Agli inizi degli anni ’70, Stanley Roger Smith è una leggenda del tennis. Il giocatore americano vince due titoli del Grande Slam (Us Open ‘71, Wimbledon ‘72) e la prima edizione della Masters Cup, sia in singolo che in doppio. Eppure, finiti gli anni d’oro della sua carriera, Smith si lamenta che “la gente pensa che io sia una scarpa”. Il figlio, addirittura, arriva a chiedergli: “Papà, hanno chiamato la scarpa dopo di te o te dopo la scarpa?”
Stan Smith infatti è il nome del campione di tennis, ma anche delle famosissime sneakers dell’adidas che prendono il suo nome nell’edizione degli anni ’70 e successive, pur essendo state originariamente create in onore del tennista francese Robert Haillet, che nel 1965 ne disegna il modello, dandogli il suo nome. Agli inizi degli anni ’60, infatti, adidas vuole entrare nei campi da tennis, e lo fa con lo stile inconfondibile di una scarpa leggera ma dalla struttura solida, che prende dunque il nome di Haillet. Poi, quando nelle decade successiva diventa lo sponsor di Smith, queste scarpe di pelle bianca, con le riconoscibili tre file di buchi traspiranti e l’immancabile linguetta verde, passano al nuovo campione. Sulla linguetta frontale compare il ritratto e la firma del giocatore, e per la scarpa opportunamente riveduta e corretta, ha inizio una nuova vita come Stan Smith.
Già dagli anni ’70 e ’80, questo modello, dalla linea minimal ma distintiva, diventa subito un classico tra gli sportivi (Smith ammette di aver provato un certo fastidio nel perdere con atleti che indossavano le sue scarpe) e anche fuori dal campo da tennis. Ma è negli anni ’90 che arriva il boom di vendite: nel 1990 la Stan Smith entra nei Guinness dei Primati per aver venduto 22 milioni di modelli nel mondo. Compare nel testo della hit francese Je danse le Mia del collettivo IAM (All’inizio degli anni ’80, ricordo le serate, dove l’atmosfera era calda e i ragazzi stavano tornando a casa, Stan Smith ai piedi) e al cinema nel film di Mathieu Kassovitz La Haine, ai piedi di Vincent Cassel (solo per citarne alcuni esempi). Le Stan Smith da scarpa sportiva diventano un fenomeno di costume, un’icona della cultura street e pop. Per Stan Smith l’impresa di conquistare i giovani con il suo modello di scarpa era impossibile, ma evidentemente si era sbagliato.
Personalmente, da ragazza che ha vissuto l’infanzia negli anni ’90, le Stan Smith non le ho mai legate al giocatore di tennis (lo ammetto) ma a quel tipo “scarpa da tennis” che va bene con tutto e che ha sempre mantenuto la sua aura iconica: è stata la scarpa dei miei maestri di recitazione, dei divi hollywoodiani che ammiravo sulle riviste, insomma le scarpe di chi aveva, ai miei occhi, stile e fascino da vendere. E sebbene nei primi anni duemila le vendite abbiano subito un calo, nel 2014 dopo aver interrotto la produzione 3 anni prima, le Stan Smith tornano sul mercato per non lasciarlo più. Nuove collaborazioni con stilisti e designer, nuovi colori, ma sempre la stessa impressione di una scarpa dal design minimale e senza tempo.
E anche oggi questa scarpa leggendaria mantiene il binomio di tradizione e innovazione grazie alle nuovissime Stan Smith della linea Primegreen, che rappresenta i valori di sostenibilità che adidas sta perseguendo. Reinventare una leggenda si può, anzi, per adidas si deve, e per questo anche le Stan Smith sono rientrate nel programma Primegreen che ha come obiettivo quello di sostituire il poliestere vergine con il poliestere riciclato. Un primo passo per inaugurare buone pratiche sostenibili e al contempo mantenere alte le prestazioni. Nel caso di questo modello, il 50% della tomaia è realizzato con materiali riciclati e per realizzarlo non è stato utilizzato poliestere vergine – ma lo stile rimane invariato, portando questa scarpa leggendaria in un nuovo, esaltante, capitolo della sua storia.