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Gentilini i biscotti romani da 130 anni

 

fonte https://www.vitasumarte.com

I biscotti Gentilini sono i biscotti di Roma per antonomasia. Lo storico marchio che da centotrent’anni sforna prelibatezze e quando si passa sulla Tiburtina, vicino la loro azienda, l’odore di burro che inebria la strada è quello buono, quello dei biscotti della nonna di una volta.

Una storia fatta di dolci e biscotti che, da quasi un secolo e mezzo, appartiene sempre alla stessa famiglia. “Tutto ha inizio nel 1890 quando Pietro Gentilini, dopo aver lavorato come garzone tra Toscana ed Emilia Romagna e dopo un’importante esperienza in vari Paesi dell’America Latina, approda a Roma e apre il suo primo forno, situato in uno dei quartieri simbolo della città, l’Esquilino” dice Francesca Germanò, la responsabile marketing dell’azienda.

I classici Osvego, i Vittorio profumati al limone, le Margherite, i Brasil al cacao, i Novellini e le fette biscottate sono i prodotti di punta del marchio, quelli che hanno fatto la storia dei biscotti Gentilini, ma periodicamente compaiono anche nuovi prodotti assortite, come la crema spalmabile al latte e miele,

Per i biscotti storici seguiamo le nostre ricette antiche, patrimonio prezioso per la nostra azienda. Le nuove ricette sono frutto di un attento studio, sia del mercato, per riuscire a comprendere al meglio le esigenze dei consumatori, sia delle materie prime e delle tecniche di lavorazione. L’attenzione agli ingredienti ha ruolo fondamentale ed è per questo che selezioniamo soltanto le materie prime di più alta qualità. La nostra strategia rimarrà salda ai valori fino ad oggi condivisi, ossia diffondere e difendere la cultura della qualità in tutti i suoi aspetti. Questo significa una continua ricerca di miglioramento, la ricerca di prodotti gustosi, nutrienti e dai sapori autentici, proseguendo nell’utilizzo di ingredienti preziosi e unici”.

Unire la tradizione con l’innovazione funziona sempre, visto che oggi Biscotti Gentilini vanta un fatturato pari a trenta milioni di euro (le cifre sono del 2019) e settemila biscotti e fette biscottate sfornate ogni minuto. 
Un made in Italy da preservare.

News da “Le Soste” per lo Chef Ciccio Sultano,
ovvero….dalla Sicilia con Amore

LA CUCINA  E’ “AMORE E RIGORE ……… parola di CHEF ! 

Con imprevedibili restrizioni in tutto il mondo che costringono alla riprogrammazione dei soliti piani di viaggio, lo chef bistellato Ciccio Sultano ha trovato un modo per portare un assaggio della sua amata isola a casa vostra. 

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Le Soste – la guida enogastronomica
delle eccellenze italiane

Per alcune  “SOSTE tra AMICI e RISTORATORI”

__________ SVEVA MARCHETTI   

Cosa c’è dietro Le Soste, una tra le guide enogastronomiche più prestigiose di Italia? Innanzitutto Le Soste è un’associazione di ristoratori, ma soprattutto di amici, che fanno parte dell’eccellenza italiana. Il gruppo nacque un po’ per caso, quando nel 1982  alcuni ristoratori si incontrarono a cena nel ristorante di Gualtiero Marchesi, con l’idea di creare un sistema che permettesse un periodico scambio di idee ed iniziative sull’enogastronomia italiana. Si ispirarono alle associazioni francesi quali Traditions et Qualité e Relais Gourmands e, dopo, quasi dieci anni, il sogno si concretizzò nel 1994, anno nel quale diventò ufficialmente associazione.

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Elogio della Sacra Unione

IL VITTORIANO CELEBRA L’UNITA’ D’ITALIA
E LA LIBERTA’ DEGLI ITALIANI

Il Secolo si è ormai inoltrato, è tempo di prenderne Atto. Il Primo Ventennio del Terzo Millennio volge alla fine. L’anno che verrà rinnovellerà la Missione Capitale della Città Eterna e Ci proietterà verso il Centenario del Milite Ignoto. La Storia ha scelto, come guida suprema il Sommo Poeta Dante Alighieri, che Ci insegnerà, ancora una volta, il Sacrificio per l’Unità e la Libertà. Il senso del Dovere sia a fondamento della Sacra Unione, che sta all’origine di quel desiderio d’agire, che fu costitutivo e caratterizzò il Nostro Risorgimento. Questo processo Unitario e Liberatorio è inciso nella pietra e nel bronzo del Vittoriano e trova il suo compimento sull’Altare della Patria.

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Rakovski Christian Gregorievitch il tradimento, giustiziato e disperso tra le nevi della Siberia

Come si fanno le Rivoluzioni

Rakovski con i suoi 33 nomi era Consulente dello Zar Nicola II, di Kerenskij il capo
dei menscevichi, poi amico di Lenin, intimo di Trotsky, e di Stalin, che lo farà fuori

 

Raffaele Panico

Il preludio. Negli anni del fuoco di paglia oggi estinto nell’oblio del rapporto Mitrokhin, verso il finire degli anni Novanta e l’inizio degli anni Dieci, in una conversazione tra giornalisti in salone di un bar, a Roma, in via del Corso, alcune note anch’esse dimenticate sono interessati rileggerle, a vent’anni dalla conversazione tra thè e biscotti, e ad oltre 100 dalla fiamma della rivoluzione d’Ottobre. Nulla hanno a che fare con le 6 casse del rapporto Mitrokhin, che erano una rilettura dell’Intelligence inglese relativa alla documentazione scritta a mano e portata, in diverse occasioni dall’ex agente appunto, Mitrokhin, che trascriveva su voluminosi quaderni i suoi appunti ispirati alla lettura dei documenti sovietici. Dalla Russia li portava nei paesi Baltici e quindi a Londra.

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