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Sardine, dopo Torino, tocca alla Capitale.

Mattia Santori, leader del movimento delle sardine, al termine della manifestazione ha dichiarato: “L’idea era riempire la piazza e cambiare un po’ la percezione della politica in questi anni. Direi che l’obiettivo è stato raggiunto”. Per trasmettere un messaggio, ma soprattutto “farsi sentire” è necessario “riempire le piazze” e le sardine non mancano all’appuntamento.
Una settimana fa, nel cuore di Torino, le sardine si sono presentate in quasi 40 mila, mentre nell’Urbe vi è indecisione sul numero. Le forze dell’ordine circa 50 mila, mentre Santori e gli organizzatori ne stimano circa il doppio. Molto spesso la verità è al centro.

Sardine in piazza San Giovanni.

“Piazze che hanno preso la forma della creatività. Ma qualcuno non ha capito. E ci chiedevano: e adesso e quindi? Ci siamo resi conto che non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire. E allora abbiamo deciso di dire la verità: che qui ci sono persone che ragionano e chi ragiona non abbocca. Fu così che presero ad insultarci. Ma la storia ha tolto il filtro e la gente ha preso ad ascoltarci. E fu così che abbiamo vinto. Ma le sardine non esistono. Esistono persone che resistono e cervelli che valgono più di un milione di like. Esiste un nemico: il pensiero facile”

A chi è rivolto l’attacco delle sardine? L’attacco è rivolto in modo diretto ai populisti,  e in modo indiretto alla Lega e, in particolar modo, a Matteo Salvini“Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che campagna elettorale permanentemente. Chi ricopre la carica di ministro comunichi solo sui canali istituzionali e trasparenza sull’uso politico dei social network”. Queste le richieste delle sardine. “Che la violenza verbale sia equiparata a quella fisica. Che sia abrogato il decreto sicurezza”. 

È il leader Mattia Santori a chiedere di usare toni non aggressivi nei confronti dei politici. Poi conclude citando Gaber“Libertà è partecipazione”
Nella piazza si innalza la canzone Bella Ciao. Alla manifestazione si aggrega anche l’eurodeputato Pd, Pietro Bartolo, il “medico dei migranti” a Lampedusa, il quale sulla falsa riga di Bella ciao esclama: “Siamo i partigiani del 2020”. La folla è variegata: ci sono molti giovanissimi e anziani, ma ad essere in numero maggiore la generazione dei millenials, ovvero quelli nati tra il 1980 e il 1999. Centinaia gli slogan che riecheggiano nella piazza e migliaia i cartelloni raffiguranti le sardine in ogni formato e colore. 
La manifestazione a Roma, per le sardine, è sinonimo della fine di una prima fase.A chi si richiede imminente confronto con le istituzioni, Santori risponde: “Apprezziamo l’attenzione delle istituzioni ma è ancora presto per un incontro. Ora siamo concentrati sulla Calabria e sull’Emilia. Poi si vedrà.

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti è favorevole al movimento delle sardine. Queste le parole su Facebook: “Grazie per aver reso Roma così bella, per la passione che ci mettete, per chiedere con tanta forza un’idea di politica inclusiva e sana. Belle le proposte che avete lanciato, faremo di tutto per metterle in atto ed essere all’altezza del vostro impegno. Cambiamola insieme, la nostra bella Italia #RomaNonAbbocca #Sardine.”

Antonio Tajani, vicepresidente di Fi, non vede positivamente il movimento delle sardine: “Sento un po’ puzza di bruciato. Quello delle sardine “intanto non è un partito ma un movimento, se poi deve diventare uno strumento di campagna elettorale, magari per fare la campagna elettorale a qualcuno per diventare presidente della Repubblica è un conto, se un movimento che vuole esprimere delle idee, in democrazia bisogna sempre far dimostrare tutti. Se poi diventa invece qualcosa di diverso da un movimento spontaneo e vuol dire che c’è qualcuno dietro che utilizza, strumentalizza e fomenta questi giovani, avrà le gambe corte – profetizza il forzista – perchè poi la gente si renderà conto di quello che c’è e credo che nessuno voglia essere strumentalizzato”. 

 

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