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Silvano Lattanzi batte Gucci, è sua la fibbia a morsetto

 

Il giudice ha dato ragione a Lattanzi, noto per la produzione artigianale di scarpe maschili per una clientela ristretta e selezionatissima, perché il fatto non sussiste. L’imprenditore, difeso dagli avvocati De Minicis e Calafiori, ha dimostrato di aver creato una fibbia identica nel 1991, 20 anni prima dell’inizio della causa.

È un po’ la vittoria di Davide contro Golia, ma Lattanzi, ‘calzolaio per vocazione’ come ama definirsi, non è nuovo a battaglie improbe di questo tipo, avendo avuto già la meglio con Berluti, società del colosso LVMH, 15 anni fa quando per una questione analoga il tribunale, stavolta di Parigi, gli riconobbe l’anteriorità creativa del modello Clamart.

“Avevo grande fiducia in questa sentenza”, commenta a caldo, “perché sono consapevole della correttezza e passione che animano da sempre la mia attività. Così come avevo fiducia nel Tribunale di Fermo e nei miei legali, che non sono inferiori a quelli delle grandi città e che, con un gioco di squadra eccezionale e sincera amicizia, hanno saputo portare a termine questa sfida”.
Sfida che è durata per oltre otto anni, durante i quali Lattanzi non ha potuto adoperare la fibbia ‘della discordia’.

Una vicenda che ha avuto anche conseguenze economiche: la richiesta di danni che l’azienda di Silvano Lattanzi farà a Gucci sarà valutata nelle sedi opportune. Ma l’imprenditore oggi non vuole parlare di questo, “oggi è semplicemente il giorno in cui si è ristabilita la verità”. E si può ricominciare a guardare avanti: “Dopo quasi nove anni, da domani possiamo tornare ad utilizzare la nostra fibbia. Inoltre, il riconoscimento della paternità della fibbia a morsetto è anche un segnale per quei colleghi che fino ad oggi l’hanno utilizzata. Ero certo che la giustizia avrebbe fatto il suo corso, io sono un leone che non demorde mai”.

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