrer. Ma questi altrettanto pianamente, secondo Fest, in modo furioso, secondo altri, lo dissuade, colpito che l’uomo che considerava il più ammirevole – “di grande statura” – volesse chiudere un patto senza voler andare in fondo, e dopo il colloquio presso Feltre avrebbe riferito ad i suoi collaboratori che il Duce gli era parso malato, triste, quasi non lo ascoltava, addolorato per l’attacco aereo angloamericano a Roma, «come se avvertisse imminente – evidenzia Joachim Fest – la propria caduta.»

Da qualche accenno nel corso delle ore e dei giorni angosciosi che precedettero la riunione del Gran Consiglio, avuto con i suoi più fidati collaboratori, il Duce si era sentito raccomandare da Federzoni di adottare una politica di protezione per lui ed aveva ricevuto dal Grandi per lettera qualche presunta argomentazione che il Gran Consiglio gli avrebbe chiesto di spiegare. Mussolini risponde che avrebbe fatto ogni cosa per il bene del popolo e dell’Italia. Difatti è a continuo contatto con i suoi collaboratori, in colloquio frequente con gli alti gradi militari, meno Badoglio, che non stima, e non gli passa nessuna idea di fuga o dimissione per il capo. Attende il Gran Consiglio, conscio di averlo creato lui stesso come organo libero, con silenziosa dignità prevedendo in pectore un rimedio possibile, che, secondo il suo pensiero, potrebbe essere stato anche quello di un semplice cambio di rotta, ma prevede anche la sostituzione.

Probabilmente il Duce intuisce che Grandi avrebbe voluto prendere il suo posto senza palese inimicizia, ma, già dall’ascendere di Mussolini, questi capisce che vorrebbe essere lui al comando. Non si può negare la probabilità che con Grandi vi fossero, in comune proposito, altri del Gran Consiglio, preparati a sostituire Mussolini con l’occasione della riunione di luglio.

Un anno dopo, dopo essersi visto rifiutare da Hoepli le personali sue considerazioni intorno a qual terribile anno 1943, raccolte in un manoscritto consistente, il Duce le porta al Corriere della Sera, mai dimentico d’essere stato un fior di giornalista, e si accorda con il Direttore per poterle pubblicare capitolo dopo capitolo. Prevede infatti un peggioramento della sua situazione. «Voi – dice Mussolini – pubblicherete questo scritto, si tratta di una storia non romanzata degli avvenimenti che vanno da ottobre 1942 al settembre 1943.» Amicucci, il Direttore, gli consiglia di pubblicarli senza firma, per superare  la falsità di un ostacolo interpretativo dei suoi oppositori e realizzare così la volontà d’informare gli italiani tutti, ed il Duce accetta. Il primo capitolo della “Storia di un anno” si sarebbe intitolato: “Da El Alamein al Mareth”. Il racconto della campagna d’Africa è preciso e sintetico, accettato dalla gente con vivo interesse tanto da richiedere più ristampe, ma è lo spirito con il quale esso è stato redatto che salta agli occhi dei suoi fedeli: c’è un sottofondo più che amaro, sommesso, triste: la conclusione della sconfitta di El Alamein sottintende, nel modo con il quale è esposta, quasi una giustificazione, come se il Duce avesse dovuto rispondere ad un consesso di esaminatori, come se avesse già da tempo capito che in un modo o in un altro, l’Italia ed egli stesso erano perduti.

«Io penso – dice alla Camera fascista il 2 dicembre 1942 e poi il 3 gennaio 1943 – che la storia è già stata abbastanza benigna con noi, ci ha permesso di vivere delle grandi ore… La guerra è la sintesi in cui tutto converge e tutto si raccoglie, in cui tutto è in gioco.» Queste considerazioni, seppure nel corpo del discorso volessero essere un encomio ed un incoraggiamento all’eroismo italiano, erano però una sensibile ammissione che qualcosa era stato più forte e che si preparava una conclusione non prevista indolore, se non tragica, per lui. Forte della conoscenza della mentalità di Hitler egli chiamava a raccolta la forza bellica dei connazionali ma, nel contempo, sentiva l’urgenza di dover evitare una possibile catastrofe, avvisata dalla brusca caduta di Pantelleria, che portava all’invasione angloamericana. Il bollettino di una ripresa, ad Augusta, non lo rese tranquillo, anzi, pregò il Gen. Ambrosio di smorzare in esso i toni del successo, che vedeva momentaneo.

Infatti le notizie seguenti, l’improvvisa resa del Gen. Messe, furono drammatiche e il Duce pensò anche che «la scarsissima resistenza allo sbarco avesse qualcosa di misterioso.» Che voleva dire? Era la risposta al suo presentimento o l’individuazione di qualche oscuro traditore? E continua: «sabato 24 luglio, afoso e pesante, Roma è impallidita, ed ha sentito che qualcosa di grave era nell’aria.» E questo qualcosa erano i diciannove del Gran Consiglio che mettono il Duce in minoranza.

Mussolini si chiede ora cosa farà il Re, come gli si rivolgerà, quale esito avrà la sua reazione al termine del Gran Consiglio, del quale conosce più o meno gli argomenti che dibatterà, informato da Grandi. Vede che tutti gli uomini del Regime lo accusano; Scorza, ambiguo e oscuro, lascia cadere la frase “uscirne con dignità”, facendogli ritenere che sapeva già cosa sarebbe avvenuto, anche oltre lui stesso, dimostrazione che già, ufficiosamente, prima del Consiglio, lo avevano tagliato fuori.

Scorza lo accompagnò a Villa Torlonia in una Roma deserta, nel silenzio di tutti. Rachele gli si fa incontro, e Mussolini compatisce la sua eroica compagna, trascorre con lei la notte, poi il giorno seguente torna a Palazzo Venezia, ma crede l’esito più lieve di quanto non sia. In borghese, tranquillo e dignitoso, a villa Savoia, il Re lo fa arrestare, suscitando – come riporta Bruno Gatta – la reazione sprezzante e ferma della Regina contro il Consorte, al quale dice che non ha agito da Sovrano, ed assicurando Mussolini della sua protezione.

Ma è evidente che il Re ha agito sotto la spinta delle personalità del Gran Consiglio, e si accorda al pensiero di essi di far di tutto per concludere la guerra staccandosi dalla Germania, come era intenzione di Mussolini, al primo colloquio con Hitler. Il Capo del Fascismo a questo punto è davvero sorpreso, non si aspetta la decisione reale e non sa come prendere l’assicurazione del Sovrano della sua amicizia: il Re lo ha sostituito con Badoglio, che nessuno apprezza, che tutti tengono alla larga, anche da Hitler, che lo giudica “una canaglia”.

Grandi non è convinto per la scelta del Re del sostituto incapace, e per aver con lui preso la via della fuga ignominiosa da Roma per Brindisi, lasciando al figlio Umberto l’onere pesante di dover guidare una Nazione oramai militarmente in pezzi. Mussolini sa che fuori dall’ufficialità politica gli italiani credono ancora in essa, anche se El Alamein ha sconvolto civili e militari, e si tiene, amareggiato ed incerto, in silenziosa preparazione di una sperata via d’uscita. Sa che le condizioni infime di resa incondizionata discusse dal Gen. Castellano ed accettate dalla piccineria di Badoglio hanno del tutto sclerotizzato gli animi degli italiani, che continua ad amare da buona guida, da compatriota. È purtroppo sicuro dell’inimicizia, ora, dei tedeschi verso il Paese, e sicuro del contegno odioso dei vincitori, che distruggono ed uccidono in una terra ormai in ginocchio (mitragliata di giostre, stupri, distruzioni, giudizi sommari, saccheggi – per fortuna, sventato all’ultimo momento quello del “Pulcin della Minerva”).

L’interesse malcelato per le sorti di Mussolini da parte di Hitler, che lo vuole in Germania con i familiari e qualche ufficiale fuoriuscito, provoca nel Duce, comprensibilmente disorientato, una sorta di ripresa d’interesse per la situazione italiana: così come ha promesso, ma condotto dalla volontà di mitigare l’esito possibile e tremendo di una Germania aggressiva, che in meno di una giornata avrebbe potuto invadere e per così dire radere al suolo l’Italia, costituisce un baluardo contro l’invasione immediata dell’esercito tedesco dal Nord, e crea la Repubblica di Salò con un pugno di fedelissimi che lo seguiranno fino alla morte. L’amore per l’Italia è stato per Mussolini l’amore più forte di ogni cosa, ma la costituzione di Salò non è semplicemente una decisione dettata dal sentimento, piuttosto da una chiara veduta, un netto ragionamento che questo passo possa essere l’unico a fermare un disastro.

Marilù Giannone

Ecosistemi, Tecnosistemi e Teoria dell’Artificiale

Ecosistemi, Tecnosistemi e Teoria dell’Artificiale

di AMBROGIO GIORDANO

I rapporti tra diversi ecosistemi e le reciproche influenze sulla biosfera sono strutturati e definiti dagli assetti socio-economici e tecnologici finalizzati a modelli di  produzione e consumo che rappresentano in ultima istanza le finalità governanti l’agire umano da cui gli effetti dell’azione antropica sull’ambiente.

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Colpi di Calore della Boldrini e della Bonino

Cani ed Umani

Tutti sanno che, in campagna, quando un cane abbaia, dopo un poco abbaiano ancora altri: così avviene in Italia per la nave pattugliatrice Diciotti, della nostra Marina Militare. Ha abbaiato inizialmente Laura Boldrini, ed altri, come Emma Bonino, le vanno dietro, con il medesimo motivo, cioè la voglia di protagonismo, o la rabbia zannuta di aver perso il treno del potere. Chi strilla più forte è quello più inutile di tutti, e quando è estate, lo strillo può essere causato da un colpo di calore, ed allora si esce dal margine della normalità, che, anche se talvolta si fa finta di no, esiste, e si scade nel patologico, destando compassione.

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…. 50 anni fa, la Primavera di Praga e Jan Palach

La brutale Repressione Sovietica della  

  “Primavera di Praga” e l’ Autodafè  di  Jan Palach  

Esattamente 50 anni fa, il 20 agosto di quell’ incredibile ’68, l’anno che già aveva visto il Maggio francese, la contestazione giovanile in tutto l’ Occidente e gli assassinii, negli USA, di Martin Luther King e Robert Kennedy,  alle ore 21, 52 iniziava l’ invasione della Cecoslovacchia da parte di truppe sovietiche, polacche, tedesco-orientali, ungheresi e bulgare (Romania e Jugoslavia, tramite i loro presidenti  Ceausescu e Tito, s’erano dichiarate solidali coi dirigenti cecoslovacchi). Con un brutale colpo di mano, ricalcante fortemente quello nazista di fine marzo del ’39, ma rientrante pienamente nello “stile” della dittatura sovietica: già intervenuta contro le  rivolte popolari di Berlino Est (1953) e Budapest (1956) e destinata a ripetere, molti anni dopo, lo stesso copione a Kabul nel 1979 e a Varsavia – dove sarebbe stata solo battuta sul tempo dall’ “autogolpe” di Jaruzelski – nel 1981.

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Selfie estremi, ice cube challenge: tutto per apparire sui social

La fragile identità dei giovani social

Le bravate dei ragazzi fanno male da morire

Senigallia, 29 luglio 2018 – Leggerezza e freschezza, dovrebbero essere queste le parole dei giorni di un’estate lontana dai banchi di scuola dei ragazzi. Le cronache, invece, raccontano di ben altri fatti, dettati dall’impulsività e dal mancato giudizio critico. L’ultimo riporta una vicenda drammatica: un ragazzo di soli 17 anni muore ad Acquasparta, un paese vicino a Terni, perché asseconda un gioco assurdo, che consiste nel riprendere da sdraiato a terra sull’asfalto l’amico che passa facendo qualche peripezia con lo scooter. A oggi, le forze dell’ordine stanno cercando di capire cos’è successo mentre il cordoglio, l’indignazione e i facili giudizi sui social aumentano. 

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Ordo Sancti Sepulchri: in Toscana per il Capitolo del Gran Priorato

I CAVALIERI TEMPLARI IN TOSCANA,
per il Capitolo del  Gran  Priorato Santi Apostoli

Una giornata di Sole per l’Ordo Sancti Sepulchri dei Cavalieri Bianchi di Seborga che, con il M.T. Gianfranco Maria Guerra hanno incontrato i loro Confratelli  in un meraviglioso borgo della Toscana per il Capitolo del Gran Priorato Santi Apostoli, tenutosi nella Chiesa di Sant’Angelo in Castiglion Fiorentino.

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Intervista a Patrizio Leopardi di Costantinopoli

UNA CONVERSAZIONE CON UN PRINCIPE BIZANTINO

intervista a cura di Giovanni Cavallanti Ferrero

Il Principe Patrizio Tomassini Paternò Leopardi – Conte di Montelupone e San Leopardo, Marchese di Montaperto, Conte Palatino del Regno di Polonia, Nobile del Regno di Aragona –  ci riceve in campagna, nelle sue terre marchigiane, intento a ispezionare vigne e bestiame al pascolo. Si, Sua Altezza Imperiale, Sir Patrick, discendente della dinastia Giustiniana Heracliana di Costantinopoli, è un principe contadino, persona di grande semplicità e straordianria umanità, che guarda alla sostanza delle cose: 55 anni, imprenditore agricolo, ma anche regista che ha girato tutto il mondo, profondo studioso di storia, ovviamente bizantina, ma anche templare, dopo un lungo percorso filosofico e spirituale, ha recentamente deciso di tornare alle orgini della sua famiglia, convertendosi alla Ortodossia cristiana.

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Notizie da Aristocrazia Europea

Istituita la Commissione Esteri di Aristocrazia Europea

Martedì 3 luglio 2018 

Visto i crescenti contatti, inviti, appuntamenti e impegni, determinati dalla continua crescita della nostra Associazione culturale Aristocrazia Europea, la vice presidente Lali Panchulidze, con delega alle relazioni internazionali, su indicazione della presidenza, sta organizzando una vera e propria commissione esteri che si occuperà dei rapporti internazionali (associativi e promozionali, culturali e diplomatatici, cavallereschi ed ecumenici, ma anche commerciali ed economici).

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Georgia e Italia: oltre due Millenni di Storia, di Tradizioni, di Cristianità

Una nostra intervista a Mandilosani Lali Panchulidze Aznauri,
Vice Presidente dell’Associazione Culturale ARISTOCRAZIA EUROPEA

La Georgia è un piccolo stato indipendente del Caucaso, schiacciato fra Russia e Turchia, terra eurasiatica di confine e di passaggio, nazione ricca di storia e tradizioni. I georgiani sono un popolo estremamente fiero, con una profonda specificità culturale, linguistica e religiosa, e con un indomito spirito guerriero, rafforzato da secoli di guerre per difendere la loro patria cristiana dalle invasioni persiane, mongole e turche. La Georgia è una repubblica ma molto forti e radicate sono le simpatie monarchiche della popolazione, e la locale Chiesa Ortodossa autocefala, molto influente, continua a sostenere pubblicamente il ritorno della monarchia, come simbolo e garanzia della unità e identità nazionale.

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Armando Diaz, Duca della Vittoria, al Museo dei Granatieri di Sardegna

L’Italia di Vittorio Veneto:
dal “Pensiero e Azione” al “Libro e Moschetto”

Per i Cento Anni dalla Grande Guerra è in corso al Museo Storico dei Granatieri di Sardegna una mostra dal titolo “Diaz – Una Stirpe di Militari, Mostra di Cimeli e Documenti Storici Inediti”, fino al 31 Luglio 2018, organizzata dai Granatieri, nella persona del Direttore del Museo, il Colonnello Bruno Camarota con il sostegno della Famiglia Diaz e del Ministero della Difesa.

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La Fine di Fini

A seguito della notizia apparsa in questi ultimi giorni sui media in merito al rinvio a giudizio di Gianfranco Fini, per i ben noti episodi collegati alla “Famiglia Tulliani” e al famoso appartamento di Montecarlo, su questa Testata viene riportato un intervento dell’ Avv. Augusto Sinagra, apparso su FB martedì 17 luglio

…quasi una coincidenza con la prossima ricorrenza del 25 Luglio, data che certamente dovrebbe essere molto cara allo stesso Gianfranco Fini e ai suoi sostenitori    

LA FINE di Gianfranco FINI

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Mattarella, Renzi, Salvini… tre personaggi in ordine alfabetico

CONSIDERAZIONI Post – AMMUTINAMENTO LIBICO … presunto o sedato sul Rimorchiatore Italiano 

IL SIGNOR SERGIO MATTARELLA, a mio parere, è semplicemente un Ex D.C. ed occasionalmente anche il Presidente della Repubblica (grazie ad una forzatura a suo tempo imposta dall’ex Premier Matteo Renzi), ma non per questo può pretender di essere considerato il “Presidente di tutti gli Italiani”, non derivando tale suo “Ruolo” dalla elezione diretta da parte del nostro Popolo. 

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