La Legge non è uguale per tutti
“La legge è uguale per tutti” è solo una tavoletta sumerica
lasciata alle spalle nella prossemica delle aule
Torquato Cardilli
Il primo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali».
Questo principio di uguaglianza assoluta non è un’innovazione italiana, ma trova le sue radici nelle prime enunciazioni politiche dell’antica Grecia fino ai più importanti documenti del XVIII secolo (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti del 1776; Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese del 1789, riassunta nel rivoluzionario grido “libertè, egalitè, fraternitè) e poi ripreso con varie modulazioni da tutte le costituzioni europee.