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Shinzo Abe ucciso durante un comizio

L’ex primo ministro giapponese è morto dopo essere stato colpito da un proiettile durante un evento elettorale a Nara.

La dinamica degli eventi, avvenuti in piena luce e ripresi dalle telecamere, è abbastanza chiara. Abe aveva iniziato da poco più di un minuto il suo comizio in vista delle elezioni parziali per il rinnovo della Camera alta nipponica, quando ci sono stati due spari. L’ex premier si è accasciato, la sua camicia macchiata di sangue. Membri dello staff si sono precipitati a soccorrerlo, mentre agenti di sicurezza vestiti di nero si avventavano su un uomo apparentemente giovane.

«Abbiamo tentato di rianimarlo per quattro ore», ha riferito il responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Nara. «Due ferite hanno provocato due diverse emorragie, abbiamo cercato di bloccarle, ma la situazione era molto critica. L’ex premier giapponese era in stato di arresto cardiopolmonare già sulla scena del crimine». Il medico ha affermato che non sono stati rilevati segni vitali al suo arrivo nella struttura.

«Abe ha riportato due ferite sulla parte anteriore del collo, uno dei proiettili è penetrato nel cuore. È stato curato da un’équipe di oltre 20 medici ma è stato impossibile fermare l’emorragia», ha aggiunto in conferenza Hidetada Fukushima, professore di medicina d’urgenza.

Nato a Tokyo è stato il primo ministro più longevo politicamente nella storia del Giappone post-bellico con la doppia esperienza alla guida del Governo, finita sempre per motivi di salute. Nella prima, a cavallo tra il 2006 e il 2007, conquistò il titolo di premier più giovane ad approdare alla Kantei. Mentre nella seconda consolidò il record alla guida del Governo, dal 2012 al 2020.

L’ex premier, 67 anni, fa parte di una delle famiglie politiche più blasonate del Giappone, del partito Liberal Democratico (Jiminto). Suo nonno, Nobusuke Kishi, fu primo ministro dal 1957 al 1960, dopo aver passato tre anni nel carcere di Sugamo alla fine della Seconda guerra mondiale sospettato (ma mai processato) di essere un criminale di Classe A avendo ricoperto l’incarico di ministro durante il gabinetto in tempo di guerra. Mentre suo fratello, Nobuo Kishi, è l’attuale ministro della Difesa.

Abe, un convinto conservatore, si è battuto per il superamento del pacifismo costituzionale. Ha promosso il processo di rafforzamento delle capacità difensive nipponiche accelerate ora dall’attuale esecutivo di Fumio Kishida, tra l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia e la minaccia crescente della Cina. Sollecitò l’approvazione delle leggi per consentire al Giappone di esercitare il diritto di “autodifesa collettiva” o di aiutare militarmente un alleato sotto attacco. Con ciò creò irritazione e sospetti nei Paesi vicini, non solo in Cina ma anche in Corea del Sud. Abe salì al potere nel 2012 chiudendo l’esperienza del partito Democratico con la sua “Abenomics“: un pacchetto di politiche espansive e di riforme per tentare di sollevare il Paese dalla cronica deflazione e per rilanciarne la crescita economica con una politica monetaria accomodante e una spesa fiscale enorme, insieme a interventi strutturali per far fronte al rapido invecchiamento della popolazione.

«Ero frustato e insoddisfatto di Shinzo Abe, ho mirato per ucciderlo». Queste le parole del quarantunenne Tetsuya Yamagami che ha sparato all’ex premier giapponese, secondo quanto riferito dalla polizia nipponica citata dalla tv Nhk.

Yamagami, residente a Nara, secondo fonti governative era ex militare membro della Forza di autodifesa marittima. Le scarse informazioni sul profilo dell’uomo che ha colpito Shinzo Abe si limitano ai suo trascorsi nelle “forze di autodifesa” come si chiamano le forze armate giapponesi. Avrebbe prestato servizio nella Marina fino al 2005. Avrebbe colpito l’ex premier “per odio“, ma – secondo la polizia – dopo l’arresto Yamagami avrebbe escluso “motivazioni politiche”.

Il suo però è stato un rancore così profondo da averlo spinto a costruire da solo l’arma. Ha realizzato una “doppietta“, assemblando le parti forse seguendo le istruzioni trovate sul web. Le immagini dell’arresto di Yamagami mostrano l’arma avvolta nel nastro adesivo, un metodo per occultarla, ma anche per rinforzarne la struttura. Le dimensioni sono poco più grandi di una pistola: quelle dei fucili “a canne mozze” usate dai rapinatori degli anni Settanta. Il calibro appare superiore alle cartucce da 12 dei fucili da caccia. Due i colpi a disposizione, sparati a distanza ravvicinata. L’attentatore aveva assicurato l’arma al dorso con una tracolla, per compensare il rinculo provocato dall’esplosione del primo colpo.

La polizia ha fornito alcuni dettagli sulle dimensioni della pistola utilizzata spiegando che è lunga 40 centimetri. Secondo gli investigatori l’attentatore potrebbe avere una licenza per la caccia e ci sono indagini in corso.

In Giappone le armi da fuoco sono molto rare, con una circolazione estremamente limitata e vincoli severi all’utilizzo pure per le forze di polizia. Infatti, gli agenti circolano con la pistola solo in situazioni straordinarie e anche la scorta di Abe ha affrontato l’attentatore senza usare le armi.

La polizia della prefettura di Nara ha riferito di aver trovato diverse armi artigianali come quella usata per l’omicidio in casa di Tetsuya Yamagami.

Reazioni

Il primo ministro Fumio Kishida, rientrato d’urgenza alla Kantei con tutto il Governo dopo aver sospeso con tutti i partiti di opposizione la campagna elettorale per il rinnovo della Camera Alta in programma domenica 10 luglio, ha condannato «nel modo più deciso possibile» l’attentato, definito come «inaccettabile». Si è detto «senza parole» per la morte di Shinzo Abe.

Il ministro della Difesa del Governo giapponese, Nobuo Kishi, ha parlato di un atto imperdonabile.

Condanna in termini più duri è arrivata dalla Cina, Paese col quale il Giappone intrattiene rapporti tesi. In effetti Abe, che in un primo momento da capo del Governo aveva tentato una distensione con Pechino, col tempo era diventato sempre più duro. Queste tensioni si sono ripercosse anche nel web cinese, dove diversi netizen nazionalisti hanno dileggiato oggi la figura del defunto ex primo ministro nipponico. Ma, a livello ufficiale, il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Zhao Lijian è stato netto nell’esprimere solidarietà alla famiglia e al popolo giapponese.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è detto “scioccato e rattristato dal vile attacco a Shinzo Abe mentre svolgeva le sue mansioni professionali”. Su Twitter ha anche scritto: “Un vero amico, strenuo difensore dell’ordine multilaterale e dei valori democratici. L’Ue è al fianco del popolo giapponese e del premier Fumio Kishida in questi tempi difficili. Vicinanza alla sua famiglia”.

“È venuta a mancare una persona meravigliosa, un grande democratico” – ha scritto in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. “Un campione dell’ordine mondiale multilaterale. Sono in lutto con la sua famiglia, i suoi amici e tutto il popolo giapponese. Questo brutale e vile assassinio di Shinzo Abe sconvolge il Mondo intero”.

Il premier, Mario Draghi, ha espresso il più profondo cordoglio del Governo e suo personale per la morte di Shinzo Abe. «L’Italia è sconvolta per il terribile attentato, che colpisce il Giappone, il suo libero dibattito democratico. Abe è stato un grande protagonista della vita politica giapponese e internazionale degli ultimi decenni, grazie al suo spirito innovatore, alla sua visione riformatrice. L’Italia si stringe ai suoi cari, al Governo e all’intero popolo giapponese».

«La morte di Abe è una tragedia per il Giappone», ha dichiarato il presidente americano Joe Biden. Poi, si è definito «sbalordito, indignato e profondamente rattristato dalla notizia che il mio amico sia stato colpito e ucciso».

L’ambasciatore Usa a Tokyo Rahm Emanuel ha affermato: «Siamo tutti rattristati e scioccati dalla vicenda dell’ex premier Shinzo Abe. Abe-san è stato un leader eccezionale del Giappone e un alleato incrollabile degli Usa. Il Governo degli Stati Uniti e il popolo americano stanno pregando per la Abe-san, la sua famiglia e il popolo giapponese».

“Assolutamente inorridito e rattristato nel sentire dello spregevole attacco a Shinzo Abe. I miei pensieri sono con la sua famiglia e i suoi cari”, ha scritto su Twitter il premier uscente britannico Boris Johnson.

Il premier thailandese, Prayut Chan-O-Cha, è rimasto “molto scioccato” dall’attentato all’ex premier giapponese Shinzo Abe. Ad affermarlo il ministro degli Esteri, Don Pramudwinai, parlando con i giornalisti a Bangkok.

Il premier indiano Narendra Modi su Twitter scrive: “Sono profondamente addolorato per l’attacco al mio caro amico Abe. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lui, la sua famiglia e il popolo giapponese”.

Giorgia Iacuele

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