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“La libertà dei servi” di Maurizio Viroli. L’attualità di un saggio del celebre professore forlivese di teoria politica.

“La libertà dei servi” del forlivese Maurizio Viroli,  prestigioso accademico di caratura internazionale sino al titolo di Professore Emerito di Teoria Politica alla Princeton University,  è un saggio, pubblicato in prima edizione nel 2010, che, quasi dieci anni dopo, resta, però, ancora un’analisi attenta, rilevante, attuale sul tema della libertà, condizione essenziale nella vita di ogni cittadino, anche come principio regolatore dei suoi rapporti sociali e politici all’interno della comunità. Certo, nel 2010 il saggio fu sollecitato dalla presenza e dal ruolo di Silvio Berlusconi, allora al suo terzo mandato di Presidente del Consiglio, incarico, fra l’altro, assolto con l’esercizio di un vasto potere sia politico che personale, considerati gli interessi dell’uomo in diversi settori, in modo particolare nelle attività immobiliari e nel campo della comunicazione, giornali e televisione: l’enorme, incombente, articolato potere berlusconiano veniva allora ritenuto da Maurizio Viroli il fattore determinante per mutare, restringendola, la libertà degli italiani, costretta a configurarsi prevalentemente come “libertà dei servi o dei sudditi”, non più come “libertà dei cittadini”.

Secondo l’emerito professore forlivese gli italiani “servi” mantengono sì la libertà di perseguire e realizzare i loro scopi, progetti, ma non sono più, per loro volontà o soggezione, nella condizione di sottrarsi alla potente macchina di potere dell’uomo o della ristretta élite al governo della nazione, quindi la distinzione tra “servi” e “cittadini” deriva da una diversa gestione della libertà personale.

Il saggio di Viroli mi pare ancora di tanta attualità poiché dopo Berlusconi tutta la vicenda politica italiana resta fortemente condizionata da fattori analoghi a quelli dell’era dell’uomo di Arcore: il consolidato e crescente protagonismo politico personale, fondato sul leaderismo; l’esercizio, pure attraverso i “social”, di un potere persuasivo, fortemente fondato sulle qualità caratteriali, comunicative di chi comanda o si propone come capo; il conseguimento dei fini politici fuori dal rigore della ricerca e dell’analisi delle soluzioni possibili; la prevalenza del tatticismo politico, tale che il “buon capo” sia soprattutto colui che punta al risultato senza perdere tempo nell’elaborazione o nella dialettica politica. Questi fattori sono trasversali, da destra a sinistra attraversano tutta la vita politica italiana, certamente modulandosi diversamente tra chi, al momento, esercita il governo o l’opposizione.

Da Renzi a Salvini, da Zingaretti al tuttora immarcescibile Berlusconi è evidente il peso del leaderismo, delle sue armi di propaganda, ancora di più della sua organizzazione sulla base di una corte supina ad avvallare il “grande capo”. Fu proprio l’uomo di Arcore a ridurre “Forza Italia” ad una corte prona e plaudente, ma tutti gli altri protagonisti della politica italiana si sono, poi, in un modo o nell’altro, ispirati a quel modo gestionale della vita di partito. Neppure il Movimento 5 Stelle si è sottratto concretamente a questa logica leaderistica e di contrapposizione tra gruppi interni di potere. Questa condotta politica è diffusissima, non tralascia nemmeno la gestione amministrativa locale: regioni, provincie e comuni sono il campo di battaglia, spesso di vere e proprie faide tra gruppi o conventicole di potere, ne abbiamo riprova pure in varie realtà della nostra Romagna, dall’Adriatico all’Appennino.

La condotta leaderistica, ivi compresa quella di tono populista, con il suo sistema “cortigiano” condiziona la facoltà dell’uomo di pensare e agire in piena autonomia ovvero la sua stessa libertà, degradandolo da cittadino a servo. Il ritorno, anzi il recupero della cittadinanza sulla sudditanza servile è possibile solo attraverso una sorta di rinascita nazionale, in primo luogo di coscienza culturale e politica, chiamatela nuovo Rinascimento o, magari, Terzo Risorgimento. In proposito, valgono le parole del professor Viroli, evocatrici di quell’attenzione da sempre prestata dal nostro forlivese al pensiero mazziniano, al repubblicanesimo, al liberalsocialismo di Carlo e Nello Rosselli:

“Se davvero si vuole sconfiggere la corte, occorrono scelte coraggiose ispirate da una profonda devozione all’ideale della libertà repubblicana. La sola alternativa alla libertà dei servi è la libertà dei cittadini e soltanto un leader politico che capisca in che cosa consiste questa libertà e l’ami con tutto se stesso o se stessa potrà costruire in Italia le condizioni politiche e di costume che renderanno difficile la rinascita di un sistema di corte.”

 

I Curdi sono fratelli

 Ipotesi, tra Storia e Mito, dello studioso Felice Vinci, autore di “Omero nel Baltico” e neo Presidente onorario della Fondazione Levi Pelloni.

 

Perché i Curdi sono nostri fratelli? Andiamo con ordine. In un articolo uscito qualche anno fa su una importante rivista di filologia classica, intitolato “Ancient Curetes and the Western Baltic tribe of Kuri”, la professoressa Ilze Riminese mostra alcuni suggestivi paralleli a supporto dell’ipotesi che vi sia un rapporto fra gli antichi Cureti della mitologia greca ed i Curi o Curoni, una tribù di guerrieri e navigatori del mondo baltico.

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In ricordo di” Annita Aquilanti, vittima dei “Liberatori”

UNA ROSAPER ANNITA AQUILANTI,
VITTIMA DEI “LIBERATORI

In memoria di un crimine volutamente dimenticato

La mattina del 19 Ottobre 2019, una delegazione dell’Associazione Nazionale Vittime Marocchinate, guidata dal Presidente Emiliano Ciotti, si è recata presso il cimitero di Collescipoli di Terni per rendere onore ad Annita Aquilanti, la mamma assassinata il 19 Luglio 1944 dai soldati indiani per aver difeso la figlia da uno stupro.

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FESTA DELLA CASTAGNA, VALLERANO week-end 26-27 ottobre 2019

Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni

Penultimo week-end della festa della castagna di Vallerano, da diciott’anni protagonista delle attività legate ai sapori della Tuscia viterbese. Di forma ellissoidale, di colore bruno-rossiccio con episperma color camoscio, dal pericarpo sottile e facilmente distaccabile, dalla polpa bianca e croccante dal gradevole sapore dolce e resistente alla cottura, la castagna di Vallerano cresce in un territorio con circa 635 ettari di castagneti ed è stata insignita dalla Comunità Europea del marchio di Denominazione di Origine Protetta (DOP).

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Come proteggere i nostri soldi una giornata dedicata agli strumenti del risparmiatore

Venerdì 25 ottobre alle ore 18.00, si svolgerà presso la Pinacoteca “Michele de Napoli” nella città di Terlizzi, il convegno dedicato alla tutela del risparmio dal titolo “Come proteggere i nostri soldi. Gli strumenti del risparmiatore”.

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Un ricordo di Benigno Zaccagnini: “la Politica come Servizio”.

        Nel XXX ANNIVERSARIO dalla SUA SCOMPARSA,
un’
 analisi di FRANCO D’EMILIO
 

Tra pochi giorni saranno trascorsi trent’anni dalla morte di Benigno Zaccagnini, leader ed esponente di spicco della Democrazia Cristiana, scomparsa avvenuta, appunto, il 5 novembre 1989 a Ravenna.
Eppure, ancora di più nell’attuale povertà della cultura e della politica italiana, restano un grande esempio la statura umana e morale, lo spessore politico del cattolico faentino Zaccagnini, il medico pediatra con la passione per la politica, sempre intesa, vissuta come servizio da svolgersi con preparazione e competenze, con coraggio, ma senso della misura, infine con fede incrollabile nei valori della libertà e della democrazia.

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