Spazio, partita la nuova missione russa sulla Luna
Il razzo utilizzato per questa nuova missione è un Soyuz che può trasportare fino a 800 chili e completamente automatizzato, infatti non c’è personale umano a bordo. Dopo aver raggiunto il suolo lunare in cinque giorni, ne spenderà da tre a un massimo di sette per scegliere il luogo adatto sul suolo lunare dove atterrare nella zona del polo sud. Scopo della missione, che durerà un anno, è quello di collaudare la tecnologia necessaria per lo sbarco, e effettuare ricerche sulle caratteristiche del suolo, soprattutto riguardanti la presenza di ghiaccio d’acqua nella regione del polo sud del cratere Boguslavskij.
Negli ultimi anni la Luna è tornata al centro delle missioni spaziali non solo come satellite naturale della Terra, ma anche per le possibili risorse minerarie nella zona del polo sud lunare, oltre alla possibilità di creare degli avamposti umani dove testare nuove tecnologie per poi puntare verso Marte e verso asteroidi da cui estrarre materiali preziosi.
Una “corsa” rallentata esclusivamente dalla guerra tra Russia e Ucraina che ha di fatto messo un blocco a tutti i programmi spaziali che prevedono la collaborazione con gli Stati Unito e l’Europa, come ad esempio la missione già in programma ExoMars2022 che aveva come obiettivo Marte.
Sono molti gli attori in competizione come gli Usa e la Cina, ma anche Europa, Russia, Emirati Arabi, Giappone e India. Il generale Yury Borisov, direttore dell’agenzia Roscosmos, ha dichiarato che prevede altre missioni sulla Luna negli anni a venire, fino al 2030.
Il satellite terrestre quindi torna ad essere il centro di una nuova guerra fredda anche a causa della crescente Space Economy che smuove le agenzie spaziali governative e non solo, verso la Luna alla ricerca di risosrse extraorbitali sfruttabili.
Sam Scimemi, capo dei programmi della Nasa a equipaggio umano compresi Artemis, ha dichiarato in una intervista alla Stampa, che l’Agenzia si prepara «per tornare non più per brevi periodi, ma per restare. Infatti l’obiettivo è quello di realizzare una stazione nell’orbita lunare per poi realizzare una base sul suolo del satellite e da lì concquistare Marte».
Tra i Paesi in competizione spicca l’Asia, che con la sua sonda Chandrayaan-3 dell’agenzia indiana Isro è arrivata da pochi giorni nell’orbita lunare e si appresta a far sbarcare un piccolo rover. O ancora la Cina, che dopo i molti successi, come la prima sonda atterrata sulla faccia nascosta della Luna, si prepara per il lancio di Chang’è 6, che dovrà prelevare alcuni campioni da riportare sulla Terra per essere analizzati. Inoltre continuano le fasi di sviluppo per far scendere sul suolo lunare i popri astronauti entro il 2030.
Anche il Giappone, si appresta questo mese al lancio della missione Slim che prevede, come per la Cina, lo sbarco di un rover per prelevare campioni da studiare.
L’astronauta italiani Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, in addestramento per una missione alla Stazione Spaziale commenta la notizia affermando che «la Luna è una opportunità preziosa per lo sviluppo dei voli spaziali commerciali. Le agenzie governative si affidano sempre più ai servizi di privati anche per Luna: dalla logistica, al trasporto, alle comunicazioni, finanche, chissà, all’estrazione del prezioso Helio3, materiale dalle interessanti proprietà per generare fusione nucleare pulita o di altre terre rare presenti sul nostro satellite»
In questa nuova corsa alla Luna si aggiungono anche le nuove compagnie private come quella del magnate americano Elon Musk, che con Space X già è in grado di garantire viaggi tra la Terra e la Stazione Spaziale e che a settembre si appresta al lancio dell’astronave Starship partita lo scorso aprile dalla base Boca Chica e riuscita solo in parte. Una versione modificata di Starship dovrа garantire gli allunaggi del Programma Artemis, anche se la complessitа del programma sta giа indirizzando la Nasa verso altri obiettivi, compreso quello dei moduli della concorrente Blue Origins.
ALESSANDRO PUBLIO BENINI