Federico La Ganga gestì per anni la storica libreria “Dante” – Di carattere molto riservato, non parlava mai o quasi mai di sé. Parco di parole, tuttavia se sollecitato indugiava in spiegazioni esaurienti su qualsiasi argomento. Era professore di latino e greco, anche se non sappiamo dove si laureò, amante della storia e della filosofia e della politica. Nella sua vita ha partecipato a molti e vari campi-scuola, e escursioni in montagna, magari alla guida dei più giovani, ai quali spiegava il significato spirituale delle vette e delle meditazioni delle vette, per dirla con Evola. Pensatore che conosceva bene, perché per diversi anni gestì la storica libreria “Dante” in via Ennio Quirino Visconti al quartiere Prati. Era amico dell’altro famoso libraio alternativo, l’indimenticato Mario Trubiano, e fu in quegli anni che lo conobbi, lavorando nella libreria della LeDe, poco distante. Erano i primi anni Ottanta.
Quella sera a Trevignano – Lo rividi molti anni dopo, a una cena a Trevignano al locale Gens Trebonia di Ferdi Parisella, insieme con Gloria Sabatini (Federico era amico del papà Sergio, come Gloria ha raccontato in un bellissimo post) e Sandro Forte, autore dell’ultimo “Ordine nuovo parla”. Alla cui presentazione Federico andò pochi anni fa nella sede della Fondazione Alleanza Nazionale. In quella cena sul lago di Bracciano spiegò a tutti noi che non si diceva “Gens” Trebonia, come dicevamo tutti, ma si pronunciava “Ghens”, perché gli antichi latini dicevano così. Il tutto con grande semplicità e con grande competenza, senza mai salire in cattedra, e se lo sarebbe potuto permettere. Silenzioso, riservato, serio, sembrava davvero una persona calata da un altro tempo e un’altra epoca, un uomo che aveva ben poco a che fare con questi, di tempi.
“Uomo differenziato e soldato politico” – Lo scrive benissimo Davide Di Stefano in un ricordo che vogliamo pubblicare in parte: “Uomo differenziato, soldato politico, unità imperiale, legionario, camerata. Sono tante le definizioni prodotte da un dato mondo politico e culturale, l’orizzonte a volte un po’ lontano e sfuggente fissato da un certo tipo antropologico. Se c’era qualcuno che, senza annunciarlo, era esattamente tutte queste cose, questo era Federico La Ganga (…) Io l’ho conosciuto come professore, o forse più correttamente come precettore, come guida. Un antico romano o un elleno, in ogni caso un uomo che solo per qualche oscura ragione si è ritrovato a vivere questi tempi. Uno spirito asciutto e forte, essenziale nella condotta, nel fisico, nella mente. La volontà d’acciaio e la pazienza infinita nel far studiare il greco e latino anche a un somaro.(…)
Federico La Ganga non prendeva mai soldi per le sue lezioni di latino e greco – Con un sarcasmo garbato ma fermo, fatto di lezioni in ginocchio, cazzotti in testa e insulti bonari. Impossibile pagarlo per il lavoro svolto perché “ai camerati non posso chiedere nulla”, reticente anche nel ricevere un semplice dono. La sua un’esistenza frugale, lontana dall’effimero. In un tempo come questo vengono le vertigini a pensare a quanto potesse essere in asse con il mondo un uomo come Federico. Che forse non avrebbe apprezzato nemmeno questo ricordo, visto probabilmente come un orpello posizionato in questo regno del narcisismo che sono i social. Ma ritengo sia giusto, per noi che abbiamo avuto la fortuna di condividere anche solo una parte del cammino insieme a persone di una razza ormai estinta, di ricordarli ed emettere una piccola risonanza per chi ha orecchie per ascoltare”.
Nelle isole greche alla ricerca dell’anima spartana – Resta poco da dire: so che un periodo abitò a Maccarese con un cane, poi ultimamente abitava a CasaPound. Da qualche tempo era ricoverato a Trento, sua città di origine, per una malattia polmonare, sembra. Qui è morto, dopo un lungo cammino che ha dato tanto a una comunità ideale nella quale si identificava. Come i ragazzi di Raido, che ci hanno fornito la bellissima e struggente foto, nelle sue montagne, dove amava portare i giovani verso l’ascesi che lui conosceva e che cercò sempre di trasmettere agli altri. Ma non solo montagna, nell’anima di Federico. Negli ultimi anni, non sappiamo quali, l’estate andava, senza soldi e con uno zaino, alla ricerca delle isole greche, e forse anche dalmate, nei luoghi più lontani dai circuiti turistici, cercando forse l’anima spartana. Non solo cieli blu, dunque, ma anche mari blu per Federico.
(Foto: Raido)