Fede politica e fede religiosa
SINCERITA ‘ : LA FEDE POLITICA DI MARINE LE PEN
Una bordata di commenti, in sedi istituzionali e fra la gente, ha fatto seguito all’osservazione apparsa sul giornale “La Croix” il 14 aprile in Francia, espressa dalla candidata alla Presidenza MARINE LE PEN, ed avente come destinatario il Cardinale Bergoglio …. l’attuale Pontefice FRANCESCO.
Media e giornali si sono attestati su fronti in parte diversi, in parte diversi solo nella forma, ma inclini ad approvare il pensiero di Marine, che ha testualmente dichiarato: “sono credente, ma sono arrabbiata con la Chiesa per due motivi….. le religioni non dovrebbero dire ai Francesi che cosa votare….. che il Papa voglia che gli Stati vadano contro l’interesse dei popoli può essere interferenza perchè anche lui è capo di Stato”. Cosa c’è di sbagliato, ci si chiede, in quello che la candidata esprime? Il Papa già da più di un secolo ha dovuto cessare di governare Roma. Il cattolicesimo come unica religione d’Italia e la sovranità spirituale del Pontefice del 1929 sono stati mutati il 1984 con la disposizione che, fra altro, Stato e Papato “dovevano operare ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Ciò vuol dire che l’ingerenza del Pontefice doveva cessare per ogni competenza dello Stato laico. Niente più unica religione, niente più potente presenza nella gestione politica di esso. Trascurare questo accordo firmato e pubblicato vuol dire fare dell’Italia – ci mancherebbe – uno Stato confessionale, cioè uno Stato simile alla Libia o all’Arabia. Ricordando l’importanza di questa decisione, Marine Le Pen ha fatto un piacere a tutti, ed ha messo fuori senza ipocrisie quello che avviene nei pulpiti cattolici: la sottile pressione elettorale sui fedeli a vantaggio di qualche partito a loro gradito, e soprattutto, il gagliardetto di Santi lacrimosi o di Gesù sventolato a sproposito per qualcosa che conviene assolutamente agli abiti talari: e così gli ignoranti, i suggestionabili, i furbetti, piangono e “danno in ismanie”, e qui ed in Europa continuano a giungere tre brutte cose: probabili terroristi, persone che arricchiscono mafie italiche e no, decadenza e rischi di violenze di tutti i generi, eseguite da pazzi, da esagitati contro le donne, da invidiosi.
Marine Le Pen ha ragione, e ci si meraviglia che ancora nessuno ricordi che il Capo di Stato che entra nei programmi del Capo dello Stato vicino commette colpa grave per la politica, e per Gesù che dice testualmente, contro la fusione politica e religiosa dei governi : “ Pietro, dai a Cesare ciò che è di Cesare, ed a Dio ciò che è di Dio”. Se c’è una vergogna, è doveroso dirlo sia a Cesare che al Vicario , è non soccorrere i poveri d’Italia a vantaggio di altri e rovinare in virtù di una carità molto fumosa uno Stato già capro espiatorio di politiche internazionali catastrofiche, si spera non volute.
Marilù Giannone