Il Risorgimento italiano, organico alla storia d’Europa del XIX secolo, è la corda tesa del secolo scorso ed è, nelle attuali tensioni, la speranza della civiltà del nuovo millennio
Centocinquanta anni di storia moderna dello Stato italiano unitario, con divisione, faglie, discontinuità è stata un’ebbrezza da Nazione dai primi posti nel mondo. Perché? Intanto, sentiamo Adolfo Omodeo, “gli uomini del nostro Risorgimento, che furono nella massima parte uomini aperti allo spirito della moderna civiltà europea (a renderli tali non poco influirono i lunghi esili) attuarono questo sviluppo armonico dell’indipendenza nazionale con le libere istituzioni nella penisola. E lottarono spesso contro la volontà di restarsi da parte dei popoli che per sé avevan conseguito la libertà e temevano la formazione di nuove nazioni; impiegarono ai propri fini la revisione e il completamento del programma napoleonico propostisi dal fondatore del secondo impero; si sforzarono di render reale una collaborazione e un’armonia dei liberi popoli, cola funzione europea di Mazzini, di Cavour e di Garibaldi”. (A. OMODEO, “L’età del Risorgimento italiano” Napoli 1931).
Il Presidente dell’ ENPAP, Felice Damiano Torricelli, evidenzia i notevoli risultati di gestione che consentono di proseguire il percorso intrapreso in favore dei propri iscritti – oltre 61/Mila (+5,7% rispetto al 2017). L’utile dell’esercizio 2018 è superiore a 30,6 milioni di euro, il patrimonio immobiliare investito è di 1,31 miliardi di euro (+4% dal 2017), con un risultato finanziario pari a 143,7 milioni di euro.
Anche quest’anno l’appuntamento è sabato 4 e domenica 5 maggio, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 21,00, a Cefalù, in via Matteotti (Villa Comunale) e in via Roma, 92 (Istituto Artigianelli) per difendere chi lavora la terra grazie al pacco di riso. ENGIM in collaborazione con l’associazione “AMA il tuo Tempo” torna a proporre a Cefalù la raccolta fondi per un mondo più equo e solidale. A Castelbuono, riferimento don Lorenzo Marzullo, davanti la Chiesa dell’Itria e nel porticato della Matrice Vecchia.
La stragrande maggioranza dei partigiani era di fede COMUNISTA e pertanto NON voleva liberare l’Italia, ma consegnarla al dominio Stalinista, come avvenne per tutte le Nazioni “Liberate” dall’ Armata Rossa (Ungheria, Romania, Bulgaria, ecc. ecc).