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Siria tra due fuochi …

Siria: le due verità

UN’ ANALISI DI ADRIANO TILGHER  ED UNA NOTA DI GIULIANO MARCHETTI  

Roma 07/04/17

A chi credere? Alle notizie che vengono dal territorio dei criminali terroristi dell’ISIS, che accusano Assad, Presidente della Siria, di aver usato armi chimiche nel bombardamento di alcune loro basi, o a quelle che vengono dal governo legittimo siriano, che dichiarano di aver usato bombe convenzionali che hanno colpito un deposito di armi chimiche dell’ISIS? Dobbiamo tener fede alle parole di accusa contro la Siria del Presidente USA, che con questo suo odierno bombardamento ha fatto un grande favore all’ISIS, o alla conferma della tesi siriana data dai generali russi, gli unici autenticamente ed apertamente schierati nella contrapposizione militare alle truppe ISIS, armate e foraggiate dall’Arabia Saudita, alleata di molti paesi occidentali?

Certo, chi ci va di mezzo sono sempre gli inermi e gli indifesi, ma è la drammatica legge della guerra ed in Siria c’è una guerra combattuta sul campo. Trump, con questo suo ordine di bombardare la Siria massicciamente, ha contravvenuto ad un veto dell’ONU ed ha fatto l’ennesimo atto di guerra, senza la formale dichiarazione della stessa, conquistando così le simpatie di tutti i clintoniani ed i radical-chic del mondo, che tante difficoltà gli stanno creando a casa sua. Questo con buona pace del pacifismo buonista di questi ipocriti del modernismo di sinistra italiano, i cui potenti mezzi di comunicazione esaltano questa azione di guerra a favore dell’ISIS, salvo poi piangere al prossimo attentato che l’estremismo islamico sta già programmando contro le inconsapevoli popolazioni europee.

Io non so se i Siriani abbiano usato le armi chimiche contro le basi dei terroristi islamici, né se abbiano usato bombe convenzionali che hanno colpito un deposito di armi chimiche dell’ISIS, ma so che la Siria sta combattendo da anni una guerra titanica contro i terroristi che stanno insanguinando il mondo e dobbiamo ringraziare la Russia di Putin che ha avuto il coraggio di schierare le proprie truppe contro un nemico dell’umanità, facendo un favore anche a noi europei che continuiamo, per squallidi interessi di bottega, ad essere schierati dalla parte dell’ISIS, sia mediante le sanzioni contro il legittimo governo siriano, sia fornendo soldi ed armi ai terroristi e, ora, esaltando questo atto di guerra non dichiarata.

Adriano Tilgher

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NOTE A MARGINE ….. personalmente ritengo che l’analisi di Adriano Tilgher sia ampiamente condivisibile, così come sia opportuno non farsi acriticamente influenzare dalla omologazione del pensiero unico dominante che, tramite i media, dipinge Bashar Al-Assad, Presidente della Siria, solo Syrian President Bashar al-Assad come un sanguinario tiranno. Vedasi al riguardo il corsivo Diritto & Rovescio di giovedì 6 aprile su “Italia  Oggi”, che quotidianamente espone in prima pagina dubbi e certezze su questa eccellente rubrica.   La Siria  sta vivendo – nel proprio Territorio e sulla pelle del suo Popolo – una “tragedia infinita”, una tragedia ove  l’Europa non può ritenersi non responsabile. Purtroppo noi siamo – non per nostra scelta, né per nostra  vocazione – i Cittadini di un’ Europa, spesso assente quanto incosciente, che avremmo desiderato ben  diversa !  Noi non desideriamo riconoscerci in questa Europa che, quando non è impegnata ad emanare  “normative comunitarie” spesso assurde ed astruse, si diletta ad esportare democrazie primaverili – o, se si  preferisce, primavere democratiche – nei Paesi Arabi, con scelte opinabili in campo diplomatico ed ancora  più deleterie in campo militare (come in Libia) e spesso a rimorchio degli U.S.A. che. in quanto a  colpire erroneamente  con missili e bombe intelligenti villaggi con abitanti inermi e bambini, sono molto efficienti come i loro Alleati Israeliani a Gaza.    Inoltre, a mio personale giudizio, credo si debba prendere atto che, mentre in Europa molte “nostre Città” siano soggette ad attacchi dei fondamentalisti islamici, attualmente in Siria la Russia di Putin stia aiutando sia il Popolo, sia il legittimo Governo a combattere i mercenari dell’ Isis e le bande del Califfato, così come in precedenza a Palmira ed in Irak.  (G.M.)